Uno stupendo pesce di mare è il Rhinecanthus aculeatus, già ricordato da Linnaeus nel 1758, chiamato da molti semplicemente con l’appellativo Pesce Picasso e, da altri, Pesce Balestra; appartiene all’ordine dei Tetraodontidi e alla famiglia Balistidae.
Ambiente in libertà
È un abitante delle barriere coralline, anche dove i coralli sono morti, nelle acque dell’Oceano Pacifico e dell’Oceano Indiano, fino alle coste africane del Mar Rosso, oltreché nell’Oceano Atlantico in corrispondenza delle coste che vanno dal Senegal al Sud Africa.
Molti esemplari, soprattutto i più giovani, frequentano le acque costiere non troppo profonde e delle lagune, su fondali sabbiosi con la presenza di ciuffi di alghe che, in caso di pericolo, possono trasformarsi in ottimi nascondigli.
Essi amano la vita di gruppo, al contrario degli adulti, che sono territoriali e, a parte i pesci delle altre razze con i quali possono convivere senza difficoltà, difendono il loro dominio contro la vicinanza di co specifici o di coloro che, pur essendo di specie diverse, hanno colori che somigliano ai propri.
Ma, nell’ipotesi che non sia solo, come del resto è possibile nelle barriere coralline, può succedere che si verifichi qualche incontro ravvicinato, nel qual caso il combattimento è d’obbligo, accompagnato da suoni, che qualcuno ha definiti grugniti, molto forti per mettere in difficoltà l’avversario e per poi aggredirlo. Da notare che, quando giunge il momento dell’attacco, il Pesce Picasso apre le sue due spine in maniera tale che assumono la forma a balestra, nome che ha fissato quello della famiglia dei Balistidae (pesci balestra, appunto).
Logicamente, il problema per i vicini è dovuto alle dimensioni raggiungibili dal Rhinecanthus aculeatus, che in libertà può essere lungo fino a 30 centimetri, quando in cattività si ferma a 15 centimetri o poco più; comunque, attenzione alle dimensioni dei coinquilini, se non si desidera che diventino pranzo o cena del Pesce Picasso.
È un animale molto robusto e resistente alle malattie, quale l’Ooidinium, che può interessare la mucosa della pelle e delle branchie.
Descrizione della forma e della livrea del Pesce Picasso
Se si dice che la forma del Pesce Picasso è un rombo allungato, si pensa di non essere troppo lontani dal vero. Può muovere gli occhi indipendentemente l’uno dall’altro: questa facoltà consente al pesce di avere una visione molto più ampia intorno a sé, di grande comodità nell’individuare la presenza di prede o di eventuali predatori.
Interessante la bocca, con labbra carnose, munita di una dentatura formidabile dalla quale si dipartono segni di un colore giallo intenso, che la fanno sembrare molto più grande del vero, dando in tal modo un segnale su ciò che potrebbe succedere all’eventuale predatore, qualora decidesse di attaccare. Sopra le pinne pettorali si aprono i piccoli opercoli branchiali.
La prima pinna dorsale e quella ventrale sono dotate di una spina rigida erettile; queste spine sono utilizzate nel caso in cui il pesce rischi di essere portato via dalla corrente dell’acqua se è violenta, in quanto possono essere inserite nelle fessure delle formazioni coralline a formare una sorta di ancoraggio.
La seconda spina dorsale e quella anale, simmetricamente disposte sul corpo, sono mobili e servono, con il loro ondeggiamento, al movimento del Picasso in avanti indietro e al mantenimento dell’equilibrio. La pinna caudale, di forma trapezoidale, è molto mobile. Le pinne ventrali sono assenti. Il corpo è ben protetto da squame ossee.
La colorazione del Rhinecanthus aculeatus
La colorazione del Rhinecanthus aculeatus è tale che non a caso ha fatto pensare al pittore spagnolo Picasso e ritengo che la descrizione sia tutt’altro che facile: ma in ogni modo ci si prova.
La bocca, le pinne pettorali e gli occhi formano un triangolo di colore giallo chiaro, contornato da linee giallo oro che collegano le labbra gialle e la base delle pinne, per risalire fino sugli occhi, questa volta in azzurro. Il dorso è quasi nero, con una fascia trasversale più chiara. Il ventre è bianco nella parte anteriore, mentre andando verso il peduncolo caudale è attraversato da strisce scure disposte in modo trasversale, che vanno fino quasi al peduncolo caudale, il quale, a sua volta, è segnato da brevi strisce scure. La pinna caudale, a forma trapezoidale, è notevolmente sviluppata.
