Sono conosciuti circa 30.000 specie di crostacei, suddivisi in 14 ordini. Uno di questi, l’ordine dei Decapodi, è ritenuto più importante per diverse ragioni, tra le quali il fatto che siano facilmente visibili in ambienti di scogliera. Inoltre, molti di questi animali si spingono fino a bassa profondità e possono essere incontrati da Sub e fotografati.
E’ importante conoscere a fondo le caratteristiche di questo ordine per poter ritrarre meglio la loro bellezza in foto subacque o per poter ricreare meglio il loro ambiente naturale negli acquari.
Lysmata debelius e Lysmata grabhami (Foto Marco Milanesi)
I crostacei di questo ordine vivono in ambienti molto diversi e vari, dalle profondità impenetrabili delle scogliere alle spiagge soleggiate, dall’artico ai tropici.
Inoltre si passa da detrivori a grossi predatori. Sono molto importanti per l’azione di pulizia, per la cura dei coralli e rappresentano cibo per balene e altri animali dell’alto mare. Giocano un ruolo molto importante nell’ecologia degli oceani.
In queste pagine verranno analizzate le caratteristiche anatomiche e il comportamento di alcune famiglie di Decapodi, ponendo più l’attenzione sugli esemplari che si possono tenere in un acquario domestico
Periclimenes holthuisi e Hymenocera elegans (Foto Roberto Sozzani)
Classificazione
Anatomia
Il corpo dei malacrostacei è formato da 14 segmenti di origine embrionale, di cui i primi 8 si fondono a formare il torace, coperto dal duro scudo del carapace, e gli ultimi 6 l’addome. Ogni segmento porta un paio di appendici.
Le appendici sono di solito bifide, originando da uno stesso punto e terminando in due componenti diverse, chiamate endopodide ed esopodide: in questa sottoclasse le appendici toraciche risultano più sviluppate nell’endopodide, che permette la deambulazione e la presa.
L’epipodide, che si stacca dal coxapodide, forma, nella maggior parte dei casi le branchie per la respirazione. Le appendici addominali anteriori, pleopodi, rimangono bifide ma i due segmenti vengono uniti da spine particolari.
I pleopodi vengono usati per diverse funzioni, quali il nuoto, scavare, raccogliere cibo, attivare correnti respiratorie, trasportare uova nella femmina e favorire gli scambi gassosi. In particolare, è importante la funzione respiratoria perchè, grazie al loro movimento, contribuiscono un flusso di acqua pulita nelle branchie.
Nel maschio di solito le prime due paia di pleopodi sono modificati a formare organi copulatori. L’ultimo paio di pleopodi è fuso formando con il telson la pinna caudale. il corpo è tutto protetto da un resistente esoscheletro calcificato, di cui i carapace è solo la parte anteriore, che non cresce con l’animale, ma anzi ne limita le dimensioni.
SISTEMA CIRCOLATORIO
Il cuore si trova appena dietro la testa in posizione dorsale. Può presentare dei fori, ostii, che formano una circolazione aperta pericardica, anche se sono sempre presenti due arterie, quella addominale e quella cerebrale che poi si ramificano ulteriormente.
SISTEMA NERVOSO
il cervello si trova in posizione anteriore, dietro e in mezzo agli occhi. Da esso parte una catena di gangli nervosi che si estende percorrendo il ventre dell’animale, fino al telson
SISTEMA DIGERENTE
La masticazione avviene dapprima fuori dal corpo per mezzo di mascelle e mandibole molto potenti. Attraverso il passaggio nella bocca, si arriva in uno stomaco anteriore diviso in due camere con denti trituratori e organi filtranti. Dopo una ulteriore triturazione e digestione il cibo passa nella ghiandola digerente e poi nell’intestino medio che si prolunga lungo il corpo fino a telson dove è presente l’ano.
Fisiologia
LA MUTA
Non sono conosciuti molti dettagli su questo processo. Durante la vita non è raro notare le mute dell’animale che crea un nuovo esoscheletro più grande all’interno di quello “vecchio” che viene teso e allungato fino a che non si rompe. durante la separazione dallo strato epiteliale, viene secreto un fluido che dissolve parte dello scheletro vecchio.
