Parliamo di come sfruttare al meglio queste piccole vasche, per realizzare suggestivi microcosmi.Spesso allestite come primo acquario, o per mancanza di spazio in casa o per mancanza di possibilità economica, ma molto più spesso nel errata convinzione che un acquario più piccolo sia più semplice di uno più grande.
Frequentemente capitano neofiti con piccole vasche con dentro pesci, che non ci possono stare, vedremo come ridare loro una nuova vita.
Chi inizia con l’acquario, l’associa ai pesci e sembra che senza di essi sia vuoto, ma con una attenta progettazione sarà una meraviglia, se un acquario è bello, è bello a prescindere. Anche con queste piccole vasche si possono ottenere grandi soddisfazioni, a patto che siano allestite e gestite nella giusta ottica.
Sono non oggetti da arredamento o giocattoli, ma acquari a tutti gli effetti alla pari dei loro fratelli più grandi. Anche se più costose delle bocce o vaschette con i pesci rossi, che non hanno niente da spartire con l’acquariofilia, sono sicuramente molto più istruttive e con un po’ di ingegno si può ridurre drasticamente i costi.
Ma la cosa che vorrei passasse è: per essere un grande acquariofilo non conta quanto grande è la vasca o quante vasche hai, ma da come le gestisci.
Problematiche legate al volume dell’acqua
Vorrei iniziare parlando subito delle difficoltà di gestire queste vasche.
E’ noto che la stabilita dei valori dell’acqua è correlata al volume della vasca, e in questi piccoli volumi può essere un problema perché questi possono cambiare velocemente, con qualche attenzione in più si può limitare il problema.
La stabilità dei valori non è l’unico problema, con un carico organico molto basso o assente l’acqua sarà povera di sostanze nutrienti, e le piante faticheranno a reperire azoto e fosforo, con una intensa illuminazione, cosa non difficile da ottenere grazie anche alla ridotta altezza della colonna d’acqua, si può favorire lo sviluppo di alcuni tipi d’alghe.
Per contro se il carico risultasse troppo elevato, la gestione sarebbe ancora più difficoltosa, per colpa dei continui e copiosi cambi per cercare di mantenere sotto controllo i valori.
Tutto questo provoca la diminuzione della microfauna e un contino stress per gli eventuali animali. Comunque, con un minimo di pratica si riesce a tenere sotto controllo queste cose.
Vasca
Visto che parliamo di vasche sotto ai 25 litri può far sorridere il fatto che parliamo di dimensioni, ma la cosa non è da sottovalutare. Passando da 25 a 10 litri le cose possono cambiare abbastanza, sia per l’arredamento che per la flora e fauna inseribile
Direi di evitare di scendere sotto ai 5/10 litri, anche se ci sono diverse persone che coltivano con successo piante dentro a vasi di vetro di varia foggia e dimensione.
Come vasca potremo usare qualsiasi contenitore: dall’acquario completo alla vasca con solo 5 vetri (rimless), dalla vaschetta alla ex boccia per i pesci rossi. L’effetto migliore sicuramente lo si ottiene con le vasche aperte si possono anche portare in emersione le piante. A differenza degli acquari con pesci, si possono anche usare vasche con forma cubica.
Filtrazione e movimento
Anche qui la scelta e molto ampia, direi di evitare filtri interni che occupano molto spazio, puntando magari su quelli a zainetto.
I filtri esterni pur utilizzabili sono piuttosto costosi, direi che vale prenderli in considerazione solo per vasche più grandi che trattiamo in questa piccola guida.
Anche i filtri ad aria si adattano bene a queste vasche, sono economici e si possono facilmente costruire, poi con un aeratore si possono fare andare più vasche.
Se si hanno solo piante si può fare anche a meno dei materiali filtranti, limitandosi a una piccola pompa o un liftair. Anche se è possibile fare a meno del movimento e preferibile mantenere l’acqua in movimento per evitare l’effetto palude stagnate.
Il movimento promuove la crescita delle piante portandogli sempre acqua contenete nutrienti, e limitando lo sviluppo di alcuni tipi alghe.
Se si inserisce in vasca caridine è bene proteggere l’aspirazione del filtro, con una retina di plastica o tulle, l’uso filtri ad aria un questi casi è molto più vantaggioso. E’ meglio curare la scelta del filtro o del aeratore, spesso accade che si sceglie guardando il prezzo, e poi ci si trova con il problema del rumore, vale la pena soffermarsi a curare anche questo particolare avvolte dato troppo per scontato, specie se abbiamo intenzione di tenerci la vaschetta in camera.
Filtri ad aria e liftair
Anche qui la scelta e molto ampia, direi di evitare filtri interni che occupano molto spazio, puntando magari su quelli a zainetto.
