Avevo seguito per un poco una discussione su un forum che trattava di Trichopsis pumila, ma non mi ero interessato più di tanto perché nella discussione veniva descritto come un pesce molto difficile da allevare e soprattutto da riprodurre. Quindi non mi ero documentato e non avevo neppure mai visto immagini adeguate di questo piccolo anabantide. Non immaginavo neppure che fosse tanto piccolo. Fino a quando un giorno non l’ho visto. In quel tempo mi dedicavo alla riproduzione del Trichogaster laluis e la mia attenzione fu immediatamente richiamata dalle pinne ventrali di questi piccoli pesciolini. Anche se non formavano dei veri e propri filamenti, come nel T. lalius, erano assottigliate e immediatamente mi fecero venire in mente un gourami. Chiesi al commesso se fossero degli anabantidi. Mi rispose che si trattava di T. vittata (in seguito li identificai con certezza). Ne comprai sei, ma il commesso me ne offri un settimo in regalo (è sempre gentilissimo). Uno degli esemplari acquistati Li misi in una vasca da 60 litri che ospitava una coppia di T. lalius, piena di piante e con la superficie completamente occupata dal Lemna minor e così comincio la mia avventura con questo pesce. E’ un anabantide (famiglia Osphronemidae, sottofamiglia Macropodusinae), il suo nome allude alle sue pinne ventrali che sembrano dei peli. Per il suo aspetto iridescente è chiamato anche sparkling gourami e per le sua dimensioni è chiamato gourami pigmeo. Infatti è il gourami in assoluto più piccolo al massimo raggiunge i 4 cm di lunghezza anche se in acquario può raggiungere anche i 5 cm di lunghezza. Un esemplare adulto Il corpo ha una forma a losanga allungata ed è percorso da una linea scura laterale che ne demarca la metà superiore più colorata da quella inferiore meno pigmentata. Nella parte superiore una seconda linea incompleta costituita da una decina di spot percorre tutta la lunghezza del corpo. Queste due linee sono disegnate su uno sfondo iridescente tra l’azzurro e il grigio verde. Iridescenze analoghe decorano le pinne, particolarmente quella caudale e la dorsale, mentre le pinne pelviche sono filamentose. Il bordo delle pinne è contornato sottilmente di rosso.
Un giovane esemplare
Esteriormente è quasi impossibile distinguere i sessi anche se negli individui adulti è possibile osservare in trasparenza le gonadi e in tal modo distinguerli.
Come luoghi di provenienza vengono indicate le acque stagnanti di Vietnam, Laos, Cambogia, Tailandia e Indonesia. Grazie alla sua capacità di assumere ossigeno atmosferico che utilizza sfruttando un organo respiratorio accessorio chiamato labirinto, può vivere in acque scarsamente ossigenate. Quindi il suo habitat è costituito canali di irrigazione, laghetti, risaie e fiumi e torrenti. Si tratta di acque ricchissime di vegetazione e spesso completamente coperte da piante galleggianti.
Viene chiamato anche purring gourami, dwarf croaking gourami e green croaking gourami per la sua capacità di emettere suoni. Si tratta di un suono ritmico di pochi secondi che in realtà non somiglia ne alle fusa dei gatti (purring) nel al gracidare delle rane (croaking). Tale suono è prodotto dalla contrazione ritmica di due muscoli e coinvolge il labirinto e la vescica natatoria. Il suono è emesso con la finalità di comunicare messaggi soprattutto durante i rituali di combattimento e di accoppiamento.
Il suono è emesso anche in cattività e può essere ascoltato nella stanza dove è ospitato l’acquario.
Le varie notizie su come arredare un acquario concordano tutte su alcuni punti. In primo luogo si tratta di un pesce abbastanza mite. A differenza di altri anabantidi, i T. pumila possono essere tenuti anche in gruppo in acquario senza problemi. Per quanto riguarda i valori dell’acqua le temperature indicate concordano sul un range da 25 °C a 28°C. Probabilmente di tratta di un’informazione copiata acriticamente da una scheda all’altra. Considerata l’area geografica di provenienza si tratta probabilmente di un range più elevato rispetto alla realtà. In tutte le schede viene consigliato un range di pH tra 5,8 e 7. Il Kh indicato varia tra 5° e 19°, il Gh tra 2° e 10°.
