GOODEIDILa famiglia dei Goodeidi è ristretta al Messico ed in particolare ad una zona ben precisa che si può sovrapporre grossomodo agli antichi domini aztechi in questo paese. Per chi volesse avere un riferimento più preciso, e con carta geografica alla mano, potete individuare a grandi linee quest’area come quella compresa tra le città di Durango, Colima, Morelia, Mexico City, Queretaro e S.Luis Potosì e situata nel Messico centro-occidentale. (Da un estratto : I Goodeidi comprendono una famiglia (del tutto messicana) di pesci d’acqua dolce vivipari, rappresentata da 35 o più specie principalmente ristrette agli altopiani della Mesa Central. La sua abbondanza la si constata in particolare nel Rio Lerma dove è la famiglia di pesci dominante. (Fitzsimmons e Miller 1971) La famiglia comprende 36 specie descritte finora suddivise in 17 generi diversi. I GENERI DELLA FAMIGLIA GOODEIDAE La classificazione dei goodeidi è abbastanza complicata e comprende tra le caratteristiche che servono a suddividere i generi, le trofotenie degli embrioni (vedere più avanti nella descrizione della famiglia), le dentature e i cariotipi (ovvero le osservazioni sulle strutture cromosomiche). In quest’ultimo caso è necessario però lavorare su un animale vivo. Allodontichtys (HUBBS e TURNER,1939)
Il genere comprende quattro specie, ed è considerato a sé stante pur presentando diverse affinità con i generi Xenotaenia e Ilyodon . Le specie abitano acque correnti e (ad eccezione di A.tamazulae ) non tollerano temperature più alte di 22 °C per troppo tempo. Abitano le zone vicino al fondo ed i maschi rivelano un comportamento spesso assai territoriale si consiglia quindi se si vogliano tenere più coppie di usare una vasca spaziosa. A causa di questi problemi temperamentali, la riproduzione avviene con successo solo quando lo spazio disponibile è soddisfacente. Mantenerli fuori nei mesi più caldi si rivela benefico. Per quanto riguarda l’alimentazione non hanno particolari problemi. Alloophorus (HUBBS e TURNER,1937) Questo è un genere monotipico che contiene la sola specie A.robustus . Recentemente l’altra specie che era iscritta a questo genere ( A.regalis ) è stata spostata nel genere Allotoca . A.robustus è un grosso goodeidi (le femmine possono raggiungere i 20 cm!) che abita prevalentemente laghi e acque stagnanti. Come molti altri goodeidi non amano temperature troppo alte , si consigli il range tra 16°C e 22°C. E’ un pesce tutto sommato pacifico , da non affiancare a piccoli pesci che possono rappresentare cibo. Allotoca (HUBBS e TURNER,1937)
Questo genere comprende da 5 a 7 specie descritte (a seconda dei revisori),alcune delle quali sono a serio rischio di estinzione per inquinamento degli habitat di provenienza. Le esigenze di allevamento sono variabili a seconda della specie. A.diazi è un pesce robusto e aggressivo, A.dugesii è invece un pesce tranquillo che può essere tenuto senza problemi con altri compagni di vasca in acquari capienti. Poche informazioni si hanno sulle altre specie. Come solito imitare l’abbassamento stagionale della temperatura è molto utile per ottenere pesci sani e longevi. Ameca (MILLER e FITZSIMMONS,1971)
Il genere Ameca contiene solo la specie A.splendens , che è uno dei goodeidi più famosi e allevati. Ataenobius (HUBBS e TURNER,1937)
Un altro genere monotipico che potrebbe finire per scomparire in quanto si discute se l’unica specie ( A.toweri ) debba essere introdotta, in future revisioni, nel genere Goodea . Chapalichtys (MEEK,1902)
Da 2 a 3 specie sono ascritte a questo genere in quanto C.encaustus è considerata una specie ma non si è ancora stabilito se C.pardalis e C.peraticus siano 2 specie o una sola.
