Le lumache in acquario sono utili o dannose? Prima o poi ogni acquariofilo si ritrova ad affrontare il problema della proliferazione delle lumache nel proprio acquario.
Ci tengo innanzitutto a sfatare la convinzione che introdurre dei botia in acquario possa risolvere definitivamente il problema delle lumachine infestanti, infatti non tutte le specie si nutrono di lumache e spesso lo fanno solo quando sono giovani.
Inoltre quasi sempre la scelta ricade sul diffusissimo chromobotia macracanthus (meglio conosciuto come botia pagliaccio) che, pur essendo un pesce molto bello e particolare, è decisamente ingombrante e vivace, necessita di vivere in gruppo con i propri simili e da adulto raggiunge dimensioni tali (intorno ai 30 cm.) che dovrebbero scoraggiarne l’acquisto per vasche inferiori ai 300 litri.
Un’altra specie che si nutre di lumachine è il genere pesci palla, ma anche in questo caso non si tratta di pesci da acquistare con leggerezza, dato che hanno esigenze particolari, alcuni, come il tetraodon biocellatus, necessitano di vivere in acqua salmastra; in genere sono pacifici da giovani ma di indole territoriale e/o aggressivi in età adulta.
Di conseguenza l’introduzione troppo avventata di questi pesci in vasche inadatte, al solo scopo di debellare le indesiderate lumachine, apporta più svantaggi che vantaggi (dalla padella nella brace).
Chromobotia macracanthus
La seconda leggenda metropolitana è che tutte le lumachine divorino le piante, la maggior parte infatti è detrivora, si nutre cioè dei detriti (resti di cibo) che si accumulano sul fondo dell’acquario, sugli arredi e sulle piante, oltre ad alcuni tipi di alghe, foglie malate o in decomposizione e contribuisce a tenere pulite le pareti della vasca.
Certo si tratta di animali molto lenti e spesso minuscoli, quindi per completare il lavoro di pulizia necessitano di parecchio tempo, ma la pazienza è la virtù dei forti e non possiamo pretendere di delegare la completa pulizia dei vetri a lumache o pesci fitofagi, di conseguenza il grosso del lavoro spetta a noi, periodicamente, con l’aiuto delle classiche calamite o un semplice batuffolo di ovatta filtrante (lana di perlon).
Comunque, se le foglie delle vostre piante risultano rovinate, aspettate a puntare il dito sulle lumachine, il colpevole potrebbe essere qualcun altro, ad esempio l’amato ancistrus.
Tra le specie di gasteropodi più comuni che realmente danneggiano le piante troviamo:
Marisa cornuarietis
Pacifica e allevabile similmente al genere ampullaria (ma non esce dall’acqua), si nutre di qualsiasi cibo di origine vegetale oltre ad alghe e detriti;
ne è sconsigliata l’introduzione in vasche piantumate perché pare riesca a mangiare piante coriacee come anubias e microsorum.
Lymnaea stagnalis
Robusta e adattabile, in natura vive in acque stagnanti o con corrente debole, si nutre di piante acquatiche e foglie di insalata;
da non confondere con la specie physa, piuttosto simile,
ma da cui si differenzia per la parte terminale del guscio più allungata e appuntita .
A mio parere le lumache sono creature interessanti, utili e alcune specie molto belle a vedersi, vuoi per la forma tonda della conchiglia delle specie denominate “apple snails”, vuoi per i colori sgargianti o per la pigmentazione suggestiva del guscio come quello delle physa.
Per tenere sotto controllo la popolazione in genere è sufficiente mantenere una corretta gestione della vasca, riassumibile in tre semplici regole che vi eviteranno anche di cadere in altri errori molto comuni:
– pochi pesci e molte piante
– cambi parziali regolari e non troppo distanziati
– somministrazione controllata di cibo
quest’ultimo punto è fondamentale dato che la proliferazione è strettamente collegata all’eccesso di cibo che hanno a disposizione.