Diagnosi
Bisogna prima di tutto non confondere i malesseri che nel pesce sono causati da problemi dovuti all’alimentazione errata, ad un sbagliato allestimento, a ferite, malattie ereditarie, intossicazioni dell’acqua da quelli dovuti a veri e propri fattori patogeni.
Si consideri che con patogeni si intendono malattie dovute a microrganismi o comunque esseri viventi che possono minare la salute del pesce.
Tra i problemi non causati da fattori patogeni ci sono anche i tumori e deformazione dovute a scarsa alimentazione.
Fondamentale per riuscire a capire che c’è qualcosa che non funziona è l’osservazione attenta e accurata che ogni acquariofilo deve fare ogni giorno, solo conoscendo le abitudini e i soliti movimenti di un pesce si è in grado di valutare se questo sta cambiando il suo comportamento.
Arrivare ad intervenire quando il pesce non è più in grado di tenere un assetto corretto nell’acqua può essere già tardi perché questo è indice di gravi danni al cervello oppure alla vescica natatoria; per perdite di assetto si intende incapacità a nuotare con la pancia verso il fondo, non capacità di controllare la posizione orizzontale e a volte addirittura l’incapacità di riuscire a non farsi travolgere e rovesciare dalla corrente che c’è nell’acquario.
Sono da osservare anche i colori dei pesci, la respirazione, la loro andatura nel nuotare, l’integrità delle loro pinne; questi sono fattori che possono essere indice di eventuali malesseri. Questi fattori, che a differenza della maggior parte dei sintomi di malattie, non hanno apparenti sintomi esterni, possono essere attribuiti sia a malattie che alle cause sopra elencate.
Prima di procedere alla diagnosi sarebbe opportuno escludere di una delle più frequenti cause di malesseri dei pesci, e cioè l’intossicazione da acqua inquinata, effettuando in modo accurato le analisi.
Se le analisi danno esito negativo si può allora iniziare a considerare la possibilità di patologia. Purtroppo questi sintomi sono molto generici e possono essere attribuiti a vari tipi di malattie, per la diagnosi vi rimandiamo alle tabelle nelle pagine successivo.
La diagnosi quando compaiono sintomi esterni è più semplice, la comparsa di puntini, ulcere, muffe, deformazioni, brufoli, feci anomale, ecc sono sintomi evidenti di malattie. Accorgersi della malattia il prima possibile aumenta le probabilità di una guarigione, si raccomanda pertanto un accurata osservazione quotidiana soprattutto nelle zone più facilmente colpite: gli occhi, le pinne, la pelle e l’ano.
Trattamento
Nell’allestire un acquario dove si cureranno i pesci è fondamentale segnarsi e ricordarsi quanti litri netti sono contenuti, questa informazione ci servirà ad ogni cambio parziale per essere sicuri che stiamo cambiando la quantità di acqua ottimale e nel caso di somministrazione di un medicinale ci evita di rischiare di sovradosare o sottodosare la medicina.
Quali sono i problemi di un sottodosaggio e di un sovradosaggio?
Per prima cosa per combattere una malattia si usa un prodotto che deve essere tossico per il parassita, ma a volte lo è anche per il pesce ospite quindi è chiaro che un buon medicinale è tale quanto è più tossico per il parassita e quanto non lo è per il pesce.
Non sempre questo si verifica e una cura deve essere fatta seguendo scrupolosamente le indicazioni e le dosi riportate dal produttore perché sovradosare può portare all’intossicazione del pesce oltre all’uccisione del parassita.
Altro caso in cui si rischia l’intossicazione sono i bagni in soluzioni molto concentrate fatte, in questo caso bisogna osservare molto attentamente il pesce perché appena questo incomincia a mostrare dei segni di insofferenza oppure si appoggia su un fianco vuol dire che la situazione sta precipitando e bisogna riportare il pesce nella solita vasca.
L’eliminazione della medicina in genere avviene per via renale o per il fegato, è la velocità di eliminazione che indica l’emivita del chemiobatterico: il tempo in cui la concentrazione del medicinale si dimezza, in genere gli antibatterici che sono quelli più usati in acquario hanno chemioantibiotici brevi per evitare appunto le intossicazioni, ma se si esagera il pesce non riesce a smaltire. L’intossicazione a volte è dovuta anche a delle reazioni allergiche.
