Come già detto per molti altri invertebrati la classificazione di queste specie è assolutamente incompleta, addirittura in questo caso si hanno notizie relativamente precise solo di quelle che vivono nell’Oceano Pacifico e Indiano. Al contrario sono veramente tantissimi gli appassionati che sono riusciti ad allevarli con successo. Fin dai primi anni ’70, quando sono stati importati i primi esemplari, sono stati molto apprezzati e ricercati. Quindi si può sicuramente affermare che si conosce molto di più delle loro abitudini nelle vasche piuttosto che nei mari aperti; si pensi che l’esatto numero di specie è ancora ignoto. I Corallomorfari sono l’anello di congiunzione tra gli anemoni e i coralli duri. Questo ordine di invertebrati assomiglia infatti moltissimo ai coralli duri con i quali ha in comune tanti aspetti anatomici. I Corallimorfari mancano però totalmente di strutture scheletriche.
Vediamo come in natura questi animali siano stati in grado di sviluppare moltissime forme diverse adattandosi ai vari habitat, questo fattore non facilita la divisioni in famiglie e in specie perchè la varietà è veramente impressionante. Questi invertebrati possono presentare e anche non presentare le alghe zooxanthellae, ed è facile trovare delle specie che vivono sui fondali profondi e altre invece che vivono in superficie o quasi. Inoltre il disco orale dei Corallimorfari può avere dimensioni di pochi centimetri fino alla dimensione massima di qualche decimetro; anche la presenza dei tentacoli non è sempre la stessa: a volte possono essere ben formati e dotati di piccole spazzole e a volte sono solo accennati. Con queste premesse si comprende come mai ancora oggi non si abbia una esatta classificazione di questi animali e come sia difficile trovare anche un metodo per poterli dividere in gruppi omogenei.
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I tentacoli di un Corallimorfaro fotografato da vicino. |
La cavità gastrovascolare è direttamente collegata alla bocca nel disco orale come in quasi tutti i tipi di polipi, in questo caso non risulta che abbia una funzione idrostatica per compensare la differenza di pressione tra l’interno e l’esterno del polipo.
Interessante è il loro modo di nutrirsi, a parte le specie che basano la loro dieta principalmente sui prodotti delle alghe zooxanthella con cui hanno instaurato un ottimo rapporto di simbiosi, vi sono altri che hanno un loro metodo personale per ottenere il cibo.
Si nutrono sempre dei piccoli organismi presenti nell’acqua ma non usano direttamente i tentacoli per catturali. Hanno imparato a sfruttare il movimento dell’acqua creando una specie di vortice intorno alla bocca, qui la preda viene catturata e bloccata nella cavità gastrovascolare.
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Alcuni Corallimorfari si richiudono su se stessi formando una sorta di palloncino per catturare la preda. |
Proprio per questo loro strano modo di nutrirsi si è anche osservato che uno schiumatoio sovradimensionato e una intensa filtrazione con carboni attivi rallentano la crescita, in quanto rendono l’ acqua troppo povera di sostanze nutritive.
Riproduzione
Fino ad ora in acquario è stata osservata solo la riproduzione asessuale che permette alla colonia in breve tempo di espandersi e coprire molte zone della vasca.
Capita spesso che la riproduzione avvenga in vari modi che possono essere diversi a secondo delle varie specie: ad esempio può avvenire per divisione in due o più colonie più piccole di colonie più grandi.
Questa divisione può avvenire sia lungo l’asse longitudinale che ad esempio per il distacco di alcune parti alla base della colonia madre, quest’ultima è il metodo di riproduzione più diffuso. E’ praticata da tutti i coralli appartenenti a questo ordine.
Divisione di un Discosoma. |
Vi sono specie che invece preferiscono praticare la riproduzione asessuale per frammentazione: un pezzo di colonia viene rotto a causa di predatori o della corrente e cadendo a terra pone le radici per un nuovo insediamento.
Alcune specie di Discosoma e Amplexidiscus praticano questo tipo di riproduzione soprattutto se la colonia ha raggiunto delle dimensioni notevoli, in questo caso è l’animale stesso che stacca alcuni sui pezzi per aumentare le sue possibilità di moltiplicarsi.
Altre specie di Rhodictas e a volte di Discosoma preferiscono praticare il metodo di scissione longitudinale che è molto più lento, ma crea tanti individui tutti uguali, come se fossero dei cloni. In questo caso la riproduzione richiede settimane.
Dal punto di vista della riproduzione sessuale si sono fatte molte esperienze in acquario che hanno consentito di osservare la facilità con cui alcune specie di Rhodactis indonsinsis espellano sia le uova e che lo sperma.
Questo in realtà è già abbastanza raro come avvenimento per altre specie di invertebrati soprattutto se sono tenuti in un acquario, invece questa specie sembra particolarmente propensa ad espellere uova e sperma. Non si ha notizia di alcun acquariofilo sia riuscito a portare a termine la riproduzione sessuale.
Ad essere più esatti si sono fatti vari esperimenti e si è giunti alla conclusione che questa specie predilige la riproduzione sessuale o asessuale a secondo di vari fattori ambientali di cui il principale è la temperatura, si è arrivati alla conclusione che a secondo delle diverse temperature dell’acqua gli animali siano in grado di “decidere” quale tipo di riproduzione possa avere più successo.
