Un giorno, scorrendo le immagini dell’Indonesia, meta che da sempre ci affascinava, ci imbattiamo casualmente su una remota isola situata nell’arcipelago di Raja Ampat chiamata Agusta Island. Decidiamo così, inizialmente, di informarci su una delle destinazioni più affascinanti al mondo. Raja Ampat, situata in Papua occidentale, è il risultato dell’incontro tra Oceano Indiano e Oceano Pacifico; il nome, in indonesiano, significa “i 4 re” in quanto 4 sono le isole principali che compongono l’arcipelago che risulta composto da circa 1500 isolotti minori. Il territorio coperto da Raja Ampat è costituito da un’enorme riserva marina di circa 9.8 milioni di ettari terrestri e marini che ospitano il 75% delle specie descritte in tutto il mondo, tra cui 540 tipi di corallo, 1300 tipi di pesci e 700 tipi di molluschi. Trovandosi infatti nel famoso “Triangolo del Corallo”, l’arcipelago gode di una posizione esposta a correnti marine propizie all’evoluzione naturale, non a caso, Raja Ampat è definita l’epicentro della biodiversità marina e terrestre. Data la vulnerabilità e l’importanza naturalistica di questo sito costituito da 7 aree marine protette, sono stati compiuti enormi sforzi nell’educare la popolazione locale ad uno sfruttamento equo delle risorse naturali. Siamo convinti che lo stesso valga per i turisti i quali, scegliendo una tipologia simile di viaggio, dovrebbero essere consapevoli della fortuna di poter visitare dei luoghi rimasti ancora selvaggi e incontaminati e, di conseguenza, dovrebbero avere buon senso nelle azioni e rispetto per i luoghi, i popoli e le specie animali che vi vivono. Nella prospettiva di rimanere coerenti con quanto crediamo e nella speranza di visitare nuovi luoghi paradisiaci, abbiamo deciso di trascorrere la nostra vacanza presso l’Agusta Eco Resort, l’unica struttura dell’isola. Agusta Island, situata nel cuore di Raja Ampat a 50 miglia dal più vicino aeroporto a Sorong, è interamente circonda dall’Oceano e visitabile in appena 40 minuti di passeggiata. Parlare di resort in un’isola come questa, sembra una contraddizione ma è bene tranquillizzarsi al riguardo, in quanto questa struttura garantisce un turismo ecofriendly, riscontrabile dall’impiego di materiali naturali per la costruzione dei cottages, l’utilizzo di pannelli solari, l’autoproduzione di alimenti e l’acquisto di prodotti locali e un sistema fognario efficiente. Dopo un lungo viaggio per giungere in questa destinazione, si viene accolti da grandi sorrisi e una noce di cocco e, finalmente, ci si può rilassare e godere la magnifica vista dalla propria casetta in legno, da cui si sente e vede, ad ogni ora del giorno, il suono delle onde dell’oceano che si infrangono su una spiaggia bianca e fine come il borotalco. Durante il corso della giornata l’oceano acquista nuove sfumature e ci si meraviglia continuamente delle nuove tonalità che acquisisce; non di rado, capita di starsene seduti a riva e intravedere qualche barca di pescatori locali che vendono il pesce appena pescato. E se, pranzando si guarda distrattamente tra le onde si può facilmente vedere qualche squaletto pinna nera che viene a salutare. Tra i momenti che più rimpiangiamo di questa esperienza è quando calava la sera, in cui dopo una doccia sotto il chiarore di luna e delle stelle, ci dirigevamo a piedi scalzi a cenare in compagnia di altri ospiti e dei gestori del resort, scambiandoci le nostre esperienze vissute, le impressioni sull’intensa giornata appena trascorsa e organizzando la successiva. Come già anticipato, l’isola di Agusta gode di una posizione strategica per le escursioni in cui praticare lo snorkeling e, in particolare, le immersioni; tra le molteplici che si possono scegliere ne elenchiamo solo alcune, per noi significative. The Passage & Nudibranchs rocks
Una porzione di oceano con un’elevata quantita’ di isolotti, scogli e bassi fondali che confondono, dando l’impressione di trovarsi su un fiume… The Wall & Melissa Garden
Durante questa immersione è possibile scorgere da un lato enormi pareti coralline che scendono a picco nel profondo blu dell’oceano e, dall’altro, distese di coralli di ogni varietà che affiorano dalla superficie dell’acqua, da cui fanno capolino infinite e coloratissime specie di pesci, tra cui interi banchi di fucilieri, bumphead parrot fish, carangidi, barracuda, pesci angelo imperatore, pesci farfalla, pesci pippistrello e, senza esagerare, possiamo tranquillamente affermare quasi tutti i pesci di barriera esistenti.