I filtri esterni pur utilizzabili sono piuttosto costosi, direi che vale prenderli in considerazione solo per vasche più grandi che trattiamo in questa piccola guida. Anche i filtri ad aria si adattano bene a queste vasche, sono economici e si possono facilmente costruire. Un altro vantaggio è che si possono azionare più filtri con un solo aeratore.
Se si hanno solo piante si può fare anche a meno dei materiali filtranti, limitandosi a una piccola pompa o un liftair.
Anche se il movimento non è essenziale, è preferibile mantenere l’acqua in movimento per non trasformare la vasca in una palude stagnate.
Il movimento promuove la crescita delle piante portandogli sempre acqua contenete nutrienti, e limitando lo sviluppo di alcuni tipi alghe.
Le caridine possono essere aspirate dalla pompa del filtro, meglio impiegare un filtro ad aria, oppure proteggere l’aspirazione usando una retina di plastica o tulle.
E meglio curare la scelta del filtro o dell’aeratore, spesso accade che si sceglie guardando il prezzo, non considerando la rumorosità, vale la pena soffermarsi a curare anche questo particolare avvolte dato troppo per scontato, specie se abbiamo intenzione di tenerci la vaschetta in camera.
Una accortezza, è bene prevedere due spugne, per poterle pulire in tempi diversi se si intasassero, evitando la compromissione delle colonie batteriche. Si può ridurre la probabilità di intasamento usando spugne a grana grossa.
Illuminazione
Nella maggioranza degli acquari commerciali chiusi, l’illuminazione è integrata nel coperchio, ma nel caso di vaschette aperte ci sono varie soluzioni.
Si potrebbe usare il classico tubo neon lineare, ma spesso questi tubi sono più lunghi delle vaschette in questione, è inutile fare luce fuori dalla vasca.
Molto meglio in questi casi usare lampade PL, che non sono altro dei neon piegati a U.
Ma guardando il problema nell’ottica di utilizzare quello che abbiamo già in casa per ridurre i costi di possono usare anche le normali lampadine a basso consumo, con una normalissima la lampada da tavolo o a braccio, che indirizzi la luce direttamente in vasca.
Oggi giorno vanno di i led, anche negli acquari, l’offerta anche in questo campo e ampia. Possiamo usare dalla plafoniera di ultima generazione, o auto costruita o anche uno o due faretti led. L’eterno quesito è neon o led, se uno vuole più sicurezza nei risultati meglio i neon, perché ci possono essere molte differenze tra due tipi di led diversi. Una cosa interessante dei led è che le increspature superficiali creano un bel effetto di chiari e scuri sul fondo, ciò che i neon non fanno.
Come nelle vasche più grandi è bene restare dai 4000K ai 6500K, anche se in genere si usando una sola lampada si opta per una 6500K a spettro pieno.
Ma con la differenza che a parità di Watt per litro si ottengono intensità di luce superiori. Con il vantaggio che con pochi watt si possono crescere anche specie esigenti senza grossi esborsi in bolletta.
Il problema principale in queste vasche e non esagerare, 7/9W su una vasca da 12 litri, tenendo conto che si ha una colonna d’acqua di 15cm, sono una bella pacca di luce, il che se da una parte può agevolare le piante dall’altra agevola le alghe.
Volendo si può fare anche a meno dell’impianto di illuminazione, ponendo la vasca in una posizione molto luminosa, magari evitato il sole diretto, scegliendo specie poco esigenti, ma questo tipo di soluzione è più complessa da gestire, e può essere presa più in considerazione da chi vuole sperimentare avendo già una certa esperienza di gestione di un acquario, rispetto a chi vuole risultati più sicuri o è alla prima esperienza.
Riscaldamento e raffreddamento
Date le dimensioni delle vasche in oggetto, la cosa è piuttosto delicata, visto che sono più sensibili alle variazioni della temperatura ambiente. Questo e dovuto al fatto che si ha una maggior superficie di scambio termico in proporzione al volume della vasca rispetto a vasche più grandi.
Cosa da iniziare a tenere in considerazione se teniamo la vasca in una stanza fredda, un po’ di potenza in più del classico watt per litro fa comodo, per affaticare meno il riscaldatore.
La temperatura minima di queste vasche è piuttosto bassa, salvo allestimenti particolari vedi piante non idonee a vasche fredde o alcune specie di caridine, tanto che se la temperatura della stanza resta sopra ai 16/18 il riscaldatore diventa superfluo.
Per il raffrescamento il metodo più pratico sono le classiche ventoline da pc da 80 mm, messe in modo da dirigere l’aria verso la superficie dell’acqua, questo consente di abbassare la temperatura di 3 o 4 gradi.
