Agosto è finalmente arrivato e sono in vacanza, con mio figlio Jacopo mi reco in agenzia di viaggio e mi compro un biglietto per lo Zambia,ma per la partenza dovrà aspettare Febbraio 2010! Sarà infatti in quel mese che parteciperò ad una missione di ricerca che esplorerà la zona nord dello Zambia alla ricerca di nuove specie! Il nostro obiettivo principale sono ovviamente Nothobranchius e altri killifish ma cercheremo di catalogare tutte le specie ittiche che incontreremo lungo il nostro tragitto! Ma il tempo passa veloce e siamo già all’11 febbraio 2010 la mattina inizia bene perlomeno non nevica (il 10 invece nevicava tantissimo e alcuni voli da Bologna erano stati cancellati) chiamo l’aeroporto e mi consigliano di andarci subito e magari anticipare il volo per Francoforte,alle 12 sono all’aeroporto, mi cambiano il volo anticipandolo ma dopo poco viene cancellato, mi rimettono sul volo delle 19:00 nel frattempo sento Giuseppe (Amato) che deve arrivare a Francoforte da Torino, sento Jorn (Boklund) da Copenagen. L’aereo è in ritardo e fino all’ultimo non ho idea se ci sia o meno, intanto a Bologna inizia a nevicare, e scambio con Giuseppe mille sms, lo chiamo prima di salire sull’aereo dicendogli di tenere le porte del gate aperte quando arriverà a Francoforte e non fare partire l’aereo per Joannesburg senza di me! Arriviamo a Francoforte dove nevica tantissimo, chiamo Giuseppe che è già in coda al gate, corro come un pazzo per l’aeroporto e mentre chiamo (ansimante per la corsa forsennata) mia moglie Francesca vedo Giuseppe! Tutto ok ci siamo e saliamo sul 747! Ma dovè? Jorn??? So per certo che se manca solo una persona non la si aspetta ma se sono 20 sì e vedendo il tempo e tutti i ritardi che ci sono continuo a sperare nel suo arrivo! Provo a chiamarlo, non risponde, chiedo ad uno stuart di controllare se l’aereo di Copenagen con Jorn sopra è arrivato,dopo un po’ torna con la faccia delusa mi dice che l’aereo è troppo in ritardo e non lo aspetteranno. Vedremo cosa deciderà di fare l’indomani. Intanto è l’una e dopo il trattamento antighiaccio alle ali e carlinga partiamo;sono stanchissimo per l’attesa di 8 ore all’aeroporto e per la tensione, servono la cena verso le 2 poi dormo come un bimbo fino alle 8 del mattino! Colazione poi finalmente verso le 11:30 atterriamo a Joannesburg! Qui sento finalmente Jorn che è a Londra e prenderà il volo diretto per Lusaka che arriverà l’indomani mattina alle 7:00. Io e Giuseppe prendiamo il volo per Lusaka a metà pomeriggio, dopo un paio di ore di volo sopra spettacolari paesaggi (incluso il lago Kariba). Ad aspettarci all’arrivo Kaj (stergaard) che aveva già sentito della disavventura di Jorn. Invece di partire immediatamente ci fermeremo una notte a casa di Kaj per poi partire la mattina seguente passando a prendere Jorn all’aeroporto. La sera (giusto il tempo di una doccia) siamo invitati ad un party presso un ristorante cinese dove gli amici ‘della camminata del sabato’ di Kaj e della sua bellissima moglie ugandese Jechi ci aspettano. Qui brindiamo con la Mosi (quanto mi manca questa birra africana) e Giuseppe si lancia anche in danze. Qui conosciamo delle care persone (il capo della sicurezza dell’ambasciata danese, Scott che lavora con Kaj, sua moglie, èuna cara signora amica di John Rosenstock noto appassionato di Nothobranchius danese che ha lavorato molti anni anche in Zambia) ma oramai sono le 23 e l’indomani la sveglia è alle 5:00!!! Salutiamo tutti e andiamo a dormire! Dormiamo come sassi o perlomeno io (che mi sono messo anche i tappi per non sentire niente);ci svegliamo e dopo una colazione abbondante carichiamo il land cruiser (preparato per i viaggi nel bush con doppio serbatoio da 140 litri?) e andiamo a prendere Jorn all’aeroporto. Inganniamo l’attesa fotografando gechi su una staccionata, dopo circa 15 minuti escono Kaj e Jorn, questo ci saluta caldamente ma con la faccia ‘smunta’: il suo bagaglio è ancora in Danimarca!!! Decidiamo di partire senza le sue attrezzature e vestiti (per le attrezzature ne faremo a meno mentre quest’ultimi li compreremo lungo il tragitto).
