Dal 1998 mi occupo dell’allevamento di uno dei pesci tropicali più amati e diffusi, una vera icona per il mondo dell’acquariofilia, il Betta splendens anche noto come pesce combattente. Originario dell’antico regno del Siam (oggi Tailandia) e della Malesia, dove è tuttora utilizzato per scopi commerciali e per i combattimenti tradizionali, questo affascinante animale viene allevato con successo anche da diversi appassionati italiani sia nelle forme selezionate destinate ai concorsi, sia nella sua forma naturale di origine.
Quando scrissi per la prima volta un articolo sull’allevamento dei betta per Acquaportal, ormai dieci anni fa, le migliori coppie di Betta selezionati, definiti “Show Betta”, potevano essere trovate soltanto all’estero. Nel lontano 2002 fui un vero pioniere nell’importare e allevare Betta Show. Mi ricordo quante peripezie per riuscire ad ottenere una coppia di “Halfmoon Chocolate Butterfly“. Fortunatamente, grazie al lavoro degli allevatori dell’Associazione Italiana Betta (AIB), oggi diverse varietà di Show Betta sono diventate facilmente reperibili nel panorama acquariofilo nostrano e più di una decina di allevatori italiani partecipano stabilmente alle principali manifestazioni “bettofile” europee.Uno dei primi maschi Halfmoon butterfly red dell’autore. Il presente articolo deve essere considerato come una breve guida introduttiva per tutti coloro che vogliono avvicinarsi all’allevamento casalingo di questi gioielli della natura, attratti delle numerose varietà di forme e di colori esistenti e dal loro particolare comportamento riproduttivo. Ulteriori informazioni e approfondimenti riguardanti il mantenimento, l’allevamento selettivo, le malattie, la genetica, i concorsi, le forme selvatiche e le altre specie di Betta possono essere trovate sul sito dell’Associazione Italiana Betta, all’indirizzo www.aibetta.it. | Un maschio halfmoon red dell’autore |
Il Betta splendens è un pesce molto resistente. La natura territoriale e il fatto di essere dotato di un apparato respiratorio suppletivo, il labirinto, che gli permette di respirare aria abboccando alla superficie, lo rendono particolarmente adatto alla vita in acquario, ciononostante sono necessari alcuni accorgimenti di base perché questi pesci possano crescere e vivere una vita decorosa nelle nostre case. Di estrema importanza ad esempio è che la temperatura dell’acqua non scenda mai sotto i 23°C: si tratta di pesci tropicali sensibili agli sbalzi di temperatura! Per questo i cambi d’acqua vanno fatti solo con acqua della stessa temperatura della vasca. L’adattabilità del Betta splendens ad acque di media ed elevata durezza permette di usare acqua di rubinetto nella maggior parte delle località italiane. Questa però dovrà ovviamente essere precedentemente decantata (lasciata riposare) per almeno un giorno. Inoltre la vasca dovrà sempre essere tassativamente dotata di un coperchio che mantenga sopra alla superficie un piccolo strato di aria a temperatura prossima a quella dell’acqua, per evitare che il pesce inali aria più fredda ammalandosi. Un errore classico di chi acquista questi pesci in negozio è di confidare nella loro resistenza e per questo tenerli in contenitori molto piccoli, spesso aperti, e cambiare la loro acqua completamente quando si crede che sia diventata sporca. Nulla di più sbagliato! I cambiamenti di acqua vanno fatti con regolarità una volta alla settimana (minimo) e mai completi, sempre cambi parziali del 30-50%, altrimenti i pesci soffrono terribilmente, diventano apatici e muoiono. Molto meglio sarà dotarsi di un vero e proprio filtro biologico per garantire una qualità dell’acqua adeguata e stabile e cadenzare i cambi parziali di conseguenza. Un altro problema frequentissimo è la somministrazione di cibo in scaglie. Questi pesci preferiscono cibo granulato o meglio ancora cibo congelato o vivo, come artemie e chironomus. Un’alimentazione poco appropriata determina facilmente costipazioni che possono degenerare interessando la vescica natatoria e compromettendo la salute del pesce in maniera spesso irreversibile.
