PremessaIl termine riproduzione, nei forum e talvolta negli articoli di acquariofilia presenti nel web, è in genere abusato, spesso come semplice sinonimo di accoppiamento, talvolta come sinonimo di deposizione delle uova. A volte, il termine riproduzione è usato per indicare la semplice schiusa delle uova o il parto degli avannotti negli ovovivipari. Chi si è cimentato nella riproduzione di pesci in acquario sa bene che non è tanto difficile far accoppiare i pesci in cattività ed è relativamente facile far schiudere le uova. I problemi si incontrano immediatamente dopo, quando i neonati devono crescere. Bisognerebbe iniziare ad utilizzare il termine “riproduzione” per indicare esclusivamente: l’insieme dei meccanismi mediante i quali gli esseri viventi provvedono alla conservazione della propria specie generando nuovi individui simili a sé e che subentreranno al genitore, o ai genitori, nella popolazione (1). Sarebbe opportuno anche nei forum utilizzare il termine “riproduzione” solo quando siamo riusciti ad ottenere almeno un nuovo individuo adulto e parlare più propriamente di corteggiamento, accoppiamento, deposizione, ecc. negli altri casi. Nel novembre 2008 ho acquistato una coppia di Colisa che ho inserito in un acquario di circa 60 litri interamente dedicato al loro allevamento insieme a tre Corydoras. Desideravo tentare la riproduzione, quindi ho allestito una vasca che aveva una vegetazione molto fitta e la superficie era quasi completamente ricoperta da Lemna minor.
Appena inseriti in acquario, è iniziato il corteggiamento. Il maschio ha costruito il nido ed è avvenuto l’accoppiamento. Non sono riuscito a vedere né uova né avannotti. Non sapevo quali fossero le reali dimensioni degli avannotti di Colisa appena nati. Avevo riprodotto solo Pœcilia reticulata e Xiphophorus maculatus, e non immaginavo che potessero essere così piccoli rispetto agli avannotti che ero abituato a vedere. Il maschio aveva costruito un nido di bolle, piante galleggianti e rami e foglie di altre piante. Dopo 40 giorni dall’accoppiamento vidi nuotare in acquario una piccola “colisina” poco più lunga di un centimetro con lo stesso aspetto di un adulto in miniatura e di colore argenteo con qualche riflesso azzurrino. Ero incredulo, avevo sorvegliato l’acquario costantemente e non avevo mai visto questo pesciolino. Evidentemente era rimasto ben nascosto fra le piante acquatiche (che erano veramente molto fitte) per non essere predato dagli stessi genitori. Intanto i genitori si erano accoppiati ancora e questa volta guardando attentamente tra la Lemna minor intravidi gli avannotti neonati. Era uno spettacolo. Tutti questi esserini sotto le foglie che io cercavo di vedere ingrandendoli con lenti e cercando di fotografarli.
Gli accoppiamenti si susseguirono ma delle molte centinaia di avannotti appena nati che riuscivo a vedere ne sopravvivevano veramente pochi. Arrivata l’estate in acquario c’erano, oltre ai genitori, altri cinque pesciolini fra adulti e subadulti.
Ho cercato materiale su internet ma non ho trovato molto sulla riproduzione del Colisa lalia. In genere in tutte le schede c’è un accenno alla riproduzione, ma si tratta di informazioni comuni agli anabantididi che costruiscono il nido di bolle e non specifiche per questo pesce. Ho trovato solo due esperienze riproduttive più interessanti, una in italiano(2) ed una in spagnolo(3) corredata da foto. Notizie sul Colisa LaliaDetto anche Gurami nano, è un piccolo anabantide di colore blu iridescente con il corpo attraversato da striature verticali rosse molto evidenti nel maschio. La femmina di solito ha un colore azzurro tende al grigio ed è meno appariscente del maschio. I colori di questo diventano molto più accentuati durante l’accoppiamento. Le pinne pelviche sono filamentose. Queste pinne filamentose sono utilizzate da questi pesci come chemiocettori per localizzare il cibo. Anche nella comunicazione relazionale all’interno della specie vengono usate per stabilire contatti fra i vari individui. Utilizzando queste pinne filamentose gli individui si sfiorano delicatamente. Il maschio raggiunge al massimo sei centimetri di lunghezza, mentre la femmina è di solito più piccola. Proviene dai bacini fluviali di India, Pakistan e Bangladesh. Vive in acque fluviali ad andamento lento, ruscelli, bacini e canali di irrigazione, territori allagati. Nei vari siti e nelle schede pubblicate su libri (4,5 e 6) e riviste si trovano indicati vari intervalli di temperature ideali per l’allevamento del Colisa lalia. La più frequente è 25 – 28 °C. Alcuni siti danno invece temperature comprese tra i 20 e 29 °C. Queste ultime sono verosimilmente più vicine a quelle a cui il pesce è abituato a vivere in natura. In un sito è riportato che nel suo ambiente naturale le temperature variano molto durante l’anno (7) : Personalmente ho tenuto per settimane i Colisa a 20 °C senza osservare sofferenza. A queste temperature i Colisa lalia nei miei acquari non si accoppiavano. Temperature