L’alimentazione dei pesci in acquario è ovviamente fondamentale, mentre non è così ovvio capire cosa sia meglio e più adeguato per i nostri amici pinnuti, nonché per l’equilibrio del nostro acquario. La nostra scelta dovrebbe in ogni caso essere sempre indirizzata alla qualità e, potendo, alla massima varietà. Dato che il miglior cibo possibile si forma all’interno del nostro acquario, fra le rocce vive ed i coralli, ma in quantità sicuramente sufficiente è utilissimo al sostentamento dei nostri piccoli ospiti e deve solo essere integrato con qualcosa d’altro. In commercio esistono diverse tipologie di cibo preparato artificialmente, che grazie alle moderne tecnologie ed ai progressi della scienza dell’alimentazione ci possono fornire un mangime di ottima qualità, perfettamente bilanciato e per tanti versi migliore di quello naturale (appetibilità a parte). Infatti un mangime di questo tipo è in grado di apportare nelle giuste quantità sostanze nutritive, oligoelementi e vitamine.
Al fine di una corretta alimentazione è fondamentale somministrare la giusta quantità di cibo senza esagerare, è sufficiente controllare che il cibo somministrato (ad esempio un granulato) venga mangiato entro poco tempo e che non abbia la possibilità di toccare il fondo dell’acquario. La somministrazione dovrebbe poi essere ripetuta per almeno un paio di volte al giorno. Io utilizzo praticamente da sempre un “anello posizionacibo” che tramite una ventosa si può posizionare a pelo dell’acqua, dentro il quale faccio cadere il mangime a pompe rigorosamente spente. In questo modo i pesci si sono abituati allo spegnimento delle pompe come richiamo per il momento dell’assunzione di cibo e si dispongono in attesa sotto la mangiatoia. In questo modo tutto il cibo che si andrà a dosare viene consumato senza che si disperda in vasca e quindi senza che possa decomporsi e porti ad un aumento dei nutrienti. I miei pesci nel momento della somministrazione del cibo dentro l’anello posizionacibo, prima con il granulare e poi con un gamberetto esiccato Esistono però dei pesci che riescono a fatica ad adattarsi al cibo in granuli o comunque commerciale. In questo caso è opportuno provare a somministrare alcuni granuli di mangime di fronte alle pompe, in modo che da questi vengano spinti con forte movimento in giro per la nostra vasca. In questo modo si riesce a simulare un qualcosa di assimilabile ad un organismo “vivente” che i pesci si sentono di dover predare con maggiore convinzione, aiutati dal comportamento simile di altri pesci che ben conoscendo il mangime si gettano a capofitto per mangiarne il più possibile. Uno dei grossissimi problemi legati all’alimentazione è quello della sovra-somministrazione di mangime. Un pesce è infatti abituato a mangiare di continuo, non disponendo in natura di infinite quantità di cibo, e tende a riempirsi quando trova qualcosa da mangiare. Se quindi si somministra una quantità di mangime troppo elevata, il pesce tenderà a riempirsi il più possibile, con conseguenze spesso nocive ed a volte letali. Il processo di costruzione dei cibi destinati al consumo in acquariologiaL’alimentazione di pesci di acqua dolce e quelli di acqua marina è diversa per via del diverso ambiente in cui si trovano a vivere i pesci. Mentre i pesci d’acqua salata vivono tutti più o meno in biotopi simili e quindi l’alimentazione è pressoché identica dal punto di vista nutrizionale, i pesci di acqua dolce provengono da biotopi completamente diversi e possono avere necessità alimentari molto diverse. In genere i pesci di acqua dolce hanno bisogno di un maggior tenore di fibre vegetali, in quanto spesso sono fitofagi, mentre i pesci marini hanno bisogno di mangimi che siano molto più grassi e con un contenuto proteico molto maggiore per via del maggior movimento che sono soliti fare. La catena di costruzione di un cibo industriale comincia con la costituzione delle cosiddette farine proteiche di origine ittica, che esistono in due declinazioni, quella molto costosa che viene costituita direttamente sulle navi da pesca con