Molti dei preconcetti che riguardano l’allevamento dei Betta dipendono dal fatto che i pesci venduti in negozio hanno prezzi molto contenuti, che non rispecchiano il loro effettivo valore. Purtroppo questo spinge a considerarli “pesci di serie B”, ma non c’è nulla di più sbagliato: ognuno di questi pesci ha un carattere particolare e dei comportamenti estremamente complessi per animali di così piccola taglia. Risaltano in modo particolare le complesse cure parentali del maschio, che per riprodursi costruisce un nido di bolle e accudisce le uova ed i piccoli appena nati, rendendo l’allevamento di Betta splendens una esperienza estremamente emozionante. Vale la pena di approfondire questo aspetto, per permettere ad altre persone di provare questa emozione, affrontando in modo consapevole le esigenze della coppia di riproduttori e dei piccoli in accrescimento. LA SCELTA DEI RIPRODUTTORI:
La scelta dei riproduttori è il momento più importante. Non sempre è facile distinguere i maschi dalle femmine. Infatti, nonostante quel che si creda, sul mercato sono molto diffusi i maschi di Betta a pinne corta – detti anche Plakat – che ad un occhio inesperto risultano indistinguibili da una femmina. Mettere due maschi nella stessa vasca può avere conseguenze letali, data l’estrema territorialità di questi pesci. Su questo argomento è bene leggere la guida “Femmina o maschio Plakat?”, presente nel portale e realizzata sempre a cura di AIB per Acquaportal.. Limitandosi agli esemplari con le pinne a velo, che si trovano con maggior facilità, ecco le cose a cui prestare attenzione:
* I maschi che hanno la mutazione pinne a velo presentano pinne lunghe, inoltre tra le due pinne ventrali (sotto le branchie, in prossimità dell’apparato escretorio per intenderci) hanno tre piccoli puntini bianchi;
* Le femmine hanno normalmente pinne più corte, ma non si tratta di un sufficiente tratto distintivo tra i due sessi in quanto esistono maschi con pinne corte (plakat). Le femmine però hanno una piccola escrescenza sferica bianca tra le due pinne ventrali (ovodepositore) che è visibile guardandole dal basso verso l’alto, o dalla parte inferiore di un contenitore trasparente, in particolar modo dopo un pasto abbondante.
* I riproduttori devono essere in ottima salute: voracità, vivacità, brillantezza dei colori, pinne con bordi netti sono tutti segni di buona salute;
Linea show plakat blu dell’autore (sinistra padre, destra figlio). * I riproduttori non dovrebbero essere troppo giovani, i pesci di 7-8 mesi di età sono da preferire. Quasi tutti i pesci che provengono dagli allevamenti asiatici e reperibili nei negozi del settore sono venduti all’età di 3-4 mesi. Se invece acquistate pesci allevati direttamente da hobbisti fatevi specificare la loro età. Con l’occasione potrete anche farvi raccontare la loro genealogia e raccogliere preziose informazioni sul colore e la forma delle pinne dei loro progenitori.
* I maschi e femmine devono avere all’incirca la stessa taglia: uno scarto di 0.5 cm a favore del maschio è preferibile, in quanto riuscirà ad abbracciare meglio la femmina e fecondarne le uova con facilità. In caso contrario l’abbraccio sarà più difficoltoso e impacciato e la percentuale di uova non fecondate sarà maggiore.
Una coppia di “crowntail plakat”, una delle ultime selezioni, allevati dall’autore
IL CONDIZIONAMENTO DEI RIPRODUTTORI:
* Per tutta la settimana che precede la riproduzione è conveniente indurre la produzione di uova alimentando la femmina spesso (sino a tre volte al giorno) con cibo congelato o vivo (artemia o chironomus). Attenzione che l’alimentazione non sia eccessiva, un massimo di 10-15 chironomus al giorno è sufficiente per condizionare femmine di grandezza normale. Un’abbondante alimentazione è consigliata anche per il maschio in vista degli sforzi che dovrà compiere durante la cura del nido e l’allevamento della prole;
* Esistono diverse correnti di pensiero riguardo al fatto che i pesci debbano o meno vedersi durante il condizionamento. Io solitamente permetto loro di vedersi circa 5-10 minuti al giorno, ma faccio in modo che non vedano altri pesci durante il resto della giornata. Questo per evitare che si stressino inutilmente. La temperatura in questa settimana va tenuta attorno ai 25°C. L’ALLESTIMENTO DELLA VASCA:
* La riproduzione deve avvenire in una vasca dedicata, diversa da quella dei due esemplari e adatta a proseguire l’allevamento dei piccoli dopo la nascita.
