Un peUn pesce che, all’aspetto non è molto attraente e che sollecita il desiderio di vederlo nuotare nella propria vasca solamente esperti amatori, è lo Gnathonemus petersii, conosciuto preferibilmente come “Pesce elefante”, della famiglia dei Mormyridae. Il nome significa che dalla mandibola esce un prolungamento carnoso, assimilabile alla proboscide elefantina (chiamato organo Schnauzer). Anche se non sarebbe male aggiungere che ogni pesce bello, brutto, piccolo o grande che sia, dovrebbe essere sempre ben accetto agli acquariofili che si stanno facendo le ossa e non solo.
Origini africane
È un pesce che si aggira sul fondo sabbioso dei fiumi e dei torrenti appartenenti ai bacini africani di Niger, Congo e Nilo, dove va in cerca di cibo grufolando sul fondo, fra le piante, come un maialino, naturalmente sollevandolo e formando una nube che impedisce una buona visibilità.
Aspetto e colorazione del pesce elefante
IIl corpo, senza squame, è appiattito, allungato in una forma un po’ strana e le pinne sono arretrate verso la coda. Il colore è molto scuro, quasi nero con parvenze di blu e marrone. Gli occhi sono piccoli con il dono della vista limitato. In vicinanza del peduncolo caudale, due strisce verticali, più o meno evidenti, che formano due parentesi tonde. Naturalmente, il prolungamento carnoso della mandibola, di cui si è detto più sopra, contribuisce, insieme con la forma del corpo, a rendere il pesce un po’ strano. Le pinne pettorali sono di buone dimensioni, la dorsale e l’anale, poste molto arretrate verso il peduncolo caudale, sono bene sviluppate, mentre la caudale è bipartita.
Alimentazione
In natura, il pesce è rigorosamente carnivoro, nutrendosi di larve, vermi e crostacei che rinviene frugando sul fondo, sconvolgendone l’integrità, con l’uso del suo peduncolo boccale come una pala. In acquario mantiene le sue abitudini, se possibile, e perciò l’acquariofilo deve alimentarlo con larve di zanzara, Tubifex, Chironomus, lombrichi e con i crostacei Gammarus. Naturalmente è un nutrimento abbastanza costoso, per cui si può tentare di dargli il secco e il congelato, che accetta, seppur malvolentieri.
Del resto, anche se viene da cattura, se si insiste, dopo un periodo durante il quale del cibo non vivo non ne ha voluto sapere, si rassegna a mangiare un nutrimento meno caro, ricordando, però, di somministrargli, di quando in quando, il suo alimento preferito. Però, attenzione: è opportuno che il cibo fornito sia pesante, in modo che raggiunga il fondo, dove il nostro vive regolarmente, ed è bene che sia fornito sempre nello stesso posto, in maniera tale da facilitargli il suo reperimento, considerata la sua scarsa vista.
Spesso, il mangime secco è leggero e resta in superficie, dove magari può essere raggiunto dallo Gnathonemus petersi, ma se è in scaglie, la sua bocca troppo piccola gli impedisce di nutrirsene e risulta sprecato, se non ci sono altri avventori.
Caratteristiche insolite del pesce elefante
Si è detto piSi è detto più sopra che il pesce ha occhi molto piccoli e che ci vede poco. Lo Gnathonemus petersi, che ha abitudini notturne, vive in natura sui fondali sabbiosi e melmosi di fiumi con sponde coperte di grandi foreste, che riducono il passaggio della luce del giorno; in questo ambiente, abbastanza oscuro, il pesce va in cerca il cibo, sconvolgendo il substrato con la sua proboscide e sollevando una nube finissima che ulteriormente abbassa la visibilità, per cui non sente la necessità della vista di una lince.
Un pesce elettrico
Fra l’altro, è un animale con abitudini notturne, per cui se si può nascondere, durante il giorno non si fa vedere, a meno che l’acquario sia tenuto in un posto abbastanza oscuro (però pericoloso per la sopravvivenza delle piante).
A supplire questa carenza interviene la proprietà poco comune di essere un pesce elettrico: infatti, sia nella testa sia nel corpo si trovano elettro recettori, collegati con un organo elettrico situato nel peduncolo caudale che emette quegli impulsi elettrici che gli permettono, attraverso la proboscide ricca di tante terminazioni nervose tattili e gustative, di orientarsi, di evitare ostacoli, di comunicare con i suoi simili e di trovare le prede; insomma, con questo aiuto, la vista diventa quasi un accessorio importante, sì, ma non indispensabile.
Cervello al di fuori della norma
Ma non finisce qui, perché Pesce Elefante ha un cervello al di fuori della norma, in peso pari a un cinquantesimo di quello dell’intero corpo, proporzione addirittura superiore a quella umana. E altra particolarità che lascia perplessi è che la sua vescica natatoria è situata nel cranio ed è collegata con la parte anteriore dell’intestino attraverso una sottile conduttura. Fra l’altro, sono molti a ritenere che il pesce sia intelligente e che possa pensare come un essere umano, il che non è certamente poco.
Dimorfismo sessuale
L’unico elemento che consenta di distinguere i sessi è un’intaccatura che si trova al punto di contatto della pinna anale con il corpo del maschio e che non esiste nella femmina.
Acquario e suo allestimento
Per cominciare, è necessario fare attenzione a due fatti importanti: il primo riguarda la lunghezza del pesce, che può raggiungere i 35 centimetri, e per il secondo si deve ricordare che il nostro non è un tipo solitario, come lo dimostrano i branchi in cui si trova in libertà, per cui da solo intristirebbe e ciò potrebbe avere conseguenze per la salute e causare un accorciamento della vita.
Con questi presupposti, la vasca per adulti non può essere che grande, lunga almeno un paio di metri, anche se non è sufficiente per ricordargli gli spazi liberi che esistono là fuori, in libertà. Infatti, laggiù nuota con i suoi compagni, senza limiti, mentre l’acquario è un ambiente chiuso, limitato.
Il fondo deve essere coperto da uno strato di sabbia fine in modo che il prolungamento della mandibola non si ferisca, sul quale disporre rocce, cortecce di sughero e rami di torba che formino anfratti e nascondigli vari sì da dare al nostro inquilino l’impressione di trovarsi in un ambiente tranquillo e sereno; qui, esso si sceglie il punto preferito di cui prende possesso e nel quale si insedia, diventandone il padrone assoluto, impegnandosi a tenere lontani gli intrusi, femmine comprese, senza cattiveria ma con decisione.
La vegetazione deve essere abbondante senza dimenticare qualche pianta galleggiante per evitare la luce troppo diretta.
Valori in acquario
Temperatura tra 25 e 28°C, pH: 7.0, acqua molto morbida.
Compatibilità
Come ricordato più sopra, lo Gnathonemus Petersii tutto sommato è un pesce tranquillo, che si muove senza fretta, per cui lo si può fare convivere con specie aventi la stessa caratteristica, però, se è possibile, è bene lasciarlo solamente insieme con suoi consimili.
Riproduzione del pesce elefante
Non risulta che qualcuno sia riuscito a farlo riprodurre in acquario.
Conclusione
Il pesce è molto interessante, soprattutto per le sue peculiarità legate all’energia elettrica prodotta e usata, come lo dimostrano le ricerche effettuate da illustri scienziati, però senza che siano riusciti a chiarire il tutto fino in fondo. Un pesce piuttosto difficile da tenere in acquario e, pertanto, non sarebbe male che ad accudirlo fossero acquariofili esperti, che meglio sanno affrontare ogni situazione.
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