Lo scopo di questo articolo è di approfondire l’argomento gestazione e riproduzione del guppy, in base alle mie esperienze.
Il periodo di gestazione è in media di 25 giorni, ma questo dato è da prendere con le pinze, nel senso che spesso le femmine hanno caratteristiche fisiologiche diverse e possono partorire prima o dopo del periodo sopra citato. In linea di massima, comunque, le femmine più giovani (5-8 mesi) tendono ad avere una gestazione più breve dai 19 ai 25 giorni, mentre le femmine più anziane (8 mesi e più) variano dai 27 fino ai 33 giorni.
Questo discorso resta valido sempre che la femmina sia in buona salute e venga regolarmente fecondata dal maschio e sempre che quest’ultimo sia in buone condizioni per trovare l’attimo giusto per fecondarla. Questo divario, tra femmine giovani ed anziane è dovuto probabilmente, dal diverso numero di uova che si trovano a gestire. Infatti, mentre le femmine più giovani possono partorire, salvo eccezioni, un massimo di 20 avannotti, le femmine più grandi e mature possono arrivare fino a 60/70 avannotti se si trovano in eccellenti condizioni fisiche.
Le femmine prossime al parto sono facilmente riconoscibili dal ventre gonfio e dalla macchia scura sempre più evidente nella zona uro-genitale. Tuttavia anche qui il discorso può diventare complicato, nel senso che non sempre la femmina, con le caratteristiche sopra citate, partorisce prima di una che all’apparenza sembra normale.
Questo, si ricollega all’argomento trattato in precedenza sul periodo di gestazione, poiché come ho detto, le femmine possono avere delle caratteristiche fisiologiche e morfologiche diverse.
Foto archivio AP. |
Quando mettere, allora, la femmina nella sala parto per non perdere gli avannotti?
Il metodo migliore è sicuramente quello di segnarsi su un taccuino il giorno in cui la guppy partorisce e rimetterla nella sala parto dopo 19/25 giorni (dipende dall’età). Questo metodo, tuttavia, può far storcere il naso a chi non sopporta che il pesciolino sia rinchiuso in una specie di prigione per alcuni giorni.
Foto archivio AP.
Metodi alternativi ce ne sono, ma abbisognano di spazio. Primo fra tutti è quello di allestire un acquario destinato ad accogliere le sole femmine prossime al parto, appositamente modificato in modo da far si che nella parte destra nuotino le femmine e nella parte sinistra (o viceversa, dipende da dove si ha il filtro, poichè nella parte senza filtro saranno destinati gli avannotti per evitare che vengano risucchiati), separati da un’apposita rete che impedisca il passaggio alle madri, gli avannotti.
Entrambe i metodi, comunque non garantiscono al 100% che le madri non mangino i propri piccoli. Questo succede perché gli avannotti appena nati vanno verso la superficie dell’acqua a prendere una boccata d’aria con la quale riempire la vescica natatoria e il rischio di essere mangiati sale notevolmente.
Altri sistemi, molto simili e che sono usati spesso dagli allevatori professionisti, consisitono nell’allestire una sorta di sala parto galleggiante di dimensioni notevoli. Si possono usare delle scatole di polistirolo, senza il fondo, che sarà sostituito da una retina, dove alloggeremo le femmine, oppure delle reti di plastica con maglie molto fini, disposte a cilindro e che avranno la stessa funzione delle scatole di polistirolo.
In queste due foto possiamo vedere il metodo descritto nell’articolo e che viene usato anche dall’allevamento della Panaque S.r.l.. Foto archivio AP. |
Ho visto anche degli allevatori usare sempre lo stesso metodo, ma all’inverso; praticamente le femmine nuotavano libere nella vasca e all’interno di questa era posizionato o un cilindro di rete a maglie fini, oppure la scatola di polistirolo con la retina, nelle quali gli avannotti si rifigiuvano e stavano ben attenti ad uscire.
Questi allevatori sostenevano che questo sistema riduce leggermente le possibilità di salvarsi degli avannotti, ma aumenta notevolmente il numero dei parti e la quantità di avannotti che vengono partoriti, poichè le femmine sono meno stressate e hanno più spazio per nuotare.
Esiste infine un apposito strumento, reperibile sempre nei negozi specializzati, che permette di aspirare gli avannotti, appena questi vengono espulsi dalla madre. Questa soluzione garantisce il recupero di quasi tutta la prole, ma è un po’più costoso rispetto alla classica “sala parto”.
Molti avranno notato che quest’ultima, nonostante sia dotata di una grata che permette agli avannotti di fuggire alle voglie cannibalesche della madre, non risulta spesso adeguata a tale scopo. Il motivo è stato spiegato in precedenza, inoltre, i piccoli essendo fotosensibili tendono a dirigersi verso la luce ed aumentare i rischi per la propria incolumità. Un metodo, abbastanza efficace è quello di usare il divisore che viene dato in dotazione con le sale parto per permettere di alloggiare due femmine.
