Anzitutto, desidero fare notare che alla base di qualsiasi successo vi sono conoscenza, studio e costanza, mentre alla base d’ogni insuccesso solitamente vi è ignoranza, superficialità e fretta.
Con questo non voglio sentenziare che nel 100% dei casi è sempre così, anche perché grazie al cielo a questo mondo esiste anche la fortuna.
Per ritornare alla mia passione ed al mio amore per il mare, soprattutto per quello tropicale, vorrei introdurvi con grande orgoglio, il risultato di quasi sette anni d’acquariologia marina, e in altre parole il mio recentissimo sistema di barriera da 1150 litri, la cui inaugurazione risale al primo giorno del mese d’Agosto dell’anno 2001.
Questo sistema marino di barriera, è nato dopo quasi sei mesi di digiuno dall’acquariologia marina, durante i quali ho tentato di disinnamorarmi di questo fantastico mondo, a causa della letterale esplosione del mio acquario di barriera precedente, che al tempo mi provò leggermente, trattandosi di una vasca da 1100 litri!
Grazie ai consigli ed alle “cure psicologiche” del mio negoziante di fiducia ed amico, ho deciso di rituffarmi in questo mondo caldo e salato dai mille colori, ritrovando finalmente un senso per restare a casa qualche sabato sera… La costruzione
La progettazione e realizzazione della vasca principale è stata affidata all’azienda Elos, della quale avevo già visto dei lavori in precedenza e mi erano sembrati soddisfacenti.
Naturalmente, come per ogni cosa ci saranno anche i clienti insoddisfatti delle vasche Elos, ma su questo io non intendo parlare troppo, e l’unica cosa che posso dire è che la mia vasca è a dir poco eccezionale, sia nelle finiture, sia nella qualità dei cristalli e degli incollaggi.
Il modello su misura che ho scelto, è stato costruito con cristalli da 19mm senza tiranti e con un fondo doppio da 3,8mm, e misura 231 cm di lunghezza e 60 cm d’altezza e profondità.
Il supporto è stato realizzato in tubolare d’acciaio inox da 5cm, alto 84 cm da terra, sul quale ho appoggiato un pannello da 3cm di panforte laminato resistente all’umidità.
Sotto alla vasca principale è stata posizionata la vasca sump da 250 litri piena a metà, nella quale trovano posto le pompe, di cui tre Ocean Runner 3500 di movimento a ciclo chiuso con pesca in vasca principale attraverso due griglie d’aspirazione poste sul fondo sotto le rocce, e ritorno composto da ben cinque mandate, due sul fondo e tre in superficie.
La quarta pompa di movimento, con una sola mandata in vasca in superficie, è anche la pompa di ritorno in vasca dell’acqua che dai due pozzetti di tracimazione scende nella vasca sump, ed è sempre un’Ocean Runner 3500. | La sump con il pHmetro dell’ Acquamedic |
Oltre a queste quattro pompe che sono deputate soprattutto al movimento in vasca e sono gestite da timers, escludendo quella che s’interessa anche del ritorno dell’acqua, nella sump troviamo la pompa di carico dello schiumatoio, sempre un’Ocean Runner 3500 ed una piccola Maxi Jet 1000 che carica il refugium. | Il Refugium. Sulla sinistra l’impianto ad osmosi e il reattore per l’allevamento del phitoplancton. |
| particolare del reattore per l’allevamento del phitoplancton dell’ Aquamedic. |
Sotto la vasca principale troviamo anche il reattore di calcio, con bombola CO2, contabolle, elettrovalvola e Phmetro elettronico con sonda nella sump, oltre naturalmente a tutto l’impianto elettrico.