Ci fermiamo anche a Chisamba al ‘Farm Pride Butchery Frigilla’ dove compriamo delle salsicce di manzo secche per il viaggio e dove conosciamo il proprietario una persona molto cordiale Andrew Woodley, il miglior produttore di salsicce di tutto lo Zambia! Continuiamo la strada verso nord: passiamo Kapiri Mposhi (dove al mercato nell’incrocio per il Copperbelt compriamo arachidi freschi e pannocchie arrostite), Mkushi sul confine con il Congo, poi Serenje da qui in poi la strada asfaltata si riempie di buche e visto che sono le 13:00 ci fermiamo a pranzare. Ci addentriamo un po’nel bush e campeggiamo, dopo poco siamo l’attrazione della giornata per circa una ventina di persone che man mano si fermano ad osservarci incuriositi. Raccogliamo le nostre cose salutiamo e ripartiamo. Finalmente lungo la strada proviamo a pescare nelle zone di inondazione dello Chambeshi, qui facciamo conoscenza con ‘l’erba degli elefanti’, un’erba tagliente alta più di 2 metri in cui Kaj riesce a muoversi bene mentre io e Giuseppe abbiamo qualche difficoltà nel raggiungere le pozza proprio di fianco al fiume, sfortunatamente riesco a pescare solo un piccolo ciclide. Un po’ delusi arriviamo a Mpika dove facciamo rifornimento, mancano ancora 210 km all’arrivo. Il sole è già tramontato (18:30 circa) e finalmente arriviamo al Thorn Tree Guest House di Kasama. Dopo un’ottima cena e una bella dormita ripartiamo per arrivare sul lago Tanganica, oggi la strada da percorrere sarà meno della metà ma impiegheremo tutta la giornata (circa 10 ore) visto le condizioni. Infatti dopo alcuni km di asfalto perfetto quando prendiamo la deviazione per Mporokoso la strada diventa una linea rossa che taglia il bush.
Continuiamo la strada e ci fermiamo in altre due località vicino a Kapatu: la prima è un ruscello robusto con acqua torbida dove disturbiamo la tranquillità di una mamma che lava i panni con figlia e nipote, ma anche loro ci ‘compatiscono’ e si lasciano fotografare (qui a parte Lacustricola matthesi catturiamo anche un bellissimo barbo Barbus kersteni); la seconda è un ruscello con acqua perfettamente trasparente e piena di Lacustricola matthesi ma sfortunatamente i pesci presentano una forte infezione batterica e nonostante una cura antibiotica moriranno nei giorni successivi. Passiamo Mporokoso dove nel mercato del paese compriamo dei bellissimi tessuti per 20000 Kwacha ognuno (pochi dollari!!!), sandali e Kaj mi compra per gioco un buffo cappello. Dopo circa 40 km (a circa 19 km da Nsama) troviamo una località molto promettente siamo molto carichi e peschiamo sotto il sole battente ma sfortunatamente riusciamo a catturare solo esemplari adulti e avannotti di una Kneria non ben identificata.
Partiamo pensando che la pozza sia a poche centinaia di metri dalla strada ma sbagliavamo, dopo un’ora di cammino sotto il sole cocente (dove io mi brucio entrambe le mani e Giuseppe il collo) finalmente arriviamo. Io mi lamento per tutto il tragitto visto che doveva essere dietro l’angolo. La zona ora sembra promettente ma sfortunatamente non erano pesci ma stranissimi girini e pesci gatto! Torniamo al villaggio stanchissimi e assetati (non avevamo preso acqua con noi perchè la pozza doveva essere vicina) mentre i ragazzini che erano con noi correvano ancora e non erano nemmeno sudati!!! Ad aspettarci centinaia di persone incuriosite, nessun bianco si era mai fermato in questo piccolo villaggio, ho giusto il tempo di presentarmi al capo villaggio e partiamo quasi senza salutare (non era pericoloso ma visto che avevamo intorno alla macchina almeno 200 persone urlanti ed eccitate era meglio andare), l’unico rammarico non aver salutato Ciola, la nostra ‘guida’ per il tempo che ci ha dedicato, anche se di certo non lo scorderò! Dopo alcuni km ci fermiamo e ci beviamo 4 birre ghiacciate (nella macchina ovviamente avevamo anche il frigo!)