Occorre premettere che la stragrande maggioranza dei trasportatori, nonchè le Poste Italiane stesse, non accettano spedizioni di animali vivi e non possono quindi spedire pesci. Il motivo è quantomai scontato, in quanto come tali, necessitano di essere maneggiati e stoccati in maniera ben più accurata che un normale pacco. I pochi trasportatori autorizzati ed attrezzati in tal senso, sono perlopiù orientati ad un utenza professionale, con tariffe ben diverse da quelle della spedizione di un normale pacco. Utlizzare un corriere non abilitato implica la possibilità di incorrere in sanzioni (in estremo, potrebbe essere configurata anche l’ipotesi di maltrattamento) e un rischio non troppo remoto di uccidere gli animali. Ci sentiamo pertanto di sconsigliare questo tipo di pratica, suggerendovi di affidare il trasporto a persona di fiducia o provvedendo direttamente. Fatta questa doverosa premessa, qui di seguito vi riportiamo le precauzioni essenziali da adottare per il trasporto di animali vivi, alcune valide anche per tragitti brevi, come per esempio dal negozio a casa vostra. (ndr) “Pesco il pesce, lo insacchetto e via”…Niente di più sbagliato di prendere alla leggera il trasporto (e a maggior ragione la spedizione) dei pesci e altri organismi dell’acquario. Bisogna tenere a mente che il passaggio da casa al negozio è il momento più stressante per il povero pesciolino: prima nuotava tranquillo, poi si è trovato inseguito da un retino, pescato fuori dall’acqua e infilato in un sacchetto con brutti ceffi che lo osservano da fuori. Sarà quindi nostro compito far si che questa necessaria fase stressante lo sia il meno possibile. In questo articolo vedremo i vari passaggi per far passare al meglio lo stressante viaggio fino alla vasca definitiva: dalla preparazione del sacchetto, al trasporto dal negozio fino alla spedizione. Verranno illustrati anche accorgimenti particolari da adottare in caso di “trasporti eccezionali” PREPARAZIONE DEL SACCHETTO Il sacchetto Per trasportare i pesci non va bene il primo sacchetto di plastica che troviamo. Devono essere di tipo specifico per acquari, in polietilene robusto e con il bordo inferiore arrotondato. Questo accorgimento fa si che una volta appoggiato il sacchetto, il pesce non possa rimanere incastrato negli spigoli morendo soffocato o schiacciato. Nel caso disponessimo di sacchetti di vecchio tipo (senza i bordi arrotondati), si può ovviare chiudendo gli angoli con del nastro adesivo da pacchi.
Da evitare come la peste i sacchettini da surgelati: troppo , troppo fragili (non sono nati per essere riempiti d’acqua). Il sacchetto deve essere dimensionato rispetto al pesce da trasportare: ovvio che più grande è, meglio è, dato che si avrà a diposizione più aria e acqua per l’animale. Nel caso si trasportino pesci con raggi delle pinne duri e appuntiti che possono bucare la busta (alcuni ciclidi, loricaridi, centranchidi, pterois,…)è buona cosa prevedere una doppia imbustatura con un sacchetto messo uno dentro l’altro rigorosamente chiusi singolarmente. Lo stesso accorgimento è da adottare in caso di sacchetti molto voluminosi, il cui contenuto d’acqua risulta non indifferente. Per chiudere la busta si usano elastici robusti e, dopo aver chiuso il sacchetto rapidamente in modo che resti gonfio e arrotolata su se stessa l’estremità, si procede a una legatura come illustrata nelle foto:
Esistono anche i sacchetti traspiranti, che hanno la particolarità di far passare l’aria all’interno non facendo uscire l’acqua. Si rivelano molto utili nei viaggi lunghi (giorni) o nelle spedizioni. Naturalmente hanno un costo superiore alla classica busta di polietilene. ACQUA E ARIA Molti pensano che, siccome il pesce respira in acqua, la maggior parte del sacchetto deve essere riempita d’acqua. Sbagliato! Il pesce starà si nell’acqua, ma quello che respira è ossigeno, il quale viene ceduto all’acqua tramite l’aria! Pertanto, bisogna riempire d’acqua solo 1/3 della busta, in modo da avere una sufficiente riserva d’aria. Se il viaggio è particolarmente lungo e in caso di spedizione è opportuno gonfiare il sacchetto con l’ossigeno tramite apposita bombola, oppure immettere nell’acqua le pasticche di ossigeno a lento rilascio. NOTA: evitare di gonfiare a bocca, in quanto l’aria immessa sarebbe in buona parte composta da anidride carbonica! L’acqua deve essere quella della vasca di provenienza del pesce, in modo da evitare stress da sbalzi di valori e temperatura. Mai usare acqua di rubinetto nuova, anche se biocondizionata: il liquido non agisce in maniera istantanea e il pesce ne risente. Vista l’esiguo volume, l’acqua del sacchetto si inquina in fretta: per mantenerla più pulita è utile aggiungere qualche grana di sostanze adsorbenti come carbone attivo e zeolite. Questo accorgimento si rivela indispensabile qualora si trasporti pesci in grado di rilasciare tossine se spaventati, come i pesci scatola. Per le spedizioni non è raro (soprattutto tra i professionisti del settore) l’impiego dell’anestetico: qualche goccia nel sacchetto rende più tranquillo il pesce, limitando lo stress e il consumo di ossigeno. Per favorire ulteriormente la riserva d’aria a disposizione del pesce, si può ricorrere ai sacchetti traspiranti illustrati nel capitolo precedente IL TRASPORTO Preparazione del sacchetto al trasporto Avete presente quando passate da un posto chiuso e buio direttamente alla luce del sole? Una sensazione fastidiosa per la vista. Bene, la stessa cosa può succedere al nostro pinnuto imbustato se usciamo dal negozio (soprattutto nella bella stagione) col sacchetto in mano in bella vista, dato che la luce della vasca e del negozio non è minimamente paragonabile a quella solare. Il buio tranquillizza l’animale, per cui sarebbe opportuno infilare il sacchetto in una borsa chiusa o, se non la abbiamo, avvolgerlo con un foglio di giornale. Un pericolo tra i più nefasti è lo sbalzo termico, problema che in un volume così esiguo d’acqua si fa sentire pesantemente. I periodi critici sono il tardo autunno-inverno e l’estate: temperature opposte, medesimo problema. Per rendere il sacchetto più resistente alle temperature, bisogna coibentarlo: in caso di periodi meno critici (autunno, fine primavera) può bastare una doppia o tripla fasciatura in carta di giornale, per temperature più limite meglio prevedere anche un giro di pluriball (la plastica da imballaggio con le bolle). IL CONTENITORE PER IL TRASPORTO Altro metodo pratico per trasportare e proteggere dalle temperature sfavorevoli è ricorrere a contenitori coibentati. I più utilizzati sono tre:borsa termica, frigo portatile e box di polistirolo. La borsa termica è comoda se dobbiamo trasportare un singolo sacchetto e non siamo in un periodo dell’anno proibitivo riguardo le temperature, dato il suo ridotto spessore di isolante. Il frigo portatile da campeggio è una cosa che praticamente tutti anno e si presta molto al nostro scopo, in quanto le pareti sono grosse e ben isolanti, è richiudibile ermeticamente (impedendo l’entrata di aria esterna) e, cosa non da poco, è munito di manico. L’unico punto a sfavore è che non ha una capienza eccessiva, ma a meno che non dobbiamo trasportare la popolazione di un 400lt intera va più che bene in molti casi. Il box di polistirolo è un contenitore fatto interamente di questo materiale, con coperchio ad incastro a chiusura ermetica. E’ reperibile direttamente dai negozianti di acquari (è l’imballo usato per tutte le spedizioni), da magazzini, oppure possiamo farcelo in casa foderando uno scatolone o una cassetta di legno con delle lastre di polistirolo (spessore consigliato: 3cm almeno). Sostanzialmente ha le stesse caratteristiche del frigo portatile, con la differenza che è prodotto in varie misure e se ci diamo al fai-da-te possiamo sbizzarrirci nelle forme e dimensioni.
