22Lo scopo dell’attività è quello di creare una roccia sintetica in grado di coprire al meglio le parti “tecniche” della vasca marina.
Nell’immagine 1 si vede il particolare della zona da coprire.
Cosa serve:
Materiali:
- Pannelli di polistirolo espanso a bassa densità
- Cemento Portland bianco
- Aragonite o sabbia a grana molto grossa
- Acqua
Attrezzature:
- Secchio
- Spatola
- Cutter
- Cacciavite
- Pellicola trasparente
- Nastro isolante
- Forno elettrico
- Spazzolino da denti vecchio
Costi (per 1kg di roccia):
N.B: I prezzi possono cambiare nel tempo!
Materiale | Prezzo materiale | Prezzo per Kg di roccia |
Pannello di polistirolo espanso a bassa densità | 2,00 € a pannello | 2,00 € |
Cemento Portland bianco | 5,00 € per sacco da 5kg | 0,60 € |
Aragonite o sabbia a grana molto grossa | 17,00 € per sacco da 10kg | 0,60 € |
Totale al kg | 3,60 € |
Naturalmente è possibile utilizzare materiale di recuper, abbattendo di conseguenza i costi
Procedimento
- Se necessario costruire un’anima della forma che si desidera lasciare vuota, ad esempio profilo esterno pompa o, come nel mio caso, i tubi e i cavi delle pompe usando del polistirolo in pannelli e procedendo per strati, giuntandoli di volta in volta con del nastro bi-adesivo (immagine 2 e 3). In alternativa si possono costruire delle forme in cartone rivestendole poi con la pellicola trasparente.
- Se l’area è piuttosto complessa consiglio di stendere un progettino in scala 1:1 da poter poi usare come maschera nella realizzazione dei pezzi.
- Utilizzando sempre i pannelli in polistirolo realizzare le pareti esterne dello stampo, con un cacciavite rendere le superfici dello stampo irregolari lasciando lisce le superfici di contatto fra i pannelli che costituiranno l’esterno dello stampo (immagine 4).
- E’ importante che sia l’anima che lo stampo siano modulari e facilmente smontabili.
- Assemblare lo stampo utilizzando chiodi o viti per fissare i vari componenti e sigillandolo esternamente con la pellicola trasparente e il nastro isolante (immagine 5 e 6).
- Mescolare cemento, aragonite, acqua (io ho usato l’osmosi per scrupolo ma non credo sia necessario) e polistirolo sbriciolato fino ad ottenere un impasto abbastanza fluido.
- Versare il tutto nello stampo facendo in modo che tutti gli spazi vuoti vengano riempiti.
- Dopo 48 ore aprire lo stampo e controllare se il cemento è completamente asciutto e se si è distribuito bene nelle aree più difficili da raggiungere, nel caso questo non sia avvenuto si può mescolare ancora un po’ di cemento, sabbia e polistirolo e chiudere le parti mancanti (in questo caso attendere ulteriori 48 ore prima di passare allo step successivo.
- Passare poi delicatamente all’eliminazione dell’anima facendo bene attenzione a non rompere la roccia (immagine 7).
- “Cuocere” in forno a 250 gradi per 45-60 minuti in modo da sciogliere il polistirolo rimasto imprigionato nel cemento, in forma precauzionale conviene inserire la roccia a forno freddo in modo da evitare che la stessa si schianti per effetto dello shock termico.
- Spazzolare bene ma con delicatezza tutte le superfici esposte per eliminare i residui della cottura.
- Lasciare a bagno 2 settimane cambiando l’acqua e spazzolando ogni 2-3 giorni (anche qui ho usato l’osmosi ed ho inserito una pompa di movimento ma, probabilmente non è necessario).
- Inserire in vasca e attendere molto pazientemente che la roccia si popoli e si confonda con le altre (da mia esperienza almeno 2-3 mesi).
Un esempio del risultato “stabilizzato” si può apprezzare su una realizzazione da me precedentemente eseguita per mascherare le Tunze (immagine 8).
Con la stessa procedura è possibile ovviamente realizzare basette per talee che non abbiano più l’aspetto di un “minivulcano”. Ritengo sia anche un’alternativa valida anche per gli sfondi 3D o come separatore nelle vasche.
Naturalmente, essendo questi esempi inerenti alla pura mimetizzazione di parti tecniche in certi casi il lavoro può risultare comunque poco naturale, per questo motivo inserisco anche alcune immagini di una roccia da me realizzata con lo stesso procedimento ma a scopo puramente decorativo (immagini 9-10).
La roccia in foto ha un volume di 0,7cm3 e pesa 1.250gr.
Note generali:
Il polistirolo:
è un polimero (formula bruta: (C8H8)n) che viene poi reso espanso usando vapor acqueo che reagisce con il pentano (idrocarburo C5H12) precedentemente introdotto (2%) nel polistirolo, il pentano si volatilizza “gonfiando” la molecola di polistirolo.