! Ripartiamo lungo la strada vediamo delle possibili località ma sta diventando tardi e manca ancora molto all’arrivo. All’imbrunire vediamo l’indicazione per Ndole Bay Lodge ma la strada diventa una pietraia con erba alta oltre il cofano e decidiamo di tornare indietro siamo convinti di aver sbagliato strada. Ci fermiamo alle prime abitazioni e chiediamo informazioni, per botta di fortuna ci abita il cuoco del Lodge che facciamo entrare in macchina mentre io mi aggancio dietro poggiando i piedi sul paraurti e aggrappandomi al portapacchi; bellissimo!!! Finalmente arriviamo al Lodge, che probabilmente viene raggiunto abitualmente via acqua dal lago e non via terra! Siamo stanchi e affamati e visto l’orario il manager del Lodge ci aspettava per il giorno successivo! In ogni caso ci sistemiamo, ci laviamo e mangiamo! Qui ovviamente siamo fuori dal mondo, il telefono cellulare non prende e per questa notte non manderò sms a casa! La sera dormiamo sentendo lo sciabordio delle onde sul lago. Il mattino successivo alle 6:00 sono sul pontile del Lodge dove posso apprezzare la bellezza e eleganza del Martin Pescatore bianco-nero a caccia, le evoluzioni di alcune rondini, la stranezza del ‘hornbill’, ma anche piccoli ciclidi che brucano sull’erba della riva. Dopo la colazione mi accorgo delle moltissime velvet monkey che corrono sui bungalow, gechi, grilli corazzati?ma bisogna muoversi. Controlliamo la ruota posteriore del fuoristrada che cigolava: un sassolino era finito tra il disco e il ferodo quindi partiamo per Nsumbu dove ci hanno detto esserci un ‘dambo’ (pozza stagionale) a poca distanza dal mercato nel centro al paese dove dovrebbero vivere gli ‘Nkomo’ (i Nothobranchius in lingua Bemba nel nord dello Zambia). Andiamo a controllare, ma questo acquitrino non è come ci aspettavamo anche se ci confermano che qui vivano Protopterus (o meglio ?Nsompo’ in lingua Bemba)! In ogni caso c’era troppa acqua per riuscire a pescare e non volevamo rompere le piantine di riso in crescita! Dopo un po’ di acquisti al mercato, inclusi cappello e olio per bimbi per le bruciatore di Giuseppe, siamo andati in farmacia. Il farmacista persona deliziosa che parlava francese e ha studiato in Congo, ci voleva rifilare cortisonici per le bruciatore? un po’ eccessivo! Decidiamo di visitare un esportatore di ciclidi poco distante, lo troviamo (anche se il posto è veramente poco accessibile via terra!!!) i pesci sono tenuti bene, con cambio dell’acqua continuo e divisi per specie il manager che controlla il posto però non ci fa fare foto!!! Dopo un giro sul pontile (dove apprezziamo la moltitudine di ciclidi nell’acqua perfettamente trasparente e uno splendido varano che prende il sole) torniamo verso il Lodge. Fa veramente caldissimo (più di 30°C) decidiamo quindi di pranzare sul lago e di farci un bagno. Kaj ha preso con sè la maschera e lo snorkel e gentilmente ce li presta: uno spettacolo unico!!! Nel pomeriggio io e Giuseppe decidiamo di fare una passeggiata a piedi sulla montagna alle spalle del Lodge e prendiamo il sentiero che conduce a Mungela. Lungo la strada riusciamo a fotografare molti insetti interessanti e spaventiamo (ovviamente involontariamente) le poche persone lungo il percorso che non si aspettavano di vedere due Muzungu (uomini bianchi) per questa stradina! La sera, dopo aver telefonato a casa con il telefono satellitare, il manager ci ha avvertiti che vicino al pontile (praticamente a riva) c’era un ippopotamo!!! Troppo curiosi siamo scesi fino al lago (nel buio più completo) per poi accendere le luci delle torce quando eravamo a circa 10 mt dalla bestia, bellissimo!!! Anche l’ippopotamo nel lago Tanganica!!! Il mattino successivo partiamo con l’intenzione di arrivare fino a Nchelenge. Qui interrompo il mio racconto, continuerò appena verrà pubblicata la descrizione del nuovo Nothobranchius che abbiamo raccolto in questa zona.
