Accanto ai Neon e ai Siluriformi di numerosi generi e specie, oggi i Ciclidi del genere Symphysodon – questo il loro nome scientifico – sono probabilmente i pesci d’acquario più noti del Sud America tropicale. Qui vivono soprattutto nelle vaste regioni fluviali e lacustri dell’Amazzonia brasiliana, ma anche in Perù e in Colombia, sul confine con il Brasile. La storia della scoperta del Discus ha inizio più di 160 anni fa ed è strettamente legata ai nomi di due naturalisti austriaci: Johann NATTERER (1787-1843), nato a Laxenburg, in Austria, e Johann Jacob HECKEL (1790-1857), nato a Mannheim, in Germania, ma che da sempre nella capitale austriaca, Vienna. Curiosamente nessuno dei due a formazione accademica come la si intenderebbe oggi: NATTERER, addirittura, interruppe gli studi alle medie superiori e già all’età di 19 anni intraprese viaggi di raccolta di animali in giro per l’Europa. Dopo qualche tempo si sparse la voce delle sue eccellenti doti di preparatore e disegnatore: cosi nel 1816 venne investito dell’incarico di vice-curatore dell’allora gabinetto di storia naturale della corte imperiale di Vienna, comunque una posizione poco impegnativa, con una retribuzione di conseguenza piuttosto modesta. Il primo a vedere, catturare e disegnare sotto “aspetti ittiologici” il Discus, in pratica scoprendolo per la scienza, fu NATTERER, che nel 1817 era partito per una grande spedizione in Brasile patrocinata dall’imperatore Austriaco Francesco. Il viaggio durò complessivamente 18 anni, di cui 5 trascorsi nel Mato Grosso, il paradiso degli uccelli all’epoca pressochè inesplorato. La spedizione fu molto più lunga del previsto, segnata da guerre civili, gravi attacchi di febbre, pericoloso malattie epatiche e fatiche quasi indescrivibili. Quando nell’estate del 1836 NATTERER finalmente tornò a Vienna, nonostante tutte le avversità e contraccolpi negativi, il suo bottino scientifico era enorme. Consegnò accuratamente imballati in 37 grosse casse, 50.000(!) animali da lui conservati e registrati con scrupolo, tra cui quasi 1700 pesci dei generi più disparati. In una di queste casse si trovò un singolo Discus, di appena una decina di centimetri e quindi relativamente giovane, catturato da Johann NATTERER i primi di novembre del 1833 nel rio negro inferiore. Secondo il metodo di conservazione comunemente adottato all’epoca, anche in questo caso dopo la cattura al pesce erano state asportate le interiora. Fui poi compito di HECKEL vagliare, ordinare, catalogare e descrivere scientificamente il materiale ittiologico nuovo, e quindi estremamente prezioso, frutto del viaggio. Questa complessa operazione impegnò HECKEL per quattro anni. Ma nel 1840 giunse finalmente il momento: HECKEL pubblicò il suo lavoro scientifico probabilmente più famoso, intitolato “Johann Natterers neue Flußfische Brasilien’s nach den Beobachtungen und Mittheilungen des Entdeckers beschrieben” (“I nuovi pesci di fiume del Brasile di Johann Natterer, descritti secondo le osservazioni e le comunicazioni dello scopritore”). In base al Discus portato a Vienna da NATTERER, HECKEL istituì il genere Symphysodon e descrisse il pesce come Symphysodon discus. Si trattò del pesce oggi…universalmente noto come Symphysodon discus HECKEL, Discus Pompadour (un nome abbastanza superato, popolare soprattutto nei Paesi di lingua inglese), Discus “Heckel” o “vero” Discus. Il termine “vero”, tuttavia, non va inteso come un giudizio di qualità. Infatti, quando dopo la prima presentazione di HECKEL furono catturati altri Discus che non corrispondevano a questa descrizione e ancora non ne erano state pubblicate altre, ittiologi e acquariofili si trovarono di fronte a una situazione abbastanza difficile. Perciò si era passati a chiamare “veri” quei Discus che corrispondevano alla prima descrizione di HECKEL. Così a suo tempo Symphysodon discus veniva distinto dai pesci scoperti più di recente e non ancora descritti.