In questo modo viene recuperato parte del Calcio usato nella produzione dell’esoscheletro. appena avvenuta la muta, l’esoscheletro è morbido e ripiegato in parte su se stesso; per aumentare di dimensioni e far prendere al suo nuovo scheletro le dimensioni corrette, l’animale ingoia molta acqua, confiandosi fino al suo massimo.
A questo punto le nuove protezioni iniziano a indurire, grazie alla trasformazione di proteine e al deposito di sali di calcio. Icrostacei non crescono durante la loro vita se non tramite le mute, perchè l’esoscheletro non cresce nè si dilata.
LA RIGENERAZIONE
Sono dotati di una forte attività rigenerante, che gli permette di formare appendici perse in lotta o per altri motivi. Questa attività è permessa anche da un controllo perfetto della diffuzione del sangue, con valvole che vengono chiuse quando un arto viene ferito.
Il crostaceo può liberatamente decidere di perdere un arto, per esempio quando braccato da un predatore, attraverso la costrizione di certi muscoli che spezzano e rilasciano l’appendice. la rigenerazione inizia immediatamente.
Allevamento in acquario
Non vi sono particolari indicazioni sull’allevamento dei gamberetti in acquario.
Hanno necessità di strutture di rocce vive con grotte ed anfratti per potersi nascondere ed effettuare tranquilli la muta. Molti pesci se ne nutrono, pertanto va posta particolare attenzione alla scelta di questi ultimi.
I gamberetti più apprezzati tra gli acquariofili e più facilmente reperibili sono i Lysmata, i Rhynchocinetes e gli Stenopus. I primi due sono compatibili anche in più esemplari, gli ultimi sono predatori e se sufficientemente grossi sono in grado di catturare ed uccidere altri gamberetti più piccoli. Pertanto vanno allevati singolarmente od in coppia maschio e femmina.
I gamberetti sono molto sensibili agli sbalzi di valori, in particolare la densità. Al momento dell’introduzione in vasca vanno acclimatati molto lentamente.
I gamberetti sono sensibilissimi agli sbalzi di valori. Per acclimatarli correttamente è possibile utilizzare una brocca e un tubicino munito di rubinetto. In questo modo l’acclimatamento è lentissimo.
La maggior parte dei gamberetti allevabili in acquario sono onnivori. Accettano praticamente di tutto: cibo secco in granuli e scaglie, cibo surgelato e fresco che a volte vengono a prendere direttamente dalle mani degli appassionati.
Sono ottimi detrivori, teoricamente non necessitano particolari attenzioni nell’alimentazione in quanto sono in grado di arrangarsi da soli cercando costantemente avanzi di cibo non consumati dai pesci e caduti sulle rocce e sul fondo.
Per una corretta alimentazione è consigliabile somministrare ad ogni modo, un paio di volte la settimana, della polpa di pesce o gamberetto fresco, saltuariamente imbevuti con una goccia di complesso vitaminico.
Per somministrare polpa di gamberetto o pesce in modo mirato è comodo utilizzare uno stuzzicadenti allungato con un tubicino rigido per areatori, fissato con una punta di loctite (Attak).
Tra le funzioni principali di alcuni di essi (in particolare i Lysmata), vi è la pulitura da parassiti (ad esempio Linfocisti e vermi Turbellari) e detriti sul corpo e in bocca di altri pesci, che così possono mantenere un tenore di vita migliore.
Tutti i generi appartenenti a questa famiglia hanno spiccate attività di pulitori. Tutti i pesci di tutte le dimensioni apprezzano la pulizia di questi gamberetti e mettono da parte i loro istinti predatori per farsi fare una pulizia come si deve, persino in bocca.
Altre caratteristiche utile è la periodica espulsione di larve utilizzata come ottimo cibo dagli invertebrati.
Famiglie
Vediamo nel dettaglio le famiglie appartenenti al sottordine Nantantia dando particolare risalto ai gamberetti che hanno un particolare interesse acquariologico.
posso inviarvi ,a titolo gratuito, un video do 30’ di un gamberetto pulitore del mar rosso