Molti luoghi comuni si trovano nelle varie schede. La minima dimensione dell’acquario è in genere indicata in 40 litri per un piccolo gruppo. Osservando questo pesce in acquario si nota che in realtà, in un acquario ben piantumato, ogni individuo si sceglie un piccolo territorio dal quale non esce. Il T. pumila non è un grande nuotatore. A mio avviso potrebbe essere un pesce per miniacquari molto più adatti di pesci di dimensioni più piccole ma che invece nuotano molto.
Comunque è indicato in alcuni siti come possibile abitante dei nano acquari, in gruppi di almeno sei esemplari.
Per quanto riguarda l’alimentazione tutti concordano nel definirlo un predatore (naturalmente di piccolissimi animali). Anche qui non mancano i luoghi comuni quali “sarebbe una buona cosa abituarlo a mangiare un po’ di alimenti vegetali” o le proposte di digiuno settimanale.
Sicuramente accetta tutti i mangimi in fiocchi o granuli di piccole dimensioni e naturalmente alimenti congelati e cibo vivo.
Per quanto riguarda le convivenze in acquario, posso dire che ho tenuto questi pesci da soli. Anche se tenuti in gruppo tendono comunque a diventare “timidi” e a stare nascosti. Aggiungendo nella stessa vasca una coppia di Trichogaster lalius, i miei sono diventati subito molto più “spavaldi” uscendo dai loro nascondigli e nuotando a fianco degli “enormi” e protettivi Gourami nani. Sia io, sia un mio amico abbiamo provato con successo questa accoppiata e quindi la consiglio. Esperienza di riproduzione
Le descrizioni sulla riproduzione di questo pesce nel web riportano quasi tutte genericamente le modalità riproduttive degli anabantidi che costruiscono un nido di bolle e di fatto così è. La differenza con la maggior parte degli altri anabantidi è che spesso il nido non è costruito in superficie, ma più in profondità, sotto una foglia.
Quando ho preso i T. pumila riproducevo già da più di un anno con successo i Trichogaster lalius e se si fossero accoppiati avrei utilizzato la stessa tecnica. Dopo un mese avevo già i primi piccoli a crescere e in un anno sono riuscito dai primi sette esemplari ad ottenere più 150 nuovi individui adulti. All’inizio ho allevato i piccoli d’estate all’aperto senza riscaldatori utilizzando delle bottiglie da 4 litri d’acqua. Poi d’inverno ho utilizzato delle piccole vaschette con riscaldatori. Descriverò di seguito questa tecnica.
In due anni che ho tenuto questi pesci ho potuto sentire i richiami di corteggiamento più volte ma non sono mai riuscito a vedere l’accoppiamento. In internet si trovano alcune foto degli “abbracci” di questo anabantide.
I nidi che questi pesci costruiscono sono molto più piccoli rispetto ai loro “cugini” di dimensioni maggiori. In genere nella mia esperienza sono costruiti sotto una foglia, in superficie o in profondità. L’acquario dove li ho riprodotti era una vasca di 60 litri lordi invasa dalle piante sia in profondità che in superficie con l’acqua quasi immobile in superficie. Per evitare il movimento in superficie avevo collegato una curva al tubo di uscita del filtro in modo a far uscire l’acqua sotto la superficie e diretta verso il fondo.
Dirigendo il flusso dell’acqua verso il basso si limita il movimento in superficie
Il nido di bolle è molto piccolo se confrontato con quello di altri anabantidi
Avannotti di T. pumila sotto le bolle del nido
La vasca era esteticamente poco piacevole, completamente piena di piante (Limnophila sessiflora, Hygrophila corymbosa, Hygrophila polysperma, Microsorum pteropus, Anubias barteri nana, Hydrocotyle leucocephala, ed altre) che crescevano liberamente. La superficie dell’acqua era interamente occupata da Lemna minor. Anche le alghe nere crescevano liberamente nella vasca e contribuivano a creare un ambiente più selvatico.
Li ho tenuti a temperature tra i 22 °C e i 29 °C (temperature raggiunte per brevi periodi duranti le estati). Ho notato le riproduzioni solo dai 25 gradi in su. Per l’allevamento ho usato acqua di rubinetto con questi valori: pH 7,2, Kh 6°, Gh 8°, NO2- nd, NO3-<10 che manteneva gli stessi valori in vasca.
In questo scatto sono ben visibili le uova. Il confronto con i filamenti di alga consente di farsi un’idea delle piccole dimensioni.
