La schiusa e l’accrescimento
A 27 – 28 °C la schiusa avviene dopo circa 24 – 48 ore. Le larve sono veramente molto piccole. Praticamente un uovo con la coda che si muove. In questa fase restano ancora ferme nel nido sotto la stretta vigilanza del maschio. Cominciano a nuotare allontanandosi dal nido dopo 2 o 3 giorni.
Un uovo di C. lalia dopo qualche ora dalla deposizione.
Un uovo di C. lalia dopo 12 ore circa dalla deposizione.
Dopo 36 ore dalla deposizione l’uovo sta per schiudersi.
L’uovo si è schiuso. Lo stesso soggetto della foto precedente dopo qualche secondo.
Una larva dopo circa 48 ore dalla deposizione.
A questo punto i neonati sono davvero piccoli. La lunghezza totale è inferiore a 2 mm. Non è facile vederli in vasca, tanto meno fotografarli.
La prima settimana rappresenta la fase più difficile dell’accrescimento. In questo periodo l’alimentazione è rappresentata da microrganismi, soprattutto infusori, presenti spontaneamente nell’acquario. E’ proprio in questa fase che il numero di neonati, se lasciati in acquario con i genitori si riduce drasticamente.
Tre giorni dopo la deposizione.
Cinque giorni dopo la deposizione.
Una settimana dopo la schiusa alcuni avannotti riescono ad ingoiare i primi naupli di Artemia salina, altri invece dovranno aspettare ancora una settimana o più, prima di riuscire ad ingoiare il primo nauplio. Da qui origina il polimorfismo che esiste in una nidiata dopo alcune settimane. Infatti, alcuni esemplari, quelli che hanno iniziato prima a mangiare i naupli, crescono molto più velocemente degli altri, per questo motivo alcuni individui nella stessa nidiata rimangono più piccoli degli altri. Le dimensioni sono ancora intorno ai 2 – 3 mm.
Esemplare di una settimana. Come si può vedere in trasparenza dall’addome, questo soggetto ha già iniziato ad ingoiare naupli di A. salina.
Dopo una settimana dalla schiusa. Il soggetto ha già iniziato a nutrirsi di naupli di A. salina che si possono vedere nella foto nuotare intorno. In questo fortunato scatto è ben visibile la bocca spalancata.
L’allevamento degli avannotti “in bottiglia”
Tenendo i piccoli insieme ai genitori non sono mai riuscito a far diventare adulti più di cinque o sei delle centinaia di avannotti che nascono ad ogni nidiata. I motivi sono vari. In primo luogo è difficile assicurare per tutti i piccoli cibo in quantità adeguata. In secondo luogo gli stessi genitori tendono, dopo alcune settimane dall’accoppiamento, a predare i piccoli. Inoltre i piccoli di un mese si nutrono degli avannotti delle nidiate successive.
Gli allevatori asiatici fanno accoppiare questi pesci in secchi di plastica. In questi contenitori riescono ad ottenere da 800 a 1500 uova che dopo la schiusa vengono liberati in vasche di cemento sul cui fondo fangoso viene sparso letame di pollo per facilitare la crescita di plancton che alimenterà i piccoli avannotti. L’alimentazione successiva è a base di tuorlo d’uovo, latte in polvere e cibo vivo (8)
Per cercare di ottenere un numero di adulti maggiori sarebbe stato necessario avere a disposizione un acquario dedicato alla riproduzione e la possibilità di allontanare i riproduttori dopo l’accoppiamento o la schiusa.
Sono abituato a cambiare l’acqua dei miei acquari settimanalmente di solito il sabato o la domenica mattina e dopo aver prelevato l’acqua dall’acquario in genere la riutilizzo per le piante che ho in terrazzo.