Con questo processo si passa da una densità di 1000 Kg/m3 a 20 Kg/m3, ovvero il 98% del polistirolo espanso è costituito da aria intrappolata nelle classiche “palline”, il 2% da Carbonio e Idrogeno; naturalmente, più grande è il diametro delle palline più la composizione si sbilancia a favore dell’aria.
Sostanzialmente, durante la “cottura in forno” si ottiene vapor acqueo, Anidride carbonica e minimi residui di carbonio, se invece usassimo un processo più cruento (es. fiamma diretta) i residui di carbonio (nerofumo) sarebbero predominanti.
Facendo un calcolo approssimativo, per realizzare la roccia descritta in questo articolo ho utilizzato un 20-25% in volume di polistirolo sbriciolato all’interno dell’impasto in cemento (tenete presente che, in questo caso, la funzione “strutturale” della roccia mi ha costretto ad aumentare la percentuale di cemento).
Analizzando quindi il livello di residuo lasciato dal polistirolo possiamo considerare che:
- La roccia in oggetto ha un volume finale di circa 0,00015 m3.
- Nell’espanso il 98% è aria, quindi il residuo di polistirolo fuso (sempre che non sia diventato residuo carbonico e vapor acqueo) è inferiore a 0,5 mg.
Di questi 0,5 mg una buona parte è stata eliminata durante l’operazione di spazzolatura/spurgatura, mentre un’altra parte rimane “intrappolata” all’interno del cemento.
Si potrebbe quindi stimare che non più del 20-30% del residuo di fusione riesca in qualche modo “inquinare” la vasca: 0,1 mg su 600litri!
Personalmente poi continuo ad essere convinto che il residuo di combustione di una catena di C&H non può essere dannoso per la vasca, altrimenti, lo sarebbe anche il carbone che ogni tanto usiamo come filtro.
Il cemento bianco
La composizione è ossido di silice 26%, ossido di calcio 66%, allumina 6,6%, ossido di ferro 0,4%, ossido di magnesio e alcali diversi 1%, con l’aggiunta del 2% di gesso. A completa essiccazione del cemento bianco la componente rimanente è principalmente calcio.
Verifica deterioramento – rilascio sostanze tossiche
Prima di richiedere la pubblicazione del presente articolo ho voluto aspettare un lasso di tempo, a mio giudizio sufficiente, in modo da poter verificare eventuali problemi di sfaldamento o di rilascio di sostanze.
La prima roccia è stata da me inserita nel Febbraio 2009, ad oggi (Agosto 2010) non ho notato nessun particolare segnale. La colonizzazione è assolutamente paritetica a quella delle rocce vive, infatti, ad oggi, risulta praticamente impossibile riconoscere le sintetiche dalle vere.
FAQ
Ho notato che alcune domande sono piuttosto frequenti quando si discute dell’argomento rocce sintetiche, qui sotto le risposte da me ricostruite basandomi sulla mia esperienza e su note trovate sui vari forum.
Si possono sfaldare le rocce sintetiche?
Ritengo che la risposta sia: si, esattamente allo stesso modo in cui, a certe condizioni e certe reazioni chimiche, avviene all’interno di un reattore di calcio: se si abbassa il ph grazie all’anidride carbonica il calcio si scioglie e viene liberato in acqua ed ecco che le rocce si sgretolano come si sgretola la corallina all’interno del reattore
all’interno dei reattori di calcio per permetterne la liberazione si abbassa il ph da un minimo di 7 ad un max di 6,2 o 6,5 (oscillazione che varia a seconda del tipo di sabbia che si utilizza) condizioni che all’interno della vasca difficilmente si hanno, per questo motivo la sfaldatura e lo sgretolamento della roccia in vasca è da ritenersi possibile ma non probabile.
Perché inserire il polistirolo nell’impasto?
Sostanzialmente anche le migliori rocce sintetiche che ho visto fino ad oggi possono avere un buon grado di porosità superficiale ma, al loro interno, risultano “piene”.
Lo scopo del polistirolo è quello di renderle spugnose a tutti il livelli di profondità (esattamente come quelle coralline naturali) favorendo così una rapida e completa colonizzazione.
Perché nessuno ci ha pensato prima?
Non lo so.
Marco Pontanari
In che proporzioni sono miscelati sabbia e cemento?
Grazie in anticipo per la risposta.
Salve, ho trovato il suo articolo molto interessante, volevo chiederle vista la pubblicazione dell’articolo se a distanza di ulteriori 10 anni le rocce hanno rilasciato sostanze nocive e se sono ancora integre.
Grazie mille
Andrea buon pomeriggio.
Mi scuso per non aver risposto prima ma è da tempo che non frequento più il forum.
Devo dire che, ad oggi, le rocce si sono perfettamente integrate nell’ambiente e sono, di fatto, assolutamente irriconoscibili.
Uni pecca, (ma credo si colpa mia) quella che mascherava la pompa si è spezzata, forse dovevo aumentare un pochino gli spessori.