Reportage fotografico di alcuni tra gli acquari più belli del nord Italiadi Marco Rosetti
Era da molto tempo che avevo in programma di fare un viaggio per andare a vedere e fotografare di persona alcuni tra gli acquari marini più belli d’Italia. E così è stato. A Gennaio 2012 ho girato per circa una settimana per il nord Italia, ho preso appuntamenti con vari appassionati e grazie anche all’aiuto dei miei fidati collaboratori e agli amici di Goccia Blu sono riuscito a fotografare 12 acquari marini, quasi tutti di altissimo livello. Naturalmente ringrazio anche tutti coloro che mi hanno ospitato nelle loro case per fotografare i loro acquari. Un grazie particolare, infine, va a Matteo Algranati che mi ha “scorrazzato” con la sua auto per la Lombardia e sopportato per 3 giorni, grazie amico mio. Dodici acquari, dicevo, di altissimo livello e penso tra le più belle vasche marine in Italia, se non in Europa. Acquari che vi voglio mostrare con la mia fotografia che spero possa farvi rivivere le stesse emozioni che ho provato io nel guardarle dal vivo. Questo non sarà un articolo sulla tecnica di questi acquari, ma sulle emozioni che la fotografia in acquario può dare, soprattutto quando i soggetti sono di alto livello e si prestano ampiamente ad essere fotografati. Cercherò di dare qualche consiglio di fotografia, senza pretendere di insegnare nulla naturalmente, perché è sì vero che sono ormai 12 anni che fotografo acquari, ma è anche vero che non mi posso definire un fotografo professionista. L’augurio è che quanto scriverò sia un valido stimolo a fare foto di qualità, studiate e sistemate prima di “buttarle” in rete. Io sono molto esigente con me stesso e soprattutto con i risultati delle mie foto. In tanti mi dicono “ma perché quella foto la butti? E’ bellissima”, ma evidentemente non lo è per me o comunque non ha una qualità tale per cui possa essere apprezzata alla massima risoluzione. E qui arriviamo al primo concetto. C’è un abisso tra una foto pubblicabile per internet e una foto pubblicabile su una rivista a pagina intera. I fattori sono molti, tra cui in primis il fatto che in internet si possono pubblicare foto di 600, 800, al massimo 1200 pixel di larghezza per essere apprezzate a schermo intero senza dover scorrere con il mouse la schermata e quindi questa bassa risoluzione riesce a mascherare molti difetti come possono essere un mosso o micromosso, il rumore digitale, il contrasto, la definizione ecc. Tutti difetti che poi comparirebbero se questa foto la guardiamo a oltre 4000 pixel di larghezza o semplicemente stampandola in formato A4, tanto per citare un formato medio/grande comprensibile a tutti. Le foto che potete vedere in questo articolo, nonostante abbiano, per questioni di impaginazione, una dimensione massima di 630 pixel di larghezza, sono tutte foto stampabili in grande formato (anche 70×100 o superiori), almeno secondo me, e vi assicuro che nessuna di queste foto vi deluderebbe. Cosa fa di una foto una “grande foto”? I fattori sono tanti, ma ve ne elenco di seguito alcuni in ordine di importanza, che a mio avviso sono tra i più significativi: – La composizione Vediamo velocemente nel dettaglio questi concetti, sperando di non essere troppo scontato e banale. La composizioneè tutto in una foto. Se manca questa, non sarà mai una grande foto, ma una “foto ricordo” e nulla più. Può anche essere la foto più definita del mondo, scattata con un obiettivo da 2000 euro e avente come soggetto Miss Universo, ma se la composizione è banale… o manca del tutto, sarà una foto come tante altre. Ah… preciso che non sto dicendo che tutte le foto di questo articolo sono “grandi foto”, anzi… solo alcune le definirei tali e probabilmente basterebbe una mano per contarle… ma ho comunque cercato di non renderle almeno banali, ho cioè cercato di dargli un senso… una logica compositiva… un qualcosa in più della “normale foto”. E comunque… non è solo la composizione a fare una grande foto, ma appunto anche altro. Per concludere il discorso della composizione e per non farvi un trattato di fotografia, vi rimando a questo link di wikipedia dove trovate spiegata la “regola dei terzi” e la “sezione aurea”. Naturalmente in rete trovate migliaia di pagine di approfondimento.
