Plectropomus pessuliferus marisrubri. Foto Roberto Sozzani
ClassificazioneGli ittiologi contemporanei collocano il genere Anthias (e i generi affini, come Paranthias e Myrolabrichthys) in una famiglia distinta denominata Anthiidae, pertanto la trattazione della documentazione inerente ad essi è rimandata in separata sede.
Mycteroperca bonaci – Epinephelus itajara. Foto Roberto Sozzani
Diffusione
I Serranidi popolano tutti i mari a eccezione di quelli caratterizzati da acque fredde, il loro habitat naturale copre la vasta zona Indo-Pacifica, passando per l’Arcipelago Indo-Australiano e le acque territoriali della Cina e delle Filippine.
Anche il continente americano è interessato dal popolamento di tali specie, in particolare nella fascia tropicale dell’Oceano Atlantico e nella zona caraibica; avvistamenti sporadici sono segnalati, invece, nelle aree subtropicali (analogamente agli altri continenti).
Esemplari di varie specie sono presenti, sebbene in quantità non particolarmente rilevanti, anche nel Mar Mediterraneo (Serranus), e nelle acque territoriali degli stati (Egitto, Sudan, Eritrea e Arabia) lambiti dal Mar Rosso. Caratteristiche fisiche
La numerosa famiglia dei Serranidi annovera specie dotate di proporzioni diverse.
Nel caso di quelle più grandi si parla di lunghezze che si attestano su valori oscillanti tra i 35 cm e gli 80 cm, fino a giungere a picchi di ben 300 cm, misura record detenuta dall’esemplare Promicrops lanceolatus.
I pesci di grossa taglia sono caratterizzati da una corporatura alquanto robusta, in cui risalta per voluminosità la testa e la bocca.
Per converso, le specie più piccole sono evidenziate da una foggia esile e, in riferimento al valore minimo (riconducibile al genere Liopropoma), da una misura circa 100 volte inferiore rispetto a quanto registrato sopra in termini di grandezza massima.
Epinephelus striatus. Foto Roberto Sozzani
Specie meno “lillipuziane” possono raggiungere, tuttavia, standard che spaziano dai 10 ai 20 cm di lunghezza; limitatamente a Serranus, genere di piccola taglia, si segnalano alcune specie (S. cabrilla e S. dewegeri) che vantano dimensioni eccedenti riguardo alla media (rispettivamente 30 e 35 cm).
Un’ulteriore fattore che differenzia le varie specie è costituito dalle decorazioni cromatiche più disparate: Enneacentrus miniatus sfoggia una livrea rosso-arancio disseminata di macchioline blu; macchie nere punteggiano uniformemente le pinne azzurrine e il corpo bianco-grigiastro di Chromileptis altivelis; il corpo allungato di Serranus tabacarius, decorato da una tonalità dorata, è attraversato da chiazze bianche sulla superficie dorsale e sulla pinna caudale…
Cromileptes altivelis. Foto Marco Rosetti.
Biotopo
Vivono principalmente nelle barriere coralline, in corrispondenza delle zone rivolte verso il mare aperto e talvolta anche in lagune in cui l’elemento corallino è circoscritto a formazioni solitarie.
La loro presenza si rivela marcatamente anche nei fondali e nelle coste rocciose, e in misura minore in zone caratterizzate da fondi sabbiosi, e acque fluviali. Comportamento in natura
Tutti i Serranidi sono pesci solitari e predatori, attivi sia nel periodo diurno che nelle ore crepuscolari (a seconda della specie): sono soliti nascondersi in tane ricavate nelle ramificazioni coralline, in piccole crepe presenti nelle rocce o in grotte e anfratti, nell’attesa che prede ignare transitino nei paraggi del loro rifugio per poi ghermirle istantaneamente.
Epinephelus itajara – Mycteroperca venenosa. Foto Roberto Sozzani Nonostante la ragguardevole mole che caratterizza un buon numero di queste specie, i risultati conseguiti durante le operazioni di caccia non sortiscono sempre esiti positivi: essi non sono cacciatori provetti e puntano sull’effetto sorpresa piuttosto che sull’inseguimento della preda ad oltranza; un fatto che corrobora questa carenza è testimoniato dallo stomaco vuoto riscontrato negli esemplari esaminati dopo la cattura.