Il mio metodo di allevamento degli avannotti prevede di pescare gli avannotti dalla vasca. Questo è più facile quando gli avannotti nascono in nidi costruiti più in superficie. Per pescarli uso un boccale di un litro con il quale pesco l’acqua con le piante e le foglie presenti in superficie in modo da pescare anche tutti gli avannotti presenti. Poi armato di siringa (senza ago naturalmente) li separo dall’acqua dell’acquario per metterli nella vaschettina in cui li alleverò per le prime settimane. Quando depongono in superficie e riesco a vederle, pesco le uova prima della schiusa e li lascio schiudere nella vaschetta allestita per le prime settimane di accrescimento. La vaschetta che ospita gli avannotti per le prime settimane contiene pochissimi centimetri di acqua. Un paio di litri di acqua. Questa è acqua dell’acquario a cui aggiungo alcune gocce di Liquifry e la lascio in bottiglie in terrazzo per alcune settimane. Diventa ricca di alghe e di microorganismi.
La vasca che ospita i piccoli per il primo mese.
Nelle vaschette inserisco un termo riscaldatore per garantire una temperatura adeguata. Se inserisco le uova ancora non schiuse, prese con lo stesso metodo degli avannotti, in quest’acqua ad una temperatura di 25 °C si schiudono in meno di 48 ore.
Basta lasciare l’acqua dell’acquario al sole per alcune settimane, per vederla popolarsi di microorganismi
Durante la prima settimana le larve si nutrono dei microorganismi presenti nell’acqua. Sei o sette giorni dopo la schiusa inizio a nutrirli con naupli di artemia appena schiusi per alcune settimane.
Un piccolo di pochi giorni
Nelle due foto precedenti avannotti di cinque settimane.
Verso i due mesi di età iniziano ad avere l’aspetto degli adulti con la comparsa dei primi colori.
La crescita nei primi due mesi di vita è molto veloce. Successivamente rallenta. Le dimensioni di questi piccoli pesci continuano ad aumentare anche dopo aver raggiunto l’età adulta, ma in questa fase la crescita è molto lenta.
Mi è capitato di avere deposizioni in successione. In questi casi ho accresciuto gli avannotti per le prime settimane in quelle vaschette trasparenti in cui è venduta la frutta immerse nella vaschetta con il termostato che ospitava la precedente covata.
Dopo 6 o 8 settimane trasferisco gli avannotti in una vasca per l’accrescimento. La vasca per l’accrescimento
Negli ultimi tre o quattro anni ho riprodotto più volte i Trichogaster lalius e i Trichopsis pumila. In estate ho allestito una vasca per l’accrescimento degli avannotti fino all’età adulta. Mi sono ritrovato anche con più di cento pesciolini (più di ottanta T. Pumila e una ventina di T. Lalius adulti in questa vasca. La vasca è un contenitore di plastica di una quarantina di litri, ma non completamente pieno (25 o 30 litri di acqua), con riscaldatore (23° C) senza ne filtro ne altro.
Ogni settimana effettuo un cambio del 95% di acqua del rubinetto lasciata riposare per una settimana senza nessun additivo portata a 23° C. Quando effettuo il cambio di acqua elimino la quasi totalità delle feci che si sono depositate sul fondo la settimana precedente. Le pareti laterali sono rivestite da un sottile strato viscido che non pulisco.
Alimento tutti i giorni con scaglie Tetra dosando in modo da evitare che rimanga mangime non consumato (quando posso somministro il mangime due volte al giorno). Ho provato anche con altri mangimi a scaglie, ma intorbidiscono di più l’acqua. A volte somministro una piccola quantità di Artemia salina liofilizzata.
L’acqua che elimino ogni settimana ha i seguenti valori: pH ~ 6,8; Gh ~ 7; Kh ~ 4; NO3- ~25; NO2- nd.
Nessun pesce è morto in questa vasca in un anno di esperienza. Sitografia
http://www.aquaticcommunity.com/gourami/sparkling.php
http://www.alquimistadeacuarios.com/…pez.php?id=143
http://www.nanofish.it/portal/le-sch…is-pumila.html
http://www.aquariumfishexperts.com/t…pygmy-gourami/ Bibliografia
John L. Daugherty and Joseph A. Marshall. The Sound-Producing Mechanism of the Croaking Gourami, Trichopsis vittatus (Pisces, Belontiidae). Physiological Zoology. Vol. 49, No. 2 (Apr., 1976), pp. 227-244
Nicola Novarini, Tomonari Akamatsu & Hong Y. Yan. Effects of muting and recovery on sound production in the croaking gourami Trichopsis vittata (Pisces: Anabantoidei). Vol. 13, No. 2 (2002) pp 202 – 203. |