Questo progetto può essere utile a chi vuole automatizzare la fertilizzazione nell’acquario d’acqua dolce, o la somministrazione di determinati oligoelementi nell’acquario marino. Il principio di funzionamento è l’inverso delle locomotive a vapore: un movimento rotatorio viene trasformato in uno oscillatorio. In pratica, il disco di un timer, ruotando, spinge lo stantuffo della siringa su e giù; quest’ultima, infine, viene collegata ad un meccanismo a pompa. Per inciso, la parte relativa al timer, l’ho ripresa da un sito internet, l’altra è “farina del mio sacco”. Questo progetto, rispetto a molte altre soluzioni presenti in internet, ha i seguenti vantaggi:E’ pratico e di non difficile realizzazione. E’ economico. La spesa principale riguarda un timer giornaliero di tipo meccanico. E’ privo di rischi da eccesso di somministrazione. Se vengono rispettate le precauzioni, in caso di malfunzionamento, al massimo si può ridurre o bloccare l’erogazione. Prevede una lenta cessione. La somministrazione, non avviene in pochi secondi, ma in diverse ore. La quantità erogata va da 0 a 1 ml circa.
Realizzazione I Fase Prendete il profilato di alluminio n°1 e praticate un foro da 3mm, a circa 1,5 cm dall’ estremità, poi, con un seghetto, praticate un taglio trasversale, a circa 5mm dall’esterno, in modo da poter inserire le “alette” della siringa. Incastrate le alette, si fissa definitivamente la siringa, con del nastro adesivo. Nel lato corto della staffa n°3, al centro, praticate un foro da 3mm, e due fori da 3mm sul lato lungo, a circa 5mm dall’estremità(distanza tra i fori 10mm, vedi fig 9). Utilizzate, il bulloncino n°6, la rondella n°9, tra profilato e staffa, poi rondella n°8, dado e contro dado n°7. Stringete, in modo che la siringa possa oscillare liberamente. Con una tenaglia, tagliando l’estremità della siringa, realizzate una specie di rettangolino, e praticate un piccolo foro trasversale. Fate passare una graffetta e con una pinza create un piccolo anello. Alla fine dovreste avere qualcosa di simile alla fig3.
II Fase Prendete il timer e svitate le 4 viti posteriori; tolto il coperchio dovreste trovare qualcosa di simile alla fig4. La parte del disco è ad incastro. Per smontarla, dovete fare leva nei quattro punti segnati dalle freccie, facendo particolare attenzione a non rompere le linguette in plastica indicate in giallo. Aiutatevi con un piccolo cacciavite. Sollevata delicatamente la copertura, dovreste trovare qualcosa di simile fig5.. Segnatevi la posizione degli ingranaggi e toglieteli, per il momento. Il componente indicato dalla freccia, presenta qualche difficoltà al momento della chiusura, si può anche levare(in questo modo però, rinunciate alla funzionalità propria del timer). Adesso dovete forare la parte superiore del timer, vedi fig 6-7. Praticate 2 fori da 3mm distanti tra loro 10 mm, al centro, distanti dalla parte inferiore 10 mm.
III Fase Facendo delicatamente leva sulle linguette segnate in fig10, spingete la parte centrale verso l’esterno. Una volta sganciata, avrete 3 pezzi fig11
Prendete il disco orario e praticate, in posizione centrale, 2 fori da circa 2mm, in corrispondenza delle 12/24 Fig 12.