Ventole di maggiori dimessi consentono di essere tenute a giri minori e ridurre il rumore.
Sconsigliato l’introduzione di acque fredda o ghiaccio. metodi poco controllati e incostanti che possono creare pericolosi sbalzi termici.
C’è da dire che se si hanno solo piante, fatte salve esigenze particolari, finché la temperatura non supera i 28 gradi non c’è da preoccuparsi.
Specie se aperte queste vasche hanno una considerevole evaporazione, che aumenta ancora di più con le ventole, se per le piante l’aumento della concentrazione di sali non è un grosso problema, se si hanno animali in vasca è bene non sotto valutare il problema, ricorrendo a rabbocchi giornalieri con acqua d’osmosi inversa o ricorrendo a qualche sistema di rabbocco automatico.
Fondo e allestimento
Non ci sono grosse differenze rispetto alle sorelle più grandi, ma direi di puntare sulla semplicità, evitando di puntare verso fondi strutturati con più di due strati.
Un ghiaino a grana medio-fine va più che bene, se serve lo integriamo con le pariglie fertilizzanti.
Proficui anche i fondi unici, anche se più costosi dei comuni ghiaini o fondi fertili, vista la modestissima quantità impiegata vale la pena farci un pensierino.
Nell’ottica del risparmio si può usare il fondo avanzato da precedenti realizzazioni.
Fondi di colore scuro esalteranno i colori della vasca, quelli bianchi se pur accattivanti rischiano di perdere il loro candore in breve tempo diventano di tutti colori tranne il bianco.
L’unica cosa che vorrei sottolineare è l’uso di terre alofane o akadama, fondi che per loro natura abbassano notevolmente le durezze, se in vasche grandi possono essere difficoltose per i neofiti, qui rischiano di diventare ingestibili, direi di lasciarne l’uso a persone con un minimo di esperienza con questi fondi particolari.
La stessa cosa vale per l’uso di terriccio da giardino al posto del fondo fertile, chi è alle prime armi meglio che si orienti a soluzioni più “normali”.
Dal punto di vista delle possibilità di allestimento che ne sono diverse, dal semplice plantacquario emerso o non, al iwagumi fino all’acquascape.
Il classico cartoncino nero o blu, dietro al vetro posteriore, anche qui aiuta ad esaltare i colori della vasca. Curando la progettazione della vasca, posizionato con cura piante legni e rocce, l’effetto visivo ancora migliore.
Nonostante il ridotto litraggio, si possono creare acquari così sbalorditivi, che la mancanza dei pesci non si fa sentire, anzi da più margini di manovra, perché non siamo più legati alla loro esigenze.
Flora e fauna
E’ la domanda tipica di chi inizia con queste vasche, che ci metto?
Ribadendo il concetto che queste vasche, a causa delle loro dimensioni, non sono idonee per i pesci, dovremo orientarci verso invertebrati.
Il classico ragionamento vasca piccola pesce piccolo è errato, perché spesso questi pesci devono stare in gruppi numerosi e in genere sono piuttosto attivi.
Il classico pesce rosso è tra i pesci peggiori da mettere in queste vaschette, cisto che può superare agevolmente i 25 cm ed sporca molto.
E’ da escludere fin dagli inizi il discorso “quando cresce cambio vasca” perché i problemi si manifestano molto prima di quanto si crede.
E’ bene fare qualche distinguo sulle dimensioni. se in vasche sopra sui 20 litri possiamo tenere qualche grosso gasteropode come ampullarie e neritine o bridgesii in vasche più piccole diventa problematico a causa del loro carico organico non trascurabile.
Ricordo che questi animali hanno la tendenza ad farsi giretti fuori dalla vasca, e quindi necessario introdurli in vasche chiuse, e di porre bene l’attenzione alla specie scelta, alcune sono voraci divoratrici di piante.
In vasche fino a 10 litri, e possibile inserire caridine e neocaridine, avendo l’accortezza di inserirne una sola varietà.
In vasche più piccole eviterei di inserire caridine, perché 10 litri sono già tirati per questi animali.
Volumi inferiori ai 5 litri iniziano un po ad esulare da quanto trattato, ma è un altro ramo dell’acquariofilia dove molti ci cimentano, facendo crescere numerose specie di piante, avvolte con risultati eccezionali. Anche qui le piccole lumache come le physa o le planorbis sono molto utili.
Non spaventatevi se vedete piccoli esserini che nuotano a scatti o vermetti che strisciano sui vetri, sono rispettivamente copepodi e planarie.
Un altra possibilità offerta da queste vasche è servare la fauna spontanea, che normalmente viene predata dai pesci. Se si dovessero trovare larve di zanzara meglio rimuoverle prontamente, magari usandole come vivo per i pesci delle nostre vasche più grandi.
