Davvero una brutta sorpresa per gli scienziati che hanno trovato microplastiche nei pesci dell’Amazzonia, che popolano i suoi bacini d’acqua dolce.
Trovate microplastiche nell’80% dei pesci dell’Amazzonia
Da anni associazioni e attivisti che si adoperano per ripulire oceani, mari e corsi d’acqua dalla plastica, si battono per rendere consapevole il grande pubblico circa la gravità della situazione.
Ora gli scienziati hanno trovato le prime prove della contaminazione da microplastiche nei pesci che vivono nei fiumi dell’Amazzonia, in Brasile. Questo è uno degli effetti devastanti che l’uso estensivo di borse, bicchieri, cannucce e altri rifiuti di plastica hanno sul pianeta.
In occasione della Giornata Mondiale degli Oceani (8 giugno), abbiamo parlato di “Lotta alla plastica”. Ora purtroppo, oltre agli oceani, dobbiamo includere anche bacini d’acqua dolce nelle aree affette da questo problema.
Nel test effettuati sui pesci dell’Amazzonia che vivono nel Rio Xingu, uno dei maggiori affluenti del Rio delle Amazzoni, è emerso che circa l’80% delle specie esaminate (tra cui Pacu e Piranha rosso) presenta microplastiche nello stomaco.
I tristi risultati della ricerca nel Rio Xingu
È stato scelto il Rio Xingu per la sua biodiversità e per il fatto che ospiti specie sia carnivore che erbivore, di piccola e grande taglia.
Le analisi effettuate sugli stomaci dei pesci hanno identificato una dozzina di polimeri diversi tra loro, tutti usati per produrre gli oggetti di plastica che abbiamo menzionato prima. La maggioranza erano neri, rossi, blu, bianchi o trasparenti e la loro grandezza variava da 1 mm a 15 mm.
“È stata davvero una brutta sorpresa perché l’obbiettivo iniziale della nostra ricerca era capire le abitudini alimentari dei pesci, ma quando abbiamo iniziato ad analizzare i contenuti dei loro stomaci abbiamo trovato la plastica”, dice Tommaso Giarrizzo, che studia ecologia acquatica alla Federal University di Pará, in Brasile. “Ciò è davvero allarmante, perché l’inquinamento da microplastiche riguarda tutto il bacino del Rio delle Amazzoni.”
Gli scienziati hanno analizzato gli stomaci di 172 pesci appartenenti a 16 specie diverse. Sulla rivista Environmental Pollution, gli scienziati spiegano che 13 delle specie avevano inghiottito della plastica, sia che fossero erbivore che si nutrivano di piante di fiume, sia carnivore che si cibavano di altri pesci, o anche onnivore.
Gli erbivori potrebbero aver confuso i pezzetti di plastica coi semi, frutti o foglie, mentre gli onnivori potrebbero averli ingeriti perché attaccati a piante di fiume chiamate macrofite, che costituiscono gran parte della loro dieta. I carnivori come i piranha, invece, potrebbero essersi nutriti di altri pesci contaminati.
Marcelo Andrade, sempre della Federal University di Pará, dice: “È orribile scoprire che la plastica sia stata ingerita dall’80% delle specie analizzate e molte di queste sono anche consumate dall’uomo nel Rio delle Amazzoni. Quindi l’inquinamento da plastica è una seria minaccia anche per la popolazione umana.”
In tutto sono stati recuperati 96 pezzi di plastica dagli stomaci di 46 pesci dell’Amazzonia. I test ne hanno identificati più di un quarto in polietilene, un materiale usato nella pesca e che spesso viene buttato in fiumi e oceani. Altri materiali identificati sono PVC, poliammide, polipropilene, rayon e altri polimeri derivanti da oggetti di uso comune.
Preoccupazione per gli effetti sulla salute dell’uomo
I fiumi sono responsabili fino a un quinto dei rifiuti di plastica che si trovano negli oceani. La maggioranza dell’inquinamento è causato da una pessima gestione dei rifiuti o da spazzatura gettata intenzionalmente nei corsi d’acqua. Oltre il 90% dei rifiuti di plastica che raggiunge il mare aperto viene da 10 fiumi, 8 in Asia e 2 in Africa.
Giarrizzo dice che la ricerca si è dovuta approfondire per capire come finivano i rifiuti plastici nel Rio delle Amazzoni e per capirne l’impatto sulla salute dell’uomo. La preoccupazione principale è che mangiare pesci contaminati da microplastiche può portare a un accumulo di sostanze chimiche pericolose nel corpo.
“Anche se gli effetti del consumo di microplastiche da parte dell’uomo sono per la maggior parte sconosciuti, ciò che abbiamo scoperto è un problema di salute pubblica, visto che il Rio delle Amazzoni ha il più elevato consumo pro-capite di pesci”, sottolinea il ricercatore.
L’inquinamento da plastica non riguarda più solo mari e oceani
Il prof. Steve Ormerod, co-direttore del Cardiff University Water Research Institute, afferma: “Anche se la maggioranza dei programmi di sensibilizzazione ha enfatizzato il problema dell’inquinamento da plastica negli oceani, questa ricerca è la prova che la plastica è un grosso rischio anche per l’ecosistema fluviale mondiale.”
“Non ci sorprende che il Rio delle Amazzoni riversi circa 60mila tonnellate di plastica nell’Atlantico ogni anno. I campioni per questa ricerca sono stati raccolti nel Rio Xingu vicino ad Altamira, una città di 100mila abitanti. Se ogni pesce testato contiene dal 22 al 37% di microplastiche nel proprio stomaco, non possono che emergere preoccupazioni degli effetti fisici e tossicologici sulla popolazione.”
“Con un numero crescente di ricerche che trova microplastiche in animali acquatici, ora si sta investigando sulle principali fonti di materiale plastico nei fiumi, su dove finisca questo materiale nella catena alimentare e, soprattutto, che effetti ha sugli organismi e gli ecosistemi. Queste sono tutte informazioni essenziali se vogliamo gestire il problema della plastica basandoci su prove scientifiche.”
Fonte: The Guardian