Dall’altra parte non si deve neanche fare l’errore di trattare il pesce con dosi basse, c’è la possibilta che si pensi di trattare il pesce con un sottodosaggio per prevenire alcune malattie nel pesce stesso, ma non vi è nulla di più sbagliato perché in questo modo non si fa altro che aiutare il parassita: infatti se la sostanza tossica per il parassita (il medicinale) viene sottodosata gli si dà il tempo di mutare e rimangono in vita solo quei parassiti che alla fine hanno sviluppato la capacità di resistere alla medicina.
In questo caso se poi il pesce si ammala la terapia non può dare dei risultati positivi.
Altro errore comune è quello di usare in contemporanea più di un medicinale, cosa che va fatta solo se consigliato nella cura, infatti due medicine innocue per il pesce se prese singolarmente diventerebbero tossiche qualora fossero combinate.
Se due medicine fossero somministrabili insieme significherebbe che hanno effetti su catene metaboliche differenti, quindi, solo in questo modo possono essere efficaci.
Si consideri che gli antibatterici sono presenti in tutti gli organismi quindi è stato proprio partendo da questi che in laboratorio si è riuscito a produrre antibatterici sintetici o semi sintetici(in parte derivano da reazioni chimiche fatte in laboratorio in parte si formano con l’aiuto di microrganismi).
In generale con antibatterico si indica il farmaco che uccide i batteri e con batteriostatico il farmaco che ne blocca solo la riproduzione.
Per stabilire l’efficacia di un farmaco bisogna considerare quale è la dose che dobbiamo somministrare per ottenere effetti: minore è la dose maggiore è l’effetto del farmaco. Un farmaco con un spettro di azione maggiore uccide una quantità maggiore di microrganismi.
L’uso di medicinali e di prodotti chimici non deve essere mai sottovalutato e soprattutto non deve mai essere fatto senza avere almeno delle nozioni di base, si suggerisce quindi di appoggiarsi sempre ad un conoscente che lavori nel campo medico, biologico, chimico.
I suggerimenti migliori li possono dare tutte quelle persone che abitualmente lavorano a contatto con i prodotti consigliati nelle cure: veterinari, farmacisti e anche medici.
Non bisogna esitare nel chiedere informazioni al produttore stesso per essere informato su tutto riguardo alla sostanza chimica.
Le sostanze devono essere manovrate con la dovuta cautela perché spesso possono essere dannose non solo se vengono ingerite, ma anche per il semplice contato sulla pelle.
Alcuni prodotti poi sono pericolosi perché a contatto con l’aria reagiscono molto velocemente e possono anche bruciare, altri magari sono corrosivi.
Si ricordi anche che le malattie alla fine lasciano i segni nel pesce anche quando questo è guarito: se sono stati danneggiati degli organi interni o esterni vitali anche se il parassita è stato debellato il pesce guarito non può che morire per le conseguenze della malattia perché gli organi ormai hanno smesso di compiere il loro lavoro.
Proprio a causa della nostra inesperienza a volte è meglio procedere con la cura su un pesce diciamo cavia e vedere se porta ai risultati sperati, se la cura è efficace poi si potrà provvedere al trattamento degli altri pesci malati.
Attenzione anche alla somministrazione della medicina negli orari riportati, se non c’è alcuna prescrizione l’aiuto di un esperto è fondamentale in quanto alcune medicine se somministrate non correttamente o erroneamente possono danneggiare il pesce e portarlo alla morte in poco tempo, è buona regola quindi dare le medicine solo quando si ha la possibilità di controllare regolarmente la salute dei pesci: in genere di giorno.
Somministrare la medicina di sera porta il rischio di trovare i pesci soffocati la mattina dopo.
Attenzione anche al filtro, in quanto la flora batterica, a causa di alcuni medicinali, ne può risentire e può metterci anche interi giorni prima di riprendersi, durante il trattamento vanno scrupolosamente eseguiti i test dell’acqua. Altro aspetto è la lampada UV che non deve essere usata se non viene prescritta in quanto potrebbe alterare i medicinali e renderli inutili.
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Ciao, ho il mio pesciolino rosso in quarantena da circa 5 gg lo avevo trovato con pancia gonfia, ora improvvisamente dov’è l’addome gonfio presenta sangue interno, penso ad un’emorragia. Ho notato che non ha defecato, mi avevano consigliato digiuno e pisellini cotti, che gli ho dato. Posso fare ancora qualcosa?? Help me, mi dispiace molto vederlo male, sta con me da 7 anni
Ciao, ti consiglio di aprire un nuovo post nell’area dedicata sul forum che trovi qui http://www.acquariofilia.biz/forumdisplay.php?f=8
Lì troverai qualcuno in grado da darti un consiglio!