Per cambiare l’acqua a volte la dreno con un tubo per gravità prelevandola dalle parti più basse dell’acquario, mentre a volte, quando voglio diminuire lo strato di piante galleggianti, la prelevo con un boccale di plastica trasparente dalla superficie. In questo modo con ogni boccale di acqua prendo anche un bel quantitativo di Lemna minor che poi elimino insieme all’acqua nei vasi da fiore.
Una mattina mentre cambiavo l’acqua, guardando in trasparenza il boccale di plastica mi sono accorto che c’erano molti avannotti piccolissimi che nuotavano. Ho deciso, d’estate, avrei provato ad allevare questi avannotti usando dei fiaschi da 5 lt. Con le temperature costantemente sopra i 25° C non è necessario preoccuparsi su come riscaldare i fiaschi. Li ho semplicemente lasciati fuori sulla terrazza di giorno e di notte.
Nella mia esperienza solo due aspetti diventano importanti per il successo di questa modalità di allevamento: l’alimentazione e i cambi di acqua periodici.
Alimentazione
L’alimentazione può essere divisa in tre fasi: quella della prima settimana di vita, quelle delle tre settimane successive, e l’alimentazione dopo il primo mese di vita.
Prima settimana
Un paio di settimane prima dell’accoppiamento, preparo un fiasco con acqua dell’acquario cui aggiungo una goccia di mangime liquido per avannotti al giorno in modo da favorire la proliferazione di organismi unicellulari, piccoli vermi e copepodi. Il fiasco pullula di vita.
In pratica nei fiaschi realizzo delle colture di protozoi e di piccoli organismi che, nelle altre esperienze riportate su libri e sul web, viene consigliato di somministrare agli avannotti più volte al giorno in piccole dosi per non inquinare. Nel mio caso li uso in un modo completamente diverso.
Al primo cambio di acqua dopo la deposizione (in genere dopo un paio di giorni) raccolgo le larve appena nate usando un boccale con cui prelevo l’acqua e la maggior parte delle piante galleggianti che sono in acquario.
Dall’acqua raccolta in una bacinella, prelevo i singoli neonati usando una siringa da 5 cc a cui ho innestato un pezzo di tubo di quelli usati per gli areatori. E’ un lavoro che faccio in terrazzo in piena luce, perché è difficile vedere questi piccoli esserini che cercano di nascondersi per non farsi prendere. Tutte le larve raccolte le libero direttamente nel fiasco che ho coltivato nelle settimane precedenti. Praticamente le libero in brodo alimentare ricco di piccoli animaletti microscopici.
Lascio i fiaschi sul terrazzo. Qui, come si può vedere dalla foto, anche le alghe proliferano rigogliosamente. L’acqua si colora densamente di verde. In questo liquido i piccoli crescono la prima settima. Mi limito ad aggiungere mangime liquido per avannotti di pesci ovipari (una goccia a giorni alterni).
Ecco come si presenta il fiasco preparato per ospitare le larve appena nate.
Durante la prima settimana non cambio l’acqua. Forse anche grazie alla massiccia presenza di alghe, non si verificano apprezzabili fenomeni di inquinamento. Ho una sola accortezza per tenere più pulito il fiasco: introduco alcune lumachine.
Dalla seconda alla quarta settimana.
All’inizio della seconda settimana gli individui del gruppo più cresciti sono già in grado di ingoiare i naupli di Artemia salina appena schiusi. Per questo il 6° giorno metto a schiudere una piccola quantità di cisti di Artemia (con le temperature superiori a 30 gradi della scorsa estate la schiusa avviene in 24 ore). Uso i naupli appena schiusi perché più piccolo è il boccone più facilmente riusciranno ad ingoiarlo. Quando riescono ad iniziare a mangiare i naupli la velocità di crescita aumenta esponenzialmente rispetto ai giorni precedenti.
Nel filmato si vedono avannotti di una settimana che si nutrono con naupli di Artemia.
Durante la seconda settimana di vita continuo a somministrare anche mangime liquido a giorni alterni per facilitare la crescita di quegli avannotti che ancora non sono riusciti ad ingoiare il loro primo nauplio.