Se utilizziamo box o frigo, possiamo evitare di fasciare con giornale o pluriball le buste, in quanto ci pensano già loro ad isolare termicamente e tenere al buio gli animali. Un accorgimento da adottare con questi contenitori è l’uso di giornali appallottolati per tenere fermi i sacchetti: venire sballottato nel frigo non è molto tranquillizzante per il pesce! QUANDO IL SACCHETTO NON BASTA C’E’ IL SECCHIO! Se dobbiamo trasportare pesci di dimensioni imponenti come grossi ciclidi adulti (astronotus, nimbochromis, cyphotilapia,…..), i quali sarebbero poco agevoli se non impossibili da trasportare in sacchetto, possiamo ricorrere a un secchio. Perfetti allo scopo sono quelli da imbianchino reperibili in qualsiasi negozio di fai-da-te: buone dimensioni (18lt circa), robusti, a basso costo e muniti di manico e coperchio. NOTA: non utilizzare secchi riciclati che hanno contenuto vernici o altro materiali tossici. Il secchio va considerato come un grosso sacchetto, quindi le regole sul rapporto aria/acqua e sul trattamento di questa restano le medesime. Per migliorare gli scambi gassosi, può rendersi utile l’impiego di un aeratore a batteria, specialmente se trasportiamo molti pesci. Data la difficoltà (se non l’impossibilità) di isolare termicamente il secchio, questo metodo di trasporto è vivamente sconsigliato nei periodi freddi. LA SPEDIZIONE Quando e come spedire Prima di parlare di come preparare l’imballo, ribadisco che in Italia è vietato spedire animali vivi con posta ordinaria e tramite corrieri non autorizzati; inoltre non tutti i corrieri accettano animali vivi. In ogni caso, bisogna scegliere rigorosamente un corriere che effettui la spedizione entro 24 ore. Evitate in particolare la posta ordinaria: oltre che illegale, è pure meno affidabile come tempistiche e trattamento del pacco. Si consiglia inoltre, per evitare disguidi col destinatario, di utilizzare SEMPRE spedizioni tracciabili. Non tutti i periodi dell’anno sono indicati alla spedizione: evitate l’inverno e in maniera assoluta i mesi più caldi. Fate attenzione pure alla temperatura a cui vive il pesce per decidere quando spedire: discus e uaru non avranno grossi problemi ad essere spediti in periodi caldi, nei quali pesci rossi e ciclidi africani soffrirebbero. PREPARAZIONE DEL PESCE Ancor più che per il trasporto, l’acqua del sacchetto deve inquinarsi il meno possibile. Per questo, il pesce deve essere tenuto a digiuno per almeno 48 ore, in modo che non defechi nella busta (o almeno che lo faccia il meno possibile). Questo accorgimento diventa di vitale importanza con pesci soggetti a rigurgito da stress, come gli antennarius: nel caso l’oggetto si spedizione sia uno di questi pesci, fategli osservare più giorni di digiuno. E’ bene che la busta sia di capienza maggiore rispetto a quella che useremmo per un semplice trasporto, visti i tempi maggiori di viaggio (24 ore se va bene, 18 con i corrieri più rapidi) IMPORTANTISSIMO: un solo pesce per sacchetto!!!! Solo piccoli pesci come neon o avannotti possono eludere questa regola, sempre che la busta sia molto capiente. I pesci vanno imbustati con il solito rapporto aria/acqua illustrato all’inizio dell’articolo, con doppio o triplo sacchetto con fondo arrotondato tutti chiusi SINGOLARMENTE con elastici robusti. D’obbligo l’uso di zeolite per adsorbire l’ammoniaca, a meno che non si impieghi l’anestetico (oltre all’ammoniaca, zeolite e carbone assorbirebbero anche quello!). Se possibile, utilizzate sacchetti traspiranti o porzioni di pasticche di ossigeno. Ricordatevi imbustare le bestiole al momento della spedizione e non la sera prima! L’IMBALLO Una volta imbustati i pinnuti, è giunto il momento di preparare il pacco per la spedizione! Il contenitore sarà un box di polistirolo di spessore non inferiore a 3cm, con coperchio con chiusura ermetica (ottimi allo scopo quelli utilizzati nelle mense per il trasporto dei pasti, se non abbiamo quelli specifici per uso acquaristico). Volendo può andare anche una scatola di cartone foderata con polistirene (più resistente e più coibentante), a patto che i pannelli siano ben stretti e incastrati fra loro e che tale metodo non venga impiegato con temperature troppo rigide: se le fessure non sono ben sigillate si crea un ponte termico o, peggio ancora, entra nel box l’aria esterna (già provato, purtroppo!).
