Sono un appassionato da molti anni prima dolce poi marino attualmente con una vasca da 350 litri netti dove ho anche due pagliaccetti Amphiprion ocellaris che da anni depongono periodicamente, allora mi son detto perché non provare questa avventura? Dopo aver letto nel web qualche articolo ho voluto provare questa esperienza all’ inizio con molte delusioni e con tanti errori sempre modificati fino ad arrivare al successo a dir poco entusiasmante…. DEPOSIZIONE E PRELEVAMENTO Le uova da prima quasi trasparenti sul rosaceo con il passare dei giorni si scuriscono fino a notare evidentemente gli occhi e dopo 9 giorni a 25.5 gradi avviene la schiusa con l’aiuto dei genitori il tutto sempre alla sera dopo lo spegnimento delle luci. E da qui inizia l’ avventura e la difficoltà vera e propria…. Per la raccolta degli avannotti circa 200 uso una vaschetta da 5 litri con fondo nero divisa a metà da una rete finissima con un buco nella parte anteriore di circa 4 cm, e un altro nell’ altra metà della vaschetta dove ho messo una pompa piccola “strozzata”in modo che aspiri l’acqua e la butti fuori dalla vaschetta per far in modo che nel buco davanti ci sia una lieve aspirazione che servirà a catturare i piccoli, al di sopra ho posizionato una piccola pila con una luce led in modo che gli avannotti siano attratti da essa e quando gli arrivano vicino vengono aspirati dal buco (4cm).
Dopo circa mezz’ora, quando nella vasca principale non ci sono più avannotti, tappo il buco lascio andare ancora un pò la pompa per svuotare un po’ la vaschetta dopo di che prendo la stessa e molto lentamente verso l acqua e piccoli in un’altra di 2 litri già preparata in precedenza con acqua dell’acquario e fitoplancton al di sotto di questa tenuta alta 10 cm. dal tavolo con quattro barattoli di vetro posiziono uno specchio che uso per vedere gli avannotti morti che in acqua verde sarebbe impensabile vederli. Vaschetta illuminata da subito 24 su 24 fino al 30° giorno con una lampadina da 4000 kelvin, poi andando a diminuire fino a 15 ore circa. SVEZZAMENTO Veniamo all’ alimentazione io personalmente non uso rotiferi una decisione personale anche perché ho visto che si riesce ugualmente a farli mangiare e crescere. Alla sera della schiusa metto a schiudere i naupli di artemia che darò per la prima volta il giorno successivo nel frattempo mi attivo per mettere in funzione ( non tutte nello stesso tempo) tre bottiglie per la schiusa (con ognuna un piccolo riscaldatore che mantenga l’ acqua a 25 26 gradi) dei naupli che darò alla mattina alle 06,00 ,primo pomeriggio e alla sera. I primi 10 giorni somministro solo naupli appena schiusi in modo che siano piccoli altrimenti gli avannotti non riescono a mangiare, successivamente doso artemia arricchita per 12/16 ore avendo cura di tirar fuori ogni volta quella rimasta nella vaschetta con un semplice setaccio per artemie. Fino a questo punto nulla di strano lo si può leggere in quasi tutti gli articoli che troviamo ma io voglio aggiungere altri due “ trucchetti” per portare a termine l’allevamento….il metodo dell’arricchimento delle artemie personalmente ritengo sia indispensabile visto che da quando ho iniziato ad arricchire sono riuscito a portare al termine lo svezzamento, a differenza delle altre volte che dopo una ventina di giorni piano piano morivano tutti i miei pesciolini, probabilmente nel momento della metamorfosi seconda e terza strisci bianca i pesci non erano belli robusti per passare questa fase. Un altro punto da non sottovalutare è la salinità della vaschetta perchè come voi sapete con il passare dei giorni l’acqua come negli acquari più grandi evapora nel nostro caso essendo una vaschetta di pochi litri si alza e non di poco la salinità e se non si integra con acqua d’ osmosi sicuramente la salinità si alzerà fino a che i pesci non la sopportano più.
Quando i piccoli iniziano a fare la seconda striscia bianca circa 15-20 giorni e dopo aver lasciato i piccoli un paio d’ ore senza mangiare inizio con cibo secco piccolissimo di varie marche SHG (microperle 50 micron) – Cyclop-eeze – Tetra che alterno con l’ artemia.
Dopo la mia splendida esperienza spero di essere stato utile a chi volesse sperimentare questa avventura ( importantissimi i due punti sopra descritti arricchimento e salinità che pochi descrivono ma dalla mia esperienza fondamentali e forse questo articolo da un qualcosa in più rispetto agli altri ed è per questo che ho voluto metterlo in rete) tornando alle conclusioni penso che l’allevamento di questi splendidi pesciolini una volta che si capisce come procedere sia alla portata di tutti ma ci vuole veramente tanta passione e tanto tanto tempo da mettere a disposizione e una cosa da non tralasciare una moglie che vi capisce e che porti anche lei tanta pazienza nel mio caso anche una figlia di tre anni. |
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