Allo scopo di formare una coppia con questi stupendi ciclidi americani Thorichthys meeki, misi sei giovani esemplari della grandezza di pochi centimetri nel mio acquario “ambiente da 110 lt”. Arredai appositamente l’acquario con un fondo composto da ghiaino policromo scuro di granulometria media, nell’acquario molto piantumato erano presenti numerosi anfratti e nascondigli creati con pietre ed una radice di torbiera. I valori dell’acqua: Temp. 26°C; pH 7,5; dGH>10°; dKH 10°; N03 12mg/l.Cichlasoma meeki o più aggiornato come Thorichthys meeki, è un ciclide molto territoriale, e aggressivo specialmente verso i suoi conspecifici.
Dentro al mio 110lt i sei giovani esemplari di Thorichthys meeki erano spesso in atteggiamento di minaccia tra loro, gonfiando gli opercoli branchiali e la sacca golare (membrana branchiostega).Dopo circa una ventina di giorni dalla loro immissione in acquario, notai che due dei sei esemplari (i più cresciuti, circa 5 cm) stazionavano continuamente in una zona nella parte posteriore della vasca, vicino ad un sasso rosso; guardando meglio vidi che entrambi i meeki erano intenti a ventilare con le pinne laterali un centinaio di uova (alcune di colore bianco, altre grigio opaco) deposte e appiccicate sulla superficie verticale del sasso. Non vi dico la mia contentezza: si era formata una coppia ed avevano già deposto le uova. Dopo la schiusa le larve vennero sistemate dai riproduttori in buche precedentemente scavate nel fondo. Trascorsi circa quattro giorni dall’evento si presentò ai miei occhi uno spettacolo di prim’ordine: i riproduttori che pascolavano una grossa nuvola di avannotti tra la vegetazione del fondo, i quali, sempre più aggressivi, scacciavano sistematicamente gli altri quattro conspecifici che cercavano di avvicinarsi alla loro prole. E’ meraviglioso vedere i Thorichthys meeki specialmente la femmina, prendere in bocca gli avannotti che si allontanavano e risputarli nel gruppo. Per la loro alimentazione, non avendo a disposizione i naupli di artemia somministrai del cibo finissimo micronizzato, quattro-cinque volte nella giornata,indirizzando il cibo “nel mucchio” con l’aiuto di una cannuccia da bibita inserita in una siringa. Successivamente, con mia grande delusione, potei constatare che gli avannotti diminuivano numericamente ogni giorno fino a che non ne rimase più traccia, ciò provocò le ire del maschio verso la sua compagna. A seguito di quanto accaduto, ed anche per isolare la coppia nell’acquario a loro dedicato, tolsi gli altri quattro meeki.La mia coppia era diventata sempre più bella, il maschio grandissimo due volte la femmina, misurava circa 13 cm, mentre lei arrivava appena a 7 cm, occhioni grandi, la bocca dotata di grandi labbra, entrambi sfoggiavano una colorazione caratterizzata da un fondo blu-giallastro con numerose macchie, anche iridescenti, sulle squame. A volte si notavano da cinque a sette fasce verticali di colore scuro con qualche macchia più pronunciata sui fianchi. Sull’opercolo branchiale spiccava una macchia nera orlata di giallo. Fantastico il rosso intenso della gola, del ventre e parte della pinna anale, questa colorazione rimaneva molto accentuata nel maschio durante la riproduzione e le parate di minaccia. La coppia di Thorichthys meeki si riprodusse più volte ma a causa dell’aggressività del maschio non sono mai riusciti a portare a termine la riproduzione che veniva sempre interrotta durante una delle sue fasi, ultimamente le uova non arrivavano nemmeno alla schiusa. Tutto ciò a causa della crescente aggressività del maschio verso la femmina, la quale era terrorizzata dal suo compagno e costretta alla segregazione, la poveretta quando usciva dalla tana per mangiare veniva subito rincorsa per tutta la vasca e aggredita dal grosso maschio.Pertanto, decisi mio malgrado di portare questi ciclidi ad un negoziante.Dopo qualche giorno ritornando casualmente in quel negozio, notai che l’incompetente aveva sistemato i miei meeki in una vaschetta di una cinquantina di litri senza materiale di fondo né arredamento, in compagnia di ciclidi africani e di un grosso Botia. Osservando meglio vidi i miei poveri pesci stazionare in un angolo della vasca, scoloriti, impauriti e malridotti, il maschio dei meeki non aveva più la parte terminale della pinna dorsale, la quale risultava mozzata di netto; presentava evidenti morsi alla pinna anale, ed escoriazioni della pelle in più punti del corpo. A causare ciò, il grosso Botia che aggrediva costantemente i meeki, senza dare loro la minima possibilità di scampo in quella esigua vaschetta.Con la rapidità del vento chiamai il negoziante e feci rimettere i meeki in un sacchetto………ora stanno nuotando tranquillamente nel loro acquario da 110lt a casa mia. Si sono entrambi ripresi ed hanno nuovamente tirato fuori la loro colorazione rossa di fuoco, ed il comportamento tipico della specie, infatti il maschiaccio a ripreso ad inseguire e segregare la femmina. |