Il box va foderato internamente con del pluriball per attutire le vibrazioni, i sacchetti vengono appoggiati in verticale e lo spazio restante va riempito con giornali appallottolati o polistirolo in chips o sbriciolato, in modo da isolare ulteriormente e scongiurare ribaltamenti. Se le temperature non sono ancora altissime (o se si spediscono specie termofile), nel box va aggiunto uno o più heat-pack: sono sacchettini contenenti una miscela che, una volta agitata, crea una reazione chimica generando calore. In mancanza dei suddetti, uno “scaldino dei poveri” è realizzabile riempiendo una bottiglia di plastica con acqua calda. Una volta chiuso il box, le giunture vanno ripassate con del nastro adesivo da pacchi molto robusto e va rivestito con uno scatolone. Oltre a mittente e destinatario, è opportuno tappezzare la scatola con scritte minatorie come “FRAGILE” , “ALTO” e “NON CAPOVOLGERE”.
TRASPORTI SPECIALI Abbiamo visto le linee guida generali per una spedizione tipo. In questa parte dell’articolo tratteremo le accortezze da usare in caso di “passeggeri particolari” DENTI AFFILATI E SPINE ACUMINATE Pesci con dentature acuminate come i piranha o i pesci balestra possono letteralmente fare a brandelli il sacchetto, triplo o quadruplo che sia. Quindi la domanda sorge spontanea: come diamine li spediamo? Semplice: il pesce viene inserito in una scatola di plastica riempita per metà, la quale viene a sua volta inserita nel sacchetto. Con questo accorgimento la famigerata dentatura dei piranha non può venire a contatto con la busta di polietilene.
IMPORTANTE: per garantire una buona riserva d’aria, la scatola di plastica è aperta superiormente. Per tanto, è di vitale importanza che il box di spedizione non venga assolutamente capovolto! PESCI TERRITORIALI ED AGGRESSIVI Molti di noi lo daranno per scontato, ma è bene ricordarlo: pesci aggressivi come mbuna, betta, channa e bavose vanno rigorosamente imbustati singolarmente, specialmente se maschi. Non importa quanto spazio ci sia: anche in una busta grande come il sacchetto dell’immondizia, può scatenarsi un fight club tra pinnuti! PESCI PALLA & CO I pesci palla e affini, come ben noto, hanno la capacità di ingoiare aria o acqua per gonfiarsi quando sono spaventati: l’aria però è molto più difficile da espellere rispetto all’acqua e causa seri problemi al pesce (nei peggiori casi pure la morte).Lo stress del pescaggio può innescare questo meccanismo di difesa, quindi questi animali vanno messi nel sacchetto non tirandoli fuori col retino, ma immergendo la busta nella vasca e facendovi entrare il pinnuto, così male che vada ingoiano solo acqua.
