L’acquario che vi voglio presentare e descrivere ospita alcuni giovani orifiamma coda a velo (una delle tante varietà di Carassius auratus), che presi la scorsa estate (2011) per desiderio mio e soprattutto di mia moglie e mia figlia, amanti da sempre di questi simpatici e bellissimi pesci. In realtà, nel giardino fuori casa, abbiamo anche un laghetto di circa 2000 litri, con svariati esemplari di carassi (che si riproducono regolarmente in estate), ma lì l’osservazione non è sempre agevole ed è condizionata dalle condizioni climatiche e dal (sempre) poco tempo a disposizione. Così abbiamo deciso di ospitarne qualcuno in un acquario allestito in casa. Per ora nella vasca sono presenti 4 individui, ma una volta che si farà evidente il loro sesso, ne lascerò in vasca solo una coppia o al massimo un trio, per osservarne al meglio un’eventuale riproduzione. L’ acquario misura 100x30x45 cm ed è stato avviato a Febbraio del 2009. La vasca è corredata con un filtro esterno Eheim Ecco Pro 2032, il quale, nonostante sia al limite superiore (130 litri) delle sue potenzialità, si comporta in maniera egregia ed efficiente. La sua manutenzione è ridotta davvero ai minimi termini, avendolo aperto solo 2 volte in 3 anni. Riguardo poi la corrente in vasca, è consigliato non esagerare se si possiedono varietà eteromorfe, in quanto le loro abilità natatorie non sono di certo eccellenti. L’arredamento interno si compone di uno strato (circa 4 – 5 cm) di sabbia fine color ambra (con integrazione di pasticche fertilizzanti vicino alle piante radicanti), rocce sedimentarie arrotondate e legni vari. Tale arredamento è un’eredità del precedente allestimento della vasca, ossia un “biotopo” Tanganica, poi trasferito in un’altra vasca. E se all’inizio avevo qualche dubbio sull’accoppiata carassi-sabbia fine, devo dire che l’esperienza ed il tempo mi hanno convinto della riuscita di tale esperimento. La sabbia fine infatti, pur venendo continuamente smossa e vagliata per i primi due centimetri dai pesci, non permette al (notevole) sporco creato dai carassi di arrivare in profondità, mentre mi permette di aspirarlo facilmente durante i cambi d’acqua. L’eventuale e altro residuo deposito viene prontamente trasformato in nutrimento da piante e batteri. Temperatura impostata a 22°C La vasca non possiede alcun impianto di CO2 e la fertilizzazione è mantenuta al minimo (un settimanale completo della Easy-Life a metà dosaggio). Il cambio dell’acqua (del 20% circa) viene effettuato ogni 2 settimane, con acqua di rubinetto (proveniente da pozzo). Concludo sottolineando il fatto che spesso i carassi vengono guardati con occhi di sufficienza da molti acquariofili (“navigati” o meno), convinti che questi pesci non possiedano caratteristiche o peculiarità tali da farli considerare una “specie pregiata”, per cui quindi valga la pena allestire un acquario. Ed invece io vorrei ribadire la loro bellezza, la loro simpatia e la loro innata estroversione al mondo che li circonda. Tanto che, delle dieci vasche che ho sparse per casa e oltre, quella dei carassi è l’unica a cui mia figlia di 5 anni vuole quotidianamente dosare personalmente il cibo e sono gli unici pesci a cui lei ha dato un nome. |