Il soggettoper molti, è di marginale importanza, ma io non la penso così, anzi, per me il soggetto è una componente essenziale di una grande foto e comunque un soggetto poco interessante va sempre valorizzato dal fotografo il più possibile, quindi sarà poi destinato a diventare un “soggetto interessante”. Per restare in tema “acquari”, un pesce con colori accesi e cangianti sarà molto più semplice da valorizzare rispetto ad un pesce del tutto grigio. Quindi un pesce colorato, vuoi o non vuoi, è comunque un soggetto più interessante sul quale focalizzarsi. Spostiamo il discorso sulle persone. Anche qui l’occhio vuole la sua parte e se le modelle che vediamo sulle riviste patinate sono donne bellissime… un motivo ci sarà, voi che dite? Ma con le persone non ci si limita naturalmente solo alla bellezza esteriore, sarebbe troppo limitativo il concetto di “soggetto importante”. Anche una donna anziana, magari senza denti e piena di rughe può essere un soggetto importante se inserito in un contesto adeguato e valorizzato nel modo giusto. In conclusione il soggetto deve essere “lavorato” nel modo più consono e ci sono soggetti che hanno bisogno di meno lavoro e soggetti che hanno bisogno di più lavoro, ma comunque entrambi destinati a diventare soggetti di un certo rilievo e importanti per far si che la foto sia una foto di alto livello.
La definizione e pulizia dell’immaginepenso che sia fondamentale. Una foto che ha molto rumore può essere buona per il web… ma nulla più, come una foto che ha del micromosso, delle aberrazioni cromatiche, colori e particolari impastati e poco definiti ecc. ecc. Cosa è il “rumore” in una foto digitale? Questo che vedete di seguito, cioè tutte quelle “macchiette” più scure o più chiare che rovinano l’immagine: Questa sopra è una parte della seguente foto: Come potete vedere… per il web va benissimo… per la stampa in grandi formati no. Il rumore aumenta con l’aumentare degli iso, quindi a 800 iso, 1600 iso e a salire, il rumore prodotto dalla fotocamera sarà sempre più “invadente”, quindi gli alti iso vanno usati raramente se si vuole ottenere una “grande foto”. Il micromosso e le aberrazioni cromatiche do per scontato che sappiate cosa siano, ma sempre in rete trovate di tutto e di più sull’argomento. L’attrezzaturaè importante, ma non fondamentale. E’ importante perché sicuramente un obiettivo di qualità che costa 1000 euro produrrà senza ombra di dubbio risultati migliori di un obiettivo che ne costa 100. Su questo non ci piove. Come non ci piove che anche con un obiettivo da 100 euro si possono fare grandi foto che però vanno poi lavorate in post produzione molto di più che con un obiettivo da 1000 euro e questo comporta comunque degli svantaggi, vuoi di tempo, vuoi di deterioramento dell’immagine. Altra cosa importante da sapere è che quasi sempre un obiettivo zoom è inferiore ad un fisso di pari lunghezza. Per essere più chiari… un 18-55 che solitamente troviamo di serie a corredo delle reflex, non sarà mai superiore se scattiamo a 50mm di un fisso di 50mm appunto. Ho detto quasi sempre, perché ci sono naturalmente in commercio anche obiettivi zoom di altissima qualità, ma che hanno costi molto al di sopra dei “normali zoom”. Quindi nella gran parte dei casi, uno zoom di poche centinaia di euro è sempre un compromesso e difficilmente sarà superiore ad un fisso di pari costo. Ha sicuramente altri vantaggi, come la possibilità di avere “tanti fissi” in un unico obiettivo, ma, almeno per me, i vantaggi finiscono qui, sempre di non mettere in conto 1000, 1500 euro per uno zoom di fascia alta. Anche il corpo macchina è importante, ma non fondamentale per riuscire a fare una “grande foto”. Ma anche qui vale il discorso che “più spendi… e “meno hai da penare”. Ci sono poi corpi macchina delle diverse aziende che sono più adatti ad un tipo di fotografia rispetto ad un’altra. C’è magari un corpo macchina che ha una messa a fuoco veloce e precisa e quindi adatto a fotografie sportive, un altro che gestisce meglio il rumore e quindi adatto a foto nei concerti o anche in acquario se vogliamo e altri che magari sono più adatti a fotografie in studio o still life. Ma anche qui vale il discorso che comunque con qualsiasi tipo di fotocamera