E’ quasi buio quando arriviamo nella ‘civiltà’ a Nchelenge, o meglio c’è la linea del telefono ma manca la luce elettrica! Stavo meglio in mezzo al nulla! Anche la gente non è il massimo troviamo una guest house sul lago Mwero, il posto è il peggiore in cui abbiamo dormito ma il tramonto sul lago ? incredibile! Stanchi ma contenti per aver trovato una nuova specie di Nothobranchius dopo una birra gelata ci ricordiamo che dobbiamo cenare, usciamo (nel buio più assoluto) e troviamo un piccolo ristorante: ci accordiamo sul menu e a lume di candela ci raccontiamo storie, beviamo birra e mangiamo. La mattina successiva ci svegliamo di buon ora (verso le 5:00 come tutti i giorni!!!) e come avevamo deciso la notte prima il nostro obiettivo è arrivare al parco nazionale del Kasanka, fermandoci però a pescare Nothobranchius rosenstocki tra Mansa e Samfya e N. symoensi nella zona di Kapalala. La strada è abbastanza bella e ben presto diventa asfaltata e senza buche! Arriviamo a Mansa dove facciamo rifornimento di gasolio e diamo una controllata alla pressione delle gomme quindi prendiamo la strada per Samfya. Come ci aspettavamo era una successione di colline e fiume in mezzo alla valle. Dopo 17 km circa abbiamo provato a pescare ma a causa della troppa acqua siamo riusciti a catturare solo Lacustricola matthesi e una femmina di N. rosenstocki. Siamo passati alla vallata successiva e anche qui nella parte centrale scorreva un fiume piuttosto grosso, ai lati dei rigagnoli più piccoli mentre alle estremità piccole buche, alcune di queste del diametro di circa 1,5 mt e profonde 20 cm. Qui riuscimmo a catturare la maggior parte dei Nothobranchius! Contenti del risultato decidiamo di non fermarci oltre nella zona e di puntare diritto verso Kapalala, non ci fermiamo nemmeno a mangiare e sgranocchiamo schiacciatine, cracker e biscotti (offerti da mia madre e da quelle di Giuseppe!!!)! Quando lasciamo la strada principale e ci mettiamo su quella per Kapalala inizia a piovere e la pista si riempie di pozzanghere di cui però, a causa dell’acqua, non conosciamo la profondità quindi bisogna andare piano. Suggerimenti ricevuti per le località dove trovare Nothobranchius rosenstocki e N. symoensi non corrispondono a realtà ma dopo un tentativo andato a vuoto finalmente li peschiamo a circa 40 km dall’incrocio con la strada principale. Riusciamo a catturarli, anche se molto piccoli (saranno nati da alcuni giorni), in un canale di acqua torba in mezzo ad un prato allagato, la maggior parte vicino alla riva tra l’erba semisommersa. Ritorniamo sulla strada principale e riprendiamo verso sud, passiamo prima sul ponte sul Luapula, un fiume enorme (e riusciamo a scorgere anche vari ippopotami) poi costeggiamo la zona di inondazione del Lago Bangweulu. Una vista stranissima: campi verdi inondati dove ‘galleggiano’ isolette con un alberello sopra, poi centinai di termitai che sbucavano come inquietanti figure scure in mezzo a questo mare piatto fatto d’erba e acqua. Poi finalmente quasi all’arrivo un bellissimo arcobaleno! Il parco di Kasanka è molto piccolo ma è rinomato per il passaggio della più grande migrazione di mammiferi (che non è quella di gnu e zebre tra serengeti e masai mara) ma è quella di circa 8 milioni di pipistrelli (che si ripete ogni anno verso Dicembre). Sono oramai le 18:00 quando arriviamo ai Lodge! Stanchi ma contenti per la buona giornata di pesca