E’ sempre bene informarsi sui pesci che si intende spedire. Alcuni esempi: lo Pterois volitans potrebbe bucare il sacchetto con i raggi accuminati della pinna dorsale, i pesci Balestra potrebbero mordere il sacchetto con i denti robustissimi, i Pesci palla non vanno mai tolti dall’acqua, i Pesci chirurgo potrebbero tagliare il sacchetto con le lame vicino alla coda. CARIDINE E ALTRI GAMBERETTI Quando di spediscono caridine, è bene aggiungere un ciuffo di muschio acquatico in modo da fornire un appiglio ai gamberetti durante il viaggio. In alternativa al muschio (o se si spediscono gamberetti marini), si può benissimo utilizzare un ciuffo di lana sintetica. Per la spedizione delle caridine, possiamo disporre di box di polistirolo a chiusura ermetica e spessi praticamente su misura: si tratta delle cubiere per la campionatura del cemento, box cubici da 35cm di lato circa reperibili nei magazzini edili. Le cubiere sono perfette pure per la spedizione di avannotti. SPEDIZIONE PIANTE Le piante possono essere imballata allo stesso modo dei pesci utilizzando dei sacchetti con acqua, ma se si vuole risparmiare sulle dimensioni del pacco (e di conseguenza sulla spesa di spedizione!) esiste un metodo alternativo. Innanzitutto bisogna procurarsi i seguenti materiali: una vaschetta di polistirolo o plastica (quelle usate per le confezioni dell’affettati o della carne), carta da cucina, pellicola per alimenti e una busta imbottita. Le piante (appena estratte dall’acqua) vanno fasciate nella carta da cucina bagnata (non carta di giornale!!!) e appoggiate nella vaschetta. A questo punto, la vaschetta va avvolta per bene nella pellicola e il tutto viene infilato nella busta imbottita. Questo metodo garantisce l’umidità necessaria alla sopravvivenza della pianta, in un minimo ingombro. IMPORTANTE: anche per le piante, valgono le stesse regole dei pesci riguardo al periodo e alle tempistiche di spedizione, con l’unica differenza che possiamo sfruttare anche la posta prioritaria o la raccomandata. UOVA DI KILLI A differenza di alti appassionati, i killofili non si scambiano i pesci intesi come tali, ma addirittura le uova! LA TEMPERATURA Per quasi tutti i generi il periodo di spedizione ottimale va da aprile ad ottobre, naturalmente possono esserci dei periodi particolarmente miti al di fuori della stagione estiva, in cui si può provare a spedire uova di annuali (la torba protegge già di per sé dagli sbalzi termici). Esulano da questa regola le uova degli annuali dell’Argentina e dell’Uruguay per il fatto che in natura la diapausa avviene a basse tempertaure, anche se è sempre un rischio spedirle in pieno inverno perché potrebbero incontrare dei problemi durante la spedizione (un ora di temperature sottozero e anche le uova di Austrolebias possono essere seriamente compromesse). KILLI NON ANNUALI Per la deposizione di questi killi non è prevista la diapausa in torba umida e le uova, se messe in torba ammuffiscono immediatamente. Come fare per spedire uova di killi non annuali comeAphyosemion e Epiplatys, dei lamp eyes oppure per delicate uova di Rivulus o Aplocheilus? Il metodo più comune è il seguente: le uova raccolte una ad una dai mop vengono messe in piccoli recipienti di plastica,riempito con acqua pulita proveniente dalla stessa vasca addizionata di una goccia di antimicotico da acquario, magari appoggiate su qualche filo di mop di lana 100% acrillica. I contenitori così preparati vanno infilati in una busta imbottita (magari con l’aggiunta di carta di giornale o altro pluriball) e spediti possibilmente mediate raccomandata , dato lo sviluppo veloce delle uova Nonostante questo metodo, tanti allevatori preferiscono lo stesso spedire uova di Aphyosemion o Rivulus sia in torba, che in “dischi di Petri”, ovvero due lembi di cotone, inumidito con acqua e magari un paio di gocce di antimicotico diluito, tra i quali vengono poste le uova. Le regole di imballo e