I pesci più voluminosi formano dei piccoli territori dai quali si separano a stento; non di rado, infatti, risiedono nelle zone di appartenenza per lunghi periodi e quindi sono particolarmente esposti alle reiterate battute di caccia condotte dai cacciatori subacquei.
Riproduzione
Diverse specie di Serranidi sono ermafrodite, in quanto sono dotate di entrambi gli attributi sessuali fin dalla nascita. Attuano il processo riproduttivo mediante l”autofecondazione, resa possibile dall’accoppiamento eterosessuale (i territori maschili e femminili vengono sviluppati parallelamente),
Diversamente da altre famiglie di pesci tropicali che depongono le uova in rifugi scavati nei fondali, ubicati nelle diramazioni coralline o quant’altro, i Serranidi rilasciano i frutti riproduttivi in zone pelagiche.
Mycteroperca bonaci – Mycteroperca tigris. Foto Roberto Sozzani Comportamento in acquario
La grandezza talvolta esorbitante di questi esemplari ne circoscrive la cattività in spazi ampissimi, alla portata di acquari di carattere pubblico.
L’introduzione in vasche “domestiche” non è da scartare a priori, naturalmente bisogna ricreare un habitat sensibilmente più spazioso rispetto alla norma, in grado di assecondare i movimenti natatori le esigenze vitali degli animali dotati di una certa imponenza, quindi è opportuno lavorare sulla morfologia di “contorno”, vale a dire rocce, coralli e quant’altro, al fine di creare una fitta rete di nascondigli, necessari a creare una sorta di equilibrio in seno alla comunità ittica.
Anyperodon leucogrammicus – Epinephelus tukula. Foto Roberto Sozzani La scelta dei pesci ospiti va fatta in modo oculato: i Serranidi avversano gli esemplari della medesima specie e in taluni casi anche dello stesso genere, questo non compromette la convivenza, ma è un punto da tenere seriamente in considerazione. La presenza di pesci vivaci intimidisce non poco gli esemplari appartenenti a specie di taglia minuta, che cercano riparo continuo nell’ambiente e ciò va a detrimento del loro fabbisogno nutrizionale; pesciolini o invertebrati sono considerati dai Serranidi come fonte di cibo basilare, pertanto è d’uopo introdurre ospiti quantomeno di grandezza analoga alla loro.
Se i criteri di allevamento vengono rispettati, si possono ottenere soddisfazioni non indifferenti: essi si abituano al regime in cattività piuttosto facilmente, fattore esemplificato dal fatto che non sono particolarmente esigenti in merito alla qualità dell’acqua e del cibo somministrato, e dunque possono vivere periodi notevolmente lunghi, si parla, nei casi estremi, di ben 17 anni. Alimentazione
Sostanzialmente è a base di pesci e crostacei: le specie grandi, quali Ephinepelus, Cephalopolis e Promicrops fagocitano principalmente pesci e in misura minora di crostacei; viceversa, le specie più piccole (Serranus, Hypoplectrus e Liopropoma) prediligono maggiormente un’alimentazione composta da invertebrati vari (granchi e gamberetti). Alimentazione in acquario
Trattasi di esemplari che denotano un’elevata flessibilità riguardo al mangime somministrato.
Anche le specie più insofferenti non tardano ad acclimatarsi e ad accettare pezzettini di polpa di muscolo, gamberetti, pesciolini, carne di pollo o tacchino (con moderazione), ecc. Accettano anche gamberetti e pesciolini liofilizzati che possono essere utilizzati durante le vacanze. L’unica mangiatoia automatica adatta a cibi liofilizzati di grosse dimensioni è la Rondomatic. La cosa migliore, ad ogni modo è delegare una persona durante l’assenza. | Il Sera Raffy Royal è un alimento per tartarughe a base di gamberetti e pesciolini liofilizzati adatto per alimentare i Serranidi. Nel Riquadro la mangiatoio Rondomatic vista dall’alto, l’unica compatibile con cibi secchi di grosse dimensioni.
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Particolarità La livrea di diverse specie può assumere tonalità cromatiche diverse in accordo all’ambiente circostante: nelle acque di bassa profondità presentano una colorazione meno intensa rispetto a quanto visto negli abissi. Cromileptes
Cromileptes altivelis. Foto Marco Rosetti.
