- 1 Il pesce palla fluviale è tradizionalmente conosciuto come Tetradon Fluvialitis, ma il nome della nuova nomenclatura è Dichotomyctere fluviatilis
- 2 William Thorton Innes, il fondatore di The Aquarium
- 3 Il pesce palla è un pesce di notevoli dimensioni
- 4 Origine del green pufferfish
- 5 Aspetto
- 6 Come arredare la vasca per il pesce palla
- 7 il carattere del Tetraodon Fluvialitis
- 8 Ospiti dell’acquario
- 9 Chimica dell’acqua
- 10 Alimentazione del pesce palla
- 11 La riproduzione del Tetraodon Fluvialitis, difficile ma possibile
- 12 Perché si chiama Pesce Palla?
- 13 La neurotossina del Tetraodon, il pesce palla è velenoso se ingerito
- 14 Il Tetraodon a tavola, il pesce palla è commestibile se preparato correttamente
- 15 Conclusione
Il pesce palla fluviale è tradizionalmente conosciuto come Tetradon Fluvialitis, ma il nome della nuova nomenclatura è Dichotomyctere fluviatilis
Il pesce palla, noto anche come Tetraodon fluviatilis, è un pesce che può raggiungere dimensioni notevoli e richiede la giusta attenzione quando allevato in acquario.
Il pesce palla è diffuso nelle acque dolci e salmastre dell’Oriente, dal Bangladesh all’Indonesia e all’Australia, con presenza pure nelle aree tropicali africane.
Con la sua forma unica e il caratteristico la capacità di gonfiarsi come una palla, il pesce palla si distingue tra gli altri abitanti marini, ma per garantirne il benessere e la sopravvivenza in cattività, sono necessarie cure mirate e una comprensione delle sue esigenze biologiche.
William Thorton Innes, il fondatore di The Aquarium
Chissà perché, parlando dei Pesci Palla, mi è venuto in mente lo statunitense William Thorton Innes: egli, che visse a cavallo fra il XIX e il XX secolo, fu un po’ tutto per quanto si riferisce all’acquariofilia, all’allevamento di pesci esotici di acqua dolce e alla diffusione del simpatico (e impegnativo) passatempo a milioni di persone, e che ha tenuto a battesimo un sacco di simpatizzanti e acquariofili.
Oltre a pubblicare tanti scritti sempre sull’argomento, nel 1932 fondò la rivista mensile The Aquarium che, praticamente, fu la prima ad avere un grande successo a carattere nazionale nel campo dell’allevamento dei pesci esotici di acqua dolce e forse restò la migliore dalla nascita fino alla sua chiusura avvenuta nel 1967, vale a dire dopo 35 anni di successo. Ma molto importante fu, nel 1935, la stesura e la pubblicazione della sua opera Exotic Aquarium Fishes, stampata dalla casa editrice di famiglia, che giunse a 19 edizioni.
Il pesce palla è un pesce di notevoli dimensioni
Comunque, tornando a noi, in questa nota si intende parlare di un simpatico pesce, il Tetraodon fluviatilis che, però per dimensioni deve essere ospitato in un acquario di volumetria non troppo ridotta, perché, pur non giungendo in cattività alla lunghezza di quand’è in libertà, questa è sempre considerevole, in quanto può raggiungere i 17-18 centimetri.
Origine del green pufferfish
Appartiene a una delle numerose specie della famiglia Tetraodontidae, diffuse nelle acque dolci e salmastre dell’Oriente, dal Bangladesh all’Indonesia e all’Australia, con presenza pure nelle aree tropicali africane. Qualche specie si è acclimatata in Sud America. L’ambiente naturale in cui vivono molte specie e quello delle mangrovie, cioè quelle piante che crescono nei bassi fondali, soggetti alla periodicità delle maree, dove l’acqua è salmastra.
