Un pesce, scoperto per la prima volta da Agassiz nel 1931, è l’Astronotus ocellatus che, per la sua bellezza sia come forma sia come colorazione, attira subito l’attenzione di chi ha l’occasione di ammirarlo nell’acquario di un amico o di un commerciante; ma soprattutto, per chi lo conosce, è molto apprezzato per la sua riconosciuta intelligenza e la sua propensione a ritenere l’acquariofilo che lo cura alla stregua di un amico, affezionandoglisi.
Infatti, lo riconosce e, vedendolo, si appoggia incuriosito al vetro; e, se questi si avvicina e scoperchia la vasca, immediatamente sale alla superficie dell’acqua, consentendogli di accarezzargli il dorso. Per tutto questo, non deve meravigliare se ha meritato un nome umano, cioè Oscar.
Ha un comportamento bello e gradevole, che accende il desiderio di andare subito a comprarne uno per la propria vasca. Ma, se chi ha questa intenzione è un neofita, è meglio che ci pensi due volte, prima di prenderlo in carico.
Quando lo si acquista, la sua lunghezza si aggira sulla decina di centimetri, dimensioni che traggono in inganno chi non lo conosce e, perciò, dovrebbe essere un dovere da parte del commerciante nel mettere sull’avviso di come diventerà in un avvenire prossimo. In caso contrario, se la vasca non è sufficientemente capiente, quando è cresciuto o l’animale è restituito al negozio o illegalmente rilasciato nell’ambiente esterno.
In ogni modo, oltre alle sue dimensioni, l’Astronotus ocellatus non è un tipo facile da allevare, e pertanto un po’ fuori della portata del principiante; inoltre, oltre che essere grande, è un pesce aggressivo e non sopporta la presenza di coinquilini di altre specie, tanto da mangiarseli, se le loro dimensioni lo consentono: perciò o lo si tiene da solo o al massimo in coppia, se si desidera tentarne la riproduzione.
Si potrebbe tenerne anche un gruppetto, naturalmente sempre tenendo conto della disponibilità volumetrica della vasca. A proposito, qualcuno ha affermato che può essere aggressivo anche per il suo curatore, giungendo a mordergli le dita: attenzione, perché la sua non è una “boccuccia di rosa”.
Ambiente e distribuzione del pesce Oscar
L’Astronotus ocellatus è originario del Sud America, dove vive negli ambienti tropicali dei fiumi, dei laghi, delle raccolte d’acqua dei bacini del Rio delle Amazzoni, del Rio Paraguay e del Rio Negro, in acque calde e lente, su fondo sabbioso e limoso, in mezzo a rocce, radici e piante sommerse, nutrendosi di piccoli pesci, gamberi, vermi del sangue, insetti, larve, lumache, salamandre e ranocchi, e integrando la sua dieta con vegetali acquatici.
Però, essendo un pesce molto bello e apprezzato, è stato inserito in molti territori asiatici.
Anzi, a questo proposito, si può ricordare l’errore fatto da allevatori statunitensi della Florida, i quali, in modo irresponsabile, si sono liberati di pesci ritenuti indesiderabili liberandoli nei fiumi locali, dove si sono riprodotti e dove, per le loro dimensioni e la loro aggressività, sono diventati invasivi al punto da mettere in difficoltà la sopravvivenza di altre specie autoctone.
Aspetto e caratteristiche del pesce Oscar
Il corpo è spesso e tozzo ed è contornato da lunghe pinne dorsale e anale, che insieme con pinna caudale, gli conferiscono la forma di un ovale che si potrebbe quasi definire perfetto. La sua colorazione è scura, di un caldo marrone con macchie nere e, nella parte centrale del corpo, si trovano arabeschi di un colore arancione vivo; le pinne dorsale e anale sono contornate da un orlo chiaro con riflessi turchese.
Alla base della pinna caudale si trova un occhiello nero, che è quello che ha suggerito l’attributo ocellatus all’Oscar e la cui funzione è quella di disorientare gli eventuali predatori. Le squame sono lucide. I suoi colori cambiano repentinamente quando deve difendere il suo territorio e diventa combattivo. Gli occhi sono grandi e la bocca ha le labbra carnose.
Nuota a bocca aperta per meglio assumere l’ossigeno. Le sue dimensioni possono essere ritenute ragguardevoli, considerando che può diventare lungo da 30 a 40 centimetri (è stato reso noto che un individuo ha raggiunta la lunghezza di 45,7 centimetri); in acquario, resta più corto, ma è sempre grande. E il peso corrispondente è attorno al chilogrammo. E, proprio per questo, il pesce è apprezzato dalla cucina sudamenricana, dove il suo consumo non è vietato dalla legge, in quanto non è in via di estinzione.
