Questo progetto è nato dalla necessità di eliminare dalla mia vasca lo schiumatoio appeso esternamente.
In realtà non è stato eliminato, ma più semplicemente inserito in una insolita sump da me concepita.
Già da qualche anno utilizzavo lo schiumatoio in oggetto, quando, circa un anno fa, decisi per un suo riutilizzo nella nuova vasca di 250 L, alloggiata nella mia stanza.
Nell’allestimento di questo acquario, avevo deciso di fare le cose in grande, ma decisamente la presenza dello schiumatoio attaccato esternamente risultava un inestetismo da dover vincere a tutti i costi.
Tecnicamente l’alternativa sarebbe stata quella di dotarmi di una sump, alloggiandovi al suo interno tutta l’attrezzatura tecnica, ivi compreso lo schiumatoio.
Il primo problema che si poneva, era la conformazione del mobile sottostante la vasca.
Infatti, negligentemente, il giorno in cui decisi di comprare il mobile dove avrei posizionato la vasca, optai per una libreria IKEA modello Expedit, così come documentato in foto.
Appare evidente come la scaffalatura ad alveoli di questo mobile tronchi in radice qualsiasi ipotesi di inserimento di una sump, considerando come qualsiasi colonna di schiumatoio svetti oltre l’altezza degli scaffali stessi (L’altezza degli scaffali è di 33,5 CM).
Il secondo problema, correlato all’inserimento della sump, sarebbe stato quello di inserire un meccanismo di troppo pieno (Overflow), in una vasca priva di pareti forate, quindi adottando un meccanismo esterno, nocivo per le mie intenzioni di eliminare appendici tecniche dall’esterno della vasca.
Ma la determinazione a volte vince qualsiasi ostacolo: ecco quindi come ho proceduto.
Mi sono procurato il seguente materiale:
– Una vaschetta per panni sporchi delle dimensioni di circa 30 X 30 X 40 CM
– Due strutture interne con anta per libreria Expedit
– Due spezzoni di tubo, uso giardinaggio, di 2 M ciascuno
– Una punta a tazza di Ø 20 CM
– Due viti autofilettanti lunghezza 3 CM
– Due rubinetti uso pompe per il giardinaggio
– Una pompa con potenza di 2300 L/h e 2,5 M di prevalenza.
L’idea è stata quella di perforare lo scaffale interposto tra due alveoli, in maniera da poter inserire ad incastro lo schiumatoio.
Per procedere alla perforazione dello scaffale ho utilizzato la punta a tazza.
Fig 2. Scaffale perforato.
Con un seghetto ho allargato il foro, per creare un gioco dentro il quale lo schiumatoio potesse scorrere insieme alla vaschetta.
Non ho voluto eccedere nelle dimensioni del buco, per non pregiudicare la staticità del mobile, soverchiato da più di 250 KG di acquario.
Ho rifinito il taglio del foro con carta plastificata, onde evitare infiltrazioni di acqua nel truciolato della mensola.
Fig 3. Nell’illustrazione è mostrato il posizionamento dello schiumatoio, rispetto al buco creato nello scaffale e rispetto alla sump.
Ho preso una struttura con anta, per la libreria Expedit, ho tolto il lato posteriore, bloccato lo sportello e ancorato la vaschetta con viti autofilettanti (Così come nelle Fig. 4 e 5), creando così uno scomparto unico, traslabile come un cassetto.
Rimane implicito che la sump, anche se piccolina ha spazio a sufficienza per eventuali personalizzazioni.
Stesso kit per libreria Expedit ho utilizzato per l’alveolo superiore, dove svetta lo schiumatoio, sempre con l’accorgimento di eliminare il lato posteriore.
Fig 4. Nello scaffale superiore la struttura è ad anta, in quello inferiore è a cassetto.
Fig 5.
Il secondo problema, come detto, è stato quello di ovviare alla mancanza di un meccanismo di troppo pieno.
La soluzione è stata molto semplice, ma efficace.
Ho inserito il primo spezzone di tubo, per il flusso che va verso la sump, ho vinto la quota di bordo vasca, per la prima volta aiutandomi con un piccolo motorino (successivamente tolto).
Sfruttando la forza di capillarità l’acqua scorre nel tubo, con lo stesso meccanismo adottato quando si procede ai cambi parziali di acqua.
Se avessi avuto un troppo pieno, l’acqua di andata sarebbe stata automaticamente uguale a quella di ritorno, esigenza soddisfatta dal principio dei vasi comunicanti.
Ho bypassato il problema calibrando i due flussi di acqua con i rubinetti da giardinaggio.
Un’altro problema imperante, per l’assenza del meccanismo dei vasi comunicanti, è l’eventualità di un black-out.
Infatti se si dovesse bloccare la pompa della sump, causa black out, l’acqua in discesa non sarebbe più compensata da quella in salita, esondando così dalla vaschetta di raccolta.
Anche questo problema è stato risolto con un piccolo accorgimento.
Ho sistemato l’imboccatura del tubo di ritorno molto vicino al pelo dell’acqua (Circa 1,5 CM).
In tal modo, in caso di black-out, l’acqua defluirebbe soltanto per il volume corrispondente al centimetro e mezzo di pescaggio.
Naturalmente la profondità del pescaggio è stata calcolata in base alla superficie della mio acquario, che è di 120CM X 40CM.
Quindi moltiplicando questa dimensione per il pescaggio si ha una caduta massima di circa 8 Litri.
Pronosticando questa evenienza conviene mantenere la sump poco piena.
Ecco come appare il mobile a lavoro concluso.
La sump così concepita funziona perfettamente, mantenendo costante la compensazione dell’acqua in salita con quella in discesa.
Naturalmente questo progettino ha dei margini di miglioramento, tanto nella costruzione della vaschetta di raccolta, quanto nella perforazione dello scaffale.
Probabilmente maggiorerò il foro, per facilitare il lavoro di manutenzione, ma in tal caso assumerò tutte le cautele per consolidare la struttura del mobile!
A me premeva soprattutto inventare un adattamento valido per una libreria ad alveoli (non necessariamente dell’IKEA), e irridere i puristi del troppo pieno.
Ringrazio l’IKEA per la versatilità dei materiali prodotti e la gradevolezza dello stile, rimanendo salvi tutti i suoi diritti sulle referenze da me utilizzate e fotografate.
Invito tutti coloro che vorranno replicare questa soluzione ad adottare tutte le cautele del caso, per evitare crolli o allagamenti.
Vito Pappalepore
Salve,
Volevo chiederti come ti trovi con il mobiletto di Ikea come base. Avevo letto sulla descrizione del mobiletto che non regge più di 50 kg. Stavo pensando di creare pure io una struttura simile per la mia tartaruga d’acqua (acquario 100×40) e, sinceramente, non trovando i mobiletti tipo Juwel, Zolux tanto belli dal punto di vista estetico, ma neanche tanto versatili, avevo pensato ad Ikea.
Solo che ho il timore che un mobiletto del genere non reggerebe il peso. Hai notato se il piano ha subito dei cambiamenti con il tempo?
Comunque, bellissimo lavoro!