Il metodo migliore per evitare la formazione delle malattie è sicuramente la prevenzione tramite lampada UV. Molta attenzione va quindi posta all’attrezzatura tecnica e all’allestimento. La realizzazione corretta dell’acquario, con schiumatolo efficiente (che limita la formazioni di sostanze inquinanti come fosfati e nitrati), corretta illuminazione, movimento dell’acqua, molte rocce vive, corretta alimentazione ed equilibrato popolamento di pesci, sono i presupposti per avere pesci sani. Il concetto è molto semplice: se i pesci vivono in condizioni simili a quelle in natura avranno forti difese immunitarie e si ammaleranno con più difficoltà. Viceversa in acquari sovrappopolati, con sistemi di filtraggio inadeguati, valori chimici scorretti e magari arredati con rocce sterili i pesci vivranno in condizioni di stress, si debiliteranno e saranno facile preda dei parassiti. Pertanto maggiori saranno le cure alla vasca e ai pesci, minori saranno le probabilità che questi si ammalino. Curare tutti i dettagli non significa però che le malattie non debbano mai comparire. Purtroppo nonostante tutte le nostre attenzioni, per svariati motivi, magari a causa di una semplice disattenzione, la possibilità della loro comparsa rimane comunque concreta. Vista l’intollerabilità che gli invertebrati a praticamente tutti i medicinali e quindi la difficoltà (o l’impossibilità) di curare pesci malati in un acquario di barriera ogni aspetto per evitare l’insorgere di malattie va tenuto in considerazione. Un metodo che ci può essere d’aiuto è quello dell’utilizzo di una lampada germicida a raggi ultravioletti. Attenzione però le lampade UV non servono alla cura ma semmai alla prevenzione, ed hanno alcune controindicazioni che vedremo in seguito. I raggi ultravioletti Sulla Terra giungono solo una parte delle radiazioni ultraviolette, i raggi luminosi ed una parte dei raggi infrarossi. Per questi raggi esistono dei valori, misurati in nanometri (nm) di lunghezza d’onda: – Raggi ultravioletti: da 285 a 400 nm – Raggi luminosi: da 400 a 800 nm – Raggi infrarossi: da 800 a 1500 mm I raggi luminosi visibili, a seconda della lunghezza d’onda (fra 400 e 800 nm) si distinguono nei colori viola – indaco – blu – verde – giallo – arancio – rosso, che costituiscono appunto i 7 colori dell’iride (arcobaleno) e che nel loro insieme danno la luce bianca: il colore nero sta a significare che tutti i raggi visibili sono assorbiti ed estinti dal corpo, che risulta nero. Una sostanza risulterà ad esempio verde se la sua struttura chimica assorbe tutti gli altri 6 colori, meno il verde. Solo i raggi fra 400 e 800 nm sono visibili. Gli UV sono invisibili e freddi, gli I.R. sono invisibili e caldi. La differenza fondamentale fra i tre tipi di raggi UV, visibili e I.R. sta nella loro energia. Gli infrarossi sono quelli a più basso livello di energia e si limitano a cedere calore. L’energia dei raggi visibili si traduce nel solo effetto luminoso. I più energetici sono gli UV si tratta di radiazioni elettromagnetiche di lunghezza d’onda compresa tra 100 e 400 nm, nella porzione di spettro compresa tra la luce visibile ed i raggi X. I raggi ultravioletti vengono convenzionalmente classificati in tre bande: ma presentano fra loro grandi differenze: gli UV-A sono molto meno energetici degli UV-B. Si conoscono raggi ultravioletti ancora più energetici degli UV-B: sono gli UV-C (lunghezza d’onda fra 100 e 285 nm) che per nostra fortuna non giungono sulla Terra. A circa 20 km di altezza nell’Atmosfera, essi vengono infatti filtrati dall’ossigeno; dalla forte reazione energetica che ne scaturisce, prende origine la provvidenziale fascia di ozono. L’ossigeno atmosferico è infatti «spezzato» dai raggi UV-C di 150 nm e passa dallo stato molecolare a quello atomico. L’ossigeno atomico reagisce subito con altro ossigeno molecolare presente e forma l’Ozono. – Radiazioni UV-A (onde lunghe) da 315 a 400 nm – Radiazioni UV-B (onde medie) da 280 a 315 nm – Radiazioni UV-C (onde corte) da 100 a 280 nm Le radiazioni della banda UV-C sono caratterizzate da un marcato effetto germicida, con un picco di massima efficacia in corrispondenza della lunghezza d’onda di 254 nm. Le radiazioni UV-C sono infatti quelle utilizzate per la sterilizzazione in uso industriale (ed acquariologico). Le radiazioni UV-B e UV-C possono causare irritazione cutanea (eritemi) ed infiammazione oculare (congiuntivite) in caso di esposizione non protetta da indumenti ed occhiali In presenza di radiazioni dirette oppure di radiazioni indirette prolungate, è assolutamente indispensabile l’utilizzo di mezzi di protezione (camici, guanti, visiere ed occhiali con lenti in vetro comune). Le radiazioni UV-C al di sotto dei 220 nm sono così “energetiche” da indurre la formazione di ozono: per questo motivo il vetro del tubo UV-C deve essere in grado bloccare le radiazioni estremamente corte.
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