un procedimento denominato LT (Low Temperature) perché la farina stessa non segue nessun processo di congelamento e scongelamento ad un costo che può essere anche del 50% superiore, e quella che invece si crea direttamente negli stabilimenti a partire dal pesce congelato che arriva con le navi. I vari composti sottoposti a trattamenti successivi possono essere fissati con polifosfati o con vitamine, ed è ovvia la differenza in termini di inquinamento e di bontà del cibo stesso, ovviamente è ovvio anche dove siano i costi maggiori. Dal punto di vista nutrizionale ogni mangime per pesci di acquari riporta generalmente il contenuto in proteine, grassi, ceneri e fibre. Le proteine sono fondamentali per tutti i tipi di pesci, mentre i grassi lo sono maggiormente per i pesci marini e per i pesci che sono abituati a vivere in ambienti freddi. Le ceneri e le fibre invece dovrebbero essere le più basse possibili, questo perché le ceneri rappresentano lo scarto del processo di trasformazione ad alta temperatura e quindi non costituiscono alimentazione, mentre le fibre sottintendono l’uso di cereali nella costruzione della pasta che deriva dalle farine ittiche, che costano poco e fanno molto volume ma che aggiungono pochissimo all’alimentazione. Per legge devono essere dichiarati i tenori minimi di queste caratteristiche, il che vuol dire ad esempio vicino alla scadenza del prodotto, ma nessuno vieta di dichiarare tenori non minimi e quindi che sfalsano il confronto.
A questo punto il processo si divide a seconda della tipologia: Le varie tipologie di alimentiCibo in granuliIl cibo granulare viene costruito a partire dalle farine ittiche che vengono lavorate fino a costruire una pasta correttamente bilanciata di materie prime che viene riscaldata e passata dentro ad un estrusore che forma una serie di spaghetti di varia lunghezza, che possono venire poi sbriciolati oppure essere tagliati e venduti direttamente. Uno dei vantaggi di questa tipologia di alimentazione è che dopo la formazione per estrusione si ha un composto che può essere addizionato di vitamine, proteine, aglio, betaglucani, acidi grassi omega 3 e quant’altro per ottenere un cibo praticamente perfetto. Inoltre può essere anche microincapsulato o trattato con spray sotto-vuoto per ottenere un cibo dalla granulometria perfetta e controllata che affondi in maniera controllata, che non si sfaldi al contatto con l’acqua ed adatto per via delle diverse dimensioni alle diverse taglie dei pesci d’acquario. In genere l’assetto è leggermente negativo, cioè i granuli tendono ad affondare molto lentamente, dando tempo ai predatori di cibarsene. Una volta somministrato il cibo una parte rimarrà in superficie (soprattutto se si utilizza un anellino posiziona-cibo) mentre una parte tenderà ad affondare lentamente, in modo che il cibo si dispone naturalmente su più coordinate spaziali e si crea lo spazio che permette anche ai pesci più timidi di partecipare al banchetto. Cibo in pelletIl cibo in pellet parte sempre dalle solite farine ittiche che vanno a formare una pasta bilanciata di nutrienti, ma a differenza del procedimento per ottenere il granulato, viene lavorata a basse temperature con estrusione a freddo. Sulla carta è sicuramente il miglior modo di preparare un cibo per i nostri pesci ma presta il fianco ad un problema abbastanza serio. Se le materie prime di partenza hanno anche solo un piccolo problema, non essendoci nel processo l’uso della temperatura, questo problema si può ripercuotere direttamente sui nostri pesci. A parte questo può essere post-lavorato come il granulare e quindi presentare le stesse proprietà. Un mangime storico che era costruito tramite pellettatura e forse uno dei primi cibi moderni dalle ottime proprietà nutritive è stato (ed è ancora) il Duplarin. Cibo in fiocchiIl cibo in fiocchi si può considerare l’antenato del cibo in granuli, e si ottiene con procedimenti più semplici e meno costosi, ma che purtroppo donano al cibo in fiocchi alcune caratteristiche che non lo rendono in genere particolarmente invitante agli