“Coprite il fondo di un recipiente in vetro con un pugno di sabbia pulita e piantatevi alcune comuni pianticelle acquatiche, versateci delicatamente alcuni litri d’acqua di rubinetto e ponete il tutto su di un davanzale soleggiato”. K.Lorenz “L’acquario è un universo dove creature animali e vegetali vivono insieme creando un equilibrio biologico”. K.Lorenz “E’ questione di gusti, ma per me un acquario è una comunità autonoma che si mantiene in vita grazie a un proprio equilibrio biologico. Altrimenti si tratta di una specie di stalla, cioè di un ambiente tenuto artificialmente pulito, che non è un fine a se stesso, ma solo un mezzo per contenervi determinati animali“. K.Lorenz Ciao a tutti, ho iniziato con queste 3 frasi del celebre etologo Konrad Lorenz per scrivere, o meglio descrivere, un acquario naturale. Premessa:
L’articolo che leggerete vuole essere una presentazione, a grandi linee, di uno dei diversi approcci che si possono avere in questa passione, nello specifico il modo in cui si allestisce e gestisce un acquario d’acqua dolce.
Sarà una semplice, e spero piacevole, presentazione che non ha alcun intento critico o polemico nei confronti degli altri metodi di gestione, in quanto determinati solamente da scelte personali e meritevoli di rispetto, se effettuate con cognizione di causa.
Ma passiamo al dunque, parliamo delle cosiddette “Vasche naturali”. Cosa è un acquario naturale?
Un acquario viene definito “naturale” quando presenta delle caratteristiche fisiche (visive) e tecniche che in qualche misura lo rendono simile ad un ambiente realmente esistente, senza un eccessivo intervento umano al suo interno. Per ambiente esistente si indica un qualsiasi specchio d’acqua dolce naturale, indipendente dal biotopo originale della specie allevata (questo discorso per adesso lo accantoniamo). Quali sono queste caratteristiche?
Innanzitutto esistono due insiemi di caratteristiche ben distinte: le caratteristiche tecniche e le caratteristiche fisiche, visibili quindi.
Entrare nel merito della scelta di queste caratteristiche è compito assai arduo e ampio, mi limito a dire che è la conoscenza e la pratica che ci spingerà a scegliere la soluzione più idonea per noi, e, per non rendere troppo tecnico questo articolo, mi limito ad una descrizione sommaria e schematica:
Caratteristiche tecniche: riguardano la parte tecnico/meccanica dell’acquario, ovvero la composizione del filtro, talvolta la sua completa assenza, il riscaldamento, l’illuminazione, la fertilizzazione e le condizioni e i valori dell’acqua principalmente. Vedremo in seguito che quello che sembra necessario in acquari normali è spesso superfluo e viene tralasciato in questo tipo di gestione. Ognuno di noi a seconda del suo intento e della sua preparazione può scegliere la parte tecnica, ma il denominatore comune è sempre lo stesso: avere piena conoscenza di quello che si sta facendo, l’esperienza è la migliore amica in questa scelta e bisogna sempre avere il “cervello acceso” in quanto ogni singola scelta porterà conseguenze positive e negative, e noi dobbiamo non solo conoscerle, ma anche essere in grado di tenere tutto sotto controllo.
Alcuni immediati esempi di queste scelte possono essere: l’assenza di riscaldamento artificiale (per le specie adatte al nostro clima), si espone la vasca a variazioni climatiche più o meno intense che in una certa misura, ripercorreranno il ciclo delle stagioni. Oppure si può citare la completa assenza di filtrazione meccanica, lasciando ai batteri nel fondo e alle piante l’intero compito di smaltire le sostanze inquinanti. L’illuminazione da stadio troppo spesso usata per far crescere bene delle piante è certamente mal sopportata dai pesci (per non dire dannosa) per cui di solito i nostri acquari naturali o sono illuminati dalla luce solare o dispongono di poca illuminazione (e non pensate che le piante non crescano, anzi!).
Caratteristiche fisiche: qui si raggruppano tutte le caratteristiche dell’ambiente naturale che si vuole creare, visibili dall’esterno e dall’interno e che sono, senza dubbio, la differenza principale con gli altri tipi di acquari.
Queste caratteristiche comprendono ovviamente gli arredi della vasca, le piante scelte e la loro disposizione, gli organismi che la popolano, ecc.
Penso che niente meglio di qualche foto possa spiegare questo aspetto:
Alcuni miti da sfatare: in questo paragrafo la mia intenzione è quella di mostravi con occhi diversi alcuni elementi troppo spesso e ingiustamente considerati problemi negli altri acquari:
Alghe: Chi ha detto che le alghe sono un problema che compare negli acquari mal gestiti e fanno solo danni? Specifichiamo subito una cosa: alcune specie di alghe compaiono proprio nelle vasche ben gestite, perchè sono presenti nell’acqua che noi usiamo e se hanno le condizioni favorevoli (le stesse delle piante in molti casi) crescono e si sviluppano.
C’è differenza tra le varie specie di alghe e sugli effetti che esse provocano; in linea generale mi sento di dire però che non sono dannose, anzi, possono rivelarsi utili e affascinanti se viste con occhi diversi. Antagoniste delle piante, svolgono spesso funzioni simili e/o complementari: assorbono sostanze nocive, offrono riparo ai pesci e soprattutto ad una microfauna di estrema importanza (vedremo in seguito).
Certo alcune alghe creano problemi, per esempio se colonizzano una pianta fino a farla soccombere, però sono casi limite in minoranza rispetto alle specie che si trovano nelle nostre vasche. Apro volutamente una parentesi: nel caso si voglia debellare un’alga indesiderata la soluzione meno efficace è quella di servirsi di un animale, l’unico modo corretto è quello di trovare la causa della proliferazione e agire su quella!
