Uno dei ciclidi sudamericani più facili da riprodurre è lo Pterophyllum Scalare. Come altri ciclidi non aggressivi, almeno nei confronti di coinquilini di taglia non eccessivamente piccola, presenta il grande vantaggio di riprodursi in acquari di comunità senza bisogno di dover trasferire la coppia in una vasca separata, preparata appositamente per la riproduzione.
Prima dell’acquisto è fondamentale accertarsi che i pesci siano sani nell’aspetto, non siano apatici o con equilibrio instabile e, soprattutto, che si gettino sul cibo con vivacità assumendolo senza poi risputarlo. Quest’ultimo aspetto è molto importante in quanto, nella fase iniziale di una delle malattie più note che colpiscono gli scalari, il pesce prende in bocca il cibo con voracità ma poi lo rigetta. Formazione della coppia Nel corso di alcuni mesi assisteremo alla formazione della coppia, che comincia a separarsi sempre più dal gruppo e successivamente a cacciare, con sempre maggiore determinazione, gli altri ciclidi dai territori scelti per la futura riproduzione. Allevamento con i genitori In questo caso è necessario allontanare tutti gli altri ciclidi presenti nell’acquario ed i pesci dotati di grande vivacità quali Brachidanio, Barbus ecc.
Nel caso in cui la coppia non abbia la possibilità di allevare la prole (uova non fecondate o mangiate dagli altri pesci o prelevate dall’allevatore) le deposizioni si susseguiranno ad intervalli di circa 15-20 giorni.
Dopo la schiusa, che avviene circa 48-72 ore dopo la deposizione, le larve rimangono attaccate al substrato, dove è avvenuta la deposizione, per altri 6 o 7 giorni quando, assorbito il sacco vitellino, iniziano a nuotare, sempre sorvegliate da entrambi i genitori che le difendono con molta energia da eventuali potenziali predatori, spesso prendendo in bocca quelle che si allontanano e risputandole nel gruppo.
Prima che le larve inizino a nuotare, per evitare che vengano aspirate attraverso le prese del filtro, sarà necessario togliere le griglie di aspirazione (seil filtro lo permette) e sostituirle con dei batuffoli di lana di perlon. Alimentazione degli avannotti L’alimentazione degli avannotti è la fase più impegnativa e delicata in quanto, contrariamente a molte specie di pesci che, fin da piccoli, possono essere nutriti con mangimi artificiali, è necessario somministrare agli avannotti mangime vivo, per ottenere pesci sani e risultati migliori in termini numerici. Vista l’oggettiva difficoltà di reperirlo in natura sarà necessario avviare una coltura di “Artemia salina” (un crostaceo di acqua salata) le cui uova sono reperibili in quasi tutti i negozi di acquariofilia. Per la schiusa delle uova di Artemia sono in vendita appositi schiuditoi che facilitano la raccolta dei piccoli crostacei privi del guscio delle uova che è sconsigliabile fornire agli avannotti. La coltura dovrà essere avviata al 7° giorno della deposizione cioè 24-48 ore prima che gli avannotti nuotino liberamente. Per i primi 2 o 3 giorni sarà necessario fornire naupli (artemie appena nate) di uova appena schiuse che, per le loro piccole dimensioni, possono essere facilmente assunti dai piccoli pesci.
Per la somministrazione nella vasca, alla presenza dei genitori, sarà necessario utilizzare una comune siringa da 10-20cc, con la quale assorbiremo i naupli, dopo averli sciacquati in acqua dolce, e, con l’aiuto di un tubetto rigido, applicato alla siringa al posto dell’ago, li spingeremo al centro del gruppo di avannotti. E’ consigliabile spegnere il filtro prima della somministrazione e riaccenderlo non appena le artemie saranno state tutte consumate. Al posto della siringa è molto più comodo utilizzare un aspiratore del muco del nasino dei neonati, in vendita presso le farmacie, al quale avremo collegato un tubetto di prolunga rigido tramite un pezzetto di tubicino di aeratore. Allevamento senza i genitori L’allevamento delle larve separate dai genitori è meno interessante, ma senz’altro più facile in quanto si eliminano alcuni fattori negativi quali l’eventuale disaccordo dei genitori che potrebbero trascurare la prole, facilitandone la predabilità, somministrazioni di mangime in ambienti di grandi dimensioni e pertanto dispersivi, eventuali malattie dovute alla scarsa igiene dell’acquario ecc. In ambienti piccoli sarà inoltre più facile somministrare il cibo, controllare che tutti gli avannotti lo assumano, prevenire eventuali malattie, prelevare i piccoli scalari per trasferirli nelle vasche di accrescimento suddivisi per taglia. Prelievo delle larve Due sono i metodi per prelevare le larve: se la coppia depone su materiali asportabili quali foglie di Echinodorus o di altre piante a foglia larga, recidere la foglia alla base al 5° o 6° giorno dalla deposizione, quando è ancora abbastanza adesivo il filamento che lega gli avannotti alla foglia, introdurla in un contenitore di circa 3 litri con la stessa acqua dell’acquario, operando sempre in immersione, e lasciarlo galleggiare nell’acquario stesso o, meglio, in un altro acquario non arredato che potremo utilizzare in futuro per la successiva fase di accrescimento. Introdurre nel contenitore una pietra porosa, collegata ad un aeratore, che muova l’acqua in prossimità delle larve. Prima di tagliare la foglia e durante tutta l’operazione, trattenere i genitori in uno o due retini di grandi dimensioni altrimenti i loro attacchi provocheranno il distacco dalla foglia e la perdita di molte larve.
Effettuare frequenti cambi d’acqua nella misura di 2 o 3 bicchieri 3 o 4 volte al giorno, reintegrandola con quella dell’acquario ed eliminare le eventuali uova ammuffite, divenute di colore bianco latte, asportandole delicatamente con una siringa. A conclusione si riportano le principali caratteristiche dell’acqua dell’acquario per la riproduzione: Scostamenti non significativi dai valori sopra elencati non pregiudicano la riuscita della deposizione e dell’allevamento, l’unico elemento che potrebbe essere considerato critico è la temperatura che, se troppo bassa, potrebbe pregiudicare la sana crescita degli scalari. |

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Chiedo scusa, ma lasciare sulla foglia le larve senza somministrargli artificialmente il cibo o senza asportarle altrove, le porta inesorabilmente alla morte o 2/3 larve potrebbero cmq sopravvivere e diventare a tutti gli effetti pesci?