Alcuni decenni dopo fu uno scienziato francese, l’ittiologo Jacques PELLEGRIN, nato nel 1873, a lavorare intensamente alla tassonomia dei Discus. Nel 1903 notò che alcuni Discus da lui esaminati, provenienti da Manaus (sul Rio Negro), da Tefé (sul Rio Solimòes, come viene chiamata la parte occidentale brasiliana del Rio delle Amazzoni) e da Santarém (sul Rio delle Amazzoni), appartenevano a due differenti varietà: gli esemplari di Santarém e di Tefé si distinguevano chiaramente dai pesci del Rio Negro per un diverso disegno a fasce verticali sul corpo. Tutti i successivi tentativi di importazione fallirono. Nel 1932 il tedesco W. PRAETORTUS, che operava come pescatore di pesci d’acquario nei pressi di Santarém su incarico di un importatore berlinese, descrisse, probabilmente come uno dei primi dopo l’austriaco NATTERER, con dovizia di particolari un biotopo di Discus. Sempre nel 1932 il tedesco Karl GRIEM l’azienda Aquarium Hamburg riuscirono a importare in Germania dei Discus sani. Nel dicembre dello stesso anno, il giovane allevatore professionista di pesci d’acquario Herbert HAERTEL, di Dresda, su su incarico del padre Hermann HAERTEL ritirò di persona a New York alcuni pesci d’acquario “nuovi” con il nome commerciale “Scalare blu”; in realtà si trattava di Discus. Padre e figlio HARTEL in un primo momento erano partiti dal presupposto che i pesci importati appartenessero a un “tipo particolare” di Scalare e per questo continuavano a trasferire le covate in vaschette separate, per impedire che le uova venissero divorate dai genitori. Chiaramente questa tecnica, di uso comune nella riproduzione degli Scalari (accrescimento in assenza dei genitori), per molto tempo non sortì alcun risultato. Solo nel 1936 il caso diede una mano: gli HARTEL non notarono una coppia di Discus intenti a curare la prole. Quando improvvisamente i genitori uscirono dal loro rifugio con un nugolo di piccoli “attaccati” al corpo, il mistero fu svelato. Ora padre e figlio compresero che non avevano a che fare con figli da degli Scalari. L’acquariofilia in generale all’epoca non si mostrò molto interessata ai Discus, sicuramente anche per via del prezzo elevato richiesto per i pochi pesci disponibili. Si stima che fino al 1939 siano stati importati vivi in Germania poco più di 100 Discus. In altri Paesi la situazione era simile. Prendiamo per esempio gli Stati Uniti: appena nel 1933 giunse sana e salva nel Nord America la prima spedizione di Discus. Si trattava, così si dice, di 18 Discus con destinazione New York. In Inghilterra un negozio di acquari espose per la prima volta un Discus, precisamente un “Pompadour” (Symphysodon discus), nel 1938. Stando a fonti storiche, la prima riproduzione di successo di Discus riuscì nel 1935 a un americano di Philadelphia, certo Gustave ARMBRUSTER. Nel 1939, poco prima che scoppiasse la seconda guerra mondiale, sempre negli Stati Uniti Gene WOLFSHEIMER ottenne per puro caso la riproduzione di questo pesce. Non trovandosi in casa, al contrario di quanto da lui praticato fino ad allora, non fece in tempo a dividere la covata dai riproduttori e così i genitori curarono e nutrirono con dedizione la prole, che aveva appena iniziato a nuotare liberamente. Un successo ancora maggiore fu registrato poi da W.T. DODD, un americano di Portland. Nel 1949 una sola coppia di Discus generò svariate covate numerose, fino a circa 200 avannotti ogni due settimane! Ma dopo la morte prematura di questi riproduttori, DODD non riuscì più a ripetere i successi di una volta, pur ricorrendo a un elevato numero di coppie.
A riguardo si deve annotare che questa esperienza non va imitata, perché far seguire così tante covate ad intervalli di tempo così brevi non ha certo giovato ai pesci, anche nel caso DODD avesse diviso subito dopo la deposizione la covata dalla sua unica coppia di genitori. Non è affatto escluso che questo allevatore americano abbia perso cosi presto la sua prolifica coppia, perché i pesci erano troppo stressati: le coppie di riproduttori andrebbero saltuariamente lasciate riposare qualche settimana tra una deposizione e l’altra. Anche in natura la riproduzione dei discus non avviene in continuazione, perché i genitori accudiscono i loro piccoli abbastanza a lungo, a patto che questi non vengano divorati da altri pesci stimolando in questo modo la coppia ad una nuova riproduzione.