Tutte le specie sono abitanti assolutamente non problematici in vasca e tollerano temperature fino ai 26 °C. Non richiedono una dieta particolare, hanno tendenze cannibalistiche ma gli avannotti si portano senza problemi avanti per diverse generazioni. Characodon (GUNTHER,1866)
In questo genere abbiamo 3 specie descritte ed una che non lo è ancora . Una specie tra quelle descritte è già estinta , e le altre 3 ( C.audax, C.lateralis e C.sp .) sono minacciate.
Sono pesci di facile allevamento anche se mostrano una aggressività interspecifica ed è bene fornire nascondigli in vasca. Temperature sui 22°C-24°C . Girardinichtys (BLEEKER,1860)
Il genere contiene due specie di cui una è molto vicina all’estinzione. Non sono pesci molto semplici da allevare, e una temperatura costante per molto tempo conduce spesso alla morte degli esemplari. Il range di temperatura che sopportano è tra i 20 °C e i 28 °C anche se le temperature più basse sono le consigliate. Non hanno problemi riguardo al cibo da somministrare. Goodea (JORDAN,1880)
Si discute se il genere contenga 1,2 o 3 specie. E’ un goodeide di grande dimensioni (15-18 cm) di colorazione prevalentemente argentata, pacifico e facilmente mantenibile in acqua dura e a basse temperature (20°C circa). Si ricordi di variare la temperatura nel corso dell’anno. Hubbsina (DE BUEN,1941) Genere monotipico ( H.turneri ) , la cui specie è vicina all’estinzione e che purtroppo non è mai stata allevata con molto successo in acquario e sulla quale quindi non si hanno molte informazioni. Ilyodon (EIGENMANN,1907)
Da 2 a 4 specie sono ascritte a questo genere. Non si hanno particolari problemi né con la forma furcidens/xantusi né con quella withei/lennoni . Sono pesci pacifici che tollerano temperature tra i 18 °C e i 26°C. Non si hanno problemi neppure con il cibo, né a riguardo della riproduzione. Skiffia (MEEK,1902)
4 specie sono incluse in questo genere, più una specie che deve ancora essere inserita precisamente. Sono pesci non problematici ( a parte S.lermae che richiede basse temperature) con un range di temperatura tra i 18°C e i 26°C. Portarli alla riproduzione è abbastanza facile e si sono registrati anche ibridi tra S.multipunctata e S.francesae . Xenoophorus (HUBBS e TURNER,1937) E’ un genere monotipico, anche se in passatosi pensava contenesse 3 specie, ma X.erro e X exsul si sono rivelati sinonimi della stessa specie X.captivus . In acquario sono pesci facili da allevare e tollerano temperature non oltre i 24 °C – 26 °C. La componente vegetale è molto importante nella dieta di questa specie. Xenotaenia (TURNER ,1946) L’unica specie ascritta in questo genere è X.resolanae . Può esser adatto alla vita in acquario purchè la vasca sia grande altrimenti la specie si può rivelare molto aggressiva. La temperatura dell’acqua deve essere tra i 20°C e i 26 °C con favore verso le temperature più alte. Xenotoca (HUBBS e TURNER,1937)
Questo genere contiene 3 specie descritte ( X.variata ,X.melanosoma e X.eiseni che probabilmente è il goodeidi più conosciuto agli acquariofili). Sono specie adatte alla cattività , ma a volte per cause non ben note, X.eiseni diventa una piaga per le pinne dei suoi compagni di vasca. Comunque questa caratteristica è nota solo per la vecchia varietà Jacobs quindi non è vera oggigiorno per molti esemplari (posso confermarlo anche da esperienza personale.. D.M.). Accettano ogni tipo di mangime e vivono bene per un range di temperatura da 16 °C a 28 °C. Zoogoneticus (MEEK,1902)
