CAPITOLO 2
Il primo riempimento e l’arredamento
A questo punto potremo procedere ad un primo, parziale riempimento. Posizioneremo un piattino o una bacinella sul fondo e faremo cadere l’acqua sopra di questa al fine di evitare di sollevare l’akadama. Riempiremo la vasca per circa 10 cm; questa poca acqua ci aiuterà nell’arredamento e nella successiva piantumazione.
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Alcuni consigliano di realizzare un progettino con le varie piante che s’intendono mettere, ma è un sistema che funziona solo a grandi linee o meglio, solo un occhio esperto riesce a capire come crescerà quella data piantina, e a volte nemmeno lui. Oltretutto molte piante si assomigliano terribilmente, e distinguere le une dalle altre non è cosa facile neppure per acquariofili davvero esperti.
Questo, ovviamente, non vuol dire che non ci siano alcune regole da rispettare per creare un “acquario olandese“. Comunque, ricordiamo che anche le “brutte esperienze” servono a far capire gli errori e a perfezionarsi. Nella grande maggioranza degli acquari, il lato posteriore è quello occupato dalle centraline di illuminazione e, per forza di cose, quello sarà il lato dove ci sarà un po’ meno luce. In questi punti potranno essere costruite delle terrazze.
Per costruirle useremo legni di torbiera, lastre di ardesia e pietra lavica, che ha la proprietà di essere lavorata facilmente; l’importante è non usare materiale calcareo. Per quanto riguarda l’ardesia, difficilmente si riuscirà a farle attecchire sopra delle piante, caratteristica, questa, che la rende difficilmente mimetizzabile. Abbinare pietre con radici è abbastanza difficile esteticamente dunque sceglieremo le une o le altre, mai entrambe.
Ricordiamoci di bloccare le terrazze sul fondo con piccole pietre o legni, come se fossero tasselli, per evitare delle fastidiosissime frane. useremo il trapano per bucare in vari punti le radici, infilandoci muschio di Giava e Anubias. Per quanto riguarda le rocce laviche, basta lavorarle con lima e punteruoli e il gioco è fatto. Diverso è il discorso per l’ardesia, lavorabile con fatica. Le terrazze hanno il vantaggio di avvicinare le piante alla luce e di rendere esteticamente l’acquario più bello.
Un altro metodo per aumentare l’effetto profondità è coprire gli angoli posteriori dell’acquario con piante o tronchi. Potremo allora usare una radice larga e piatta: bucandola la si riempirà di piante Anubias e Microsorum o altre. Se la radice non fosse così alta da arrivare sino all’angolo superiore posteriore, basterà mettergli sotto una noce di cocco che faccia da rialzo e che potrà essere nascosta da un gruppo di Cryptocoryne parva, che non hanno bisogno di molta luce ma crescono a ventaglio coprendo il tutto. Così, si avrà anche il vantaggio di avere una zona di riposo per i pesci che amano l’ombra.
Altra pianta utile per coprire le radici è la Riccia fluitans che, se legata opportunamente, crescerà velocemente; richiede, però, una luce intensa. per incastrarla sulla radice, la avvolgeremo con la classica retina che contiene limoni e chiudendo il tutto con delle piccole fascette per elettricista, nascoste da un piccolo rametto di Anubias o altre piante basse come la Lobelia cardinalis, che va tenuta bassa per avere delle foglie di un verde intenso, e che risalterà moltissimo accostata a piante a stelo rossastre, nascondendo le imperfezioni del fondo.
Nella vasca trattata dal manuale si utilizzerà una sola radice di torbiera, piuttosto lunga e sottile, contorta caratterizzata dall’essere piegata quasi a 90°; la parte più corta verrà fissata al fondo mentre la parte più lunga sarà tenuta parzialmente fuori dalla superficie dell’acqua. Qua verranno inserite alcuni ciuffi di Vesicularia dubyana e una piantina di Capelvenere, il tutto sarà mantenuto umido da un tubicino collegato al tubo di uscita del filtro.
Le terrazze saranno ricavate da rocce laviche lavorate con trapano e punteruoli, vi creeremo alloggiamenti per microsorum e anubias, alcune altre parti saranno coperte da glossostigma e vesicularia. Questa pianta viene spesso usata negli acquari olandesi per creare l’effetto vialetto; quest’effetto si realizza partendo con steli bassi che man mano si alzano per andare verso il fondo dell’acquario, creando un effetto di profondità. E’ una pianta da primo piano che colpisce subito l’osservatore.
Ricordiamoci di far galleggiare la riccia sull’acqua fino a quando il cespuglio non aumenterà di spessore; questo sarà il momento di bloccarla su un tronco con la retina. Giocando con le forme e i colori delle piante si potranno ottenere effetti realmente suggestivi. Piante di colore verde chiaro andranno messe davanti ai legni di torbiera o rocce laviche che hanno un colore molto scuro e ne valorizzano l’aspetto, ai margini o addirittura quasi “abbracciati” da questo gruppo di piante potremmo inserire alcuni steli di piante di colore rosso; piante a foglia sottile potranno essere sistemate davanti a piante a foglia larga poiché in tal modo sarà possibile intravedere la pianta che sta dietro, tappeti di piante a foglie strette potranno essere interrotti da piccoli “cespugli” di piante a foglie larghe e così via, ognuno poi avrà la gioia di ricostruire un piccolo pezzo di natura, nel modo più reale possibile, seguendo la propria sensibilità.