Potete utilizzare una pinza e un chiodo riscaldato su una fiamma, ma fate attenzione, perchè, se troppo caldo, si rischia di deformare, irrimediabilmente, la circonferenza interna. Quindi prendete il n° 4 e le viti n° 10 della fig2, e praticate i due fori corrispondenti al disco orario, della larghezza giusta, per le viti legno. Sempre sul n° 4 praticate una scanalatura da 3mm x 15 mm, inserite la vite lunga n°5, le rondelle n°8 e i due dadi n°7, in modo da avere un perno rigido. Utilizzate i due dadi n° 11, come due distanziatori(per compensare lo spessore della vite n°5). Vedi Fig13 –14
Verificate che la siringa sia in asse con la staffa, in particolare tra il suo gancio e il perno. Fig15 Smontate quello che avete appena avvitato, posizionate tutti gli ingranaggi al loro posto(mettete un pò di grasso) ed iniziate a rimontare il timer(senza mettere il “tappo” per il momento) secondo questa sequenza: figg.16-17-18
Ora potete montare il tappo, messo in linea, basta spingerlo.Verificate che il disco orario giri perfettamente e senza particolare sforzo, quando viene agganciata la siringa. Il pistone sale e scende, e la siringa oscillando deve poter assecondare il movimento del disco. IV Fase Adesso prendiamo i dosatori, vedi Fig1. Sono classiche pompette a molla. Vanno smontate completamente, togliendo il beccuccio fate attenzione a non perdere la sferetta di acciaio all’interno. Aiutatevi con un grosso cacciavite come in Fig19
Della prima, dovete eliminare la molla che non serve; all’interno il pistoncino deve rimanere fermo(tanto c’è la siringa che funge), bastano alcune goccie di super attack. A metà circa praticate un foro, per l’innesto del tubo rigido n°12, infine, mettete un pò di attack, vedi fig20. Della seconda, tolta la molla, dovete semplicemente bloccare con un pò di attack il pistoncino, quindi va unita alla prima, sfruttando gli incastri tra lo stesso tubicino in dotazione, indicato in a, e del tubicino b, più piccolo(rimediato da un normale spruzzino) vedi figura fig21. Lo stesso tubicino b inseritelo nell’attacco superiore, così non si corre il rischio di perdere la sferetta. In entrambi casi, non forzate il tubicino b fino in fondo altrimenti bloccate le sferette. Nota: funziona anche con una sola pompetta, la seconda serve a fissare meglio il numero di goccie in fase di taratura.
Adesso potete fare i collegamenti. Consiglio di tagliare con un cutter l’attacco dell’ago, quindi, inseritelo con un pò di attack nel tubo e poi innestatelo nella siringa.
Per controllare l’erogazione, consiglio di utilizzare piccoli contenitori, così potete verificare meglio, il graduale svuotamento del serbatoio.
Risultato finale figg. 24-25: da notare, le due pompette “impilate”, CHE DEVONO STARE NECESSARIAMENTE IN VERTICALE, e il contenitore in vetro che assicura una maggiore stabilità e nasconde all’interno la pompetta inferiore. V Fase Il sistema è autoinnescante. Basta girare, manualmente, il disco; verificate che non ci siano più bolle d’aria. Per riempire il tubo, che va dalla pompetta alla siringa, staccatelo, per un attimo, da questa. Quindi, sollevando il contenitore, per caduta, il tubo, inizierà a “sifonare”. Per fare la taratura iniziale, girate molto lentamente il disco e controllate il numero delle gocce che escono dal tubo in alto. Per diminuire il numero delle gocce, bisogna spostare il perno della fig14, verso il centro, viceversa, per aumentarle. Purtroppo è necessario, verificare, che tale taratura manuale, corrisponda a quella automatica (occorrono 24 ore, armatevi di pazienza!). Quest’ultima, generalmente, è leggermente inferiore, è dipende da tanti fattori, in primis dalla lunghezza e dall’ “elasticità” dei tubi utilizzati per i collegamenti. Per stabilire i tempi di erogazione, procedete in questo modo: Girate, molto lentamente, il disco e segnatevi quando cade la prima goccia, nel mio caso, alle 24. Poichè mi interessa l’erogazione, a partire dalle 11 del mattino, sommerò 13 ore, al momento della programmazione del timer. Esempio: ore 17,00, regolo il timer come se fossero le 6,00(17+13=30 cioè 24+6). Risultato: ogni giorno, tra le 11 e le 19, verranno erogate 10 gocce. PRECAUZIONI (Banali, ma meglio ribadirle…….) Il tubo di uscita, deve stare, sempre, ad un livello più alto, rispetto al contenitore/serbatoio, pena, un effetto sifone, e quindi un sovradosaggio sicuro. Evitate assolutamente, schizzi d’acqua al timer, tanto per ricordare va a 220 volts. Assicuratevi, che l’attacco della siringa, sia ben fisso, per evitare che fuoriuscendo dell’acqua, si crei un rischio di folgorazione. Se va messo ad una presa a muro, inseritelo con la siringa rivolta verso il basso. Nel timer prerso in esame, e anche nella maggior parte dei modelli simili, le viti, in metallo, da inserire, saranno ben lontane dai collegamenti elettrici. Tuttavia, vi sono modelli di timer compatti, dove questo spazio non esiste, quindi, in tali casi, evitate di procedere. Eugenio Pulvirenti
AVVERTENZE L’autore non si assume alcuna responsabilità, per i danni diretti e/o indiretti a persone e/o cose, derivanti dalla realizzazione del presente progetto. |