Comprensibilmente fu molto fiero delle sue scoperte; ma la sua opinione, espressa in una pubblicazione, che i Discus marroni, come quelli pescati per esempio nel Tocantins inferiore e nel Tapajós (entrambi affluenti le sue meridionali del Rio delle Amazzoni inferiore), siano la “razza di Discus meno bella”, difficilmente è condivisa da tutti gli appassionati. Nonostante si continuassero a registrare grosseperdite durante il trasporto, un buon numero di questi pesci giuunse oltre che negli Stati Uniti anche in Europa. A partire dal 1956 un altro americano, Danny DiCoco, del New Jersey, riprodusse quasi tutte le varietà cromatiche allora note, eccetto il Discus Tefé. I suoi risultati erano tali che per dieci anni poté rifornire quasi da solo l’intero mercato di New York.
Del resto ancora oggi non si riesce poi tanto spesso a far riprodurre una coppia di veri Symphysodon discus. Inoltre, fino a circa il 1958/59 tutti i Discus esportati dall’Amazzonia appartenevano molto probabilmente a varietà marroni o blu. Per inciso, passa fin troppo inosservato il fatto che ci vollero circa 125 anni (!) prima che il Symphysodon discus raccolto da NATTERER nel 1833 e descritto da HECKEL nel 1840 venisse raccolto una seconda volta, ora tuttavia vivo. Infatti, fino alla metà degli anni Cinquanta, il Rio Negro era ancora inesplorato dal punto di vista acquariofilo e quindi non vi si catturavano pesci.
Alcuni pesci di allevamento tedeschi, soprattutto degli ambiti esemplari di SCHMIDT-FOCKE, negli anni sessanta arrivarono anche in Malaysia, dove in particolare isola di Penang sarebbe poi divenuta una mecca all’allevamento commerciale di Discus, come pure Singapore e persino nell’Estremo Oriente (Taiwan, Giappone, Hong Kong). Così in molte parti del mondo sorsero nasi contemporaneamente impianti di riproduzione di Discus dalle proporzioni e attrezzature più disparate. Negli anni Settanta e Ottanta l’acquariofilia dedicata al Discus fece registrare un vero boom. Nel corso degli anni seguenti affinò e perfezionò questa tecnica. Ancora oggi, aiutato dal figlio, egli fa accrescere una gran parte degli avannotti senza i genitori. Una volta che gli iniziali “segreti” man mano venivano resi noti, gli allevatori più giovani, soprattutto negli Stati Uniti e in Canada, ma anche nella ex DDR, adottarono questo sistema di accrescimento artificiale dei Discus estremamente impegnativo in termini di tempo.
In altre parole, vengono allevati circa 400.000 Discus. Calcolando mediamente € 38.00 a Discus si ottiene un valore complessivo di € 15.200.000 (circa 30 miliardi delle vecchie lire). Il mercato che sta dietro queste cifre è assai combattuto. Una stima di massima indica che soltanto in Germania vengono acquistati ogni anno almeno 150.000 Discus (compensazione di perdite, ampliamento di impianti di allevamento, richiesta da parte di nuovi appassionati di Discus ecc. ecc.)! A qualcuno questo numero apparirà sorprendentemente elevato. Ma è senz’altro realistico. L’impianto del maggiore allevatore tedesco di Discus fornisce ogni anno circa 100.000 (!) Discus, di cui tuttavia 40-50% va all’estero. Il numero di 150.000 Discus acquistati ogni anno da acquariofili tedeschi dovrebbe far riflettere l’appassionato responsabile: le perdite registrate negli acquari di Discus oramai non possono certo essere considerate trascurabili. Infatti l’aumento del numero di appassionati e l’ampliamento di parte degli impianti di allevamento già esistenti non possono essere l’unica spiegazione all’elevata domanda. Perciò anche questo sito vuole contribuire a migliorare le condizioni di allevamento negli acquari di Discus trasmettendo le informazioni più importanti, in modo da evitare inutili morie di pesci. |
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Le alghe sono in genere la conseguenza di un problema nella gestione della vasca. Ti consiglio di scrivere in questa sezione del forum con i dati del tuo acquario così riceverai un aiuto mirato http://www.acquariofilia.biz/forumdisplay.php?f=108