Tutto il resto dell’attrezzatura, vale a dire schiumatoio Turboflotor 5000 Baby, refugium, vasca del rabbocco automatico dell’acqua evaporata, vasca di preparazione acqua salata, gruppo osmosi e reattori per il plancton, sono posti in una stanza adiacente a quella in cui si trova l’acquario. | Lo schiumatoio Turboflotor 5000 con pompa con girante a spazzola. |
| Il reattore di calcio Acquamedic e l’impianto di anidride carbonica. |
L’illuminazione di questa vasca di barriera è stata affidata ad un tubo blu fluorescente Tunze da 150w ed a due lampade Hqi Aqualine da 400w, oltre che ad una luce notturna da 4w. | |
| impianto di illuminazione |
Avviamento
Una volta avviata la vasca con acqua dolce, ho effettuato tutti i controlli di tenuta delle guarnizioni ed un lavaggio con un disinfettante chiamato Amuchina, questo per circa tre o quattro giorni.
Una volta appurato che tutto era a posto, ho svuotato il tutto e riempito un’altra volta con il 50% d’acqua salata nuova ed il 50% d’acqua “vecchia”, in pratica proveniente da un acquario già funzionante da anni.
Questo “trucchetto dell’acqua vecchia, mi ha permesso di accelerare il processo di maturazione dell’acquario notevolmente, infatti, dopo solo tre settimane ho potuto inserire i primi coralli molli, quali Palythoa, Sinularia, Pachyclavularia, ecc, ecc.
In ogni caso andiamo per ordine, due giorni dopo l’avvio con acqua salata, ho inserito le rocce vive, nella quantità di 100/120 kg, oltre a 100/120 kg di Travertino per alzare la barriera.
Il Travertino è una roccia calcarea marina fossile molto porosa e piena di cavità, e con il tempo è colonizzata dai batteri tanto quanto le rocce vive.
Nonostante io ami sperimentare, è sempre bene andare con cautela e rispettare determinati parametri, soprattutto durante il periodo di maturazione della vasca, nel corso del quale il nostro acquario subisce incredibili mutazioni, sia nell’aspetto e sia nella composizione chimica dell’acqua.
Oggi, dopo quasi nove mesi dall’avviamento del mio sistema di barriera, posso dire di essere soddisfatto del risultato e delle mie scelte, anche se come sempre non sono state poche le difficoltà da superare, perché, anche se ad un nèofita potrebbe sembrare semplice seguire le indicazioni di una delle tante filosofie quali la Berlinese, la Joubert, ecc, ecc, fatte apposta per costruire e gestire un acquario, in pratica non è proprio così! Qualsiasi sia la filosofia che decidiate di adottare, ogni acquario resta un mondo a se stante, con delle sue caratteristiche distinte da tutte quelle degli altri acquari.
Non esistono al mondo due acquari uguali!
E’ importante quindi seguire questi metodi come traccia o filo conduttore, ma poi cercare di svilupparli per la propria specifica situazione, e questo può essere fatto solamente imparando ad osservare ed interpretare anche i più piccoli mutamenti all’interno della vasca. | Anemone con granchi Neopetrolisthes simbionti. |
Per spiegarvi meglio questo concetto, vi parlerò di che cosa significa costruire un acquario marino di barriera, sempre naturalmente, secondo la mia modesta opinione.
Le barriere coralline sono il più complesso sistema animale vivente presente sul pianeta terra ed hanno impiegato centinaia di milioni d’anni per formarsi e diventare ciò che sono oggi (che non è certo il momento del loro massimo splendore grazie all’azione parassitica perpetrata dal genere umano).
Se è stata complessa la formazione delle barriere in natura, pensiamo a che cosa significa ricrearla in un modesto spazio chiuso, come un acquario.
Dico questo non per scoraggiare chi vuole avvicinarsi a questo meraviglioso mondo, ma per affrontare obiettivamente un argomento lungo, complesso, ma nel suo insieme riconducibile a pochissimo, vale a dire le tre parole magiche: passione, erudizione e costanza.
L’acquario, marino o dolce esso sia, NON E’ un complemento d’arredamento e non è un gioco per bambini, ma un “essere vivente”, basti pensare a quante piccole vite sono in lui contenute, e considerando questo, dobbiamo scegliere la nostra vasca in relazione a ciò che intendiamo ospitare in lei, ricordando che, disponibilità economica permettendo, un acquario non è mai abbastanza grande, soprattutto se si tratta di un acquario marino.