Se si aguzza la vista è inoltre possibile scorgere splendide varietà di nudibranchi, cavallucci pigmei, pesci pipa fantasma e molto altro ancora. Arefi Village e P47
Nel corso di questa immersione, scendendo ad una profondità di 35 metri, ci siamo imbattuti in un relitto a dir poco affascinante di un P47, un cacciabombardiere americano risalente alla Seconda Guerra Mondiale.
Dalla quantità di pale ancora intatte del velivolo si deduce che il pilota aveva spento il motore prima dell’impatto con l’acqua. Pulau Wayang (Painemu viewpoint)
Chiunque abbia cercato immagini relative a Raja Ampat, si è imbattuto nell’immagine sottostante, rimanendone colpito e pensando di volerci andare, almeno una volta nella vita. Ed è quello che è successo anche a noi! Vale decisamente la pena di fare questa escursione, che potrà risultare inizialmente un po’ distante, per via della barca (circa 1.15h di barca da Agusta Island), ma la vista mozzafiato da lassù ripagherà qualsiasi aspettativa. Questo luogo è composto da una serie di isole calcaree, presenti nelll’isola di Fam o Groot Fam, situate in una porzione superficiale e protetta di oceano. Queste isole, localizzate ad ovest di Raja Ampat, sono il risultato di una serie di eventi geologici avvenuti in acqua poco profonda, all’incirca quindici milioni di anni fa. Questa zona, caratterizzata da un modello di isolotti intersecanti l’acqua, da origine ad una configurazione lagunare a cinque stelle, divenuta il simbolo e, di conseguenza, l’attrazione principale dell’arcipelago indonesiano. La vista mozzafiato da cui è stata scattata la foto, si può godere solamente dopo aver percorso una ripida gradinata che conduce sulla cima collinare; una volta giunti sulla sommità lo spettacolo toglierà il fiato. Abbiamo, inoltre, trovato indimenticabili i fondali che circondano Agusta Island, anch’essi ricchi di simpatiche tartarughe di numerosi e, soprattutto curiosi, squali grigi, pinna nera e pinna bianca. Impossibile non citare il famosissimo Wobbegong (squalo tappeto) il quale, nonostante sia timido ed esca dai nascondigli di notte è venuto a farci visita, e il walking shark (squalo che cammina), specie di recentissima scoperta che vive esclusivamente in queste zone e in cui non è poi così difficile imbattersi. Villaggi di Sau Wandarek e Arborek
Meritano infine di essere citati due dei villaggi che abbiamo visitato: Sau Wandarek e Arborek. Il primo molto più piccolo ma tipicamente papuano nella sua semplicità, dotato di una minuscola scuola che consigliamo di visitare; mentre Arborek è sicuramente un villaggio che colpisce per le case curate e ricoperte di bouganville. Quest’ultimo villaggio presenta delle tipiche locande in cui potersi fermare a mangiare o semplicemente contemplare una vista mozzafiato. In questo molo consigliamo vivamente una tappa snorkeling in quanto, appena si mette la testa sott’acqua si può osservare come la vita marina si sia fusa, in perfetta armonia, con le assi che sostengono il pontile, risultando in uno spettacolare paesaggio subaqueo. Durante il nostro soggiorno abbiamo potuto contare su una struttura ben fornita, su attrezzatura del centro diving Padi e su mezzi agevoli per gli spostamenti. Ci preme infine ringraziare lo staff e i titolari della struttura Mara e Marco per la loro professionalità e per avere sempre tenuto conto delle nostre esigenze durante lo svolgimento dei corsi sub, delle escursioni e, in generale, durante tutta la vacanza, rendendo unica questa esperienza! |