L’oodiniasi è provocata da un protozoo parassita sia dei pesci marini che d’acqua dolce, capace di attaccare sopratutto individui già indeboliti da condizioni ambientali inadeguate. Talvolta un semplice aumento di temperatura o un piccolo eccesso di nitriti sono in grado di scaatenare epidemie che si evidenziano con la comparsa di minuscoli puntini bianco-grigiastri, più piccoli di quelli dell’ictyo. In seguito i pesci si ricoprono così tanto di parassiti da sembrare come cosparsi di farina e osservati in luce radente, appaiono coperti di una sorta di polvere dorata.
Un pesce pagliaccio colpito – Parassita visto al microscopio Anche le pinne possono essere colpite e dopo la comparsa dei primi puntini si disfano. Più frequente è l’attacco del parassita alle branchie, in questo caso non sempre compaiono gli altri sintomi e la diagnosi può essere ottenuta solo in base al notevole incremento del ritmo respiratorio ed allo sfregarsi degli animali sugli oggetti d’arredamento, sulle painte e sul fondo della vasca. Talvolta anche arossamenti epidermici e della bocca sono sintomi di questa parassitosi.
I danni provocati da questo parassita sono sia di origine meccanica (durante il periodo dell’attacco), sia di tipo debilitante (prelievo di materiali organici dal corpo dell’ospite).
Le diverse specie di oodinium hanno un ciclo cellulare abbastanza complesso, che inizia con l’attacco di un parassita natante al corpo di un pesce tramite piccole estroflessioni della membrana cellulare che penetrano sempre più profondamente nel muco del pesce.
Quindi il parassita cresce utilizzando i materiali prelevati dal corpo dell’ospite e diventato grande, si stacca dal corpo del pesce e cade sul fondo. In alcuni giorni esegue una fase di maturazione, e dopo varie divisioni cellulari il numero dei potenziali parassiti aumenta enormemente.
Alla fine i nuovi parassiti natanti , muniti di flagelli, sciamano nell’acqua alla ricerca di un ospite. La durata di questo ciclo varia a seconda della specie considerata e della temperatura dell’acqua, tra 4 e 9 giorni.
Il protozoo colpisce molto più facilmente e più frequentemente gli individui giovani che gli adulti: questi ultimi possono trasportare per lunghi periodi il flagellato nel loro muco senza mostrare i sintomi descritti.
In acqua dolce si osservano più spesso manifestazioni epidermiche, mentre la specie marina attacca più frequentemente le branchie.
L’oodinium possiede nel suo citoplasma alcuni cloroplasti: ciò gli permette di vivere sfruttando l’energia luminosa. Non è possibile quindi che in assenza di pesci i parassiti in acquario scompaiano in breve tempo.
In acquario sono quasi sempre presenti alcuni parassiti di oodinium, così come negli ambienti naturali. Questi però diventano virulenti solo quando la loro rapida riproduzione diviene possibile grazie al particolare stato di indebolimento di qualche individuo allevato. Anche l’ingresso di pesci ammalati, a causa delo stress di ambientamento subito e dei nuovi parassiti trasportati, può causare epidemie.
Il muco che ricopre i pesci sani rappresenta un’efficace barriera difensiva contro il parassita.
In commercio ci sono numerosi prodotti anti-oodinium, tutti dotati di ottimo potere curativo se usati per tempo.
Le sostanze più usate sono: blu di metilene, verde malachite, acriflavina, euclorina, solfato di rame, permanganato di potassio.
Questi prodotti vanno però usati in vasche prive di invertebrati. Vediamo ora alcuni metodi di cura.
Per combatterli è importante conoscere bene il vitale del parassita: dopo alcuni giorni ospite in un pesce la cellula si divide e forma tanti cellule figlie che si trasformano in dinospore che poi nuotano nell’acqua, se dopo 24 ore non hanno trovato un ospite le cellule muoiono, si intuisce subito allora l’importanza di uccidere queste spore, cure preventive possono essere fatte con il rame, ma attenzione che è dannosissimo o letale per gli invertebrati. La cellula nello stadio fisso non presenta flagello, solo in seguito quando la cellula sarà ben nutrita si staccherà dal pesce e si poserà sul fondo e come detto qui si dividerà in cellule figlie. La soluzione di rame coadiuvata da un abbassamento della salinità graduale verso valori inferiori a 1.015-1.016 g/ml dà sufficienti garanzie di sicurezza: i parassiti hanno poche possibilità di sopravvivere. Soluzione di rame
Dose: soluzione base 4 g per litro di acqua distillata alla quale viene aggiunto 0.25 g di acido citrico
Le dosi sono 12,5 ml per 10 litri di acqua.
Con test dell’acqua del rame non scendere sotto i 0,12 e non superare i 0,18 mg/l
Durata: se dopo una settimana se i pesci risultano nervosi è meglio provvedere ad un cambio dell’acqua e ridurre le dosi. Comunque non procedere oltre i 10 giorni Bagno in acqua dolce
Procedura da seguire: prepare vasca con acqua dolce magari aggiungendo Methylene blu, prima si incomincia più si è sicuri che la cura possa avere effetto. Importante è che l’acqua dolce abbia lo stesso pH dell’acqua dell’acquario.
Durata: il bagno non deve durare più di 5 minuti. Nel caso l’infezione sia scoperta tardi è consigliabile procedere anche a una cura contemporanea antibatterica con Linco-Spectin, furaltadone e nifurpirinol. Processo termico
Procedura da seguire: aumento della temperatura di 1°C all’ora con l’obbiettivo di creare un ambiente in cui gli agenti patogeni non siano più in grado di sopravvivere, nel nostro caso è meglio raggiungere i 33-34°C per 24-36 ore , ma attenzione che non tutti gli organismi sono in grado di reggere tali temperature quindi se alcuni ospiti manifestano segni di insofferenza procedere con un aumento della temperatura di 3°C
Durata: 2-3 gironi in questo modo facilitiamo la formazione di anticorpi Medicinale di marca in vasca di quarantena: Odinex della HW, Oodinowert della Sera, Marin Biocur della Onda, Pointex della AB. Medicinale di marca in vasca con invertebrati o in presenza di rocce vive: Marin Oomed della Tetra, Exodin della AB, Rx-P della Kent (ATTENZIONE: prodotti da usare con cautela, seguire attentamente le istruzioni, alcuni invertebrati non li tollerano. Spesso non sono particolarmente efficaci). E’ assolutamente vietata la riproduzione, anche parziale, del testo e delle foto presenti in questo articolo, senza il consenso dell’autore.
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