Introduzione
Il cibo vivo, tra cui l’artemia salina, che in natura costituisce la dieta normale della maggior parte dei pesci allevati in acquario, può rappresentare un ottima integrazione alla dieta di mangimi secchi e surgelati. Mentre questi ultimi si trovano comunemente nei negozi d’acquario, il cibo vivo è spesso difficile da reperire, tuttavia non è affatto complicato allevarlo.
L’artemia, appetibile, facile da predare e nutriente, rappresenta un’ottima soluzione, appena schiusa dall’uovo, per la nutrizione dei piccoli di molte specie di pesci marini e d’acqua dolce e, da adulta, per gli individui più grandi. Infatti, i nauplii, cioè le larve d’artemia, sono molto ricchi in acidi grassi e aminoacidi essenziali, adatti ai pesci appena nati, mentre l’artemia adulta è più ricca in proteine, quindi adatta all’alimentazione di pesci più grandi, sia marini che d’acqua dolce. Biologia
L’artemia salina è un piccolo crostaceo d’acqua salata che raggiunge la lunghezza di circa 1 cm da adulto. è cosmopolita e vive in ambienti ostili e difficili da colonizzare come le pozze temporanee e le saline dove altri organismi non riuscirebbero a vivere, nutrendosi soprattutto di fitoplancton. Forti stress stagionali, come ad esempio l’ essiccamento del corpo d’acqua in cui vive, vengono superati mediante la deposizione di uova durature (cisti). Le uova deposte possono così rimanere in uno stato di quiescenza per lungo tempo – anche 10 anni – fino a quando si ripresenteranno le condizioni favorevoli al loro sviluppo. Grazie a questa caratteristica biologica, è possibile trovare, nei negozi di acquari, l’artemia sotto forma di uova, oltre che come alimento congelato o liofilizzato (costituito invece da animali adulti). Le uova
Le uova d’artemia si possono trovare in confezioni di peso diverso, con prezzi differenti a seconda della loro qualità che dipende dalla percentuale di schiusa. Le uova che provengono dalla Baia di S. Francisco sono di ottima qualità, anche se abbastanza costose, e producono larve (nauplii) più piccole, adatte a specie di pesci che richiedono un alimento vivo di taglia inferiore alla media dei nauplii in commercio. Molto utilizzate sono anche le quelle provenienti dal Gran Lago Salato nello stato dello Utah. Perchè vengano conservate nel migliore dei modi, è necessario tenerle in frigorifero, soprattutto nel periodo estivo, in contenitori ben chiusi. La schiusa
Come detto precedentemente, le cisti si schiuderanno solo se le condizioni ambientali tornano ad essere favorevoli. Infatti se queste vengono poste nuovamente in acqua marina, ritornano ad essere metabolicamente attive e schiudono in 24 ore.
Per la schiusa delle uova si possono adottare soluzione ‘fai da te’ con vaschette costruite in casa, bottiglie di plastica o di vetro oppure utilizzare appositi schiuditoi, di solito di forma circolare, che è possibile trovare nei negozi di acquari. Si tratta di contenitori di plastica ad anelli concentrici e provvisti di una piccola cavità centrale contenente un colino, aventi la funzione di separare le cisti, siano esse schiuse o no, dai nauplii.
Le cisti vengono distribuite e messe a schiudere nell’anello più esterno dello schiuditoio, riempito inizialmente con acqua marina. Lo schiuditoio viene poi chiuso con un coperchio scuro che permette il passaggio di luce solo nella parte centrale dove c’è il colino. Dopo la schiusa, i nauplii, fotofili, si dirigono verso la fonte di luce centrale, separandosi così dalle cisti non schiuse presenti nell’ultimo anello e dai loro gusci che riescono ad abbandonare durante il loro frenetico tragitto verso la luce. Condizioni necessarie per la schiusa:
1. Acqua marina. Per far schiudere le cisti si utilizza acqua salata con densità variabile da 1020 a 1030, ottenibile con lo stesso sale col quale si prepara l’acqua per l’acquario marino ma può andar bene anche del normale sale da cucina.
2. pH: 8 – 9.
3. Temperatura dell’acqua di 24 – 28°C. La temperatura influenza il tempo di schiusa. Con temperature inferiori ai 20° o superiori ai 30°C alcuni tipi di cisti potrebbero non schiudersi.
4. 5 g di cisti per litro d’acqua.
5. Aerazione continua. Qualunque sia il contenitore, occorre introdurvi un tubicino rigido collegato all’aeratore per mantenere le cisti in movimento.
