In queste poche righe vorrei trattare l’argomento piante. Da premettere che non è una guida avanzata e approfondita, ma solo una linea da seguire per chi si è appena avvicinato al mondo degli acquari e, inevitabilmente, si pone i primi quesiti sulle piante.
Le piante perché?
Il perché è presto detto. Le piante:
- rendono l’ambiente più naturale;
- offrono nascondigli per soggetti sottomessi, femmine stressate e avannotti;
- offrono riparo dalla luce diretta dei neon creando zone d’ombra;
- ci danno una grossa mano per tenere alcuni inquinanti sotto controllo. Vedi nitrati e fosfati;
- ossigenano l’acqua;
- alcune specie usano le loro foglie per deporre le uova.
- rubano nutrienti dall’acqua tenendo a bada le alghe.
Le piante finte perché no?
- non hanno nessuno dei vantaggi citati poc’anzi;
- sono del tutto innaturali nelle forme e nei colori;
- si riempiono facilmente di alghe;
- col tempo potrebbero rilasciare in acqua sostanze nocive e/o coloranti.
Molti neofiti sono intimoriti dalla piante vere. Le frasi che sento frequentemente sono: non ho il pollice verde, non ho l’anidride carbonica, non ho tempo di prendermene cura, ecc ecc.
Paure infondate!
Non serve né una profonda e scientifica conoscenza del mondo vegetale né tantomeno costosi impianti di vario genere o ore ed ore da potergli dedicare.
Certo non stiamo parlando di plantacquari in stile olandese o delle vasche di Takashi Amano. So che sono gli allestimenti che colpiscono per primi la fantasia di un neofita, ma prima di lanciarsi a capofitto in questo tipo di vasche è meglio pensare al dispendio economico e di tempo che vi sottrarranno.
Sono allestimenti che necessitano di una certa tecnica e una certa esperienza, è quindi bene informarsi prima perché è una branca dell’acquariofilia molto suggestiva ma non per tutti.
Ma non siamo qui a parlare di queste vasche! L’intento è far capire a chi non ha alcuna esperienza che può avere un acquario verde e rigoglioso senza tanti artifici e senza impazzire in potature e cure maniacali.
Attenzione agli asterischi!
Alcune piante comuni in acquariofilia sono entrate in una lista interno al regolamento UE n. 1143/2014 che vieta e regola la commercializzazione, l’introduzione sul territorio nazionale, il rilascio in natura ma anche la detenzione di specie esotiche invasive.
Le piante semplici
L’illuminazione nella maggior parte delle vasche commerciali non permette di coltivare piante molto particolari, ma, come anticipato prima, si può comunque fare un bellissimo allestimento verde e rigoglio con piante semplici e poco esigenti.
Epifite
Parlando di piante semplici non si può far a meno di menzionare le epifite. Anubias, Microsorum, Bolbitis. Sono piante che usano gli arredi, legni o rocce, come supporto.
In pratica le radici hanno la sola funzione di ancoraggio e traggono i nutrienti direttamente dalla colonna d’acqua.
Non necessitano di fertilizzazione particolare né di illuminazione intensa. Anzi meglio posizionarle in zone ombreggiate.
Per mettere queste piante a dimora nelle nostre vasche, basta spuntare le radici e legare il rizoma al supporto desiderato usando del semplice filo di nylon. Si possono anche poggiare sul fondo, ma sempre avendo l’accortezza di interrare solo le radici lasciando il rizoma completamente scoperto, pena la marcescenza della pianta.
Cryptocoryne ed Echinodorus
Altre piante facilissime da coltivare sono le piante palustri appartenenti al genere Cryptocoryne ed Echinodorus.
Sono piante molto robuste e rustiche, si adattano ai più svariati valori dell’acqua. Sviluppano un imponente apparato radicale infatti traggono la maggior parte dei nutrienti proprio dalle radici.
Per queste piante basta un fondo fertile o, in alternativa, delle tabs fertilizzanti da interrare nelle loro prossimità.
In genere le Cryptocoryne sono molto meno esigenti per quanto riguarda l’illuminazione, crescono bene anche in zone ombreggiate. Hanno l’unico inconveniente che risentono molto della variazione dei valori chimici dell’acqua. Al variare di durezza, ph o anche illuminazione non è difficile vederle perdere tutte le foglie per poi metterne di nuove adatte alle nuove condizioni ambientali. Questo fenomeno è detto “peste delle Cryptocoryne”.
Le Echinodorus crescono bene con un’illuminazione media, ma necessitano di vasche abbastanza grandi viste le ragguardevoli dimensioni che raggiungono.
Entrambi i generi sono coltivati in forma emersa, come quasi tutte le piante d’acquario, ed è facile notare un deperimento delle foglie dopo qualche settimana dall’inserimento in vasca. E’ solo una fase che la pianta attraversa per ambientarsi. Nel giro di poco tempo spunteranno nuove foglie adatte alla vita sommersa.