Dando per assodato che tutti capiscano l’equazione vita=rispetto, anche se nutro dei seri dubbi a riguardo, proseguo affermando che la prima cosa da non fare, è cercare di stipare quanti più animali è possibile nella nostra vasca, questo perché i nostri animali, se saranno accuditi adeguatamente, cresceranno ancora ed ancora.
Ogni piccola creatura che voi desiderate inserire nel vostro acquario, MERITA lo spazio necessario per nuotare, nascondersi, crescere e nutrirsi in modo dignitoso, non facendo lo slalom tra le “balene” che tanti, sbagliando comprano.
Altra cosa eticamente fondamentale, è non acquistare pesci adulti, poiché essi sono stati privati dalla vita selvaggia dopo avere assaporato anni di libertà, secondo me una vera barbarie!
Oltre a ciò, si deve considerare che privare una determinata zona di mare d’esemplari di pesci adulti, di qualsiasi specie essi siano, crea un notevole squilibrio ambientale che impiega mesi per essere ristabilito.
E poi, non è una soddisfazione potere contribuire allo sviluppo di una piccola vita, vedendola crescere sin da pochi mesi dopo la nascita, sia essa un corallo od un pesce?
C’è da dire inoltre, che esistono animali assurdamente messi in commercio, quali i pesci di grande taglia, come le Cernie, i Volitans, gli Squali, le Razze e molti altri, quasi sempre venduti giovani e di pochi centimetri ad ignari e sprovveduti neofiti da negozianti senza scrupoli; Animali che diventano ingestibili quando adulti, a causa delle loro dimensioni e della loro voracità.
Insomma, è lo stesso concetto di quando acquistate un cane…, il 90% di noi compra cani cuccioli, non dei mastini addestrati come nei film americani!
In definitiva, per avere successo con il vostro acquario di barriera, non dovete fare altro che dare ai vostri animali una vita il più vicina possibile a quella libera del mare, anche se resta quasi sempre un’utopia…
Per questo, dobbiamo considerare che la maggior parte delle specie vertebrate di barriera corallina, sono estremamente territoriali, e quindi si limitano ad occupare uno spazio relativamente contenuto di alcune decine o centinaia di metri.
Ritengo sia quindi improponibile e disumano, ospitare pesci quali Pomacantidi, grossi Acanturidi, ecc, ecc, in vaschette da 200 litri o poco più.
Alta cosa importante da dire è, che i pesci marini sono dotati di una particolare intelligenza e sensibilità, che li fa letteralmente affezionare a colui che li accudisce, lasciandosi accarezzare e catturare anche a mani nude da questa persona; Trovo quindi sciocco ed empio, colui che li considera come un qualsiasi suppellettile di casa, che una volta diventato troppo ingombrante e di poco effetto, è ceduto o regalato al primo che capita.
Questo principio di rispetto verso le risorse naturali, cerco di applicarlo anche nella scelta degli invertebrati, dedicando la maggior parte del mio acquario, all’impianto di piccole talee, sia di coralli duri sia molli, grazie alle quali posso vantare un’innumerevole varietà di specie d’invertebrati, invece di possedere 10 “blocchi” da 30 cm tutti uguali.
Certo, io l’acquario l’ho fatto per il mio piacere personale e non per farmi bello con nessuno, chi invece lo fa con la sciocca idea di “mostrare” a tutti questo e quello, deve per forza compare coralli da mezzo milione di lire, altrimenti un profano non li noterebbe mai!
Pensate che ancora oggi, nonostante penso ormai tutti siano andati una volta almeno in Mar Rosso, c’è ancora un mucchio di gente che mi chiede: ” Ma quelle piantine li, sono alghe vere?”, magari guardando delle acropore o le Dendronepthie…!
Comunque, ritornando al discorso delle talee, ribadisco con fermezza la loro importanza nella salvaguardia e ripopolamento delle barriere coralline, sia indirettamente, in altre parole attraverso l’intensificazione della riproduzione o propagazione in cattività, riducendo quindi le importazioni di animali selvatici, sia direttamente, andando a reinserirein barriera quegli esemplari decimati da anni di sfruttamento da parte dell’uomo. L’acquariofilo intelligente, prima di acquistare qualsiasi cosa, si documenta su di essa, sue esigenze ambientali, le sue abitudini e tutto ciò che ne consegue, e certo se vi aspettate che tutti i negozianti vi consiglino bene e secondo i criteri esposti in quest’articolo, allora siate pronti a fronteggiare una catastrofe.