Comunque – sia ben chiaro – descrivere la livrea di un Pesce Picasso non è assolutamente facile, se non impossibile: qualche indicazione può offrire un’idea abbastanza lontana, ma solamente una visione diretta dal vero può far comprendere quanto questo pesce sia bello e ammirevole.
Alimentazione del Rhinecanthus aculeatus
Nel suo ambiente naturale, il Rhinecanthus aculeatus si nutre preferibilmente di alghe, detriti organici, crostacei, molluschi, ricci di mare, polipi di corallo, spugne, foraminiferi, crinoidi, ascidie, che trova sul fondale sabbioso e ricco di sedimenti, spruzzandovi contro un getto d’acqua e che schiaccia usando la sua robusta dentatura.
Curiosa e spettacolare la sua tattica per cibarsi dei ricci di mare: li colpisce con l bocca e li fa rotolare più volte, finché quei poveretti si trovano a pancia all’aria, mettendo a nudo la parte meno protetta, sulla quale intervenire per cibarsene.
In cattività è accettato qualsiasi tipo di alimento di origine animale, anche congelato (Artemia salina, Chironomus, Krill, Mysis, ma anche pesciolini, polpa di cozze), e vegetale (lattuga, fettine di banana e di zucchine, spinaci sbollentati), però di quando in quando gradisce l’inserimento di cibi freschi provenienti dalla pescheria.
Preparazione dell’acquario per il Pesce Picasso
Tenuto conto delle dimensioni di un Picasso adulto, la capacità del contenitore non può essere inferiore ai 180 o 200 litri di acqua, che deve essere superiore qualora non si desideri che il pesce sia solo, perché, considerato il loro carattere, deve essere notevole lo spazio a disposizione di ciascun ospite. L’arredamento deve essere costituito da rocce e radici di legno che formino ottimi nascondigli, dove il pesce possa riposarsi in tranquillità; ma non devono mancare le rocce vive, sacrificabili.
A proposito di tranquillità (questo chiarimento è diretto ai neofiti), può succedere che si veda il pesce appoggiato sul fondo come se avesse problemi di salute; ma di solito non è né malato nè morto, bensì si trova in una posizione da lui gradita per riposare, per cui lo si deve lasciare in pace. Altra novità consiste nella sua abitudine di nascondersi nella sabbia di fondo, pertanto, in quel caso, non si deve cercarlo con oggetti di scavo, ma lasciare che riemerga da solo.
Per rendere l’ambiente acquatico funzionante al massimo, si installa un filtro esterno con una buona portata; inoltre, importanti sono la sifonatura del fondo e frequenti ricambi di acqua. E non dovrebbe mancare una pompa del movimento per tenere la massa d’acqua mai troppo ferma e un ozonizzatore dentro a uno schiumatoio, avente lo scopo di limitare la accumulo dei fostati e dei nitrati prodotti dalla flora batterica del filtro biologico. Infine, l’acquario, deve essere dotato di una buona illuminazione.
Parametri dell’acqua
I valori dell’acqua sono ottimi essere nei seguenti intervalli: temperatura da 24 a 28°C, acidità pH 8-8,4, densità compresa fra 1022 e 1025.
Riproduzione del Pesce Picasso in acquario domestico
I Pesci Picasso sono ovipari e sono maturi sessualmente al raggiungimento dei 15 centimetri di lunghezza. La deposizione avviene senza scossoni all’inizio del giorno in una buca scavata nella sabbia. Le uova, un migliaio o anche molto di più, deposte in strisce o piccole masse, sono sorvegliate dalla femmina, che provvede al ricambio dell’acqua e che le difende da eventuali predatori e dalle stelle marine per le quali esse sono una prelibatezza.
Il maschio staziona nei dintorni facendo la guardia. Il giorno stesso della deposizione, verso sera, le uova si schiudono. La madre, per un certo tempo, continua a proteggere gli avannotti.
Conclusione
Il Pesce Picasso è un pesce particolarmente bello e, inoltre, non ha esigenze particolari, per cui può essere tenuto anche da un acquariofilo neofita senza grandi difficoltà. Si sappia che è un pesce vorace, al quale – si potrebbe dire – piace la buona tavola e, di conseguenza, non ci si deve dimenticare che i suoi scarti sono abbondanti e che devono essere tolti dall’acquario prima che imputridiscano e inquinino pericolosamente l’acqua.