Altro genere poco esigente e di facile coltivazione è quello della Vallisneria. Ne esistono numerose varietà, come per le altre. Sono piante che si adattano ai più disparati valori dell’acqua, necessitano di un’illuminazione media e basta un fondo fertile perché queste piante diventino quasi invasive.
Anche le piante del genere Crinum sono facili da tenere. Il bulbo va interrato nel fondo che deve essere ricco di nutrienti, lasciando, però, il colletto fuori.
Adatta a vasche di una certa capienza vista la notevole lunghezza delle foglie, superano agevolmente il metro.
Hygrophila
Piante leggermente più esigenti, ma molto adattabili a diverse condizioni ambientali, sono quelle appartenenti al genere Hygrophila. In particolare l’H. corymbosa e l’H. polysperma sono molto diffuse proprio per la loro semplicità di coltivazione.
La prima non richiede fondo fertile anche se una sua presenza può farla crescere più robusta. Crescono bene in acque tenere anche se prediligono quelle dure. Sono entrambe a crescita medio-veloce in particolar modo l’H. polysperma.
Un’illuminazione media e una buona concentrazione di potassio permette loro di crescere al meglio.
Sagittaria
Il genere Sagittaria (descrizione di ALEX007), appartenente alla stessa famiglia delle Echinodorus (Alismataceae) presenta delle specie di facile coltivazione come la Sagittaria subulata, pianta palustre SudAmericana dalle foglie nastriformi spesso scambiata per una Vallisneria.
In emersione produce foglie più corte e coriacee che ricordano piccole frecce. Non ha particolari esigenze, forma rosette e si moltiplica rapidamente per stoloni raggiungendo un’altezza di 20 – 30 cm che può esser superiore in caso di scarsa illuminazione (la var. pusilla rimane più bassa, la var. gracillima può sfiorare i 60 cm).
Sviluppa un buon apparato radicale e trae beneficio dalla presenza di un fondo fertilizzato con ferro.
Muschi
Come non citare anche i muschi!? Tra i più semplici da tenere in acquario. Anch’essi, come le epifite, vanno legati a legni o rocce.
Non emettono delle vere e proprie radici, ma rizoidi con i quali si ancorano a qualsiasi supporto. Generalmente sono molto poco esigenti sia in fatto di fertilizzazione che di luce.
L’unica accortezza che si deve avere nel legarli è quella di non fare dei mucchietti, ma stenderli bene altrimenti la parte sottostante non riuscirà a crescere e ad ancorarsi.
Sono indispensabili per l’allestimento di caridinai e ottimi in vasche di riproduzione per la notevole microfauna che si sviluppa tra i loro talli e che poi andrà a nutrire gli avannotti.
Najas guadalupensis
C’è anche un’altra pianta che fornisce un ottimo riparo agli avannotti ed è la Najas guadalupensis. Una pianta dalle pochissime esigenze. Cresce bene e velocemente anche con poca luce, è molto fragile ed ha una crescita disordinata. Forma dei cespugli intricati in cui gli avannotti trovano appunto riparo.
Hydrocotyle
Altra pianta consigliabile per le poche esigenze, la robustezza e la rapida crescita è l’Hydrocotyle leucocephala. Cresce bene anche sotto scarsa illuminazione e in diverse condizioni ambientali. E’ una pianta che tende a raggiungere la superficie ed è facile osservarla in condizioni emerse se ha un supporto sul quale arrampicarsi.
Ceratophyllum
Ed ora eccoci giunti alla pianta che non dovrebbe mai mancare in nessuna vasca. Sto parlando della Ceratophyllum demersum. Una pianta dalla velocità di crescita impressionante, adattabilissima ai più disparati valori e condizioni di luce. E’ una galleggiante che non emette radici. Può essere anche ancorata al fondo usando dei pesi (bulloni di acciaio inox, cannolicchi, piccole pietre), ma, data l’impressionante crescita, va potata molto di frequente.
Piante galleggianti
Altre piante facili che hanno anche il vantaggio di offrire riparo dalla luce diretta dei neon sono le galleggianti. Qui l’elenco potrebbe essere lunghissimo. Tra le più diffuse ci sono: Pistia stratiotes, Lemna minor, Salvinia natans, Limnobium laevigatum, Riccia fluitans, ecc ecc.
Altre
Oltre alla Ceratophyllum, anche la Riccia merita un discorso a parte in quanto spesso viene coltivata in immersione. Forma degli splendidi cespugli dal verde chiaro, ma, in questo tipo di coltivazione, diventa estremamente esigente. Richiede illuminazione intensa e un’abbondante erogazione di CO2.
La pianta che più mi ha sorpreso per la sua poca richiesta di luce è la Monosolenium tenerum. E’ facilissima da coltivare ed ha una crescita media. Va trattata come i muschi stando, però, attenti a non legarla troppo forte perché è estremamente delicata e i suoi talli si rompono facilmente.
Quasi dimenticavo di parlare di quella che non è propriamente una pianta, ma bensì un’alga: l’Aegagropila linnaei. Dai più conosciuta come Cladophora. Attira molto per la sua particolare forma sferica. Si adatta a tutte le condizioni ed è lentissima nella crescita. L’unica attenzione che richiede è quella di rigirarla di tanto in tanto per non far marcire la parte sottostante che non riceve luce.