Aspetto
Il corpo ha la forma di una clava, con una testa grossa, ravvivata da due occhi indipendenti e distanziati fra di loro, che possono essere chiusi: capacità, questa, riservata a poche altre specie di pesci. Le pinne sono piccole e le ventrali sono assenti; la coda, con un robusto peduncolo, oltreché a favorire il nuoto, serve da timone. Il colore del ventre è quasi bianco, mentre il resto del corpo ha il fondo chiaro, con riflessi tendenti al giallo verdastro, sempre più scuri andando verso il dorso, ed è ravvivato dalla presenza di punti e macchie scuri, con colorazione dal marrone al nero, variamente dispersi.
Nella piccola bocca, sono evidenti le fusioni di due denti sulla mascella e due sulla mandibola, a formare una sorta di becco, che hanno dato luogo alla scelta del nome: Tetraodon, vale a dire “munito di quattro denti”, appunto; sono denti durissimi, che gli servono per strappare lembi di carne da altri pesci e da molluschi e per rompere la corazza e per estrarre la carne dai crostacei, che sono la sua alimentazione, quand’è in libertà.
Come arredare la vasca per il pesce palla
Quando si deve allestire un acquario destinato al Tetraodon, che può andar bene con una lunghezza sul metro, si devono tenere presenti le sue abitudini, per cui ci devono essere un’abbondante e robusta piantumazione, anfratti e nascondigli vari, costituiti da rocce e legni di torbiera, ma pure ci deve essere uno spazio libero per il nuoto, perché pur sembrando, al vederlo, imbranato, non lo è affatto, essendo sempre attivo e in movimento.
il carattere del Tetraodon Fluvialitis
Non è un condomino comodo, e perciò non è consigliabile metterlo insieme con pesci più piccoli, con infausto destino assicurato, o lenti nei loro movimenti, che sarebbero continuamente disturbati, o peggio ancora dotati di pinne e code lunghe, perché sarebbero un’attrazione irresistibile per i denti del nostro inquilino: insomma, diciamolo chiaramente, è abbastanza “rompiscatole”, tanto che sono diversi gli acquariofili che consigliano di inserirne uno solo.
Ospiti dell’acquario
Però, considerato che sia uno spreco mettere a disposizione di un solo pesce un grande acquario, pur essendo possibile tenerne insieme più di uno senza avere troppi danni, vale la pena di individuare qualche specie cui abbinarlo. Dunque, considerato che il Tetraodon nuota in tutte le zone dell’acquario, si deve metterlo con specie che non lo temano: per esempio il Toxotes iaculator (di cui recentemente si è parlato), che solitamente staziona presso la superficie dell’acqua (se si vuole, “fuori dai piedi”), oppure lo Scatophagus argus, che può raggiungere i 38 centimetri (non certo in un acquario casalingo), per cui non ha timore alcuno, tanto per citarne un paio.
Chimica dell’acqua
I parametri consigliati dell’acqua prevedono temperatura fra i 22 e i 28°C, pH fra 7,8 e 9,0 e durezza 10-30°H. Vivendo da piccolo, il Tetraodon, in ambiente salmastro per spostarsi in quello marino da adulto, sarebbe bene che l’acquario fosse dotato di acqua non come quella di mare, ma con salinità non molto lontana da quella; come quantità potrebbe andar bene una ventina di grammi di sale ogni dieci litri di acqua.
Alimentazione del pesce palla
Per quanto attiene all’alimentazione, quasi sempre il Tetraodon rifiuta il cibo secco: del resto, non gli si può dare torto, non essendoci in natura, mentre solitamente non fa storie per il congelato, quale l’Artemia salina o il Chironomus, per esempio, non difficili da procurare. Ma, potendo accontentarlo, la sua predilezione è per il vivo, qualsiasi esso sia, anche perché, fra l’altro, è indispensabile per variare la sua dieta. Secondo Klaus Ebert, che descrisse le specie di Tetraodon nella sua opera The Puffers Of Fresh And Brackish Waters (I Pesci Palla di Acque Dolci e Salmastre), il cibo migliore è la carne delle cozze, che pure l’uomo mangia, anche congelate, riducendola di dimensioni per tener conto della boccuccia del nostro ospite, magari offrendogliene i pezzetti con le dita, che lui accetta volentieri. Qualche lumachina con conchiglia nell’acquario può rappresentare uno sostanzioso stuzzichino per il nostro inquilino.