Cromileptes altivelis
Cromileptes altivelis. Lunghezza
In natura raggiunge massimo 60 cm di lunghezza, mentre in cattività tale misura si dimezza. Diffusione
E’ rintracciabile in una vasta area che si estende dall’Oceano Indiano, passando per l’Arcipelago Indo-Australiano, fino alle acque territoriali cinesi e delle Filippine. Biotopo
Barriera corallina. Caratteristiche fisiche
Il gran numero di macchie nere che costellano l’intera superficie corporea (decorata da una tonalità bianco-crema), è destinato ad aumentare gradualmente in base allo stadio evolutivo dell’animale.
La propulsione viene esercitata con l’ausilio di pinne pettorali dalla conformazione piuttosto pronunciata.
La pinna dorsale presenta una base allungata, ed è caratterizzata da un’incavatura marcata davanti alla sezione posteriore a raggi molli.
Gli occhi si trovano nella parte superiore della testa di piccole proporzioni, mentre la bocca è piccola e sporgente. Comportamento in natura
Quando setaccia i fondali in cerca di prede, assume una posizione natatoria particolare, infatti procede a testa in giù, verso il substrato di fondo.
La fonte di sussistenza alimentare principale è costituita da pesci e (in misura minore) di crostacei catturati nelle vicinanze di apposite postazioni ricavate nelle rocce e i coralli. Habitat in acquario
Si tratta di una specie che non presenta problemi di alcun tipo in sede di allevamento.
Fin dalla fase di acclimatazione accetta, in alternativa al classico mangime animale vivo, anche pezzi sufficientemente tagliuzzati di animali morti.
Conformemente ad altri Serranidi abbisogna di spazi ampi e nascondigli adeguati, sebbene sia solito occultarsi con minor frequenza rispetto ai “cugini”.
Risulta maggiormente tollerante per quanto concerne la convivenza con i propri simili, qualità che rende praticabile l’allevamento, su scala piuttosto estesa (evitare di utilizzare vasche piccole), della specie in piccoli branchi.
Manifesta un’assoluta tolleranza nei confronti di pesci generici, a patto che non siano esemplari troppo piccoli che verrebbero inquadrati con facilità nel mirino alimentare della specie.
A dispetto della loro notevole capacità di adattarsi al regime di cattività, gli esemplari di questa specie denotano un tasso di crescita sensibilmente inferiore rispetto a quanto registrato allo stato brado (circa il 50%), ma possono vantare una longevità di tutto rispetto (oltre 9 anni). Particolarità
Esemplari giovani sfoggiano una livrea composta da un minor numero di macchie rispetto a quanto visto per i pesci adulti: per contro, tale inferiorità numerica è controbilanciata dalla grandezza maggiore delle summenzionate macchie. Cephalopolis Diffusione
Indo-Pacifico, Mar Rosso, Mar dei Caraibi e Oceano Atlantico tropicale. Particolarità
Rispetto a Ephinepelus presenta un numero leggermente inferiore di raggi duri nella pinna dorsale e alcune minuzie nella morfologia cranica. Cephalopolis miniatus
Cephalopolis miniatus. Foto Roberto Sozzani Lunghezza
30 cm circa. Diffusione
Indo-Pacifico e Mar Rosso. Biotopo
Barriere coralline e in misura minore in lagune caratterizzate da formazioni solitarie di coralli. Comportamento in natura
Conduce vita solitaria e crea territori che difende accanitamente da qualsiasi Serranide.
Antepone l’alimentazione a base di pesciolini a quella basata su crostacei. Habitat in acquario
Nel periodo di acclimatazione accetta sia mangime vivo che morto; quando quest’ultimo viene rifiutato occorre somministrare alimenti vivi di piccolo taglio per un breve periodo.
Manifesta una certa ostilità anche nei confronti di altri Serranidi e verso i pesci di piccole dimensioni, questi ultimi visti come fonte potenziale di cibo; per il resto convive in modo pacifico con gli altri pesci.
In sintonia con le altre specie, necessita dei canonici nascondigli per tutelare la propria salvaguardia nell’habitat in cattività Particolarità
La colorazione rossa si scurisce in relazione allo stato di crescita dell’animale. Plectropomus
Plectropomus punctatus
Plectropomus punctatus. Foto Roberto Sozzani
Lunghezza
In natura denota un tasso di crescita sbalorditivo (circa 1 metro di lunghezza), mentre in cattività sviluppa una misura massima di circa 45 cm. Biotopo
Barriere coralline e zone rocciose in corrispondenza dei fondali. Comportamento in natura
Vive solitario e trae sostentamento alimentare da pesci e crostacei catturati in prossimità di tane ubicate in fessure presenti nelle rocce. Habitat in acquario
Non tollera la presenza di animali della stessa specie e talvolta genere, per cui è caldamente raccomandato introdurre nell’acquario un unico esemplare.