facciamo due chiacchiere con il ‘nuovo’ manager del parco (punto la sera prima da uno scorpione coloratissimo di cui ci mostra la foto sul cellulare e il dito di cui per il momento ha perso completamente la sensibilità!!!). Uso il termine ‘nuovo’ perchè il precedente e caro amico (Edmun Farmer) era andato in pensione a Dicembre, che peccato non averlo incontrato di persona! Avevamo scambiato molte missive nel 2004 al momento della descrizione di Nothobranchius rosenstocki (la località tipo che ho designato per questa specie e infatti il Kasanka!!!). La sera dopo cena raccontiamo storie alla luce di un falò e ci facciamo cullare dai milioni di stelle sopra le nostre teste?poi tutti a dormire domani visiteremo il parco!!! Al mattina alle 5:00 ci mettiamo in macchina per visitare il parco armati di teleobiettivi e tanta buona volontà! Giriamo per ‘strade’ appena segnate (o meglio pozzanghere in mezzo all’erba alta) per ore ma vediamo solo puk e taiga?sentiamo il ?soffiare? di un’ippopotamo dietro ad un canneto. Ci fermiamo più volte a causa di alberi caduti sul percorso, veniamo attaccati da decine di mosche tze tze che sembrano gradire solo me (ho la crosticina del morso dopo una settimana!) e Jorn; lasciano stare inspiegabilmente Giuseppe e Kaj (stessi colori di maglietta e camicia) ma ci divertiamo lo stesso! Proviamo a pescare in alcune pozze vicino ad un grosso acquitrino ma niente Nothobranchius. Faccio foto a tutto: ragni dalle forme incredibili, cavallette colorate, mantidi, fiori, uno spettacolo! Verso le 9:00 rientriamo per la colazione poi mentre Jorn e Kaj provano a pescare nello stagno davanti ai Lodge, io e Giuseppe re-insacchettiamo i pesci! Dopo pranzo si parte, alcune centinaia di metri fuori dal parco cerchiamo il ‘Dembo Mukatwe’ a nord del fiume Mulembo ma sfortunatamente nessuna delle persone che incontriamo conosce questa pozza stagionale! Decidiamo quindi di andare verso sud, destinazione Kapiri Mposci, vediamo subito lungo la strada molte zone acquitrinose, magari era questo il ‘Dembo’ ma non ci fermiamo e dopo alcune ore raggiungiamo il Forest Inn guest house che però è pieno. Ci consigliano una guest house a 15 km ‘Loza Guest house’ ci andiamo ed è bellissima!!! E’ stata aperta solo da un paio di anni è tutto nuovo. Questa struttura è all’interno di una fattoria enorme, facciamo due chiacchiere con la guardia (Sydney)alla porta e parliamo degli Ncomo: lui li conosce e ci dice che ci sono anche in zona, cosa??? Altri Nothobranchius nella zona??? Incredibile!!! Sono quasi le 18:00 lo carichiamo in macchina e partiamo. Torniamo lungo la strada principale e proviamo a pescare sotto il ponte ma sfortunatamente solo barbi, ciclidi, e Lacustricola katangae! La sera pranziamo come signori, degustiamo birre ghiacciate e giochiamo a freccette. Italia vs. Danimarca: 1-2°ma ci rifaremo (loro sono dei professionisti e a casa di Kaj il giorno successivo ho scoperto un tabella da freccette sotto il portico!)! Il mattino successivo avevamo appuntamento con Syndey che ci avrebbe mostrato altre località all’interno della fattoria (ovviamente avevamo chiesto il permesso ai proprietari). Le prime erano laghetti artificiali lungo un fiume e come risultato i soliti barbi, ciclidi e Lacustricola katangae! Seguento il suggerimento di sua moglie ci rechiamo in un posto ‘specifico per Ncomo’ (dove ci sono otto stagni) dopo circa un’ora ci arriviamo ma il capo villaggio quando gli chiediamo di Ncomo ci dice che non ci sono!!! In ogni caso ci mostra gli otto stagni e gentilissimo con tutta la famiglia ci pesca il contenuto di tutto lo stagno (per mezzo di una grossa rete!) è pieno di pesci ma niente Nothobranchius! Proviamo a pescare anche nelle buche più piccole attorno ma niente! Delusi ci spostiamo in una proprietà privata di cui Sydney conosce