6. Sorgente luminosa. Lo schiuditoio va posto in prossimità di una sorgente luminosa che può essere quella fornita da una lampadina ad incandescenza da 25W o un tubo fluorescente a largo spettro, per diminuire il tempo di schiusa e aumentare la percentuale di schiusa. Con tali condizioni i nauplii schiuderanno nell’arco delle 24 ore. A questo punto essi si troveranno concentrati nella parte centrale dello schiuditoio, dove arriva la luce e da dove verranno pescati con l’apposito colino a rete fitta per poi essere somministrati direttamente ai pesci a cui sono destinati. Occorre sciacquarli con acqua dolce prima di alimentare avannotti o adulti non di specie marine.
Se invece di uno schiuditoio acquistato si utilizza una bottiglia, dapprima s’interrompe il flusso d’aria, poi, dopo 15 minuti circa i gusci delle uova saliranno in superficie e i naupli si dirigeranno verso il fondo, dove avremmo applicato una piccola illuminazione che servirà ad attrarli perchè fotofili. A questo punto è possibile aspirare con lo stesso tubicino d’aria i naupli dal fondo o aprire il rubinetto di prelievo, se presente, e far colare la quantità richiesta di nauplii in un setaccino a maglia sottilissima (125 micron). Il valore nutritivo dei naupli diminuisce col progredire delle ore man mano che essi consumano il proprio sacco vitellino, che conferisce il colore arancione a questi piccoli crostacei appena sgusciati. In particolare andrebbero utilizzati, per nutrire le larve di pesci, entro 12 ore dalla loro schiusa.
Trascorse le 12 ore dalla schiusa, avviene la prima muta e in questa fase sono già troppo grossi per le giovani larve e possiedono un esoscheletro molto duro che potrebbe danneggiarne l’apparato digerente. Allevamento:
Il nauplio, già con la prima muta inizia a nutrirsi, filtrando dall’acqua cibo di dimensioni comprese fra 1 e 50 micron come alghe microscopiche, batteri e detrito.
Diventa adulto in poco più di una settimana attraverso 15 mute e, a quindici giorni dalla nascita, è in grado di riprodursi. Il maschio presenta due uncini per afferrare la femmina durante l’accoppiamento, mentre quest’ultima mostra, nelle vicinanze della coda, il grappolo di uova.
Questi crostacei, se mantenuti in condizioni opportune, si riproducono partorendo piccoli vivi, anzichè uova resistenti che, con l’obiettivo di un allevamento, rallenterebbero il ciclo di produzione.
Occorre quindi evitare la deposizione delle uova e ciò può avvenire solo nutrendo abbondantemente le artemie e mantenendole a salinità non superiori a 33 g/l. Se la salinità inizia a salire o il cibo scarseggia, le artemie iniziano a riprodursi tramite uova.
Per avviare l’allevamento di artemie dobbiamo introdurre i nauplii già schiusi in vaschette di almeno 10 litri poco sviluppate in altezza. Se l’ambiente è illuminato non occorre mettere un ulteriore illuminazione, altrimenti un neon è sufficiente. Si possono anche collocare le vasche all’aperto e in questo caso l’esposizione alla luce solare provocherà una crescita di alghe unicellulari all’interno che contribuir? alla loro alimentazione. Condizioni per la coltura:
Temperatura: 25 – 30 °C (sotto i 20 gradi ha difficoltà a riprodursi)
Salinità: 30-33 g/l di comune sale da cucina.
pH: 7,5 – 8,5
La concentrazione di ossigeno non deve essere inferiore a 3 mg/l e l’ammoniaca non deve superare gli 8 ? 9 mg/l. Per ottenere tali valori le vasche devono essere aerate con un aeratore, senza però l’utilizzo di un a pietra porosa le cui bolle d’aria, troppo piccole, potrebbero provocare danni irreversibili a questi animali.
In queste condizioni le femmine partoriscono circa 300 nauplii approssimativamente 2 volte a settimana. Alimentazione e mantenimento:
Dopo 48 ore dalla schiusa dobbiamo cominciare ad alimentare i nauplii; se non li si alimenta adeguatamente, entro poche ore muoiono. Diverse sono le possibilità di alimentazione:
lievito di birra, alghe in polvere, farina di crusca, latte in polvere, farina di soia o di grano, farina di pesce o carne, tuorlo d’uovo. Il metodo per stabilire la quantità di cibo da somministrare ? quello di creare con gli alimenti un leggero intorbidimento dell’acqua di coltura che dovrà risolversi entro 48 ore con la nutrizione delle artemie, visibile dal fatto che l’acqua torna pulita. Si consiglia di effettuare un cambio d’acqua 1 0 2 volte alla settimana per eliminare eventuali eccessi di cibo e gli esoscheletri derivanti dalle numerose mute dei crostacei. In queste condizioni le artemie diventeranno adulte, si riprodurranno e così ne avremmo sempre una discreta quantità da somministrare ai nostri pesci.
Le artemie vengono pescate dalla vasca d’allevamento con un semplice colino da the, dopo un rapido risciacquo in acqua dolce, vengono versate nell’acquario. |