è possibile fare grandi foto in qualsiasi delle situazioni sopra elencate, ma è logico che se per mestiere devo fotografare calciatori in azione, non opterò mai per un corpo macchina che ha una messa a fuoco lenta, ma punterò sua una fotocamera con una messa a fuoco rapida e precisa, questo perché sicuramente recupero più foto e non devo fare i salti mortali per lavorarle in post produzione. La post produzioneo se volete “ritocco”, termine che a molti fa storcere il naso dicendo “facile… l’ha fatto con photoshop”. Beh… non è proprio così “facile” come uno può immaginare. La post produzione c’è sempre stata in fotografia. Una volta avveniva in camera oscura, lavorando i negativi al buio cercando di renderli più adatti alle proprie esigenze o gusti. Oggi la post produzione si fa in digitale (sono comunque ancora in tanti coloro che amano svilupparsi da soli i rullini) e alla fine non cambia quasi nulla concettualmente rispetto a prima, se non un enorme risparmio di tempo nel “lavorare” una foto. Io parto però dal presupposto che miracoli con il fotoritocco difficilmente si riescono a fare. Se una foto è venuta male… alla fine puoi provare ad “aggiustarla”, ma otterrai comunque sempre un compromesso e mai un lavoro eccellente partendo, invece, da una foto già buona di suo. Anche qui vale il discorso che può andare bene per il web… ma non per altro. Lavorare una foto nel modo corretto è importante, perché ti permette soprattutto di togliere del rumore in eccesso, contrastarla maggiormente, schiarirla, renderla, in definitiva, più bella e accattivante. Il sapere quindi usare i programmi per la post produzione è sicuramente un’arma in più per il fotografo che vuole scattare una gran foto. Oggi poi possiamo anche lavorare i “negativi digitali” delle nostre foto e cioè il formato RAW e non Jpeg e avere molta più libertà nell’aggiustare una foto. Come detto precedentemente, però, miracoli non se ne fanno (se non per il web… o per sconfinare nell’astratto) ed è bene sapere che più si lavora e modifica una foto così come è stata prodotta dalla fotocamera e più si perde di qualità nei dettagli, si aumenta il rumore, si perde la definizione, i colori si impastano ecc. ecc. Quindi, ribadisco, partire da una foto già buona di suo significa avere almeno il 90% di probabilità di portare a casa un’ottima foto. Di seguito una foto che mi piaceva molto, ma che ho dovuto anche lavorare a lungo per recuperarla e alla fine penso di esserci riuscito.
Entriamo nel vivo di questo articolo con gli acquari protagonisti, ma prima mi scuso con chi ha storto il naso per qualche termine sbagliato che posso aver utilizzato precedentemente. Ripeto, non sono un professionista, ma solo un pignolo amatore ;-). Andremo ora ad analizzare le mie varie “tappe fotografiche”. Mi limiterò solo a dare dei giudizi estetici sugli acquari fotografati e nulla più, anche perché non ne sarei capace sinceramente. Un po’ di numeri prima di cominciare. Sono state circa 5000 le foto scattate. Recuperate buone, per me, circa 450, di cui circa 230 con soggetti o inquadrature diverse. Tempo totale per selezionare e lavorare tutte le foto circa 18 giorni di lavoro pieno (8 ore al giorno). Non vi mostrerò tutte le foto, altrimenti impieghereste un’ora ad aprire la pagina, ma solo quelle che ritengo più interessanti e significative. Il mio viaggio ha avuto come prima tappa Pesaro, dove ho fatto visita ad Andrea Negusanti. Non ama i computer Andrea, quindi non è molto presente sul web, anche se ci legge con costanza sia sul nostro forum che su AcquaPortal, quindi in pochi conoscono la sua bravura e la sua incredibile capacità nel gestire acquari marini. La vasca che vi presento di seguito è una vasca relativamente giovane, ma estremamente bella e pulita.
I colori sono molto accesi e freddi, probabilmente dovuti ad una luce molto naturale che sembra veramente quella che possiamo trovare su una spiaggia bianca di un’isola tropicale (sensazioni di luce così li ho avuto solo in mar rosso tanto per capirci…). L’acqua poi è assolutamente limpida e del tutto priva di elementi in sospensione. L’acquario si colloca nell’ambiente in modo molto armonioso e senza essere assolutamente di intralcio. Veramente molto gradevole.