L’habitat “artificiale” deve essere composto da spazi abbondanti e nascondigli adeguati (muniti di apertura laterale) che gli consentano di stare in agguato.
E’ opportuno rammentare che la specie, similmente ad altri Serranidi, percepisce la presenza di pesci più piccoli alla stregua di fonte alimentare a cui attingere a man bassa, perciò occorre scegliere con estrema attenzione i componenti della comunità ittica da introdurre in vasca.
Durante il periodo di acclimatazione è necessario somministrare mangime vivo o morto di origine animale (pesciolini, gamberi e polpa di molluschi). Particolarità
Tale specie rientra nella “categoria” di Serranidi che muta la colorazione in relazione all’ambiente circostante. Liopropoma Diffusione
Indo-Pacifico, Mar dei Caraibi e parte occidentale dell’Oceano Atlantico Tropicale. Breve descrizione
Trattasi di Serranidi piccolissimi (dai 3 ai 5 cm di lunghezza) dotati di un paio di elementi peculiari: presentano 8 raggi duri nella pinna dorsale, il cui sviluppo è, in talune specie, ripartito in 2 sezioni. Liopropoma carmabi Lunghezza
Misura massima di 5 cm. Diffusione
Zona caraibica, acque territoriali delle Isole Bahamas. Biotopo
Barriere coralline (mediamente a circa 30 metri di profondità) e fondali caratterizzati da roccia arenaria e sabbia. Comportamento in natura
Analogamente a diversi pesci tropicali, vive in caverne in cui nuota con il ventre rivolto verso il substrato; volgarmente parlando, nuota a testa in giù.
In virtù delle sue dimensioni a dir poco esigue, non cattura pesci bensì crostacei di piccolo taglio. Habitat in acquario
Non si registrano difficoltà di rilievo per quanto concerne l’allevamento della specie in cattività: durante le prime fasi di acclimatazione occorre somministrare piccoli crostacei e pezzettini di polpa di muscolo.
La sua presenza è controindicata in acquari popolati da pesci voraci che gli sottraggono sistematicamente il mangime somministrato, e privi di un cospicuo numero di nascondigli.
Viceversa, è particolarmente adatto ad habitat contrassegnati da invertebrati, inoltre non mostra segni di ostilità introspecifica in ambienti spaziosi e convive pacificamente con qualsiasi pesce di temperamento tranquillo. Particolarità
Alcuni particolari differenziano L. carmabi da L. rubre, 2 specie strettamente imparentate: L. carmabi è privo della macchia nera sulla pinna anale e presenta una diversa collocazione delle 2 macchie scure sulla pinna caudale; dal punto di vista morfologico la palma del più grande spetta a L. rubre che denota una corporatura più voluminosa e snella ; L. carmabi vive a profondità maggiori rispetto al “cugino”. Hypoplectrus Diffusione
Oceano Atlantico tropicale (parte occidentale) e Mar dei Caraibi. Breve descrizione
Tali specie, di piccola taglia, denunciano una corporatura relativamente alta mentre lo sviluppo delle pinne pelviche e caudale è piuttosto accentuato. Hypoplectrus indigo
Hypoplectrus indigo. Foto Roberto Sozzani
Lunghezza
10-15 cm. Diffusione
Mar dei Caraibi e acque territoriali delle Isole Bahamas. Biotopo
Barriere coralline. Comportamento in natura
Conduce vita solitaria e prolifera nelle acque di scarsa profondità.
Per riposare non trova riparo in appositi rifugi corallini ne tantomeno si adagia placidamente sul fondale: semplicemente rimane “sospeso” nelle acque libere.
Per soddisfare il fabbisogno nutrizionale si procaccia alimenti catturando pesciolini e piccoli crostacei che si accalcano sul fondale. Habitat in acquario
Rispetto ad altri Serranidi si registrano alcune difficoltà in sede di allevamento, riconducibili perlopiù a infiammazioni cutanee contratte dalla specie durante il periodo di acclimatazione.