La riproduzione del Tetraodon Fluvialitis, difficile ma possibile
A proposito della riproduzione, Innes nella sua opera dichiara semplicemente che il Tetraodon fluviatilis non fu mai riprodotto in cattività: due semplici parole: never bred, punto. Ed era ciò che lui aveva constatato ai suoi tempi, ma più tardi qualcuno è riuscito nell’intento e ha dimostrato che può essere riprodotto in un acquario, secondo le modalità seguite per i Ciclidi.
Però, se si è intenzionati a tentare la riproduzione, è necessario formare una coppia, il che non è per niente facile, perché non si conosce nulla sul dimorfismo sessuale. Per questo, bisogna metter insieme diversi esemplari, seguirne le mosse, fino a quando non si abbia la certezza di averne individuati due per il comportamento dimostrato.
A quel punto il tutto diventa facile, perché basta isolarli e lasciarli fare. La deposizione delle uova avviene da parte della femmina su una pietra liscia e il maschio, dopo averle fecondate, le sorveglia fino al momento della schiusa, che avviene dopo circa una settimana. Dopo la nascita, gli avannotti restano fermi, nutrendosi con il sacco vitellino; quando, riassorbito il tuorlo, iniziano a nuotare, bisogna nutrirli con la somministrazione di Rotiferi e di naupli di Artemia salin appena schiusa.
Perché si chiama Pesce Palla?
Una caratteristica che hanno quasi tutti i pesci di questa specie è quella di gonfiarsi a piacimento di aria, soprattutto quando sono spaventati. Il fatto avviene sfruttando un grande diverticolo ventrale dello stomaco, che li trasforma in veri e propri palloncini. L’aria è aspirata dalla bocca con parecchi risucchi, finché il ventre non è ben gonfio e duro; e, con l’aumento della pressione, sulla cute senza squame si erigono delle spine cave, dei veri e propri piccoli aculei. Con questa forma di autodifesa, gli eventuali assalitori ci pensano due volte prima di tentare di ingoiarli, sia per le cresciute dimensioni, sia per le possibili ferite in bocca.
Molte specie di Tetraodon si comportano a questa maniera se sono tolte dall’acqua e tenute in mano. La durata della rappresentazione dura ben poco, quando il pesce è rimesso nell’acqua: infatti si sgonfia in un mezzo minuto e il pesce si accascia sul fondo come se il palloncino avesse incontrato un ago.
La neurotossina del Tetraodon, il pesce palla è velenoso se ingerito
Nel suo corpo sono diversi punti in cui ha sede una neurotossina, la tetrodotossina per la precisione, tanto pericolosa da poter essere addirittura mortale. E’ lo stesso veleno che può iniettare, attraverso il morso, il polpo dagli anelli blu settentrionale (Hapalochlaena lunulata), che vive nelle barriere coralline dell’Oceano Indo-Pacifico, ma con la differenza che il veleno del pesce ha effetto solamente se ingerito; nel qual caso, inibisce la funzione dei muscoli, spedendo l’infortunato direttamente al Creatore.
Il Tetraodon a tavola, il pesce palla è commestibile se preparato correttamente
Ora, pur se può sembrare strano, questo pesce entra in molte gustose ricette, ma la preparazione non è da tutti, giacché solamente cuochi esperti sanno dove e come prendere le parti non pericolose. Invero, compare soprattutto in oriente inserito in ricette con riso e altro, ma solamente personaggi del genere sanno come muoversi per preparare i piatti con un’attenta preparazione e con l’eliminazione della neurotossina in sicurezza, operazioni da paragonare a quelle eseguite dai chirurghi nelle sale operatorie.
Conclusione
Direi che si tratti di pesci da consigliare solamente a chi abbia una buona esperienza con quelli di acqua salmastra, per natura un po’ solitari, che non solo non soffrono a essere da soli, ma forse lo preferiscono, vivendo in tal modo a lungo senza avere da ridire con nessuno.