* Normalmente la vasca per la riproduzione dovrebbe essere di 30 litri totali ma si dovrebbe riempire soltanto per metà, in modo che la colonna d’acqua non superi i 15 cm. La vasca non deve essere più piccola anche in previsione del fatto che qui dovranno essere lasciati crescere per circa un mese gli avannotti: da allevatore consiglio le vaschette di plastica trasparente che si trovano per pochi euro all’IKEA, anche se un acquario in vetro darà ovviamente delle soddisfazioni diverse in termini di visibilità, soprattutto se intendete fare qualche bella fotografia;
* Il fondo deve essere spoglio. Non deve esserci ghiaia, che renderebbe molto difficile il lavoro di ricerca delle uova cadute da parte del maschio (questo passaggio sarà più chiaro quando si assisterà all’accoppiamento);
* Sono necessari alcuni nascondigli per la femmina: io utilizzo 3 grossi frammenti di vasi di terracotta appoggiati con la parte concava rivolta verso il basso; questo elemento non va trascurato, in quanto questi animali sono aggressivi anche durante le fasi immediatamente precedenti l’accoppiamento;
* Per aumentare le possibilità della femmina di nascondersi e sfuggire alle “espansive proposte” del maschio consiglio di mettere anche una pianta resistente alle alte temperature e alcune foglie di mandorlo indiano (Terminalia catappa) che diffondendo i loro tannini nell’acqua daranno un utile effetto antibatterico riducendo il rischio di ammuffimento delle uova;
* La temperatura è un forte elemento di stimolo all’accoppiamento DEVE essere mantenuta sopra i 27° C. E’ pertanto necessario un termoriscaldatore (15W) ed un termometro (mai fidarsi della temperatura dei termostati, soprattutto in volumi piccoli di acqua);
* La copertura della vasca è fondamentale, come si è detto, non soltanto per impedire che i pesci saltino fuori, ma anche perché genitori e figli non si ammalino: una piccola inclinazione del coperchio permetterà alle gocce di condensa di scivolare sui lati senza disturbare il maschio, ma è importante notare che l’aria deve essere quasi satura di umidità. Evitate quindi di tenere il coperchio troppo aperto; * Personalmente per precauzione sterilizzo tutta l’attrezzatura con acqua bollente o con disinfettante (uso clorossidante elettrolitico Amuchina- in soluzione all’1,5% cioè 15ml per litro): è però necessario essere cauti nell’utilizzo di qualsiasi disinfettante perché potrebbe, se non debitamente rimosso, provocare abrasioni sui pesci o anche essere causa di decesso. Maschi “Show plakat” ovvero Betta a pinne corte “full red” allevati dall’autore Maschio plakat dark orange allevato dall’autore LE CARATTERISTICHE DELL’ACQUA:
* Sebbene resistenti e adattati da anni di allevamento a una discreta variabilità di pH, i Betta prediligono comunque acque tendenzialmente tenere, il cui pH dovrebbe essere di poco inferiore a 7: in molte città italiane l’acqua è dura e andrebbe tagliata con acqua di osmosi al 30-50% e acidificata con foglie di catappa (facilmente reperibili in negozio) per facilitare il delicato momento della riproduzione;
* Come si è già accennato, per indurre l’accoppiamento la temperatura deve essere mantenuta tra i 27°e i 29° C: temperature più alte (32°C) possono essere usate per poche ore per indurre la costruzione del nido di bolle del maschio, ma possono essere pericolose e vanno generalmente evitate. ;
* Ovviamente nitriti, nitrati ed ammoniaca devono essere assenti o presenti in quantità molto basse, ai limiti inferiori della scala dei principali test. Femmina plakat colorazione marble “koi” allevata dall’autore LA SISTEMAZIONE DEI RIPRODUTTORI NELLA VASCA:
* L’acclimatazione dei pesci è d’obbligo, quindi è necessario mettere il pesce in un barattolo (non entrambi nello stesso) o in un sacchetto di plastica trasparente aggiungendo acqua dalla vasca di riproduzione, come sempre si dovrebbe fare quando si spostano esemplari in un acqua con diversa temperatura o diverse caratteristiche chimico-fisiche;
* Molti allevatori lasciano la femmina separata per un paio di giorni all’interno di un contenitore trasparente (ad esempio una bottiglia di plastica tagliata) immerso nella vasca, in modo che il maschio possa costruire il nido di bolle indisturbato;
* Se anche dopo un paio di giorni il maschio non ha costruito il nido di bolle (un ammasso galleggiante di bolle più o meno esteso) è meglio rimettere i due riproduttori a dimora e riprovare dopo qualche giorno. Non tutti i maschi hanno l’istinto di creare nidi di bolle, e se si capisce che il proprio maschio non è in grado di farlo sarà necessario reperire un nuovo maschio. Per questo chiedere pesci ad allevatori conosciuti può garantire di ottenere maschi in salute che costruiscono ottimi nidi di bolle;
* Per facilitare la costruzione del nido è utile fornire al maschio un sostegno. Ideale una pianta galleggiante con foglie ampie o numerose o in alternativa un pezzetto di polistirolo che formi una piccola piattaforma a cui ancorare le prime bolle;
