Asteroidi Specie, Morfologia e Caratteristiche esterne
Ecco le specie principali: Archasteridae, Asteropsidae, Benthopectinidae, Brisingida, Caymanostellidae, Chaetasteridae, Ctenodiscididae, Ganeriidae, Goniopectinidae, Luidiidae, Odontasteridae, Porcellanasteridae e Radiasteridae. Tali animali presentano una bocca ventrale, madreporite aborale, un corpo caratterizzato da un certo appiattimento e flessibilità, una forma pentagonale, e un rivestimento a base di asperità, tubercoli e aculei. I raggi in genere hanno dimensioni notevoli rispetto al disco centrale (nella cui faccia aborale è ravvisabile una piastra circolare madreporica) , spesso nella linea ambulacrale (i cui solchi sono circoscritti entro spine mobili) contengono più di una linea di pedicelli, ciascuno contrassegnato dalla mancanza di ventosa, e dalla presenza di una decorazione rossa maculata alla base. Non è detto che siano sicuramente cinque, possono anche essere molti di più: si sono trovate stelle marine con cinque, sei, sette, otto, nove, undici, quindici fino a ventisette raggi.
Anche le braccia possono variare di lunghezza a seconda della specie, in genere tale valore ammonta a 2 o 3 volte il diametro del disco, ma le differenze possono registrare cambiamenti morfologici diametralmente opposti: forme caratterizzate da braccia lunghe e sottili si contrappongono ad altre rimarcate da arti cortissimi a base larga come Choriaster o a forma di panettone come Culcita.
La bocca, di forma a stella e avvolta in una membrana, si trova nel corpo centrale nella parte inferiore, mentre nella parte superiore si trova l’ano, solitamente di proporzioni minime, se non assente del tutto; l’ interradio in cui è localizzato l’ano, non corrisponde a quello in cui risiede la piastra madreporica. Alcune minuscole appendici retrattili (di forma intrecciata, sottile o conica), denominate branchie dermali, eventualmente presenti nelle zone molli del corpo, pare che agevolino la respirazione dell’animale. Le dimensioni degli esemplari della classe Asteroidea variano in base alla famiglia: le più piccole misurano un 1 cmdi lunghezza, mentre le maggiori si attestano su standard di 25-30 cm. Come avremo modo di ribadire più avanti, gli esemplari delle varie famiglie sfoggiano colorazioni molto variegate di sicuro impatto visivo. Per quanto concerne la superficie del corpo, essa è formata da pellicola basata su 2 strati: quello superiore presenta uno spessore accentuato rispetto a quello interno, la cui sottile pellicola entra direttamente a contatto con le cellule epidermiche.
Queste ultime concorrono alla formazione, in determinate aree di elementi filamentosi sensibilmente allungati, e, fattore non trascurabile, contengono i granuli di pigmento, necessari alla formazione cromatica dell’animale. Non di rado, nell’epidermide sono localizzate anche delle cellule neurosensoriali e ghiandolari, che, a seconda della tipologia, possono secernere muco o essere ricolme di sostanze granulose.
Uno strato muscolare costituito da fasce di forma circolare e longitudinale giace sulla parte inferiore dell’epitelio peritoneo, quest’ultimo caratterizzato da cellule munite di ciglia vibratili; tale massa muscolare si trova a stretto contatto con il derma situato in posizione sovrastante rispetto allo strato nervoso. Nello strato più superficiale del derma sono ravvisabili delle placche calcaree a mò di finestrella, che insieme ad aculei e protuberanze sporgenti esternamente, formano l’endoscheletro.
In alcune specie, lo scheletro della bocca è formato da apposite piastre, coese a gruppi di 2, che danno origine ai denti interradiali, mentre nella parte esterna sono localizzate 5 placche orali. Alcuni gruppi compatti di piastre sono strutturati attraverso i fianchi delle braccia, e sono collegati tra essi tramite formazioni acuminate. Tali aculei sono caratterizzati da lunghezze via via diverse, e da rivestimenti dermici ed epidermici; a seconda della loro collocazione possono essere immobili (si trovano in corrispondenza della faccia aborale), oppure mobili, quelli dotati di muscoli (sono posizionati nella faccia orale). Altri aculei, denominati paxille, sono ricoperti da epidermide che secernono costantemente una ricca concentrazione di cellule mucose, alla cui base è spesso evidente una stratificazione di fibre nervose. Le pedicellarie, caratterizzate da un rivestimento epidermico ricco di cellule sensoriali e ghiandolari, assolvono a funzione di salvaguardia e attacco dell’animale: tramite tali organi prensili, l’asteroide può ghermire prede minute, avvelenandole al contempo, grazie alla sostanza mucosa secreta dalle cellule ghiandolari.
Inoltre mediante esse possono provocare correnti d’acqua che agevolano l’igiene del corpo espellendo i residui degli escrementi e i detriti circostanti, e dirigendosi verso la bocca dell’animale possono apportare sostanze nutritive giacenti in sospensione.