Di tutti i negozianti che ho conosciuto da quando m’interesso di quest’hobby, posso dire con certezza che un buon 50-60% non ha la più pallida idea di che cosa sia un acquario di barriera, un 30% nutre dei dubbi sull’argomento, ed un 10% è veramente competente.
In Italia, il nostro è un hobby ancora poco diffuso che vive molto di dicerie e “leggende metropolitane” piuttosto che di vera cultura acquariofila…, anche se devo affermare che negli ultimi due o tre anni le cose si stanno lentamente evolvendo.
Ho steso il seguente riassunto, per rispondere in modo “sintetico” alla domanda: ” In sintesi, quali sono le regole d’oro per costruire un acquario marino di barriera di successo?”
1. Una volta matura, inserite in vasca prima gli invertebrati poi i pesci, mantenendo sempre il rapporto un Pesce: 10 Invertebrati (di dimensioni medie)
2. Inserire in vasca quanti più organismi spazzini, quali stelle, paguri, gamberetti, oloturie, ricci, ecc, ecc.
3. Utilizzare un materiale di fondo a graniglia medio grande per uno spessore del fondo, max di 1-2cm, ed inserirlo dopo avere posizionato le rocce facendo attenzione a non metterlo dietro di esse. Non sifonare mai il fondo, ma smuoverlo ogni settimana, meglio la notte, permettendo agli invertebrati di mangiare la polverina che si alzerà in sospensione, chiamata Sea Snow (Neve marina) in inglese.
4. Utilizzare un reattore di calcio con Phmetro in vasca e gruppo CO2, per arricchire l’acqua di calcio ed altri elementi. Questo è il sistema più equilibrato. Mantenere la proporzione di un bolla di Co2 il secondo e 3-4 gocce/sec d’acqua in uscita.
5. Eliminare tutti i sistemi di filtraggio quali spugne, bioballs, cannolicchi, filtri a canestro, lane filtranti ecc, ecc. Essi, oltre ad intrappolare le sostanze in sospensione, fermano anche cibo, piccole larve, e tutto il resto. In una vasca che “gira bene”, con un movimento d’acqua d’almeno 10 volte la capacità della vasca, anche senza spugne e filtri meccanici, non ci sarà un pulviscolo di troppo che fluttua. La polvere che fluttua nell’acqua, è un’importante fonte di nutrimento per i coralli, i quali, apprezzeranno questa scelta, estroflettendo i propri polipi anche durante il giorno, come di solito fanno la notte a luci spente.
6. Rispettare sempre la proporzione 100 Litri d’acqua: 20 kg di rocce vive
7. Moderare l’uso d’integratori e limitarsi a quelli essenziali quali, Oligoelementi, stronzio, molibdeno, ferro, iodio, vitamine per i coralli.
8. Non spegnere mai lo schiumatoio, che oltre a rimuovere le sostanze inquinanti, ossigena l’acqua e stabilizza il redox.
9. Cambiare il 10% dell’acqua una volta il mese.
10. Non avere paura a nutrire i pesci poco e spesso, essi devono essere “belli in carne” come in natura, e non degli smilzi affamati! Nutrire adeguatamente i pesci NON inquina se avete rispettato la proporzione del punto uno. Per nutrire i pesci, utilizzare prevalentemente cibi secchi, variando fiocchi, granuli, pellets, alghe secche per i pesci fitofagi e solo un paio di volte la settimana utilizzare i surgelati. (Che sono pieni di fosfati).
11. Se rispettate le proporzioni qui indicate, il denitratore NON serve a niente. Se il rapporto pesci coralli è adeguato, saranno i coralli stessi e le rocce vive a fare da filtro denitratore.