Il mio consiglio è quello di usare una sala parto per un unica femmina (mai due!) ed usare il divisorio in modo da alloggiare la partoriente nella parte di vaschetta meno soggetta alla luce e far si che l’altra parte sia rivolta verso la luce naturale che può provenire dalla finestra della stanza dove è allocato l’acquario, o al limite dove la luce del neon sia più forte.
Questa soluzione permette agli avannotti di dirigersi istintivamente nella parte più illuminata e opposta a quella della madre e nuotare liberamente. Per facilitare il transito dei piccoli da una parte all’altra della vaschetta è consigliabile posizionare sotto il divisorio un qualcosa (un sassolino ad esempio) che permetta di creare uno spazio di qualche millimetro che agevolerà il passaggio. Gli avannotti raramente cercheranno di nuotare dalla stessa parte della madre, anche avendone la possibilità.
Questo metodo diminuisce ancora di più lo spazio vitale durante il parto, ma se abituate fin da piccole, le femmine sembrano quasi abituarsi a questo sacrificio, inoltre con un po’ d’esperienza si può individuare quando è il momento giusto ed evitare di tenerle a lungo nella sala parto.
Per cercare di facilitare questo compito elencherò i sintomi che si riscontrano con più frequenza nelle femmine prossime al parto, ribadendo che, comunque sia, ogni guppina ha le sue caratteristiche e peculiarità.
- Mancanza d’appetito: quando prossime al parto più che inappetenza sembra riscontrarsi una vera e propria difficoltà nel mangiare, con una conseguente rinuncia. Probabilmente a molti di voi è capitato di osservare questo fenomeno. Si avvicinano alla superficie per mangiare e poi bruscamente tornano sul fondo della vaschetta. Oppure incominciano a mangiare gli avannotti appena finiscono di partorire.
- Se ancora in libertà nell’acquario tendono ad appartarsi, soprattutto dove la vegetazione è più fitta.
- Quando la femmina ha il ventre molto gonfio ha delle forti contrazioni riscontrabili con un movimento del corpo repentino e dei piegamenti orizzontali della spina dorsale (a mo’ di serpente).
- Quando le uova entrano nello sfintere genitale (siamo ormai prossimi al parto), la fessura uro-genitale tende ad allungarsi e dalle prossime contrazioni usciranno gli avannotti.
- Con un po’ più d’esperienza, tramite una lente di ingrandimento o anche ad occhio nudo si può vedere lo stato di formazione delle uova anche attraverso la macchia scura della femmina; il fenomeno è molto più visibile per le femmine di razza blond.
- Di solito il parto avviene alle prime luci dell’alba, anche se spesso, a cause delle costrizioni cui le sottoponiamo per salvare gli avannotti, possono partorire in qualunque ora del giorno.
Alcune Curiosità
Spesso si sente dire che un maschio è sufficiente per fecondare più femmine, ma questo a mio avviso non è sempre vero. Un maschio in ottime condizioni e giovane ha molta più “foga” rispetto ad un maschio ad esempio di un anno di vita. Quindi quest’ultimo con difficoltà feconderà tutte le femmine.
Spesso, inoltre, i maschi hanno la propria femmina preferita e sono molto più attirati da femmine di grandi dimensioni, snobbando quelle più piccole. Per far si, quindi, che tutte le femmine del nostro acquario partoriscano regolarmente, e consigliabile tenere un numero uguale dei due sessi, e maschi molto giovani.
Quando acquistate in negozio dei maschi di guppy, non tenete conto solo del colore della livrea, ma notate se il maschio si interessa alle femmine e non abbia una nuotata dondolante, in questo modo eviterete di prendere un guppy già malato.
Un ultimo problema, che si verifica spesso, è quello di cercare di non risucchiare avannotti, o guppini di due tre mesi quando si cambia l’acqua nell’acquario che li ospita. Innanzi tutto il mio consiglio è di evitare ornamenti e piante nell’acquario in questione mettendo al limite solo un po’ di ghiaia perché, essendo una dimora temporanea sarà soggetta a continui cambiamenti.
Il “trucco” per non risucchiare gli avannotti, sta nell’utilizzare una bottiglia per prelevare l’acqua, immergendo però completamente anche il collo, in modo che l’aria, quando esce dalla bottiglia, faccia le bolle e non permetta ai pesciolini di entrare. A me, usando questo metodo, non sono mai finiti dentro.
Salve Io ho un acquario di 80 litri e ho 5 maschi e 5 femmine di guppy sto notando che tre o quattro femmine stanno iniziando ad avere il ventre gonfio cosa mi consiglia di fare? Io leggendo questo post Vorrei preparare una vasca di 16 20 litri solo donne per farle partorire però non so se sono fecondati o meno cosa devo fare? Grazie mille
La mia Guppy ha partorito 5 avanotti due giorni fa ma ho notato che a ancora il ventre molto gonfio e si strofina sulle piante e sulla ghiaia cosa può essere grazie in anticipo per la risposta
Quanto tempo devono rimanere gli avannotti in sala parto?