Inizialmente è necessario somministrare mangime vivo d’origine animale (pesci e crostacei) per preparlo appropriatamente alla successiva fase alimentare basata sulla somministrazione di mangime animale morto.
L’aggressività introspecifica rende problematica la convivenza con i propri simili in vasche di proporzioni ristrette, precarietà che viene risolta approntando un acquario più capiente.
La collocazione di un numero adeguato di rifugi riveste grande importanza, specialmente se H.nigricans convive con pesci piuttosto vivaci. Particolarità
Tale specie é ermafrodita pertanto in alcuni casi si riproduce con l’ausilio dell’autofecondazione. Ephinepelus Diffusione
L’habitat di questo genere comprende l’intera area tropicale e subtropicale del pianeta.
La maggior parte delle specie è, però, concentrata nei mari tropicali. Breve descrizione
Segni peculiari di questo genere sono la corporatura alquanto robusta e il numero dei raggi duri nella pinna dorsale (10-11).
In virtù di dimensioni non indifferenti sono cacciatori tenaci che rivolgono le proprie mire alimentari all’indirizzo di pesci e crostacei.
Si sviluppano a velocità inusitata anche in stato di cattività, e nonostante questa controindicazione costituiscono una valida attrattiva per acquariofili di mezzo mondo, vista la bellezza della livrea che li contraddistingue in età giovanile. Ephinepelus fuscoguttatus
Ephinepelus fuscoguttatus. Foto Roberto Sozzani
Lunghezza
Fino a mezzo metro circa; tale misura si riduce di più del 50 % in cattività. Diffusione
Zona Indo-Pacifica. Biotopo
Barriere coralline e zone lagunari con formazioni di coralli solitari. Comportamento in natura
Vive solitario ed è solito cercare riparo in rifugi ubicati fra le ramificazioni coralline o in fessure presenti nelle rocce.
Tali nascondigli costituiscono anche delle valide postazioni da cui osservare il movimento di prede transitanti nelle vicinanze, nella fattispecie pesciolini e piccoli crostacei.
Pesci giovani si radunano in piccoli branchi che si dirigono nelle acque di scarsissima profondità; anch’essi si riparano in tane ubicate sotto sassi e coralli. Habitat in acquario
Problemini di natura alimentare possono profilarsi nel corso del periodo di acclimatazione, quindi è consigliabile andare sul sicuro somministrando alimenti vivi (pesci di piccolo taglio).
La canonica aggressività verso i propri simili si riduce sensibilmente in accordo alla grandezza della vasca adottata, e non si registrano problemi di convivenza con pesci generici di adeguate dimensioni.
Analogamente ad altri pesci tropicali, abbisogna di un buon numero di nascondigli per assecondarne il senso di appartenenza territoriale. Dermatolepis Diffusione
Mar dei Caraibi, Oceano Atlantico tropicale (parte occidentale) e Indo-Pacifico (maggiormente concentrato nella parte orientale dell’Oceano Pacifico e in quella occidentale dell’Oceano Indiano). Particolarità
Si distingue da Epinephelus per il corpo più alto e appiattito in corrispondenza dei fianchi, nonché per le minuscole squame lisce. Dermatolepis inermis Lunghezza
In natura sviluppa una lunghezza doppia (80 cm) rispetto a quanto registrato in acquario. Diffusione
Mar dei Caraibi e Oceano Atlantico tropicale (parte occidentale). Biotopo
Barriere coralline e scogliere. Comportamento in natura
Esemplari di questa specie sono avvistati raramente poichè si occultano con maestria entro le ramificazioni coralline e nelle crepe diffuse negli strati rocciosi. Habitat in acquario
Non è una specie particolarmente diffusa in ambito acquariofilo, ciononostante non comporta alcun problema in sede di allevamento, infatti non è pretenzioso per quanto concerne il mangime: accetta mangime morto anche durante il periodo di acclimatazione.
Trattasi di una specie piuttosto timida che abbisogna di un numero adeguato di rifugi per evitare indesiderati contatti con pesci ospiti.
Si rivela pacifico nei confronti di pesci di taglia grossa, mentre assale i pesci per sedare i propri istinti voraci. Particolarità
Esemplari adulti non sfoggiano le macchie bianche caratteristiche della livrea giovanile. Ringraziamo Roberto Sozzani per le foto fornite ed invitiamo a visitare
il suo bellissimo sito di foto subacquee.
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