Nel caso in cui questa specie pratichi una riproduzione asessuale oltre ai soliti metodi di divisione longitudinale, talee, distacco di frammenti, vi è un suo metodo particolare che si chiama talea inversa.
In questo caso il polipo incomincia a raddoppiare il disco orale da cui si formerà un nuovo corpo che poi metterà radici altrove. Con questo metodo si previene anche la formazione di colonie troppo grosse nello stesso posto, il difetto di questo tipo di riproduzione è che richiede mesi.
Difese
Non presentano particolari tipi di difese chimiche come veleni o sostanze tossiche.
Sono in grado di spostarsi molto lentamente, riescono addirittura a muovendosi parecchi mm. in un mese. Questo lento movimento gli permette di raggiungere luoghi più sicuri per loro. Si può cadere nell’errore di pensare che la loro scarsa velocità sia insufficiente per salvarli da eventuali contatti con altre specie.
Alcuni invertebrati invece di spostarsi hanno imparato ad usare un filamento mesenziale che in pratica avvolge gli animali vicini come una specie di tentacolo ed essendo ricoperto di enzimi digestivi distrugge le colonie adiacenti.
Foto ravvicinata della bocca di un Corallimorfaro che sta producendo il filamento mesenziale. |
Questa specie di tentacolo allungato esce dalla bocca e in genere sembra che si crei solo alcune ore dopo che la colonia è entrata in contatto con qualche animale pericoloso, come altri invertebrati.
Questo metodo usato dai Corynactis californica può essere usato anche per digerire grosse prede; comunque il filamento raggiunge difficilmente la lunghezza di 5 cm quindi non è molto efficace come difesa, a meno che l’altra colonia non sia particolarmente vicina.
Dannosa per i componenti di questo ordine è la crescita di alghe tipo Caulerpa tra la colonia stessa, ben presto questa crea una irritazione che entro breve tempo può portare gli animali al deperimento.
Attenzione perchè questi animali, soprattutto delle specie Discosoma e Rhodactis, sono particolarmente sensibili ad una malattia che poi si può facilmente espandere ad altri invertebrati: Helicostoma nonatum.
Questa appare come gelatina sciolta sopra alla colonia, il colore di questa sostanza è marrone chiaro; è molto probabile se non quasi certo che l’infezione si propaghi a tutta la colonia e infetti anche gli animali vicini.
L’unica soluzione è evitare l’acquisto degli invertebrati infettati e lasciare in una vasca separata quelli che si sono ammalati in seguito.
Allevamento in acquario
Come già detto non richiedono un grande controllo della qualità dell’acqua e inoltre sono anche molto belli da vedere.
Si adattano facilmente a diversi tipi di filtraggio e di mantenimento della vasca, si è notato che resistono facilmente a concentrazioni di nitrati vicino ai 40 mg/l. Riescono a vivere bene anche in vasche prive di schiumatoio.
In natura delle grosse colonie sono cresciute vicino agli scarichi degli Hotel o dei piccoli villaggi, questo è un indice di come riescano ad adattarsi benissimo a molti tipi di condizione che per altri invertebrati invece sono avverse.
I Corallimorfari non gradiscono un valore di pH troppo basso, sarebbe maglio avere un valore pari a circa 8.2 oppure più alto.
In acquario vi sono specie che richiedono una forte illuminazione e altre che invece non necessitano affatto di questo particolare attenzione, ad esempio sembra che la specie Discosoma preferisca una scarsa oppure media illuminazione.
Per questa loro caratteristica spesso soffrono l’esposizione diretta ai raggi della lampada HQI, quindi è meglio esporli a una illuminazione indiretta, nascondendoli magari sotto delle rocce sporgenti. Questo è l’unico modo per far sopportare loro le intense radiazioni emesse dalle lampade al mercurio.
I raggi UV troppo intensi sono dannosi perchè aumentano la concentrazione degli ioni negativi O2, prodotti in eccesso dalle alghe zooxanthellae, che si combinano facilmente con l’idrogeno a formare acqua ossigenata.
Quest’ultima in alte concentrazioni diventa indirettamente tossica per l’organismo perchè le zooxanthellae incominciano a produrre troppi particolari enzimi che risultano dannosi al polipo ospite (gli enzimi vengono prodotti dalle alghe stesse non dai polipi).
Attenzione però a non fare l’errore opposto e fornire agli animali troppa poca luce perchè l’effetto finale è lo stesso: la colonia deperisce. In questo caso l’invertebrato preavvisa il pericolo sfiorendo lentamente e muovendosi sempre di meno.
Il problema più grande è riuscire a far adattare questi animali alle luce presente nelle vasche perchè in natura la luce arriva non sempre con la stessa intensità, infatti il movimento delle onde tende a smorzare i raggi del sole e a fornire un fotoperiodo non costante. Questo in acquario si può realizzare, ma non è strettamente necessario, bisogna cercare di capire quando la colonia soffre e cercare di trovare il posto adatto per le sue esigenze.
Le famiglie
Vediamo nel dettaglio le tre famiglie che appartengono all’ordine dei Corallimorfari: