Quante volte per la normale manutenzione nell’acquario non abbiamo esitato nell’inserire le mani nell’acquario, ma sappiamo a cosa andiamo incontro con questo comportamento e quali sono i pericoli che ci possono essere?
Affrontiamo per primo il problema più visibile e chiaro a tutti: le armi di offesa e difesa degli ospiti di una vasca. Prendiamo ad esempio il pesce di mare Pterois sp. (il pesce cobra) chi non conosce la pericolosità delle sue pinne?
Pesce scorpione. Foto archivio AP.
Specie potenzialmente pericolose
Ecco un piccolo elenco di specie che potrebbero essere pericolose:
- Acanthuride
- Callichthydae Chimaeride
- Hetrodontidae
- Pimelodidae
- Scatophagidae
- Scorpaenidae
- … e molti altri.
Non possiamo neanche dimenticare i crostacei, che con le loro chele possono diventare pericolosi, e gli echinodermi come ricci e stelle di mare.
Precauzioni
E’ fondamentale prima di comprare un pesce o un altro organismo sapere se è in grado di arrecare dei danni a noi mentre lavoriamo nella vasca e agli altri inquilini dell’acquario. Ha il pungiglione per difendersi da eventali attacchi? Secerna della mucosa urticante? E’ in grado di mordere? Queste sono delle domande che ci dobbiamo fare di fronte ad un nuovo ospite.
Per primo si consiglia una cosa che vale in ogni situazione:
- porre attenzione a quali sono i pericoli
- agire con cura
- non rischiare di farsi pungere o mordere
- reagire istintivamente.
Si dice sempre di lavorare lontano da dove si trova il pesce per non innervosirlo ed è sconsigliabile girare intorno al pesce con le mani, anche se fino ad ora non ha dato nessun problema.
Si può all’occorrenza utilizzare una piccola rete per dividere in due l’acquario in modo tale da posizionare da una parte i pesci pericolosi e dall’altra avere spazio libero per eseguire quelle che sono le normali attività di manutenzione.
Come catturare un pesce potenzialmente pericoloso
A volte capita di essere punti quando si sta cercando di catturare il pesce per spostarlo in un’altra vasca ad esempio per sottoporlo ad una cura.
In genere per l’esecuzione della catture di un pesce è consigliabile l’uso di due retini: uno servirà per catturare il pesce l’altro per costringerlo a entrare nel primo.
A volte è meglio per evitare di portare il pesce a contatto con l’aria adoperare come primo retino il sacchetto o il contenitore che si intende usare per spostare l’animale, in questo modo si salva anche la mucosa che ricopre le squame dei pesci che si comporta come una barriera che protegge l’animale da aggressione da parte di agenti patogeni.
Toccare il pesce con le mani, quindi, potrebbe danneggiare la mucosa.
Cosa fare se si viene feriti
Pur avendo preso tutte le precauzioni possibili non è da sottovalutare il caso che il pesce riesca a procurarci una ferita.
Ecco allora come comportarsi: per prima cosa ogni ferita va valutata nel giusto modo, ma non deve essere sottostimata, infatti può essere che si mostri delle reazioni simili a quelle che le persone possono mostrare nei confronti delle punture degli insetti, in questi casi è necessario come minimo sentire il parere di un medico soprattutto se si è soggetti a reazioni allergiche.
Se il pesce non è velenoso si può procedere così: lavare con acqua calda e sapone, verificare che il pungiglione o schegge non siano rimaste dentro, verificare nei giorni seguenti se la ferita si rimargina e tenerla ben pulita per evitare infezioni.
Se il pesce è velenoso chiedere subito l’intervento di un medico.
Se vogliamo parlare dei nostri ospiti e dei danni che potrebbero procurarci non dobbiamo dimenticare anche delle sostanze urticanti che certi organismi emettono per difendersi.
Principalmente si parla di acquari di acqua di mare: certi anemoni, certi molluschi (cefalopodi, conidi) certi coralli, anellidi (vermi marini), celenterati (meduse, madrepore viventi, attenie) e tutti quegli organismi che possono usare le cellule nematociste per difendersi.
Quindi anche in questi casi si deve procedere con attenzione: non toccarli mai e non cercare di pulirli perchè potrebbero reagire ed espellere le loro sostanze difensive.
Se per caso vi accorgete che per qualche motivo l’animale ha messo in atto le sue difese è anche sconsigliabile mettere le mani nell’acquario per le ore seguenti perchè esse rimangono attive per lungo tempo.
Se comunque ne venite a contatto provvedete a passare dell’ammoniaca sulle parti che sentite bruciare o che sono state colpite, mai e poi mai strofinatevi gli occhi.
Continuate il trattamento usando acqua e sapone, aceto, papaia che è in grado di distruggere gli enzimi con le sue proteine, sarebbe sconsigliabile mettere le parte colpite solo sotto l’acqua corrente in quanto attiverebbe altri enzimi il che aumenterebbe il bruciore.
E’ normale inserire le mani nell’acqua incuranti di eventuali taglietti sulle dita o sulle mani ed è altrettanto facile riuscire a ferirsi spostando rocce o altro.