L’unico appunto che ho fatto ad Andrea è stato lo sfruttare male la profondità dell’acquario che è di ben 70 cm, ma che non sembra esserlo a causa dei coralli che hanno troppo un’altezza simile creando poi un grosso stacco con i bellissimi coralli molli posizionati sul davanti. Preciso che sto trovando il pelo nell’uovo… e lo farò un po’ con tutti gli acquari che vedrete in seguito, altrimenti mi limiterei a dire “acquario fantastico” a tutti senza aggiungere altro e rischio di diventare noioso. Ecco una carrellata dei protagonisti dell’acquario di Andrea:
La seconda tappa era prevista a Bologna, precisamente da Ferdinando Bertazzini alias Wurdy, nostro moderatore del forum di AcquaPortal. Anche qui ci troviamo di fronte ad un acquario veramente bello e con animali in ottima salute. Ho visto l’acquario di Ferdinando moltissime volte in foto, ma dal vivo è molto, ma molto più bello.
La luce non è “abbagliante” come per la vasca di Negusanti, e i colori sono un po’ più caldi, ma soprattutto ci troviamo di fronte a coralli enormi che sicuramente avranno avuto tutto il tempo di adattarsi alla tecnica dell’acquario. Il layout è piacevole e ben equilibrato. Difficile trovare difetti sinceramente. Forse la luce non è il massimo per i miei gusti, preferivo la luce della vasca di Negusanti, ma sono appunto gusti personali. Inoltre nell’acquario di Ferdinando manca la sabbia che a mio avviso, anche poca, aiuta a diffondere meglio la luce e ad evitare quelle zone scure che si notano in foto e che a me non piacciono. Comunque gli animali stanno benissimo e questo è l’importante. Ora godiamoci i protagonisti dell’acquario di Wurdy:
Riparto da Bologna, direzione Brescia, dove mi aspettavano Paolo Piccinelli e Camillo Grossi (alias Grostik), entrambi moderatori del nostro forum. Il primo acquario da vedere è quello di Paolo. Acquario giovane, anzi, giovanissimo, da poco allestito, ma… già destinato a diventare uno degli acquari più bello al mondo, non solo d’Italia.
Paolo è un pignolo sotto ogni punto di vista, uno che se deve fare una cosa o la fa per bene o non la fa per niente e la sua vasca parla per lui. E’ giovanissima dicevamo, ma è già di forte impatto, imponente, allestita con le migliori e recenti tecnologie e con animali bellissimi che non vedono l’ora di crescere e riempirla totalmente. Fantastica la coppia di pagliacci che è perfettamente entrata in simbiosi con una grande Euphyllia divisa.
La luce è molto bella, leggermente meno fredda di quella di Negusanti e un po’ più tendente al rosso, ma anche qui l’effetto è molto simile e anche qui la sabbia bianca fa il suo lavoro amplificando di molto la luce nell’insieme.
Animali anche qui bellissimi e particolari. Non aggiungo altro perché è ancora presto per dare un giudizio definitivo, ma sicuramente la rocciata molto naturale e la disposizione dei coralli fanno pensare ad un risultato notevole fra nemmeno 12 mesi. Staremo a vedere.
Mi sposto a casa di Camillo Grossi e qui ci troviamo di fronte ad un acquario ottimizzato sia per la sicurezza (vasca in plexiglass) e per il risparmio (illuminazione a led). Compromessi sì, ma che non fanno assolutamente sfigurare l’acquario di Camillo.
Innanzitutto si integra perfettamente nel soggiorno, separando il salotto dalla cucina e l’acquario è godibile da 3 lati.
La luce non mi è piaciuta, molto gialla a mio parere e di conseguenza i colori degli animali ne risentono e non si differenziano uno dall’altro come per i precedenti, ma sono comunque animali in ottima salute e il layout è gradevole ammirandolo da entrambe i lati lunghi. Ribadisco che sono qui a trovare il pelo nell’uovo… perché anche questo è un acquario di altissimo livello.
Mi sposto a Milano, dove, accompagnato da Matteo Algranati, Ricky, Mauri e Sandro S. iniziamo il nostro tour per gli acquari del Milanese per visitare l’acquario di Luca Venegoni che nel nostro forum è Ink. Questa volta trovare il pelo nell’uovo non sarà facile perché a mio modesto parere l’acquario di Ink è stato il più bello visto in questo viaggio.