* Il momento migliore per mettere entrambi i pesci nella vasca è la sera prima di spegnere le luci: la femmina avrà tempo di ambientarsi alla vasca senza che il maschio la aggredisca, complice il buio, ed il corteggiamento avrà inizio il giorno seguente, alle prime luci dell’alba;
* Una femmina pronta all’accoppiamento segnala la sua disponibilità al maschio cambiando repentinamente livrea. Sul corpo compaiono delle bande chiare verticali. Attenzione, non orizzontali – sengo di stress – ma verticali. Questo segnale e la presenza del nido di bolle sono generalmente il segnale inequivocabile che i due partner sono pronti. Chiaramente in una femmina dal corpo bianco le bade verticali non saranno osservabili. Tenetene conto. IL CORTEGGIAMENTO:
* Nel momento in cui i due pesci si trovano uno a fianco dell’altro allargano le pinne mostrando i loro colori più brillanti. All’inizio si studieranno, poi il maschio inizierà a compiere un movimento ad S cercando di attirare la femmina sotto al nido;
* Se il nido non è ancora stato costruito il maschio difenderà il territorio, caccerà via la femmina e la inseguirà fino a che essa non trovi rifugio nei nascondigli sul fondo o tra le piante, a questo punto sarà stremato, ma la femmina sarà al sicuro;
* Normalmente i pesci dimostrano una certa dose di aggressività, ma si tratta di un comportamento normale: è comunque necessario osservarli con attenzione in questa fase che rimane una delle più delicate dell’accoppiamento. Capita di sovente che le pinne della femmina vengano morsicate dal maschio, ma si tratta sempre di parte del “rituale”; nel caso in cui però la femmina manifesti chiaramente disagio), chiari problemi nel nuoto o abbia delle vere e proprie ferite sul corpo è necessario dividere i due riproduttori! Se invece tutto procederà al meglio il maschio lascerà avvicinare la femmina fin sotto il nido e lì i due riproduttori si accoppieranno abbracciandosi letteralmente: è il momento magico che lascia tutti gli allevatori di Betta incantati. C’è qualche cosa d’indescrivibile nei loro movimenti e nell’incredibile intesa che raggiungono in questo momento. Per questo non spiegherò cosa succede e vi lascerò osservare con stupore. Due scatti del momento clou: l’abbraccio del maschio cui seguirà l’uscita delle uova e dei gameti maschili.
LE UOVA:
* Sono bianche opache di una misura che varia da 1 a 0,6 mm, hanno una minuscola goccia di una sostanza oleosa che le tiene a galla tra le bolle;
* Se vi siete persi il momento dell’accoppiamento, per trovarle dovrete osservare attentamente la parte inferiore del nido, dove il maschio probabilmente si troverà indaffarato a raccogliere quelle che cadono per metterle apposto con la bocca o semplicemente ad arearle e pulirle per evitare la minaccia di funghi o batteri;
* Nelle ore successive alla deposizione molti allevatori tolgono accuratamente la femmina affinché non disturbi il maschio nell’allevamento degli avannotti, che nascono in 36-48 ore; E’ generalmente la cosa migliore da fare per evitare che il maschio, per difendere il nido e i piccoli, la aggredisca.
* Il maschio viene lasciato per 4-5 giorni dopo la schiusa con i piccoli, fino a quando questi inizieranno a nuotare in orizzontale (è assolutamente normale che prenda in bocca gli avannotti: non pensate che li voglia divorare!!!) in modo da espletare fino in fondo le sue cure; quando i piccoli si disperderanno per tutta la vasca potrà essere rimosso e collocato nella propria vasca originaria, dedicando la vasca da riproduzione alla sola cura e accrescimento degli avannotti.
Nel seguito, acquisita maggiore esperienza, sarà possibile cimentarsi in riproduzioni più vicine a quelle naturali ed eventualmente assistere a comportamenti più rari, come la cura parentale da parte della femmina o la crescita in colonia, ovvero senza rimuovere il maschio. Per questo però sarà necessario curare l’allestimento di vasche più grandi e naturali e la preparazione di riproduttori adatti. L’ALIMENTAZIONE DEI PICCOLI:
* Dal 4-5 giorno di vita è indispensabile provvedere alla somministrazione di cibo vivo agli avannotti: naupli d’artemia appena schiusi oppure microworms sono l’ideale; i piccoli non sono attratti che dal vivo, quindi in mancanza di questi alimenti sarà estremamente difficile far crescere la nidiata e si avranno molte perdite e ritardi nella crescita.
* L’inquinamento dell’acqua è mortale per i piccoli quindi è consigliabile somministrare cibo in modo parsimonioso;
* Dopo un mese di artemie il pranzo dei piccoli potrà essere integrato con chironomus tritati e mangime secco sbriciolato. I piccoli saranno svezzati e inizieranno a richiedere le cure tipiche di un pesce adulto. Ma tra il primo e il secondo mese inizieranno anche a sviluppare la loro indole combattiva e territoriale e sarà il momento di separare i maschi più grandi.
Per la riproduzione è tutto!!! Per scoprire i trucchi per l’accrescimento, conoscere le varietà di Betta esistenti, o per qualsiasi altra domanda potete contattarmi scrivendo all’indirizzo info@aibetta.it |