Per quanto riguarda le piante meglio documentarsi bene sulle dimensioni che raggiungono le piante, perché certe piante crescono fin troppo per essere tenute in questi piccoli volumi.
Di sicuro effetto le tappezzanti e i pratini dalla classica ed esigente glossostigma a la poco esigente marsilea.
Anche le crytocoryne possono facilmente tenere, meglio se con un fondo fertile o fertilizzato con le apposite pastiglie.
Come non citare le classiche anubias, microsorum e i vari muschi di java, tutti legati a piccole radici. Molto appezzata la cladophora, che insieme ai muschi sono un vero must nei cardinai, dove questi simpatici crostacei possano ore a nutrirsi.
Come piante galleggianti si può ricordare la classicissima lemna e la riccia, che può anche essere tenuta sommersa, ma in questo caso diventa molto esigente.
Attenzione con le piante a stelo come la limnophyla o il ceraophyllum, perché su colonne ridotte si rischia di non godersele come nelle vasche più grandi, ma comunque si possono tenere come galleggianti o portarle in emersione.
Si può anche giocare accostando varie selezioni della stessa specie.
Da tenere presente che le intesse illuminazioni che spesso vengono usate in queste piccole vasche possono portare allo sviluppo di alghe, specie in presenza di una fertilizzazione non ben bilanciata. Le galleggianti, scemando la luce aiutano a contenere il problema schermando la luce. Comunque qualche alga è normale, e può aiutare a rendere tutto più naturale.
Fertilizzazione e manutenzione
Uno dei problemi della fertilizzazione è proprio dosare i fertilizzanti, spesso una goccia e più che sufficiente per raggiungere la dose piena di fertilizzante, se si hanno solo piante non è grosso problema, queste si spazzolano tutto in poco tempo ma con caridine dentro potrebbero reagire male.
Alcune ditte come la dennerle hanno in catalogo linee di fertilizzanti appositamente studiate per piccoli acquari.
Anche per la co2 vale lo stesso discorso, questione poche bolle, spesso la taratura è problematica, bisogna fare veramente movimenti micrometrici, e spesso ci si scontra con la stabilità della regolazione, che dopo poche ore o si è arrestata oppure eroga bolle a nastro.
Se per la fertilizzazione avvolte basta rimodulare il protocollo scelto, per la co2 meglio affidarsi a impianto appositamente per piccole vasche, evitando il fai da te.
Anche con gli impianti a gel si possono avere problemi per la loro incostanza del erogazione. Io non userei impianti a co2 su queste piccole vasche, ma ci sono mote persone che li usano. La gestione sicuramente dipende molto da che tipo di acquario che si vuole, ed in una vasca poco spinta per progettata è al quanto semplice.
L’assenza di animali semplifica molto la gestione, nel caso delle vasche più tranquille si limita ai cambi settimanali, qualche goccia di concime, e a qualche potatura occasionale,
In caso di vasche spinte la cosa si fa più complicata, la concimazione è più frequente se non giornaliera e le potature spesso sono settimanali, per tenere in ordine il gioiellino.
Un altro problema può essere proprio metterci la mano dentro, specie nelle vasche più piccole, molto utili sono pinze e forbici lunghe.
Evitare i cambi troppo cospicui e orientarsi verso cambi settimanali del 10%, portando l’acqua a temperatura prossima alla vasca.
E consigliabile essere più graduali ancora nelle operazioni rispetto alle vasche più grandi, evitando le così dette pulizie straordinarie.
Conclusioni
Come abbiamo visto che è possibile creare e gestire questi piccoli gioielli, senza grandi cose.
L’importante è capire come funziona un acquario, e non fossilizzarsi su preconcetti come acquario uguale pesci, oppure acquario grande uguale esperto e acquario piccolo uguale neofita.
Anzi nel ottica della ricerca del equilibrio, ed anche del risparmio, serve un buon mix di conoscenza ed fantasia, il tutto condito da un pizzico di follia e intraprendenza, ma sempre nel rispetto della vita.
Questo tipo di acquari sono una valida alternativa alle vasche fotocopia, sempre con i soliti pesci e la ricerca dei pesci colorati.
Impariamo anche a sperimentare, che l’acquario non sia fine a se stesso, solo perché è bello, ma proviamo ad allestire cercando di dimostrare qualcosa, o per provare qualcosa, con criterio pero.
Con queste piccole vasche possiamo facilmente permetterci più micromondi, e fare comparazioni.
Spero di non avervi annoiato e di non aver commesso troppi orrori ortografici, ma di aver stimolato la voglia di fare.
Per farmi perdonare ecco qualche bella vaschetta di alcuni utenti del forum, da prendere come esempio.