I colori sono accesi, ma non in modo eccessivo, la luce molto naturale, né troppo fredda, né troppo calda, ma quello che colpisce dell’acquario di Ink è la disposizione dei coralli, curatissima sotto ogni punto di vista. Sembrano tanti layout studiati per zona e godibili da ogni angolazione. Tanti “paesaggi” diversi in un layout globale studiato alla perfezione.
Forse l’unico appunto che gli faccio è che uno spettacolo del genere non si può tenere nel seminterrato!!! E’ una ingiustizia per gli occhi e per il piacere! Uno spettacolo del genere va goduto in ogni momento, ma… probabilmente avrà avuto i suoi motivi per metterlo lì. Godiamoci l’acquario di Ink:
Il prossimo acquario da vedere è probabilmente uno degli acquari marini più longevi d’Italia. Stiamo parlando della vasca di Nando Masciadri alias Aster73 nel forum. Acquario ormai decennale con animali al suo interno che probabilmente hanno battuto diversi record di anzianità.
L’acquario non è sicuramente come anni fa si presentava (qui Un acquario per Cathy qualche foto), ma è comunque un acquario notevole, dalla minima manutenzione ormai, dove gli animali presenti se la “cavano da soli”. Ci dice Nando che ormai il tempo da dedicargli è sempre meno, ma che l’acquario va ormai avanti da solo e senza accorgimenti particolari ed effettivamente le foto parlano per lui. Trovare il pelo nell’uovo in questo caso è del tutto superfluo, perché comunque non credo che Nando miri a nulla al momento, se non godersi la sua “vecchia” vasca, ma provo a dire anche qui la mia. Non mi piace come si è sviluppata la parte destra dell’acquario con quella sorta di “caverna” scura che spezza l’armonia d’insieme e a livello “fotografico” stona proprio.
Poi sicuramente farà la gioia dei pesci più timidi, ma visivamente non è bella. Anche la luce sembra “non bastare”, sembra cioè poca per donare una brillantezza più marcata ai coralli. Nonostante questo però, debbo dire che alcune foto più belle sono uscite proprio da questo acquario. Forse sarà stata fortuna, forse è così che deve essere la luce “giusta”. Vediamo nel dettaglio l’acquario di Nando. Prossima tappa l’acquario di Alvaro Acierno Zon sul nostro forum. Qui la concezione è tutta diversa dagli acquari precedenti. E’ un acquario più piccolo prima di tutto, ma si è optato per un layout molto semplice (montagnola centrale), ma al contempo molto gradevole.
La luce non è sicuramente abbagliante, anzi, la definirei quasi soft e i colori risultano quindi essere molto caldi e pieni, quasi fluorescenti in alcuni casi.
Lo spazio per i pesci per nuotare è molto e hanno modo letteralmente di gironzolare per l’intero perimetro dell’acquario e questo è sicuramente un bel vantaggio per loro. Anche qui la disposizione dei coralli crea diversi paesaggi accattivanti, in particolare uno molto bello dove troviamo una Pocillopora Damicornis poggiata su una Montipora Foliosa arancio veramente di effetto. Difetti? Forse un po’ trascurato nell’insieme, ma se non sbaglio questo acquario è stato totalmente rifatto di recente, quindi non è da escludere che il motivo fosse un imminente riallestimento. Naturalmente anche qui parliamo di un acquario comunque molto, ma molto bello. Eccovi i particolari:
Lascio la Lombardia, direzione Toscana, precisamente Livorno, dove vado a visitare per primo Andrea Dazzi, ed anche a lui vanno dei calorosi ringraziamenti per avermi tenuto compagnia in questi giorni insieme anche a Federico Rosa. Prima tappa quindi l’acquario di Andrea.
Lo avevo fotografato lo scorso anno e anche quest’anno si è dimostrata essere una bellissima vasca. Qui la luce, dovuta probabilmente agli T5 è perfetta. Molto facile da fotografare e molto naturale. I colori non sono molto accesi e probabilmente manca qualche corallo di colore diverso che dia più equilibrio all’insieme (magari qualcosa di giallo?). Anche qui si sono create delle zone d’ombra non piacevoli alla vista e anche qui manca un po’ di sabbia bianca che sicuramente avrebbe aiutato a schiarirle. Bellissimi i pesci, molto particolari alcuni, ma soprattutto per niente timidi, ma anzi… quasi “vezzosi” nel mostrarsi alla fotocamera. Vediamoli insieme: Partiamo, insieme ad Andrea, alla volta di casa di Leonardo Simonini (leonardo72 nel forum) dove ci accoglie un acquario marino piccolo, ma grazioso come pochi ne ho visti di quelle dimensioni.