E’ anche vero che non sono mai delle ferite molto profonde, ma delle semplici escoriazioni che però possono essere causa di qualche piccolo problema. Il pericoli potrebbero venire quindi non tanto dai tagliettini, ma dalle infezioni che questi possono subire essendo poi attaccati dai batteri che si trovano nella vasca.
Le possibili infezioni
Affrontiamo adesso il problema di possibili infezioni che sono dei nemici meno visibili rispetto al pericolo rappresentato da un pungiglione, ma comunque non sono da sottovalutare.
Con poche e semplici precauzioni lavorare con l’acquario risulterà molto più igienico e meno rischioso.
Tutti o quasi gli agenti patogeni che possono colpire un pesce in un acquario possono anche colpire qualsiasi ferita nelle mani di un acquariofilo.
In molti considerano l’acquario come una fetta di quel mondo sommerso che può riprodurre la riva di un fiume, il fondo marino o la barriera corallina e molte altre cose, ma se guardassimo nell’acquario con un microscopio troveremmo che in realtà è un mega minestrone che contiene una miriade di micro organismi alcuni buoni e altri no.
Tra quelli che non possono essere riconosciuti come patogeni per i pesci ce ne sono alcuni pericolosi anche per l’uomo.
Una particolare ricerca e verifica della trasmissione della malattia pesce-uomo è stata fatto da Chuck Davis in Praticl Feshkeeping nel 1993 in cui verificava come il Mycobacteium marinum che causa la Tubercolosi nei pesci si possa trasmettere all’uomo.
Questi agenti patogeni sono i funghi, i virus e i batteri; le specie note di batteri che si possono trasmettere all’uomo sono più di trenta tra cui i più comuni sono: Mycobacterium che come già detto è l’agente patogeno che causa la tubercolosi, Clostridium che causa il tetano, Aeromonas che causa nei pesci di acqua dolce la corrosione delle pinne e la vibriosi, e tra gli altri Erysipelothrix, Pseudomonas e Clostridium.
A meno che il vostro sistema immunitario non sia particolarmente debilitato, le naturali difese non siano abbassate o particolari situazioni sfortunate, in generale è raro prendere una infezione batterica, comunque ecco alcuni accorgimenti per diminuire ancora di più le possibilità.
Prevenzione
Incominciamo a parlare prima di prevenzione e poi di cosa fare se succede qualcosa.
Vi sono alcuni lavori che nella vasca possono essere fatti con pinze, lunghe forbici, sifoni e attrezzi adatti all’uso in acquario in questo caso ne è consigliabile l’uso, in caso contrario si può procedere usando dei lunghi guanti che permettano di affondare le mani fino al fondo della vasca senza che l’acqua entri tra i guanti di plastica e la pelle.
Comunque per pigrizia raramente questi accorgimenti vengono presi, poi per distrazione o per puro caso capita che ci si possa far male nella vasca, vediamo come comportarci.
Controllo della ferita
per prima cosa bisogna controllare la ferita, non si riesce a farlo se non la si è lavata prima con acqua calda e sapone. Adesso che la ferita è ispezionabile controllare che non vi siano delle schegge e se ci sono devono essere tolte.
Procedere alla disinfezione
Dato che la ferita è gia stata pulita si può procedere usando soluzioni di iodio, alcool o disinfettanti comprati in farmacia.
Decorso
Sarebbe fondamentale tenere sotto controllo il taglio in modo tale da assicurarsi che si stia rimarginando se questo succede vuol dire che le difese immunitarie del corpo hanno reagito bene.
Le infezioni batteriche contratte in acquario ci mettono un po’ a svilupparsi quindi il controllo della ferita è fondamentale; se ci si accorge che c’è qualcosa che non va rivolgersi subito ad un medico.
Corrente elettrica
Altro problema è la corrente elettrica e l’acqua, le conseguenze di una possibile scossa è nota a tutti.
Bisogna porre particolare attenzione e controllare sempre lo stato di ogni componente elettrico in modo tale da assicurarsi che sia integro.
Questo controllo deve essere fatto soprattutto negli acquari marini dove la salinità dell’acqua peggiora la situazione.
Ogni volta che mettiamo le mani dell’acqua si dovrebbe staccare la spina per essere più sicuri: è vero che in casa abbiamo tutti il salvavita e il differenziale, ma ogni quanto avete verificato il loro funzionamento: quale è la probabilità che non intervengano quando serve?
Io non lo vorrei verificare quindi prevenire è meglio che curare.
Anche manovrare la pompa o il termoriscaldatore deve essere sempre fatto con l’impianto elettrico staccato: per la pompa funzionare a vuoto può significare la rottura del rotore, per il termoriscaldatore l’accensione fuori dall’acqua può voler dire la rottura della campana di vetro.
Conclusioni
Concludo dicendo che questo articolo non vuole allarmare nessuno, ma è sempre meglio sapere a cosa si potrebbe andare incontro nel caso succedesse qualcosa di spiacevole.
I casi di incidenti di questo genere sono molto rari, ma… si sono pur sempre verificati.