occhi dei nostri pesci. E’ un cibo infatti che per sua natura tende a galleggiare ed a non affondare, comportandosi quindi in maniera poco naturale, e sono molti i pesci che non gradiscono questo fatto e che quindi non lo classificano come cibo, sebbene sia possibile anche con questa tipologia di cibo fornire la giusta quantità di elementi nutrizionali. Cibo in scaglieIl cibo in scaglie si ottiene dalla già citata pasta bilanciata di farine ittiche tramite un processo di laminazione ad alta temperatura. In pratica si stende la pasta di partenza su un nastro trasportatore in un layer sottilissimo, questo strato sottile di alimenti viene poi fatto transitare per alcuni metri sul nastro a temperature elevatissime che fanno evaporare completamente l’acqua e formano delle scaglie di dimensione molto maggiori di quelle che noi conosciamo, poi alla fine del nastro le “grosse” scaglie cadono e si frammentano arrivando alle dimensioni che conosciamo noi. Il processo ad altissima temperatura impoverisce moltissimo il cibo di partenza rispetto alla estrusione a freddo o a caldo, e non rende idonee le scaglie ad essere post-trattate per addizionare composti o sostanze nutritive importanti. Cibo surgelatoIl cibo surgelato riveste una grande importanza nell’alimentazione dei nostri pesci, in quanto può arrivare laddove non possono arrivare i cibi di origine industriale che abbiamo appena visto. Un cibo surgelato infatti si può presentare con un appeal per forma ed odore molto simile ad un mangime naturale (quale in fondo è) e quindi rappresentare una appetibilità molto superiore alla media, soprattutto per pesci che abbiano difficoltà nel primo ambientamento. Generalmente si possono trovare artemie saline, che è un piccolo crostaceo, mysis, un crostaceo di dimensioni leggermente maggiori fino ad arrivare al krill, un gamberetto di dimensioni importanti e per pesci di una certa dimensione. Per i pesci di acqua dolce si può trovare con molta frequenza anche il chironomus. Alcune aziende producono mix di surgelati anche piuttosto sofisticati con ad esempio uova di pesce, alghe, polpa di riccio, ecc. L’artemia salina è in ogni caso sconsigliata come fonte primaria di alimentazione in quanto molto povera di sostanze nutritive, ed è consigliabile quindi somministrarla assieme a vitamine per apportare una miglior fonte nutrizionale ai nostri pesci, l’artemia ha però l’indubbio vantaggio di essere il cibo più largamente accettato da qualsiasi pesce e quindi è il punto iniziale di somministrazione verso pesci che facciano fatica ad acclimatarsi.
In ogni caso un cibo surgelato non arriverà mai alla completezza di sostanze nutritive di un mangime industriale. Cibo liofilizzatoIl cibo liofilizzato ha alcuni vantaggi del cibo surgelato, come in parte l’odore e sicuramente la forma, ma non ha lo stesso appeal nè lo stesso contenuto nutritivo, è però di più facile conservazione, non presenta nessuna problematica legata alla rottura della catena del freddo ed inquina molto di meno. Risulta quindi essere un alimento insostituibile e pratico laddove vi siano alcuni pesci che non accettino di buon grado il mangime in granuli e non si voglia utilizzare mangime surgelato. Il cibo vivoIl cibo vivo sarebbe sicuramente la scelta migliore in assoluto sulla carta per il nostro acquario, ma presenta moltissime complicazioni tecniche che nella maggior parte dei casi ne sconsiglia l’utilizzo. I cibi che si possono allevare e dosare sono l’artemia salina, che in pratica si esplica con la schiusa di naupli di artemia e che sono come abbiamo visto carenti di sostanze nutritive, e per gli acquari ed i pesci marini il fitoplancton, che negli ultimi tempi non è più così difficile da allevare, fino ad arrivare ai rotiferi come il Brachionus plicatilis, molto difficile da allevare se non con attrezzature non proprio alla portata di tutti. La gestione di una alimentazione composta da organismi viventi diventa quindi complessa perché come in tutte le operazioni che rivestono organismi viventi è necessario essere sempre presenti per potersi dedicare alle colture, ritengo quindi la cosa proficua solo nel momento in cui ci si voglia cimentare nell’allevamento di avannotti. Le VacanzeDurante le nostre vacanze il problema dell’alimentazione dei pesci è sicuramente uno dei più sentiti fra gli acquariofili, anche se come abbiamo visto nel primo paragrafo, è un problema più nostro che degli ospiti del nostro acquario. E’ inevitabile, infatti, che all’interno della nostra vasca si formino degli organismi viventi che serviranno alla loro alimentazione, così come il proliferare di alghe sarà uno dei loro surrogati alimentari. Io mi regolo sovralimentando nella settimana precedente alla mia partenza, e rimanendo tranquillo per le due settimane a seguire, anche senza nessuna somministrazione di mangime. E’ ovviamente consigliabile far somministrare un po’ di mangime se c’è qualcuno che andrà a controllare l’acquario in nostra assenza, ma non lo ritengo un motivo di preoccupazione se così non dovesse essere. Cosa somministrare in caso di malattiaOltre ai mangimi così detti naturali esistono anche mangimi specifici da somministrare una tantum al fine di una prevenzione verso le più comuni malattie, come cryptocarion irritans od oodinium, sia ma che possono anche avere una forte funzione terapeutica in forza dei singoli composti che gli vengono addizionati. Ad esempio io mi sono sempre trovato molto bene con il Mangime del Dr. Bassleer’s forte, un mangime altamente vitaminico, addizionato con aglio, vitamine, betaglucani, che aiuta il sistema immunitario dei pesci. Non è un medicinale, ma è in ogni caso sconsigliato utilizzarlo per periodi continuativi, così come descritto anche dal produttore. Io sono solito usarlo per circa una settimana al mese alternandolo al granulato classico, e nei rari casi di pesci stressati (ad esempio dopo un inserimento), pesci in convalescenza (dopo alcune baruffe possono infatti avere tagli sul corpo o pinne rovinate) oppure pesci colpiti da qualsiasi tipo di malattia o parassita. Esistono anche soluzioni nostrane, sebbene meno potenti, come ad esempio il mangime Premium Marino della italiana SHG. Una soluzione alternativa è quella di addizionare succo di aglio e vitamine al nostro granulato prima della somministrazione per rinforzare le loro difese immunitarie. Si procede spremendo del succo di aglio, addizionandolo con qualche goccia di vitamine (ottimo è in questo caso l’uso del idroplurivit per bambini che si acquista in farmacia senza necessità di ricetta medica, oppure un qualsiasi composto vitaminico specifico per pesci d’acquario), e successivamente si versa il succo creato su un po’ di mangime in granuli piuttosto che su un mangime surgelato adeguatamente scongelato, poi si somministra in vasca come al solito. Spargere succo d’aglio o vitamine nell’acqua senza averlo fatto assorbire da un mangime non serve a nulla se non a conferire un odore particolare alla vostra vasca. Come scegliere il cibo perfettoPurtroppo scegliere il cibo perfetto per i nostri pesci dallo scaffale del negozio non è affatto semplice. Non solo per la quantità di tipologie diverse che possiamo incontrare, come abbiamo già visto nel corso dell’articolo, ma anche e soprattutto per via delle numerose offerte suddivise eterogeneamente per prezzo e per brand. Io consiglio di fare un passo indietro, ed analizzerei le analogie presenti fra il cibo venduto per il consumo umano e quello venduto per il consumo in acquariologia. Come tutti sappiamo se andiamo al supermercato i cibi destinati all’alimentazione umana diretta sono conservati sotto vuoto o in atmosfera controllata, in luoghi secchi e non fortemente illuminati, e con chiara indicazione della data di scadenza. Dal mio modesto punto di vista credo che per i nostri amati pesci dobbiamo attenderci lo stesso trattamento, quindi un contenitore possibilmente in materiale resistente, con cibo inscatolato sottovuoto o comunque sigillato in atmosfera controllata, senza possibilità che via sia una apertura e successiva chiusura fortuita, con chiara indicazione della data di scadenza, e con un recipiente che consenta una ottima chiusura anche una volta aperta la confezione. Sicuramente un plus può essere considerata la confezione in vetro o comunque non in materiale plastico che potrebbe lasciar passare l’umidità. Ovviamente questo non potrà garantirci della qualità del cibo contenuto, ma sicuramente un contenitore non adeguato porterà il cibo al deperimento in un tempo sicuramente più breve. Mantenimento del ciboCome abbiamo detto il contenitore e la tecnica di inscatolamento riveste una importanza fondamentale per il perdurare del mangime nel tempo. Ma questo non deve esimerci dal seguire delle semplici regole. Sarebbe altamente consigliabile comprare confezioni di cibo che siano piccole, in modo che il contenuto venga consumato in breve tempo, diciamo entro un mese dall’apertura, affinché non perda le proprie capacità nutritive e diventi quindi molto meno nutriente di quello che ci aspettiamo a causa dell’ossidazione. Infatti ogni alimento una volta a contatto con l’aria si ossida e perde le sue caratteristiche nutrizionali, il tempo in cui questo avviene è direttamente proporzionale allo strato che lo protegge (incapsulatura piuttosto che procedimenti diversi atti alla protezione del cibo in tal senso), ed al tempo che rimane a contatto con l’aria. E’ importante quindi che la confezione rimanga aperta un tempo brevissimo e che il tappo venga richiuso nel miglior modo possibile, non sarebbe peregrino usare un contenitore in vetro entro cui mettere il mangime se il barattolo di partenza fosse in materiale plastico con chiusura a semplice pressione, sarebbe ovviamente da preferire un contenitore di partenza con guarnizione, magari con chiusura a vite e non in materiale plastico. Per il surgelato invece vanno seguite in maniera pedissequa le prescrizioni per un normale alimento surgelato, quindi è fondamentale non interrompere la catena del freddo (mai comprare del surgelato online!), ed utilizzare il surgelato entro un giorno se conservato in frigorifero dopo lo scongelamento.
AlgheCome abbiamo visto, oltre ai mangimi generici, granulato, pellets, fiocchi, scaglie, esistono anche le alghe, che rivestono una importanza fondamentale per tante categorie di pesci che se ne cibano in natura, come ad esempio, relativamente agli acquari marini, gli acanturidi od i tantissimi pesci fitofagi in acqua dolce. Si trovano in genere in formato liofilizzato o comunque variamente confezionate. Esistono di diverse tipologie, forme e colori, ma possono essere anche acquistate nei reparti etnici dei supermercati dove vengono vendute come alghe nori, alghe destinate soprattutto per la preparazione del sushi e presenti in molte culture culinarie orientali, ed ottime soprattutto per i pesci marini. E’ evidente che una componente vegetale sia fondamentale per l’alimentazione dei nostri pesci e quindi si trovano spesso tali componenti anche nel cibo cosiddetto generico, soprattutto è possibile trovarci addizionata l’alga verde spirulina molto apprezzata sia dai pesci di acqua marina che dai pesci di acqua dolce. Si trovano in commercio anche pastiglie che contengano solo alga spirulina, così come scaglie e granuli. Data per scontata l’importanza della somministrazione di cibo di origine vegetale, vi invito a controllare la presenza di alghe nel vostro solito mangime ma in ogni caso di pensare ad una somministrazione alternata di cibo vegetale, sia esso composto da alghe liofilizzate, alghe nori o spirulina nelle sue varie forme commerciali. Per somministrare le alghe è possibile utilizzare una pinza con ventosa che si trova in commercio a cui si andrà a fissare una o più alghe, oppure è possibile utilizzare la propria calamita per fermarle contro il vetro.
Cibo alternativoEsiste una corrente di pensiero che ritiene fondamentale la somministrazione di cibo vegetale, anche per lunghi periodi, di provenienza non strettamente acquatica. Mi riferisco ad esempio all’utilizzo di foglie di insalata, broccoli bolliti, spinaci, zucchine ed anche carote. |
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