Questo genere contiene 2 specie descritte Z.quitzeoensis e Z. tequila .Temperature costanti indebolisono i pesci che preferiscono acqua sui 22 °C. Preferisce cibo vivo o congelato, ma non presenta particolari problemi per l’allevamento e la riproduzione. Per addentrarci meglio e conoscere più approfonditamente i goodeidi riporto (traducendo dall’inglese) gli appunti ,su base di ricerca scientifica ed esplorazione in natura di due ricercatori che hanno legato i loro nomi a questi pesci: John Michael Fitzsimmons e Bruce J. Turner. I goodeidi sono generalmente di piccole dimensione ( meno di 100 mm) e solo le specie appartenenti ai due generi Allophorus (Hubbs e Turner) e Goodea (Jordan) possono arrivare ai 200 mm. Vivono in una grande varietà di habitat da profondi specchi d’acqua stagnante a veloci ruscelli. Alcuni sono abitanti dei laghi altri li si ritrova nei pantani dovuti all’irrigazione dei campi ,quindi in poche dita d’acqua. La forma del loro corpo è spesso influenzata dall’ambiente che li circonda , e quindi avremo specie che abitano fiumi e canali ,ad esempio Ilyodon (Eingenmann), che sono rapidi nuotatori con forma slanciata e idrodinamica e un’ampia e potente pinna caudale. Nei laghi ,negli stagni o nei fiumi con acqua calma ritroveremo specie di forma tozza ,come Skiffia (Meek) che si muovono lentamente ma che riescono a manovrare abilmente tra la densa vegetazione vogando con le pinne pettorali analogamente a quanto fanno specie marine che ritroviamo nei reef corallini. I membri del genere Allodoncthys (Hubbs e Turner) assomigliano e si comportano ai ?darters? del Nord America (Etheostomatinae) e sono quindi con il corpo allungato (sembrano delle freccette N.d.Tr.) e risiedono sul fondo tra le rocce e i massi che troviamo nei ruscelli. I Goodeidi includono animali con tutte le orientazioni alimentari: carnivori con denti conici e corto intestino ,es.: Allophorus ; erbivori con denti bifidi e un lungo e arcuato intestino (caratteristica questa anche di pesci più conosciuti quali i ciclidi erbivori dei grandi laghi africani N.d.Tr.) ,es.: Ameca (Miller e Fitzsimmons) o onnivori con forma dei denti e dell’intestino variabile come ad esempio Xenotoca (Hubbs e Turner) le cui abitudini alimentari variano da completamente carnivoro a completamente erbivoro a seconda delle località nelle quali lo si ritrova. La caratteristica comune a tutta la famiglia è in relazione alla riproduzione : fecondazione interna e nascita di avannotti già formati ( a questo proposito vorrei sottolineare che sarebbe improprio annoverare i Goodeidi come ovovivipari, lo si fa solo per semplicità, in quanto queste specie sono propriamente vivipare con sviluppo dell’embrione all’interno della madre e nutrimento assicurato da trophotenia e non dal vitellino dell’uovo come accade nei poecilidi N.d.Tr.). La modificazione della pinna anale nei maschi, la presenza di un organo muscolare interno (apparentemente deputato alla riproduzione) nel maschio, la struttura dell’ovaio ,e lo sviluppo della trophotaenia nell’ embrione distinguono i Goodeidi da tutte le altre specie di ciprinodonti. I primi 6-7 raggi della pinna anale del maschio sono raggruppati, più corti e spesso separati dai rimanenti da una tacca distinta; probabilmente sono preposti all’inseminazione. I raggi anteriori dell’anale maschile sono stati descritti come ‘gonopodio’ (Turner, Mendoza e Reiter 1962) ,termine inizialmente applicato per i raggi allungati dei maschi dei pecilidi, ma questa associazione può fuorviare in quanto non è dimostrato che nei goodeidi questo gonopodio serva per l’immissione dello sperma non è verificato (Miller e Fitzsimmons 1971). I maschi dei Goodeidi presentano inoltre un breve tubo muscolare interno che collega il dotto spermatico all’apertura genitale; questa struttura è stata denominata ‘pseudophallo’. Si pensa che il seme possa essere espulso con forza oppure applicato all’apertura genitale della femmina , ma comunque anche questo non è stato ancora dimostrato. Per