Residui organici e inorganici: Sono forse gli elementi che più mostrano, a chi osserva, una gestione più naturale.
In tutti gli specchi d’acqua naturali, infatti, vi sono accumulazioni di elementi organici: per esempio foglie secche e ramoscelli caduti in acqua, piante morte, carcasse, legni e melma, ecc Ed elementi inorganici come per esempio pietre, sabbia e residui in generale.
Non estremizzando eccessivamente il concetto, si possono introdurre volontariamente alcuni residui e allo stesso tempo si possono lasciare quelli prodotti senza il nostro intervento.
[Attenzione!!: l’utilizzo di residui organici comporta una modifica, anche importante, dei parametri chimici dell’acqua per cui si consiglia l’utilizzo solamente se si ha piena coscienza e si conoscono le cause e i rimedi per tali variazioni]
Lumache infestanti: Spesso si assiste ad una vera e propria caccia alla strega quando si avvista una piccola lumachina che gira nella vasca ignara del pericolo… Questa cosa avviene purtroppo perchè non si conoscono gli animali e spesso si crede alle dicerie di alcune persone: sfatiamo questo mito allora!
Le lumachine che tutti noi abbiamo trovato nei nostri acquari non sono dannose, non distruggono gli arredi e le piante e non è vero che si moltiplicano a dismisura invadendo tutto. Al contrario sono delle validissime compagne nella gestione dell’acquario perchè ci aiutano mangiando qualche residuo di troppo, qualche alghetta tenera e qualche specie svolge importanti azioni sul fondo dell’acquario, come ad esempio le Melanoides. Riguardo alla loro tassonomia c’è da dire subito che si moltiplicano velocemente se le poniamo al centro di un allevamento intensivo: ovvero se le mettiamo a disposizione chili e chili di cibo. Con una gestione corretta e oculata queste lumanchine rimarranno in un numero ragionevole e la loro presenza diverrà simpatica oltre che utile. Provare per credere!
Piccoli organismi volutamente inseriti o spontanei: Questo argomento è uno dei più affascinanti secondo me, perchè mostra quello che spesso è nascosto o volontariamente allontanato ma che allo stesso tempo coincide con la bellezza della natura e del nostro hobby.
In tutti gli specchi d’acqua vivono, oltre ai pesci e ai grandi animali, una serie infinita di microrganismi che fanno il “lavoro sporco”, e che senza di questi crollerebbe l’intero equilibrio. Questi microrganismi hanno diverse sembianze e origini: minuscoli crostacei acquatici, piccoli invertebrati, larve di insetti, sono alcune delle categorie a cui appartengono questi piccoli animaletti. Possono essere messi volontariamente in un acquario oppure si possono trovare, con un po’ di fortuna, tra la vegetazione e/o il fondo.
Questi animali sono un’importante risorsa per i nostri acquari per diversi motivi: sono degli ottimi decompositori o filtratori per prima cosa; poi forniscono una costante riserva di cibo vivo per i nostri pesci e questo non solo li nutre, ma li fa essere più attivi, più svegli e scaltri, con una colorazione più viva…insomma, gli restituisce quel poco di selvaticità che spesso perdono vivendo in acquari “morti”.
Tra gli organismi più semplici da reperire e da inserire in acquario (meglio se ancora non popolato) posso citare gli Ostacodi, le Daphnie, le Moine, i Gammarus, i Tubifex e altri vermetti del fondo, Copepodi, Planarie, Cyclops e alcune larve di insetti che in acquari all’aperto si possono trovare!
[Precisazione! Anche qui è necessario sempre informarsi prima per conoscere bene gli animali che stiamo per introdurre nei nostri acquari.]
Perchè si sceglie una vasca naturale?
Alcuni di noi, purtroppo la minoranza di questi tempi, scelgono di allestire e/o di gestire un acquario naturale per diversi importanti motivi:
– per prima cosa si ha un approccio più naturalistico in questa passione; una vasca naturale permette lo studio e l’osservazione di un ecosistema altrimenti per molti di noi sconosciuto. La vita che si svolge in questi acquari è ben diversa da quella che c’è in acquari “artificiali”.
– si riesce a creare un ambiente che meglio di altri asseconda le esigenze dei nostri ospiti principali, i pesci, i quali ci ringrazieranno sfoggiando una livrea più bella, un comportamento molto più naturale, a seconda della specie, e una salute migliore.
– perchè siamo affascinati dalla sfida, difficilmente raggiungibile, di creare un mini sistema autonomo e completamente autogestito.
– perchè amiamo la natura in tutte le sue forme, anche le più strane e non convenzionali.
Considerazioni finali:
Eccomi giunto alla fine di questo articolo, spero non sia stato noioso e si sia rivelato una piacevole lettura per imparare magari qualcosina!
Vorrei precisare che con questo articolo non era mia intenzione scendere troppo nel dettaglio riguardo ai metodi di gestione di questo tipo di vasche in quanto ho preferito dare una descrizione a grandi linee per permettere anche a chi è un po’ meno esperto di capire la bellezza di un ecosistema naturale.
Ci sono a tal proposito decine di punti che potrebbero essere approfonditi, ma sono stati semplicemente accennati di proposito per mantenere una scorrevolezza di lettura maggiore.
Ringraziamenti:
Un sentito ringraziamento va ad Andrea (Entropy), Patrick (Patrick Egger) e Claudio (Mkel77) per il materiale fotografico gentilmente concessomi e per la collaborazione.
So che molti altri di voi adottano questo metodo di gestione ma non potendo chiedere le foto a tutti ho preferito scegliere quelle che già conoscevo. Spero che altre persone si avvicinino presto a questo metodo di gestione! |