Caratteristiche e arredamento dell’acquario
Si parte subito da un’esigenza sulla quale non si può transigere: date le dimensioni del Pesce Oscar, che si raggiungono in tempi brevi, quelle dell’acquario devono essere adeguate; perciò, la capacità volumetrica sui 350-400 litri di acqua sembra essere necessaria.
Per quanto riguarda il contenuto, non è male tentare di riprodurre quanto il pesce trova in natura, vale a dire fondo sabbioso o limoso o ghiaia scura con frammenti non taglienti, con pietre, rami, radici, disposti a formare anfratti, nascondigli e grotte, ma bene fissati al fondo; alle stesse si possono abbinare piante robuste e resistenti ai morsi del pesce ben legate agli oggetti del fondo, quali piante del genere Anubias e la felce di Giava. Ma forse sarebbe meglio rivolgersi a piante galleggianti come le lenticchie d’acqua, l’Anacharis e l’Hydrocharis morsus-ranae.
Mai lasciare la vasca scoperta, per evitare di trovarselo sul pavimento e anche per evitare che spruzzi acqua in giro. L’illuminazione preferita è moderata. La vasca deve essere dotata di un buon filtro, la cui capacità sia adeguata al volume dell’acqua. Movimento dell’acqua moderato. Inoltre, considerato che il pesce mangia parecchio, la vasca deve essere pulita spesso e altrettanto spesso si deve cambiare l’acqua, i cui parametri preferiti sono i seguenti: l’intervallo di temperatura compreso fra i 23 e i 27 °C, la durezza da 5 a 10 dGH e il pH va bene fra 6,5 e 7,5. L’acqua deve essere di buona qualità, priva di nitriti e ammoniaca, con nitrati non superiori alle 20 ppm.
Se ben curato, il Pesce Oscar può fare compagnia al suo curatore dai 10 ai 15 anni.
Alimentazione del pesce Oscar
L’Oscar è carnivoro, non cessa mai di mangiare, senza fare distinzione su ciò che ingoia, purché si tratti di cibo vivo, fresco e a base di carne. Ama, si potrebbe dire, la buona tavola, gradendo alimenti di ottima qualità e non disdegna gamberetti o lombrichi cotti, che gli devono essere forniti 3 volte al giorno; esso fa onore anche ai coleotteri acquatici e ai grilli. Di quando in quando, non sarebbe male offrirgli piselli, cetrioli, banane e verdure a foglia.
E non è ozioso ricordare che, mangiatore quant’è, può notevolmente incidere sui costi per il suo mantenimento.
Accoppiamento e riproduzione
La distinzione fra i sessi si evidenzia solamente in occasione della riproduzione: il maschio ha una papilla genitale triangolare allungata, mentre la femmina ha l’ovodepositore. La coppia, in cui sorge un buon legame, sceglie il posto, una roccia piatta o una radice, che pulisce accuratamente, e poi inizia la deposizione da parte della femmina di qualche migliaio di uova, immediatamente fecondate dal maschio.
Entrambi si curano delle stesse. Trascorsi dai 3 ai 4 giorni, le uova si schiudono e gli avannotti cominciano a sciamare lì intorno e allora sono raccolti dai genitori che li spostano in una buca nella sabbia, ad hoc escavata, per circa una settimana.
Dopodiché, quando gli avannotti hanno raggiunto il nuoto libero, possono essere messi per conto loro. L’alimentazione dei piccoli avviene con fiocchi per ciclidi ridotti in polvere, poi si può continuare con gamberetti in salamoia, larve di insetti e piccole prede che loro possono direttamente cacciare. La maturità sessuale arriva all’età di due anni.
Bisogna ricordare che i Pesci Oscar sono invasivi, per cui si deve decidere il destino degli avannotti quando saranno cresciuti. Se si possiede una vasca grande o un laghetto all’esterno e se la zona ha un buon clima, perché questi pesci temono il freddo, un buon numero può esservi inserito, magari in compagnia di pesci di adeguate dimensioni.
Disagi e malattie
Come tutti gli esseri viventi, anche i pesci possono essere soggetti a negatività dovute alla situazione ambientale, all’intervento di parassiti o altro.
Pe cominciare, come ricordato più sopra, l’acqua deve essere di buona qualità. Mentre inconvenienti che possono capitare all’Astronotus ocellatus sono il marciume delle pinne (caratteristico soprattutto del Betta splendens), l’idropisia, l’ichthyophtirius (la malattia dei puntini bianchi) e il buco in testa; per questi, innanzitutto bisogna fare un’opera di prevenzione, ma quando il danno è stato fatto, si deve ricorrere all’immediato intervento sanitario.
Conclusione
L’inserimento di un Pesce Oscar, solo o in coppia, nel proprio acquario è una scelta felice, avviando una piacevole amicizia che potrà durare, senza contrasti, per parecchi anni.
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