Un pesciolino che ha abitudini tranquille ed è, pertanto, adatto alle vasche con coinquilini di varie specie, è il Thayeria obliqua, originario del Brasile, soprattutto nel Rio delle Amazzoni, nel Rio Tocantins e nel Rio Guaporé, cioè nelle acque dolci di fiumi e affluenti, ricchi di piante e sotto la cappa di fitte fronde della giungla, nel sole dei tropici. È stato importato in Europa solamente nel 1935 e stranamente negli Stati Uniti è entrato nel mercato dell’acquariofilia e nelle case degli acquariofili addirittura dodici anni dopo.
Aspetto, colorazione e durata della vita
Il corpo è armoniosamente a forma di ovale allungato, con il dorso del colore delle olive, che si va piano piano schiarendo, mentre scende fino al ventre dove diventa di un brillante bianco argenteo.
Le pinne dorsale e anale sono ben sviluppate; normali le pettorali e la ventrale; invece, fuori dalla norma è la pinna caudale, il cui lobo inferiore si allunga, piegandosi verso il basso, dandogli l’assetto che gli ha guadagnato il nome di obliqua, mentre la fascia nera che si allunga sullo stesso ha dato luogo al nome di “Thayeria Pinguino” o di “Tetra Pinguino”; questa fascia può essere limitata alla coda oppure allungarsi lungo tutto il corpo fino all’opercolo bronchiale, come si ha nel Thayeria boehlkei; questa differenza offre l’occasione per dare alle specie specifiche nomi diversi.
In Thayeria obliqua, la fascia nera, diminuisce di larghezza andando verso la pinna dorsale, per svanire del tutto prima di raggiungerla. Quando l’ambiente soddisfa completamente il pesce, ci se ne rende conto osservando le pinne dorsale e anale che formano punte rosse, mentre i lobi caudali assumono una bordatura colore ambra; talora, le pinne hanno raggi bianchi.
Le dimensioni possono andare dai 4 agli 8 centimetri. Per quanto riguarda la aspettative di vita, se ben tenuto, può raggiungere e superare i 5 anni.
Comportamento nella comunità della Thayeria obliqua
Si tratta di un pesce tranquillo, che non disturba i coinquilini e che si trova bene in compagnia dei suoi simili, soprattutto se formano una bella brigata di una decina di individui o anche di più. Però, non ci si deve fidare troppo se in giro ci sono avannotti o pesci di taglia inferiore alla sua, perché possono trasformarsi in cibo.
Quando nuota, il suo corpo punta leggermente verso l’alto, per assumere una posizione decisamente obliqua, inclinata da 30° a 45° rispetto all’orizzontale, nei momenti in cui l’animale riposa. Il connubio fra l’inclinazione, la colorazione, dove si mescolano i colori bianco, oliva e nero, e il modo di nuotare possono essere vincenti nella mimetizzazione contro eventuali predatori.
Scelta e arredamento dell’acquario
Per un gruppetto di 6 o 7 Thayeria può bastare un acquario della lunghezza di 60 centimetri e della larghezza di 30 centimetri per una capacità di circa 70 litri di acqua; però, se è più grande, non fa certamente male.
Il fondo sabbioso, arricchito da rocce, radici e rami, lo rendono simile all’ambiente libero e forniscono tanti rifugi in caso di necessità. Non è da scartare l’aggiunta di foglie di faggio, quercia o di altre piante similari, da togliere e cambiare quando tendono a marcire.
Condizioni parametriche dell’acqua
La temperatura richiesta è fra 23 e 28°C, il pH è ideale da 6,0 a 7,0 e idem la durezza da 10 a 15 dGH.
Nutrimento
È preferibilmente carnivoro e in libertà si nutre di animaletti vari, quali vermicelli, crostacei, larve di insetti, vermi del sangue. In cattività si può fare lo stesso, somministrandogli artemia, chironomus o dafnia, vivi o surgelati; chiaramente, se si insiste, può pure succedere che accetti con successo cibo secco in fiocchi e granuli.
Riproduzione
I sessi sono distinguibili solamente osservando che le femmine gravide hanno il ventre più rotondeggiante e forse sono leggermente più piccole dei maschi. Quando due riproduttori sono pronti alla deposizione delle uova, si inseguono, fanno danze d’amore, si toccano con delicatezza e poi si arriva alla deposizione delle uova. Il seguito è uguale a quello di tutti gli ovipari che, finita la deposizione e la fecondazione delle loro uova, se ne disinteressano, a meno che non ci ripensino e facciano fuori tutta la covata.
Conclusione
L’osservazione di un bel branco di Thayeria obliqua in formazione è uno spettacolo stupendo, con tutti quei segmenti neri inclinati, incastonati nell’argento dei ventri che, come tanti bastoncini, si muovono all’unisono nello spazio libero dell’acquario.
Tutto questo mi ricorda gli sciami di avannotti di pesci gatto, neri come il carbone e lucidi come i volti dei negretti dei policromi candelieri veneziani in legno dipinto dei secoli passati, che da ragazzo vedevo nuotare nel canale davanti a casa mia; è bene ricordare che si parla di acqua trasparente, ialina si potrebbe dire, arricchita da festoni di piante galleggianti, che si allungavano dolcemente nella bassa corrente dell’acqua e dai gruppi di Gambusia affinis, cioè di quei pesci importati dall’America per combattere la malaria, pronti a ghermire gli insetti in difficoltà; insomma quando l’acqua era tale, e non un brodo di colore marcio e maleodorante che non è raro vedere e fiutare oggi.
Immagine di copertina di Klaus Rudloff – Own picture from Klaus Rudloff, CC BY-SA 4.0