quanto riguarda le femmine presentano un singolo ovaio mediano che si forma dalla fusione dei rudimenti dei due organi laterali la unione delle cui pareti forma il setto mediano. Il tuorlo è presto riassorbito nell’embriogenesi e la sua funzione nutritiva viene assunta da una trophotenia simile a una placenta che si estende dalla regione anale del nuovo embrione I generi in causa sono Empetrichtys e Crenichtys e sono stati inseriti in quanto secondo gli studi effettuati rappresentano quanto di più simile ci fosse ai primitivi goodeidi dai quali si sono evolute le specie attuali. Aggiungendo questi generi l’area di diffusione dei goodeidi si allarga verso nord dove i 2 nuovi arrivati si ritrovano. Riguardo all’accoppiamento e alla gestazione dei Goodeidi vorrei fare qualche aggiunta a quanto scriveva Fitzsimmons nel 1972. Studi successivi hanno stabiliti che nei goodeidi la fertilizzazione è interna e avviene proprio per mezzo di quei primi raggi della pinna anale che sono definitivamente accettati con il nome di andropodio contrapponendosi al gonopodio dei pecilidi ( più complesso nella sua struttura).
La femmina non può immagazzinare il seme del maschio (come invece avviene in diversi poecilidi) e quindi deve essere fecondata prima di dare inizio ad ogni gestazione. Per quel che riguarda la gestazione nei goodeidi (a parte il genere Atenobius )si è sviluppato un tipo di gestazione diversa da quella dei pecilidi. Guppy, Xiphophorus ecc mantengono le uova con gli embrioni ( che si nutrono del vitellino dell’uovo = Lecitotrofia) fino al termine della gravidanza quando l”ovo viene espulso e subito l’avannotto si libera. Tra i Goodeidi, come anticipato, si è evoluta la Matrotrofia che permette agli embrioni di ricevere i nutrienti direttamente dalla madre ( per mezzo di una sorta di ‘cordone’ detto Trophotenia che assicura appunto uno scambio di nutrienti tra la madre e i piccoli). La trofotenia si sviluppa dall’estremità anale dell’embrione quando questi lascia l’uovo in cui si è formato al concepimento. Ciò comporta che i piccoli si sviluppino direttamente all’interno del ventre materno e ci si trova dunque di fronte ad animali vivipari. La trofotenia è ancora presente al momento del parto e scompare qualche giorno dopo la nascita (proprio come un cordone ombelicale dei placentati). Questo adattamento porta ovviamente ad avere ‘covate’ assai meno numerose rispetto ai pecilidi che in media si attestano attorno alle 15-20 unità anche se questo numero può variare molto a seconda della specie. I goodeidi sono ad alto rischio di estinzione in quanto l’area nella quale vivono è soggetta a forti fenomeni di industrializzazione e agricoltura intensiva che hanno portato ad una drastica riduzione delle popolazioni. Molti biotopi sono a grande rischio e anche se molti goodeidi riescono a sopravvivere in acque inquinate questo non potrà certo aiutarli per sempre. A questo proposito mi permetto di fare pubblicità ad un intelligente e riuscito progetto di conservazione dei goodeidi all’Università di Morelia iniziato qualche anno fa (grazie ad un vulcanico amante dei pesci inglese Mr. Ivan Dibble e ad una serie di persone che lavorano in loco ).Se volete saperne di più andate al sito : http://home.clara.net/brachydibble/How_things_began.html Qui sotto riporto una tabella che riassume le specie e la loro attuale diffusione secondo dati di questa primavera: Legenda : 0 = probabilmente estinto Specie e Pericolo Allodontichthys : hubbsi 3, polylepis 2, tamazulae 3, zonistius 3 Un’altra tabella può essere un utile promemoria per le principali specie di goodeidi e loro provenienza: (è in inglese ma penso di facile comprensione)
Le immagini e le tabelle sono state tratte dal sito : http://www.goodeiden.de |