Stelle marine e ofiure insieme ai ricci marini, alle oloturie e ai crinoidi fanno parte del phylum Echinodermi, in tutto sono più di 6000 specie diffusi negli oceani; da quelli più caldi a quelli più freddi.
l termine Echinoderma deriva da echino che vuol dire spine e derma pelle; questi animali sono degli antichissimi colonizzatori dei fondi marini, ma non si sono adattati alla vita terreste. Rappresentano uno degli stadi dell’evoluzione che ha portato allo svilupparsi degli animali così detti superiori. Il loro passo evolutivo è stato quello di dotarsi di un primitivo apparato digestivo costituito da: bocca, esofago, intestino ed ano; questi organi uniti ad altri sono un primo abbozzo di sistema circolatorio. In pratica hanno un loro sistema interno e la qualità del liquido circolatorio non dipende da quello che succede nell’ambiente circostante. Infatti le Spugne e i Celenterati, che sono il gradino evolutivo precedente, hanno un primitivo sistema interno, però il liquido che usano è la stessa acqua del mare che li circonda. Quindi esso qualitativamente dipende dalla corrente dell’ambiente esterno e dalla qualità dell’acqua stessa; le stelle di mare hanno compiuto un passo avanti nell’evoluzione: usano ancora l’acqua di mare che però viene trattata arricchendola con sostanze organiche che le permettono anche di avere la possibilità di coagulare.
Questo rende la stella di mare indipendente dalla qualità dell’acqua che la circonda, ma attenzione, queste, perdono la loro capacità di regolare i loro parametri interni in condizioni di bassa salinità e questo vuol dire che in una vasca non devono esserci salinità che si differenziano molto dai 1.020-1.026 a secondo della temperatura. Se i valori dell’acqua sono diversi si rischia di veder morire l’animale. Il loro aspetto inganna sulle reali caratteristiche di questi animali che sono dei veri predatori carnivori. Come si diceva prima sono dotati di un apparato digerente in grado di estroflettersi e in questo modo sono in grado di digerire anche delle prede molto grandi. Altra caratteristica delle stelle di mare è che ogni raggio è dotato di apparato riproduttore; questo vuol dire che la stella di mare, che di solito è formata da cinque raggi, è come se fosse costituita da cinque individui indipendenti uniti al loro centro dalla parte di corpo che contiene la bocca.
I sessi sono separati, ciò nonostante non si riproducono per accoppiamento, ma attraverso l’espulsione dei gameti che poi formano delle larve. E’ una caratteristica degli Echinodermi quella di poter dividere il loro corpo in cinque parti: si chiama simmetria pentaradiata con asse centrale; nel caso delle stelle marine corrisponde con la bocca. Attenzione che nello stadio larvale sono invece a simmetria bilaterale, quindi il discorso non vale in questi casi. E’ anche vero che se una stella di mare perde uno o più raggi è in grado di rigenerarli e che da un raggio può nascere un individuo completo senza problemi. E’ questo il motivo per cui si posso vedere alcune stelle di mare che hanno delle forme particolari, ad esempio con uno o più raggi decisamente di dimensioni maggiori che fanno assomigliare l’animale più a una stella cadente che ad una normale stella. Lo scheletro di questi animali è costituito principalmente da placche calcaree che rendono il loro corpo molto ruvido. Non è raro che sulla superficie superiore ci siano delle piccole escrescenze se non addirittura dei piccoli aculei. In genere questa parte del corpo è sempre ricoperta da uno strato di pelle. Solo le placche calcaree che contengono particolari cellule per il movimento oppure che contengono particolari ghiandole sono prive di rivestimento cutaneo. La loro particolare costituzione rende questi animali quasi eterni: se non prendono particolari malattie, se non vengono predati, se si mantiene il loro habitat naturale questi animali sono molto longevi. Altra particolarità della stella di mare è la sua capacità di muoversi anche se molto lentamente. Il suo sistema motorio è costituito da tante piccole zampette che si muovo con un’armonia tale da permette all’animale di spostarsi. Questi pedicelli si trovano lungo il solco ambulacrale che è ben visibile in molte stelle marine lungo la mezzeria dei raggi. Si pensi che le zampettine possono essere anche 60.000 e non è ancora chiaro come questi animali riescano a coordinare un tale numero di arti. Le zampettine si chiamano pedicelli ambulacrali: il loro nome deriva dal latino, infatti ambulare significa camminare.
In realtà il movimento di questi animali si può definire a base idraulica: l’acqua entra alla base dei raggi dell’animale e poi viene spinta al loro interno per permettere di muovere gli arti. L’acqua pompata nel raggio spinge i pedicelli in avanti i quali fanno presa sul fondo attraverso delle ventose, a questo punto l’animale si tira in avanti e poi rincomincia il ciclo. In realtà, però, non sempre sono dotati di ventose, ma semplicemente di cellule in grado di secernere una sostanza che è in grado di aderire su moltissime superfici. Non è raro trovare stelle di mare appese oppure arrampicate su pareti rocciose quasi verticali. La forza delle sostanze adesive e dei loro raggi non deve essere sottovalutata perché sono in grado di aprire anche dei bivalvi, di cui sono dei grandi predatori.
Altra caratteristica delle stelle di mare è quella di sapersi rigirare se per caso fortuito vengono rovesciate; le possibilità sono due: o si torce su se stessa usando come punto di appoggio un raggio, oppure ne usa uno come punto fisso per girarsi. Alcune specie come le Ofiure hanno i raggi molto sottili e riescono a farli aderire meglio attorcigliandoli sia sul fondo sia sulle possibili prede. Le Ofiure derivano il loro nome dal greco ophis che vuol dire serpente, animale in grado di attorcigliarsi molto bene intorno a qualsiasi cosa. |