Vorrei fare un salto indietro nel tempo, tornando al 1996. Ad essere sinceri, le foto riportate nel testo “The most complete colored lexicon of cichlids” del dr. Axelrod non mi avevano entusiasmato molto, ma la foto in 4° di copertina del testo “Ciclidi nani” di Linke e Staeck ed il relativo testo dedicato, mi convinsero “di botto” ad acquistare Apistogramma Njsseni, per tentarne la riproduzione.
Pertanto mi misi subito all’opera riarredando opportunamente un vecchio acquario di circa 220 litri netti, fino a quel momento abitato da Ciclidi nani del lago Tanganika, con l’inserimento di una folta vegetazione (compatibilmente con il budget di spesa previsto). Inoltre ho provveduto ad inserire nell’ acquario anche alcuni legni, pietre piatte, una anforetta ed alcuni piccoli mattoni forati per favorire la scelta del luogo piu’ opportuno per la eventuale deposizione. Le caratteristiche fisiche dell’ acqua sono quelle dell’ acqua di rubinetto della mia zona di Roma (ph 7,5 ; durezza totale 16-18° GH), che decisi di non modificare. Dopo alcuni giorni di ricerche, riuscii ad individuare un negozio che aveva nelle proprie vasche un gruppo acclimatato di A.Njsseni, a quel tempo non facili da reperire nei negozi di acquariofia romani. L’esito rapido e positivo della ricerca, anche per quanto riguarda la salute dei pesci, e’stato in gran parte dovuto alla buona volontà di un mio caro amico, nonchè grande esperto ed appassionato di acquariologia e biologia in generale, Giancarlo Iocca. Scelsi 1 maschio e 2 femmine tra i pesci che mi sembrarono maggiormente in salute e li portai a casa, era la fine di novembre 1995. Quasi subito notai quello che sarebbe stato il comportamento tipo dei miei A. Njsseni, ovvero frequenti combattimenti tra le due femmine, senza alcun intervento significativo da parte del maschio. Al contrario quest’ultimo nel giro di due giorni si era creato un territorio abbastanza vasto, circa meta’ acquario, dal quale scacciava senza particolare aggressivita’ tutti gli altri pesci, comprese le due femmine. Il comportamento degli A. Njsseni, sopra descritto, ha avuto due sole eccezioni: Il giorno dopo (16 dicembre), senza essere stata preceduta da particolari attività di corteggiamento, avvenne la riproduzione. Purtroppo l’evento si verificò durante la mattina, in mia assenza causa lavoro. Al mio rientro, trovai la femmina che entrava ed usciva dalla cavità, con fare molto aggressivo. Il maschio era tornato alla sua attività normale. Le uova, di colore arancione, erano state deposte sul soffitto della cavità, il numero non era ben definibile per la particolarità della collocazione; comunque, per quanto ho potuto osservare non credo fossero più’ di una trentina. La temperatura dell’acquario era di 24° C. Il 23 dicembre (7 giorni dopo la deposizione) la femmina decideva di spostare gli avannotti dentro una piccola anfora, mezza nascosta dalle Cryptocorine. Infatti, l’anforetta era stata eletta a rifugio dagli Acanthophthalmus che non pensarono nemmeno per un momento a sgombrare il campo. Mi aspettavo una reazione violenta da parte della coppia di Njsseni, invece non accadde nulla. O meglio non accadde quanto da me atteso; al contrario la femmina continuò tranquillamente a trasportare i piccoli e sputarli dentro l’anfora ma senza scacciare i serpentelli. Con sbalordimento e senza che potessi fare niente per intervenire vista la rapidita’ degli avvenimenti, dovetti assistere al pasto degli avannotti da parte degli Acanthophthalmus. Insieme a me assisteva anche l’ Apistogramma Njsseni femmina senza minimamente intervenire. Il maschio continuava ad inseguire per tutta la vasca gli altri pesci. Il 19 gennaio 1996, 33 giorni dopo la prima, si verifico’ la seconda deposizione, con lo stesso identico comportamento della prima, stessa temperatura di 24°C e stessa fine degli avannotti, avvenuta il 26 gennaio. Dopo questo episodio, ho riflettuto a lungo su un mio possibile intervento nell’acquario, decidendo per una astensione, con le seguenti motivazioni: – difficilmente sarei riuscito a togliere gli Acanthophthalmus senza creare eccessivo disturbo all’ambiente creato; Decisi pertanto di aspettare e verificare, auspicando frequenti deposizioni, una qualche presa di posizione da parte dei Njsseni. Il 12 marzo si verificò la terza deposizione, T=25°C; questa volta, dopo una significativa litigata con la femmina, il maschio si arrogo’ il diritto di divorare tutte le uova. Il 10 maggio, 4° deposizione, con una temperatura pari a 26°C; i due riproduttori, questa volta, vengono eccessivamente disturbati dalla seconda femmina, divenuta estremamente intraprendente. Il risultato fu la