Anche qui gli T5 fanno la differenza a livello di fotografia. Luce molto bella, acqua estremamente limpida e colori accesi e molto naturali. E’ bello fotografare così… quanta fatica in meno! L’acquario è posizionato benissimo nel salotto e fa una bellissima figura.
Nell’insieme è tutto molto gradevole con coralli veramente belli, spolipati e molto particolari e differenti tra loro. Forse con il tempo si potrà migliorare un po’ il layout perché c’è un po’ la sensazione che gli animali siano stati messi a casaccio, ma che alla fine si sia stati fortunati nel posizionarli. Questo significa che comunque la disposizione non è affatto male, ma che va curata un po’ di più. Altro difetto è il troppo pieno che si vede sulla sinistra… troppo in vista e va in qualche modo coperto guardando l’acquario dal davanti. Non penso sia complicato farlo… quindi spero che il consiglio venga seguito, perché, ripeto, l’acquario, viste le dimensioni contenute, è veramente, ma veramente molto bello. Un saluto al figlio di Leonardo che già a 6 anni ne sapeva più di me di acquari marini!! 😉 Vediamo i particolari dell’acquario di Leonardo:
Si riparte per andare a vedere l’acquario di Alessandro Ciari alias alciar nel forum. L’acquario, anche in questo caso non è molto grande e si sviluppa molto in altezza.
Come vedete dalle foto ci troviamo di fronte ad un acquario sicuramente non estremo, con colori non eccitanti e con un mix tra molli e duri che può far pensare ad acquari di 10 anni fa. Sì… la situazione è questa, ma Alessandro ha alla fine creato un bel mix ottenendo ottimi risultati e contenendo di molto i costi di gestione. I molli presenti in vasca sono veramente belli e alcuni veramente particolari e mai visti in vita mia. L’acquario potrebbe stonare in questo articolo, ma penso sia importante sottolineare anche questo aspetto e cioè che con una tecnica non esasperata, con costi di gestione non impossibili è comunque possibile ottenere un acquario marino gradevole e assolutamente al di sopra della media come in questo caso. Paradossalmente, anche qui ho ottenuto alcuni tra i migliori scatti dell’intero viaggio… quindi sono molto felice di aver fotografato questo acquario. Eccolo nel dettaglio: Il mio giro si conclude con l’acquario di Luca Baccellini (qbacce nel forum), sempre nei pressi di Livorno e sempre in compagnia di Andrea e questa volta anche di Federico Rosa. L’acquario in questione è una sorta di cubo, anche questo un acquario abbastanza giovane, come giovane è l’età di Luca che dimostra comunque molta passione e questo fa molto piacere.
L’acquario è nel complesso sicuramente gradevole, ma i margini di miglioramento sono molti. Questa forma a “fungo” creata dalla rocciata e dai coralli non è a mio avviso delle migliori. C’è molta confusione in alto e questa enorme zona d’ombra che si crea nella parte centrale dell’acquario è un evidente handicap. Bellissimi, però, i molli adagiati sul fondo… coloratissimi e molto particolari. L’acquario comunque è giovane, quindi prima di dare un giudizio più approfondito io attenderei e comunque c’è sempre tempo per migliorare il tutto e sicuramente Luca non prederà occasione per divertirsi a farlo. Di seguito i particolari dell’acquario:
Il mio viaggio si conclude qui. Spero che il resoconto sia stato interessante e che le foto siano piaciute. Mi auguro anche che nessuno dei protagonisti di questo articolo si sia offeso per le mie considerazioni puramente estetiche e che solo tali vogliono essere e che logicamente rispecchiano solo ed esclusivamente i miei gusti che possono non essere quelli di altri. Grazie ancora a tutti gli amici che mi hanno aiutato nel giro e che mi hanno ospitato. L’augurio è che il prossimo viaggio di questo tipo venga fatto nel sud Italia (io vivo nelle marche, quindi andare al sud o al nord non mi cambia nulla) a fotografare gli acquari marini degli appassionati del sud che so non hanno nulla da invidiare a quelli del nord. Speriamo di riuscire ad organizzarci prossimamente. |