Sistema nervoso e organi di senso Il sistema nervoso degli Asterodi è racchiuso nell’epidermide, e consta di 2 parti differenti identificate in 2 strati di neurofibrille: sistema nervoso ectoneurale e sistema nervoso iponeurale. Il primo rappresenta la parte principale del sistema nervoso, ed è costituito da un anello pentagonale posto nella membrana peristomiale, che concorre alla formazione di un cordone nervoso radiale (formati da fibrille stratificate e cellule gangliari a intervalli regolari) che si articola dalla parte inferiore di ogni ambulacro. Nell’epidermide sono anche presenti le cellule neurosensoriali (che assolvono la probabile funzione di tango- e chemiorecettori), particolarmente numerose in corrispondenza delle ventose dei pedicelli ambulacrali, della superficie orale, e del tentacolo terminale, quest’ultimo caratterizzato una miriade di ocelli composti da cellule epidermiche voluminose ma brevi, ricolme di granuli di pigmento rosso e cellule retiniche. Gli Asteroidi che vivono a grandi profondità, non sono muniti dei siffatti ocelli. Apparato digerente La bocca è collegata allo stomaco attraverso un esofago piuttosto breve. Lo stomaco consta di 2 parti, denominate rispettivamente stomaco cardiaco, costituito da una vasta parte orale, e stomaco pilorico, caratterizzato da uno sviluppo sensibilmente più ridotto. A quest’ultimo sono collegate 10 appendici ghiandolari, e da questo si articola lo sviluppo ramificato di diverse paia di dotti pilorici (organi ghiandolari preposti alla secrezione di una sostanza acida) entro le braccia dell’animale. Tramite la disposizione irregolare di sostanze filamentose di origine mesenterica, lo stomaco è collegato alla parete del disco, mentre il collegamento ad ognun solco ambulacrale è garantito 2 mesenteri e i ligamenti gastrici. Il decorso dello stomaco continua in un corto intestino retto, che trova sbocca sulla faccia aborale esternamente, con l’ausilio di una minutissima apertura anale, mancante negli Astropectinidi. Alcune specie sfruttano la loro capacità di estroflettere l’apparato digerente e farlo aderire sul corpo della preda. Il sistema anale è piuttosto articolato: ogni braccio è interessato dalla presenza di un seno emale radiale, originato da un anello emale circumorale; dall’anello emale orale decorre un plesso della medesima tipologia che, coadiuvato dalla ghiandola assile (di forma allungata e composta da materia spugnosa), trova sbocco in un anello emale aborale. La presenza di altri rami emali è palese anche nella parete dello stomaco: dipartitisi da tale organo, i rami compiono un tragitto nella cavità celomatica principale e approdano nel plesso emale summenzionato. Il seno assile comprende il canale petroso e la ghiandola assile, ed entra in contatto con il seno genitale (contenente ogni gonade) mediante posizione aborale; la posizione orale garantisce, invece, il collegamento con il seno orale (assimilabile al seno peribuccale degli altri Echinodermi). Riproduzione Negli Asteroidi sono evidenti, a seconda del genere, 3 tipologie sessuali: la prima comprende le specie (ad esempio, quelle del genere Astropecten) in cui la distinzione sessuale è netta; in determinate specie esiste tale distinzione, ma è “contaminata” da forme più o meno spiccate di ermafroditismo (tale tipologia è peculiare di Echinaster e Marthasterias);in Asterina, ad esempio, l’ermafroditismo gioca, invece un ruolo predominante e netto. Ogni braccio contiene un paio di gonadi; visto che gli Asteroidi ricorrono alla fecondazione esterna, sono presenti particolari canali, detti gonodotti, che fuoriescono alla base dell’arto, in corrispondenza della faccia aborale od (in pochi casi, come per Asterina) orale.
Tuttavia, alcune specie si riproducono mediante incubazione (mentre le specie ermafrodite sono dedite all’autofecondazione), come nel caso del genere Astherias: in A. groenlandica, gli avannotti risiedono nello stomaco, mentre in A. spiralis usano un apposito peduncolo per attaccarsi alla superficie orale della riproduttrice. Al primo stadio evolutivo, la larva ? denominata bipinnaria, ed è caratterizzata da una forma triangolare, una spiccata rientranza, in corrispondenza del ventre, e 2 bande ciliate, una compresa nell’altra. Dopo un certo periodo, la bipinnaria evolve alla forma branchiolaria, corroborata dalla comparsa di 3 piccole braccia che consentono al piccolo organismo di ancorarsi al fondo, in attesa, di evolvere allo stadio definitivo; tuttavia negli Astropectinidi, la larva completa tale processo nell’habitat pelagico. Moltiplicazione e Rigenerazione Non bisogna mai allarmarsi se si vedono esemplari che hanno perso parte de loro corpo, poichè hanno una capacità di ripresa notevole, testimoniata dalle 2 tipologie di rigenerazione adottate. Tramite la schizogonia discale tipica, ad esempio, in Coscinasterias tenuispina, l’animale dà luogo ad una divisione trasversale del disco, e ogni parte divisa è preposta alla rigenerazione delle braccia mancanti; con l’ausilio della schizogonia brachiale (peculiare del genere Linckia) gli Asteroidi sono in grado di riprodursi agamicamente, cioè staccando dal corpo centrale un pezzo il quale si rigenera e la parte staccata è in grado di dare origine ad un individuo completo; tale fase è corroborata dalla presenza della classica “forma a cometa”, in cui sono evidenti 4 giovani arti in procinto di svilupparsi, posizionati alla base di un braccio grande. |