sparizione delle uova durante la notte, probabilmente mangiate da entrambi i genitori. Il 12 giugno, con una temperatura di 28°C, si verifico’ la 5° deposizione, senza particolari attriti tra i partners e gli altri coinquilini. Purtroppo gli avannotti seguirono la sorte delle prime due deposizioni, ovvero vennero divorati dagli Acanthophthalmus una volta trasportati all’interno dell’anforetta.. Il 10 luglio morì improvvisamente la femmina non riproduttrice; la trovai la sera al rientro a casa in prossimita’ dell’imboccatura del filtro. Il 18 di luglio la coppia di Scalari, si riproduceva su una foglia di Crinum Natans, scacciando persino il maschio di A.Njsseni che fino a quel momento aveva spadroneggiato nella vasca. Agosto, Settembre, Ottobre e Novembre si sono succeduti senza che la coppia di A.Njsseni si riproducesse ulteriormente, sostituita dalla coppia di Scalari con un ritmo mensile. Il comportamento degli Apistogramma e’ proseguito senza evoluzioni particolari né nella routine tra maschio e femmina né nei rapporti con gli altri abitanti della vasca. Conclusione Per quanto riguarda il comportamento devo dire che A. Njsseni si e’ rivelato un pesce dotato di una forte aggressività, ma non distruttiva; infatti, la difesa del territorio viene effettuata prevalentemente con parate di minaccia e gonfiando le branchie alla stregua, scusate il paragone, dei piu’ dotati Archocentrus Nigrofasciatum. Non ha mai attaccato in maniera significativa le pinne degli Scalari e non si e’ mai avventurato nelle zone alte dell’acquario (il livello di acqua del mio acquario e’ di 55 centimetri). Gli scontri più violenti sono stati quelli intraspecifici, verificatisi tra gli esemplari dello stesso stesso (le due femmine). Lascio ad altri più esperti di me dare una risposta definitiva al particolare comportamento messo in atto dalla coppia di Apistogramma Njsseni nei confronti degli Acanthophthalmus; la mia idea personale è la seguente: forzare la convivenza in acquario (ambiente comunque ristretto) di specie che in natura vivono in areali differenti è sempre rischioso e può dare atto a reazioni non sempre gestibili usando la logica umana. Infine un cenno all’alimentazione: ho utilizzato cibo secco in scaglie, krill congelato, larve rosse di zanzara congelate e lombrichi a pezzetti, tutti ugualmente bene accetti. Scheda di Apistogramma Njsseni Famiglia Nome scientifico Lunghezza Diffusione Biotopo Comportamento in natura Habitat in acquario Data la rapidità con cui tende a riprodursi, è consigliabile non introdurre un singolo esemplare ma formare una comunità abbastanza numerosa basata su una quantità equilibrata di maschi e femmine; in tal modo, gli animali possono radunarsi in coppie. Per facilitare il processo riproduttivo si può anche utilizzare acqua mediamente dura e leggermente alcalina, ovviamente i risultati sono inferiori rispetto a quanto visto con acqua tenera e acida, ma comunque apprezzabili. Un altro aiuto considerevole è dato dal ricambio sostanzioso dell’acqua abbinato ad un rimarcabile abbassamento della conduttività. Per agevolare la crescita degli avannotti (già rapida di per sé) occorre nutrirli con un’abbondante frequente razione alimentare e curare minuziosamente la qualità dell’acqua. Caratteristiche fisiche La pinna anale è posizionata nella parte posteriore estrema del corpo, fino a lambire la pinna caudale; quest’ultima è caratterizzata da una bordatura semicircolare rossa ravvisabile sull’orlo esterno. Il fattore cromatico è abbastanza variegato in quanto composto da un assortimento di sfumature azzurrine, brune e giallognole. Alimentazione Dimorfismo sessuale Normalmente le femmine sono meno lunghe e imponenti rispetto al maschio; tipica dell’esemplare femminile è la colorazione giallastra, che tende a scolorirsi temporaneamente durante il peggioramento delle condizioni ambientali. Altra differenza è data dalla presenza più o meno evidente di una grossa chiazza rotonda sul peduncolo caudale: nella femmina tale decorazione maculata risalta di più. Particolarità Temperatura pH Durezza Giovanni Tertulliani |
Giovanni Tertulliani
Giovanni Tertulliani, ingegnere chimico in pensione, nato a Pisa ma residente a Roma ormai da tanti anni. Appassionato acquariofilo ed erpetologo dall'età di 17 anni, esperienze più significative, 5 anni dedicati agli mbuna del Malawi, circa 10 anni dedicati ai ciclidi del Tanganika, poi adozione di vasche monospecifiche per la riproduzione di singole specie di ciclidi nani. Parimenti appassionato allevatore di tartarughe terrestri e piante succulente. Ha scritto numerosi articoli per la rivista Aquarium e Acquaportal. Socio CIR e AIC.