Regno: Plantae (piante) Sottoregno: Tracheobionta (piante vascolari) Superdivisione: Spermatophyta (piante con semi) Divisione: Magnoliophyta (Angiosperme – piante con fiori) Classe: Liliopsida (monocotelidoni) Sottoclasse: Arecidae Ordine: Arales Famiglia: Araceae Genere: Cryptocoryne Il genere Cryptocoryne è diffuso nelle regioni tropicali dell’Asia meridionale e sud occidentale e in Nuova Guinea. Gli studi eseguiti tra gli altri, da Jacobsen e Bogner nel corso degli anni, dimostrano che queste Piante presumibilmente hanno un’origine monofiletica e che nel corso della loro evoluzione hanno occupato ambienti ecologici molto differenti. Il loro habitat è in genere costituito da acque più o meno correnti nonchè da pozze di acque temporanee. Alcune specie vivono in fiumi vicino al mare e subiscono l’influenza delle maree. Secondo questi studi riveste particolare importanza la composizione dell’acqua; se le specie del Borneo e della penisola Malese crescono in prevalenza in acque molto tenere ed estremamente acide, le Cryptocoryne dello Sri Lanka crescono in acque da leggermente acide a leggermente alcaline e di durezza media. Si attribuisce grande importanza anche all’intensità della luce infatti, la maggior parte delle piante della penisola Malese, del Borneo e di Sumatra crescono in penombra o addirittura totalmente all’ombra; in Sri Lanka si osservano invece solo saltuariamente biotopi di Cryptocoryne in pieno sole.
Di norma il genere Cryptocoryne presenta piante che si moltiplicano tramite stoloni ipogei. Tutte le specie sono provviste di un rizoma strisciante sul quale le foglie sono disposte a rosetta, suddivise in picciolo e lamina, le quali sono arrotolate verso un solo lato, “convolute”. Si sa che le Cryptocoryne modificano notevolmente il loro aspetto a seconda delle condizioni ambientali, di conseguenza il criterio più importante per la loro classificazione è dato dalla morfologia della infiorescenza; raramente è però possibile osservare infiorescenze in esemplari coltivati in sommerso. Per ottenere questo bisogna coltivarle come piante terrestri con una elevata umidità dell’aria. L’infiorescenza è costituita da una spata che si allarga alla base formando un calice che contiene gli organi floreali. Sopra il calice la spata forma un tubo che presenta alla sua apertura una brattea spatiforme. Solo la Cryptocoryne Spiralis fa eccezione in quanto priva di tubo.
Il colore, la forma e la struttura della brattea spatiforme costituiscono le caratteristiche più evidenti dell’infiorescenza. Per molto tempo la colorazione della spata è stata considerata la caratteristica più importante per differenziare molte specie ma, raccolte effettuate negli ultimi anni, hanno dimostrato che la colorazione può variare notevolmente nella stessa specie, come ad esempio nella Cryptocoryne Undulata e per questo ora, alla colorazione della spata, si attribuisce una minore importanza.
Anche la forma dell’ovario e degli stigmi e il numero dei fiori maschili rivestono una certa importanza per il riconoscimento della specie. Ecco un esempio di come esemplari di Cryptocoryne Wendtii raccolti in biotopi differenti non sono adatti alla coltivazione in acquario in uguale misura e come tendono a modificarsi. Precise osservazioni del genere Cryptocoryne hanno permesso di descrivere il processo di impollinazione che inizia con l’apertura della spata durante l’antesi. Dei piccoli insetti vengono attirati dall’odore dolciastro emanato dai corpi odoriferi e dalla colorazione vistosa della brattea spatiforme, dentro il calice aperto e, sugli stigmi, depongono il polline raccolto da altre infiorescenze. Notare che ancora i fiori maschili dell’infiorescenza non sono maturi. Solo dopo un giorno che gli insetti sono imprigionati, i fiori maschili diventano maturi mentre quelli femminili non sono più ricettivi. Durante i tentativi di fuga gli insetti si sporcano con il polline e dopo tre giorni essi riescono ad uscire e ad andare verso un’altra infiorescenza dove depositeranno il polline raccolto determinando così un’impollinazione incrociata. Un notevole aiuto per chiarire il grado di parentela tra le varie specie di Cryptocoryne è dato dalle differenze nel numero cromosomico. Di seguito degli esempi delle attuali ipotesi di parentela delle varie specie: – C. WENDTII n. cromosomico 28,42 Sri Lanka – C. BECKETTII n. cromosomico 28,42 Sri Lanka – C. UNDULATA n. cromosomico 28,42 Sri Lanka – C. PARVA n. cromosomico 28 Sri Lanka – C. WALKERI n. cromosomico 28,42 Sri Lanka – C. x WILLISII (idrido) n. cromosomico 28 Sri Lanka
– C ALBIDA n. cromosomico 36 Thailandia – C. CRISPATULA n. cromosomico 36 India fino alla Cina meridionale Come possiamo vedere dal numero delle foto a nostra disposizione, la coltivazione delle Cryptocoryne è abbastanza diffusa tra gli acquariofili. Per una buona crescita in acquario hanno bisogno di nutrienti e anche se sono piante sciafile, cioè bisognose di poca luce, si possono coltivare anche in vasche fortemente illuminate. Altri due elementi molto importanti sono l’erogazione di CO2 che deve essere continua e il terreno ricco di nutrienti da cui come tutte le piante a sviluppo basale ricevono nutrimento. Negli ultimi anni sono stati fatti notevoli progressi nella classificazione e nella coltivazione di queste piante ma, restano da chiarire altri interrogativi, cosa che lascia a disposizione di chi si vuole cimentare nel loro studio e coltivazione un ampio campo di azione. Ringrazio: Sandro, Thomas, Straussina, Motoschifo, Miranda, Peppe67, Pisolo68, Avalon, Luciano per avermi dato la possibilità di utilizzare le belle immagini fotografiche. |