12. In una vasca domestica, la lampada Uv sterilizzatrice non serve a nulla. Se la vasca è avviata correttamente e l’ambiente è equilibrato, malattie quali Criptocarion ed Oodinium, nel caso si manifestassero sarebbero assorbite dalla vasca, in quanto le larve che si staccano dalla pelle dei pesci e cadono, vengono di continuo catturate dagli invertebrato sottostanti ed in breve tempo la malattia scompare. Tre esempi di pesci da me inseriti nella mia vasca, uno Zebrasoma Flavescens, un Paracanthurus Hepatus ed un Acanthurus Achilles, tutti è tre inseriti sani, si sono letteralmente coperti di Criptocarion il giorno seguente, ma dopo due o tre giorni, si sono puliti e da allora la malattie è solo un ricordo!
13. Dare ai vostri animali almeno 12 ore di luce totali.
14. Nutrire ogni due-tre giorni gli invertebrati, con cibo secco fine e pezzi di cozze, gamberetti, ecc, secondo le dimensioni dei polipi del corallo.
15. La luce non è mai abbastanza, quindi montate le lampade più potenti che potete acquistare, nella temperatura colore 10000-14000°Kelvin.
16. Mantenete la salinità in un valore compreso tra 1023 e 1024, con una temperatura di circa 25 °C in inverno e 28-29°C in estate. Non fate mai scendere la temperatura sotto i venticinque gradi se desiderate vedere le vostre sclerattinie crescere. Temperature inferiori ai 24 °C, rallentano l’assorbimento di calcio nei coralli duri, anche del 60%.
17. Inserire in vasca tridacne nelle seguenti proporzioni minime: 100litri di capacità =1 Tridacna, in quanto esse essendo bivalvi filtrano continuamente l’acqua, aiutando ad abbattere i nutrienti in eccesso. Ovviamente più ne avete meglio è!
18. Non lavare i pavimenti di casa con prodotti a base d’ammoniaca!
19. Lavarsi bene le mani con acqua corrente ogni volta che s’inseriscono le mani in vasca. In commercio ci sono talmente tante cose belle ed inutili, che a volte è davvero impossibile non cedere alla tentazione.
Impariamo a ricordare, che più sarà semplice ed equilibrata la gestione del nostro acquario, maggiormente positivi saranno i risultati dai noi ottenuti. L’EQUILIBRIO E L’ARMONIA NELL’AMBIENTE CHE CREATE, SONO LA CHIAVE DEL VOSTRO SUCCESSO ! Scheda tecnica
Vasca (Elos)
Dimensioni: Lunghezza 230, profondità 60, altezza 60, ventro 19 mm senza tiranti a doppio fondo.
Capacità: Litri 828 Lordi. Filtraggio
110 Kg di rocce vive + 120 kg di travertino come fondo e rialzo per le precedenti
Sump di ricircolo da litri 250 piena a metà con 1 pompa di ritorno immersa Ocean Runner 3500
Schiumatoio Aquamedic Turboflotor 5000 baby con pompa Aqua Medic Ocean Runner 3500 con girante a spazzola
Refugium Litri 120 con Caulerpa a caduta nel sump
Non sono presenti lane filtranti e nessun altro tipo di filtraggio meccanico a parte l’uso saltuario di carbone attivo e resina assorbi fosfati Rowa.
Cambio d’acqua 60 Litri ogni 30 gg.