Alcuni la usano anche per ricoprire legni o rocce legandola come se fosse muschio. Anche in questo caso deve essere stesa bene proprio perchè riceva luce fino in fondo. Le potature è meglio eseguirle fuori dall’acquario altrimenti c’è il rischio che si diffonda per tutta la vasca. Ricordiamolo: è sempre un’alga. QUItrovate le foto e un articolo molto dettagliato su di essa.
Se sei un neofita alla prima esperienza con le piante, quelle sopracitate vanno più che bene per avere un piccolo giardino sommerso.
Ho volutamente evitato di parlare di altri generi come Rotala, Ludwigia**, Bacopa, Cabomba**, ecc ecc. Sono piante che, secondo me, vanno coltivate dopo essersi impratichiti con le altre più facili (NB più facili non vuol dire meno belle).
Non sono piante impossibili da coltivare, ma necessitano di cure differenti. Più luce, più fertilizzanti, anidride carbonica, potature settimanali….insomma è un bell’impegno.
E’ importante informarsi prima di acquistare una pianta sulle sue esigenze, proprio come fate per i pesci. Vi risparmierete delusioni e denaro. Un modo semplice, e un po’ riduttivo, per sceglierle è calcolarsi il rapporto watt/litri che ha la nostra vasca.
In questo modo si può sapere approssimativamente quanta luce siamo in grado di fornire alle piante. Usando poi questa tabella si potranno scegliere quelle più adatte.
In realtà andrebbero considerati anche altri fattori quali: l’altezza della colonna d’acqua, il tipo di lampade utilizzate che hanno una penetrabilità differente, la loro disposizione, ecc.
Altri articoli più approfonditi sull’argomento piante li trovate QUI.
Piante da NON comprare
Nonostante esista una varietà spropositata di piante che si adattano alla vita sommersa o vere e proprie piante acquatiche, nei negozi si continuano a vendere (forse è meglio dire spacciare) delle piante che non sono assolutamente adeguate a questo tipo di coltivazione.
Attirano per i loro colori o striature appariscenti, ma nel giro di qualche giorno o settimana si iniziano a vedere i primi deperimenti e il primo sconforto dell’acquariofilo inesperto.
Ci sono alcune caratteristiche delle piante non adatte all’acquario che possono farvi riflettere prima dell’acquisto:
- colori sgargianti;
- fusto e foglie dure e coriacee;
- presenza di peletti sulle foglie;
- la pianta e le foglie non si afflosciano quando vengono tirate fuori dall’acqua.
Qui un breve elenco dei nomi delle piante non adatte alla vita sommersa:
- Fittonia
- Dracaena
- Selaginella
- Syngonium
- Chamaedorea
- Spatiphyllum
- Ophiopogon japonicus
- Lycopodium
Foto 1 Fittonia coltivata in idroponica by Jessyka. Foto 2 Fittonia coltivata in acquario by Piccolo Attila.
In alto a destra Spatiphyllum coltivata in idroponica e alla sua sinistra Eichornia crassipes** (Giacinto d’acqua) galleggiante by malù.
Tra le piante non adatte alla coltivazione sommersa c’è una sempreverde che può esserci molto utile: la Scindapsus o comunemente detta Pothos. E’ la classica pianta da appartamento apprezzata da molti per la sua semplicità e bellezza. Può crescere sia come ricadente che come rampicante sviluppandosi per diversi metri.
L’utilità di questa pianta risiede nell’assorbire una gran quantità di nitrati dall’acqua, che, ricordiamo, ad elevate concentrazioni sono tossici per i pesci.
La coltivazione è molto semplice. Si taglia un ramo dalla pianta madre, si asportano le foglie più basse vicino al taglio e la si mette con il fusto in un vaso contenente acqua dell’acquario.
Occhio che non ci siano foglie sommerse altrimenti marciranno.
Nel giro di qualche giorno spunteranno le prime radici e la si potrà spostare in vasca sempre con lo stesso metodo. Solo il fusto con le radici aeree in acqua e il resto della pianta fuori.
Conclusioni
Ragazzi questo è un breve articolo che spero serva come infarinatura generale sulla coltivazione e la scelta delle piante più semplici. Non ho approfondito particolarmente l’argomento un po’ per mia mancanza un po’ perché è diretto ai neofiti.
Vuole essere una sorta di guida rapida.
Se ho sbagliato o omesso qualcosa siete pregati di farmelo notare in modo da correggere o ampliare.
Sono gradite anche delle belle foto delle piante citate sopra o di semplici allestimenti con esse.
Appena posso ne metto qualcuna già io.
Esempi di vasche allestite
Vasca di Ale87tv
Vasca di malù
Vasca di Johnny Brillo
Quattro vasche di Entropy
Vasca di Miranda
Vasca di Miskin
Vasca di IlQuarto
Grazie a chi lo leggerà e/o mi aiuterà a migliorarlo