la proprietaria, lei però non conosce questi pesci. Dopo mezz’ora che aspettiamo un’ ‘accompagnatore’ andiamo a prendere un’ometto di una certa età che lavora per la signora e che ci accompagnerà nella proprietà, poca strada in macchina (ovviamente mi attacco dietro per farli stare entrambi dentro) poi dopo un breve tragitto a piedi raggiungiamo alcune pozze stagionali : bellissime ma senza Nothobranchius (solo i soliti barbi, ciclidi e Lacustricola katangae). Kaj prova a pescare anche nel fiumiciattolo (per raggiungerlo deve attraversare un ‘prato allagato’ con alcuni cm di acqua ovunque) ma niente! Siamo un po’ delusi forse non ci sono Ncomo o forse è il periodo sbagliato. Ringraziamo Sydney, lo salutiamo e ci rimettiamo in strada per tornare a Lusaka: sono le 11:00 forse facciamo in tempo a pescare Nothobranchius kafuensis nei Lukanga swamp!!! Telefoniamo a Nick (caro amico di Kaj) per farci dare il numero di cellulare di suoi amici proprietari terrieri sulla cui proprietà l’anno precedente avevano trovato questi pesci! Li avvertiamo che dopo circa 3 ore saremo da loro. Passiamo Kabwe e riusciamo ad imboccare la strada per la loro proprietà e dopo circa 20 km di sterrato raggiungiamo la fattoria. Qui ad aspettarci Tim, sua moglie e la figlia Sara (adesso la manager di tutta la ‘fattoria’), sono persone estremamente cordiali e gentili e dopo aver raccontato un po’ di noi, del viaggio che stavamo facendo, dopo aver bevuto una ‘cola’ ghiacciata andiamo sul posto! Erano già pronti (di certo da almeno un’ora!!!) su un pick up due ragazzoni armati di rete e secchi! Sara si mette alla guida del pick up e corre ‘come una matta’ fino ad un cancello lungo una proprietà che avevamo passato nell’arrivare, entriamo a dopo circa 500 mt ad aspettarci un gruppo di giraffe, incredibile! Poco più avanti ci fermiamo e proseguiamo brevemente a piedi (infangandoci un po’, è un vero acquitrino) siamo ad una bellissima palude! I due ragazzoni aprono la rete ed entrano in acqua, Sara li segue come se niente fosse (l’acqua le arriva al petto!). Sono veramente delle persone eccezionali!!! E i pesci nella loro proprietà dei bellissimi Nothobranchius kafuensis nella forma rossa!!! Ricaricati dalla pesca ci rimettiamo in macchina alla volta di Lusaka, il viaggio volge al termine e anche il tempo sembra piangere il nostro ritorno infatti arriviamo in città durante un’ acquazzone. Appena arrivati iniziamo a rimpacchettare i pesci per il viaggio del giorno successivo: i Nothobranchius li impacchettiamo singolarmente nei breathing bags mentre i Barbus li mettiamo in gruppo. E? tardi andiamo a mangiare (cena deliziosa!!!), una birra in un locale vicino a casa di Kaj dove c’è un gruppo dal vivo (bravissimi) e poi finalmente una doccia e una bella dormita, il giorno dopo si và a casa!!! La mattina successiva salutiamo con dispiacere Jeki, la bellissima moglie ugandese di Kaj, il loro piccolo Jonatan e Jorn che rimarrà ancora una settimana e andrà da solo a pescare nel parco del South Luangwa. Prendiamo prima il volo per Joannesburg poi quello per Francoforte e finalmente il giorno dopo verso le 13:30 sono a casa! Disimballo i pesci, fortunatamente senza nessuna perdita (anche se una parte era stata tolta da uno dei contenitori isolanti durante un’ispezione della valigia all’aeroporto di Francoforte). Finalmente a metà pomeriggio riabbraccio il mio piccolo Jacopo mentre per Francesca dovrà aspettare la sera tardi (stava infatti vincendo i campionati regionali dei piccoli gruppi show di pattinaggio). Cosa dire: che mi ritengo una persona fortunata per quello che mi è stato permesso di realizzare, per le persone che ho incontrato e per quello che ho visto! E’ stato un viaggio bellissimo e i 3000 km percorsi in meno di una settimana sembrano un sogno lontano! Ripartirei domani! |