spedizione sono le medesime del metodo precendente. KILLI ANNUALI E SEMI-ANNUALI Nel caso di killi annuali il metodo è più semplice, in quanto le uova sono già predisposte a stare per un certo periodo nella torba umida. Innanzitutto si raccoglie la torba dall’acquario e dopo averla strizzata e posta ad asciugare in giornali vecchi fino a raggiungere una consistenza di “tabacco umido ” (ATTENZIONE: il grado di umidità varia a seconda del genere e della specie, viene riposta in grandi sacchetti al buio ad incubare. Dopo un periodo di circa quindici giorni o 3 settimane, si esamina la torba alla luce di una lampada per eliminare le uova non fecondate o ammuffite e si suddivide la torba in piccoli sacchetti ermetici con dentro una trentina di uova circa (avendo l’accortezza di contarle una ad una!) E’ consigliabile spedire uova nella fase iniziale della diapausa, quindi che non presentano ancora l’embrione, in quanto con uova prossime alla schiusa l’embrione può subire danni a causa di problemi durante il viaggio. Se non si vuole perdere tempo a controllare e contare le uova si può spedire l’intero sacchetto di torba derivato dalla raccolta dalla vasca (sempre previa incubazione): in questo caso si parla di “one week spawn” (deposizione di una settimana), ma i risultati possono essere inaspettati e fuori controllo (possono schiudere pochi avannotti, come centinaia). Sul sacchetto è bene scrivere tutte le info possibili: nome della specie, location PRECISA, data di raccolta, verosimile data di schiusa, numero delle uova raccolte, numero degli esemplari in deposizione ecc… Una volta preparato il sacchettino, si infila il tutto in una busta imbottita foderata con carta di giornale o pluriball. NOTA: se si spedisce all’estero e specialmente in paesi extra-europei è consigliato avvolgere il sacchettino in un sottile foglio di alluminio, sia come ulteriore protezione contro gli sbalzi di temperatura, sia per proteggere le uova da eventuali passaggi sotto ai raggi X. Lo stesso metodo è utilizzabile per le uova dei killi semi-annuali come i Fundulopanchax, semplicemente riducendo i tempi di incubazione in quanto più rapida (un mese circa) rispetto agli annuali. CORALLI La spedizione di coralli non prevede ulteriori accortezze rispetto ai pesci. Fatto salvo alcune specie particolarmente delicate, si può affermare che siano organismi abbastanza resistenti, e, temperatura permettendo, di solito resistono bene allo stress.
Occorre imbustare gli animali singolarmente, evitando di mettere troppa acqua (che non serve) e possibilmente utilizzando un doppio, se non triplo, sacchetto. Questo accorgimento è tassativo nel caso di alcune specie di SPS particolarmente acuminate che sicuramente foreranno il primo sacchetto. Anche per questo, non è il caso di esagerare con la quantità d’acqua, tenendo presente che molti coralli sopravvivono per diverse ore anche in una condizione di umido che non corrisponde necessariamente a un completo ammollo. Una particolare attenzione deve essere dedicata nell’imballaggio all’interno della scatola, in particolar modo nel trasporto di coralli duri, la cui struttura calcarea potrebbe essere danneggiata dagli urti. |
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Scusa è come faccio se voglio farmi mandare dei goldfish dalla Thailandia ho provato a chiamare alla dogana di malpensa ma non mi rispondono.
Dici che basta compiere i requisiti che avete scritto
Ciao, di sicuro la normativa ad oggi è cambiata. Ti consiglio di chiedere o in dogana o agli importatori direttamente.
Le pasticche di ossigeno dove le trovo??
Alle volte si trovano anche nei negozi di acquariofilia.
Se non dovessi trovarli in negozio dove li trovo cosa scrivo su internet ??
Mi potete per cortesia suggerire uno o piu’ corrieri abilitati al trasporto di pesci vivi in Italia
Mi potete per cortesia suggerire uno o piu’ corrieri abilitati al trasporto di pesci vivi in Italia