Si sa che i figli riescono a cambiare i genitori, vale anche per il pesce combattente? A quanto pare in questo pesce sì. Un playboy irresistibile, dalle pinne lunghe e fluenti ed il colore intenso con le sue sfumature che variano dal blu cobalto al rosso porpora. Ma, con i suoi simili maschi, dal carattere impossibile, mentre con gli altri ospiti dell’acquario è un timido. Lui, ormai credo che tutti abbiano capito di chi sto parlando, del magnifico pesce combattente, amato dagli acquariofili e non solo, certamente il pesce che noi conosciamo e che č presente nelle nostre vasche non è certamente, dal punto di vista comportamentale, la stessa varietà che popola le acque del sud est asiatico ma esso è solo un lontano parente. La varietà d’acquario è stata creata dall’uomo, attente selezioni hanno portato ad un pesce da combattimento, esasperando al massimo il suo istinto territoriale del maschio in amore. Purtroppo anche questo pesce è stato vittima dall’inciviltà dell’uomo, infatti, in alcuni paesi della Thailandia e dell’Indocina esiste ancora l’abitudine di usare questi pesci per delle lotte sanguinarie su cui ruota un vero giro di scommesse illegali, proprio come accade ai galli ed ai cani. Infatti, come già detto il betta splendens, pesce combattente, è stato reso molto più feroce di quanto lo è già in natura perciò esso non si accontenta solo di minacciare i suoi rivali in amore, ma sente l’inarrestabile necessità di attaccarli fino alla morte strappandogli le pinne e ferirlo in ogni modo. In questa foto possiamo vedere un maschio reduce da un combattimento con un suo simile. Le pinne risultano tutte sfrangiate e le ferite si estendono anche sulla bocca. in questi casi il pesce sconfitto perde immediatamente i colori accesi della sua livrea e tende ad appartarsi. Se non muore durante il combattimento, solitamente il pesce si riprende nel giro di qualche settimana. Gli organizzatori dei combattimenti fra questi pesci per aumentare in loro l’aggressività tengono i due maschi in vasche adiacenti, per fortuna i pesci presenti in Europa non sono vittime di questa crudele usanza. Per avere una prova dell’aggressività del Betta splendens basta immergere nelle vasca uno specchio ed esso assumendo una postura di minaccia gonfierà subito le pinne e inizierà da subito a fiondarsi come un missile contro la sua immagine riflessa. Classico atteggiamento di minaccia del pesce combattente: pinne distese al massimo e branchie rialzate. Foto archivio AP Perciò la regola più ovvia da seguire per poter allevare un pesce combattente è di non inserire nella stessa vasca due maschi, infatti, l’ideale sarebbe un maschio ed almeno due femmine, molti tengono il pesce combattente in una vasca tutta sua ma questo non č affatto necessario perché esso convive con gli altri pesci benissimo, evitando però pesci aggressivi che subito divoreranno le sue fluenti pinne. Ritornando alla riproduzione il pesce combattente è famoso per le sue doti parentali, nel suo compito di padre non accetterà intromissioni da nessuno, neppure dalla madre, esso come un padre attento e premuroso veglierà sulle uova , prima, e sulla salute degli avannotti, dopo. Il suo compito di padre però non finisce qui, infatti, prima di ciò si dedica alla costruzione accurata del nido di schiuma, sulla superficie dell’acqua, dove poi rimarranno le uova, ben rifornite di ossigeno, dalla deposizione alla schiusa. Dopo la deposizione sarebbe meglio togliere le femmine dalla vasca perché potrebbero essere vittime della furia paterna che caratterizza il maschio. Dopo la schiusa gli avannotti non hanno bisogno dei genitori, anche perché il maschio poterebbe non resistere alla tentazione di ingoiarne qualcuno. I piccoli betta splendens hanno bisogno di acqua molto ossigenata, e ciò è un bisogno fisiologico, gli adulti essendo labirintati possiedono uno speciale organo che permette loro di assumere l’ossigeno necessario alla loro sopravvivenza direttamente dall’aria, il labirinto. I piccoli, quindi necessitano di molto ossigeno fino alla formazione del labirinto che avviene circa una settimana dopo la nascita. Questo speciale organo rende questo pesce, ed anche gli altri anbantidi, veramente eccezionale infatti esso riesce a vivere in acque stagnanti, in pozzanghere e in piccoli contenitori; riesce persino a compiere brevissimi tragitti fuori dall’acqua in cerca di condizioni migliori alla sopravvivenza. Arrivando alla conclusione penso che anche voi leggendo questo, anche se modesto, articolo vi sarete innamorati anche di questo eccezionale pesce, e lo sarete ancor di più dopo aver assistito alla sua riproduzione. Daniele Mauro |
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