Nella foto un avannotto di una decina di giorni dopo la schiusa. L’addome è rigonfio di naupli di Artemia.
Al termine della seconda settimana di vita continuo a somministrare solo naupli di Artemia due volte al giorno (tre volte il sabato e la domenica perché sono a casa). Continuo con questo regime alimentare sino a che non termina il primo mese di vita.
Dopo il primo mese di vita.
Dopo il primo mese di vita comincio a variare l’alimentazione. Oltre ai naupli di Artemia, inizio a somministrare mangime fine per avannotti. Le dosi devono essere molto contenute per evitare di inquinare l’acqua con il mangime non consumato. In genere per dosare con più cautela prendo un pizzico di mangime con le punte di una pinzetta.
Continuo questo regime misto per un alcune settimane, diminuendo sempre di più il cibo vivo a favore del secco. Inizio ad introdurre qualche scaglia di fiocchi che frantumo fra le dita continuando così lo “svezzamento”.
In ogni caso a questo punto l’alimentazione non è più un problema.
Quattro settimane. Alcuni esemplari sono meno pigmentati.
Quattro settimane. Le pinne pelviche hanno già assunto l’aspetto filamentoso caratteristico degli adulti.
Quattro settimane.
Cambio dell’acqua
Cambiare l’acqua nei fiaschi per allontanare le sostanze tossiche che si formano per il metabolismo degli avannotti (e degli altri ospiti) deve conciliarsi con un’altra esigenza: garantire una disponibilità adeguata di cibo. Come detto sopra, questo è rappresentato da organismi microscopici cresciuti nei fiaschi nelle settimane precedenti alla schiusa.
L’aggiunta di mangime liquido per avannotti anche durante la prima settimana aumenta la proliferazione di questi microorganismi. Cambiare l’acqua durante questo periodo, oltre a diminuire la concentrazione di eventuali inquinanti, significa anche diminuire la quantità di cibo presente.
Per questo nei primi 10 – 15 giorni evito di cambiare l’acqua dei fiaschi. Ho provato a misurare qualche volta nitriti e nitrati, ma non ho trovato valori significativamente alti. La crescita sana degli avannotti è comunque la prova che i livelli di inquinamento che si possono produrre non risultano nocivi.
Nelle settimane successive cambio il 25% una o due volte la settimana.
In acquario
E’ arrivata la settima settimana di vita in bottiglia, la loro incubatrice. Finalmente per me sono giunte le vacanze, devo partire per un viaggio di 15 giorni. Affiderò gli acquari a mio fratello che verrà a casa mia quasi tutti i giorni a dare da mangiare ai pesci, controllare gli acquari e dare acqua alle piante. E i piccoli Colisa? In acquario! Le ho messi nell’acquario dei genitori dove potranno stare ancora alcune settimane.
Sei settimane. Un’ultima foto di gruppo prima di andare in acquario. Comincia a comparire la pigmentazione.
Ci vorranno quattro o cinque mesi per vedere i gli splendidi colori del maschio adulto.
Nella bottiglia avevo messo settantatre larve pescate dall’acquario. Sono sopravvissute alla settima settimana 42 colisine nei 4 litri di acqua del fiasco. Un buon risultato!
1) visto in http://it.wikipedia.org/wiki/Riproduzione visto il 26/12/09.
2) http://www.gaem.it/pubblico/articoli…isalalia.shtml
3) http://acuario.drpez.com/acuario2/acuario_art2ene8.htm
4) M. Mariani. Pesci d’acquario. Ed. De Agostini, 1999.
5) D. Mills. Pesci d’acquario. Ed. Fabbri, 2008.
6) G. Parisse. Guida ai pesci tropicali d’acqua dolce. Ed. De Vacchi, 2008.
7) http://www.drpez.net/portal/bibliote…2_articleid/46
8) Colisa Lalia, il Gurami nano. Il mio acquario. N. 140, maggio 2010, p 36