superiori a 25 °C favoriscono l’accoppiamento. Anche sui principali valori chimici dell’acqua di allevamento del C. lalia si trovano indicazioni molto varie nelle diverse fonti. Per quanto riguarda la durezza totale le indicazioni variano per il Gh da 3° a 12° e per il pH i valori vengono indicati da 6 a 7,5. Per l’alimentazione invece non ci sono dubbi. Si adatta ai vari mangimi che riescono ad entrare nella sua piccola bocca. Quindi tutti i tipi di fiocchi, i granuli più piccoli e, nella mia esperienza, molto graditi gli alimenti liofilizzati, in particolare Chironomus e Artemia salina. La vita media di questo pesce in acquario è 4 o 5 anni. Come gli altri Anabantidi risale in superficie per prendere delle bolle d’aria che riesce a respirare tramite un apposito organo respiratorio: il labirinto. Grazie a questo organo respiratorio questi pesci possono vivere in acque stagnanti dove la concentrazione di ossigeno disciolto può essere molto bassa. In condizioni di anossia la respirazione branchiale viene integrata dalla respirazione labirintica. La vascaCome detto, ospito i riproduttori in una vasca tutta per loro. Una vasca di circa sessanta litri che condividono con due corydoras e con due ampullarie affollata di piante e con la superficie ricoperta letteralmente di Lemna minor. Durante l’inverno tengo la temperatura intorno ai 22 – 23 °C. In estate, quando la temperatura supera spontaneamente i 25 °C inizia il corteggiamento. Uso acqua di rubinetto: pH 7,2, Kh 6°, Gh 8°, NO2- nd, NO3-<10 (stessi valori in vasca) con cambio del 20% settimanale. L’acquario è dotato di un filtro interno. L’acqua riesce dal filtro con un flusso molto lento e cade a “fontanella”. In tal modo la superficie dell’acqua è praticamente immobile. Questo è un requisito, a mio avviso, fondamentale per l’acquario dedicato alla riproduzione di questo anabantide. Anche la mia vasca, come consigliato ovunque, è chiusa. Ciò permette di avere sulla superficie dell’acqua uno strato di aria umida e calda che permette a questo pesce la respirazione labirintica. CorteggiamentoHo avuto occasione di osservare per lunghi periodi i rituali di corteggiamento di questo pesce. Quando le temperature sono basse, quindi fuori dal periodo riproduttivo, maschio e femmina nuotano insieme nella vasca. Appena la temperatura inizia a salire, il maschio sceglie una zona della vasca, dove in seguito costruirà il nido di bolle miste a secrezione salivare, e inizia a scacciare la femmina fino ad un nascondiglio che questa si sceglie. Questa apparente aggressività del maschio nei confronti della femmina è solo la prima parte del corteggiamento. Probabilmente questi rituali stimolano l’ovulazione nella femmina. Infatti dopo alcuni giorni l’addome della femmina inizia a gonfiarsi di uova. In questa fase il maschio continua ad inseguire la femmina ogni volta che questa si avventura nella vasca, tanto che questa tende a stare in un angolo nascosto della vasca come se fosse impaurita dal maschio. Dopo alcuni giorni il maschio inizia a costruire un nido di bolle. Vederlo all’opera è uno spettacolo. Inizia a raccogliere in un punto filamenti e foglioline di piante acquatiche che inizia ad accumulare in un punto scelto (In qualche forum ho letto che sradica le piante. Per quanto riguarda le mie osservazioni si tratta di una affermazione falsa). L’acqua in superficie deve essere praticamente immobile. A cadenza costante prende aria da un punto nelle vicinanze del nido e la espelle dalla bocca o dal labirinto sotto il nido creando un cumulo di bolle e materiali vegetali. La femmina in questa fase ogni tanto prova a sortire dal suo nascondiglio, ma viene respinta prontamente dal maschio che la ricaccia nel suo rifugio. La foga dal maschio nel ricacciare la femmina è sempre meno irruenta permettendole di avvicinarsi sempre di più al nido, quasi a mostrarle la sua opera.
Non sempre il mio maschio costruisce il nido di bolle. In alcuni casi l’accoppiamento è avvenuto tra le piante galleggianti senza che il maschio abbia costruito un nido completo, ma solo con pochissime bolle che si sono dissolte dopo un poco. Questo non ha evitato che avvenisse regolarmente la schiusa. AccoppiamentoCon la luna piena, più raramente con la luna crescente, (ma forse è solo una coincidenza) i miei riproduttori si accoppiano. La femmina è gonfia di uova. Il maschio non scaccia via la femmina. Il maschio lascia che la femmina possa ispezionare il nido. Gli avvicinamenti sotto il nido diventano via via più intimi, fino a che la femmina decide che è giunto il momento dell’accoppiamento. E’ questo abbraccio la parte più spettacolare dell’accoppiamento. Stringendosi sempre di più nell’abbraccio la femmina espelle le uova e il maschio libera il suo seme per fecondarle.
. Per quanto spettacolare possa essere l’accoppiamento di questi pesci, il momento più emozionante rimane quello in cui si iniziano a vedere gli avannotti neonati. |
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