Aspirazione fondo : mai Movimento
1 Pompa per l’immissione dell’acqua dalla sump Ocean Runner 3500( In funzione 24 ore )
Movimento n° 3 pompe Aqua Medic Ocean Runner 3500, a funzionamento alternato con 10 minuti di spegnimento ogni 30 minuti di funzionamento, inoltre, ferme dalle ore 01,00 alle 06,00, gestite da timer. Illuminazione
2 Plafoniere Aqua Medic con 1 lampada ciascuna HQI da 400 Watt a 10.000° K con funzionamento “a fasi solari” come da schema:
1 tubo fluorescente Tunze da 150 Watt blu 09,30 – 23,30(14 ore)
Lampada lato est : Accensione 10,30 ; Spegnimento 21,30
Lampada lato ovest : Accensione 11,30 ; Spegnimento 22,30
Moon Light 4w Aqua Medic sempre accesa Accessori
Controller Aqua Medic per la regolazione del pH con sonda nel sump, collegato a reattore di calcio Aquamedic ed impianto di CO2 Aqua Medic
Rabbocco automatico dell’acqua evaporata
Refrigerazione a mezzo ventilatore in stanza climatizzata Rocce vive
I 110 chili di rocce delle Fiji ed Indonesia erano spettacolari, mentre il travertino usato come base per alzare la barriera , essendo una roccia calcarea molto porosa di origine marina, impiega circa 6 mesi per essere completamente colonizzata dai batteri. Valori chimici
Temperatura: 24/25 ºC inverno – 26/29°C Estate
Densità: 1023/4
pH: 8,17-20 (mattina) – 8,40-45 (sera)
KH: 14-16 ºdKH
Calcio (Ca): 400-600 mg/l
Nitriti (NO2): Non misurabili
Nitrati (NO3): 10/30 mg./litro
Fosfati (PO4): 0,1 mg./litro Le malattie
Vorrei spendere una parola su questo tema spesso fonte di equivoci.
Fin quando non fornirete ai vostri pesci una vita adeguata alle loro esigenze, essi si ammaleranno sempre.
Per essere più chiaro vi porto degli esempi:
Nel mio acquario di barriera, ogni possibile malattia introdotta da nuovi ospiti, ha fatto il proprio corso ed è sparita da sola senza che io facessi nulla.
Questo non è accaduto per magia, ma perchè l’ambiente in cui i miei animali vivono è equilibrato e fornisce loro condizioni simili a quelle presenti in natura, cioè la presenza di molti invertebrati, che fungono non solo da filtro per le sostanze chimiche presenti nell’acqua (Nitrati e Fosfati in quantità basse), ma anche per le piccole larve dei parassiti dei pesci, che vengono letteralmente divorate mano a mano che i staccano dalla pelle dell’animale per riprodursi.
Altro esempio…, e’ evidente che in un acquario dove sono ospitati solo pesci, ogni tanto qualcuno si ammali infettando anche gli altri!
Vi siete mai chiesti come mai il tanto desiderato Pomacanthus Imperator spesso è vittima di Criptocarion od Oodinium o vermi alle branchie ecc,ecc, per non parlare degli altri bellissimi pomacantidi e dei pesci farfalla?
Bè, dato che in natura essi si cibano di coralli ed altri invertebrati, è evidente che in un ambiente dove mangiano solo Artemie, alghe e fiocchi, la loro dieta manca di qualcosa di essenziale, anche perchè io non ho mai visto un mangime a base di Acropore o Sarcophiton…! Feedbacks generali
Non sono soddisfatto del funzionamento dei seguenti accessori:
Pompe Aqua Medic Ocean Runner 3500 = Rumorose
Phcontroller Aqua Medic = Notevolmente impreciso
Aiptasie: Dopo l’inserimento dei Lysmata Wundermanni, lentamente, molto lentamente, sta cambiando qualcosa.
Xenia Elongata Pulsante: Pulsa solo la mattina…
Integratori: Una volta la settimana Kent Marine ( Essential Elements, Iodine, Strontioum&Molybdeno, Iron e Coral Accelerator) mezza dose rispetto a quella consigliata.
Ogni giorno due goccie di Lugol’s Solution. Cibo pesci
Ogni giorno alghe secche Ocean Nutrition (Red-green-brown)
Elos secco granulare o fiocchi spirulina o pellets spirulina
Due volte la settimana surgelati assortiti (Meno surgelati=meno fosfati) Cibo invertebrati
A notti alterne ed a luci spente…:
Pezzi di vongole a tubastree ed anemoni
Alterno uova di aragosta,Sera Micron, Elos Svc.
Inoltre, ogni giorno somministro 1 litro di Fitoplancton ed 1 Litro di Zooplankton di mia produzione
Quando non somministro cibo, smuovo il fondo per alzare il sedimento che viene anch’esso utilizzato come cibo dai coralli (la cosiddetta Sea Snow)
Per ulteriori informazioni, sarò felice di rispondere ai vostri quesiti. Gianluca Bin: gleam@inwind.it Fotografie |