Un pesce che non può passare inosservato e che anzi attira immediatamente l’attenzione su di sé mentre tranquillo si sposta sul fondo dell’acquario, è il Labeo bicolor (Epalzeorhynchos bicolor, descritto da H. M. Smith nel 1931), un pesce osseo (Teleosteo) d’acqua dolce appartenente alla famiglia Cyprinidae, con il suo corpo che più nero di così non potrebbe essere, guarnito di una coda di colore rosso fuoco (Firetail, dicono gli inglesi, e Feuerschwanz, i tedeschi) che, muovendosi, lo anima come se fosse una bandiera. E un pesce, così bello e vistoso, trova ospitalità in tantissimi acquari di tutto il mondo.
Ambiente naturale in Asia
Originariamente deriva dalla Thailandia, dove viveva (insisto, viveva) nei bacini dei fiumi Mae Klong, Chao Phraya e Bangpakong, oltre che in quello del Mekong, che attraversa diversi stati dell’Asia orientale. Attualmente, sembra di poter affermare che di Labeo in libertà ne esistano ben pochi, essendo tutti quelli che si trovano sul mercato del settore il risultato di intensi allevamenti fatti in Asia e altrove. In effetti, prima che si riuscisse a farli riprodurre in cattività, negli acquari erano inseriti solamente esemplari catturati in maniera esagerata (a tappeto) per soddisfare le richieste del commercio relativo. E, nel 1996, il pesce è stato ufficialmente dichiarato estinto.
Le cause? Possono essere, come appena affermato, le catture quantitativamente esagerate di pesci in libertà, ma pure gli interventi umani, quali l’inquinamento agricolo e domestico delle acque e le variazioni dell’ambiente con la costruzione di dighe e la bonifica di sistemi idrici, per esempio. Più tardi, ci fu qualche piacevole sorpresa: infatti, nel 2011, fu trovato un gruppetto di Labeo nel bacino del fiume Chao Phraya e, nel 2014, in quello del fiume Mae Klong, cioè dove un tempo era ampiamente diffuso.
Qui, i piccoli nuclei vivevano in acqua limpida e con una leggera corrente, profonda circa un metro, scorrente sopra un substrato di sabbia e rocce: praticamente era l’ambiente caratteristico delle pianure alluvionali e delle aree boschive normalmente asciutte, ma soggette a periodici allagamenti o a piogge torrenziali.
Chissà cosa porterà il futuro. Però si spera che la specie si stia riprendendo, anche perché, con gli allevamenti effettuati dall’uomo, le catture potrebbero essere del tutto eliminate.
Aspetto, colorazione e carattere
Per ciò che riguarda il suo aspetto e i suoi colori, basta quanto è contenuto nel nome attribuitogli dagli angloassoni, vale a dire Redtail sharkminnow (Squaletto codarossa), per definirlo in modo preciso. In merito al suo carattere, be’, si deve riconoscere che lascia un po’ desiderare.
È un pesce solitario, territoriale, che necessita di un ampio spazio tutto suo, altrimenti diventa aggressivo e si comporta come un perfetto rompiscatole, che imperterrito continua a importunare e aggredire tutti coloro che, secondo il suo parere, gli si fanno troppo vicini; insomma, non accetta la convivenza di altri coinquilini, mentre addirittura aborrisce quella dei suoi consimili (pertanto è opportuno non metterlo assieme a esemplari della sua razza). Inoltre, la scelta dei pesci da mettergli insieme deve essere puntata a specie che non abbiano pinne morbide e lunghe (come Lebistes, Betta, ecc.), perché queste diverrebbero il bersaglio dei morsi della sua bocca; e, per evitare cattivi scontri, non si devono inserire altri pesci di fondo come i Corydoras.
A proposito, c’è qualcuno che ritiene che il Labeo sia un pesce pulitore: errato! Un conto è nuotare sul fondo e sbocconcellare quanto di edibile vi si trova e un conto ritenere che egli possa sopravvivere mangiando ciò che è il residuo di cibo non consumato. Ultima raccomandazione: se nell’acquario si ha intenzione di far avvenire la riproduzione di altre specie, bene, togliamocela dalla testa, perché diventerebbe impossibile vedere sia uova sia avannotti, con il ringraziamento da parte del Labeo – si potrebbe dire – mentre “si lecca i baffi”. Se ben tenuto, il Labeo Bicolor può essere un animatore dell’acquario per una quindicina di anni.
Parametri fisico-chimici dell’acqua per il Labeo bicolor
Temperatura fra i 22 e i 27°C, acidità pH 6,5-7,5, durezza dai 5 ai 15 dGH,
Acquario di buone dimensioni
Il pesce, che in natura diventa lungo 15 centimetri o più, in cattività di solito non supera i 12, ma, come accennato più sopra, bisogna lasciargli un ampio spazio libero, per cui l’acquario dovrebbe avere una buona capienza (le misure di 150 x 50 x 50 potrebbero essere l’ideale).
Per quanto si riferisce all’arredamento, si deve ricostruire quello naturale, con fondo sabbioso e ghiaioso e abbondanza di rocce, radici, rami che formino grotte, anfratti, nascondigli; l’acqua deve essere limpida (il che significa che non si devono lasciare invecchiare i residui di cibo sul fondo) e in leggero movimento.
Si possono inserire piante di qualsiasi tipo e forma, perché non gli interessano, a meno che non diventino troppo ingombranti; per favorire la loro fotosintesi clorofilliana, è necessaria una buona illuminazione. Il pesce ama, talora, saltare fuori dall’acqua e perciò ogni acquario che lo ospita deve essere ben coperto. Un buon filtro sarà sufficiente a soddisfare le sue esigenze
Alimentazione del Labeo bicolor
In natura, si nutre prevalentemente di sostanze vegetali e piccoli invertebrati, quali larve di insetti, crostacei, vermi. In acquario, vanno bene, fiocchi vegetali e microgranuli, fettine di cetrioli, zucchine piselli. Sono graditi pure alimenti congelati, fra cui, preferibilmente, gamberi, vermi e pulci d’acqua.
Riproduzione
Riprodurre il Labeo si potrebbe dire che è una “missione impossibile”, perché, come detto, non sopporta la presenza di suoi simili, senza fare distinzione di sesso, per cui – secondo me – è meglio non pensarci proprio. Si ritiene che la riproduzione, che si riesce a ottenere negli allevamenti orientali, sia il frutto di trattamenti ormonici ad hoc studiati.
Conclusione
Si tratta di pesci che sono territoriali, preferiscono restare soli, evitano i contatti con pesci di altre specie e non ne vogliono sapere di quelli della propria. Accettandolo con i suoi pregi, non molti, e i difetti, assai, può fare compagnia al suo padrone di casa per parecchi anni.