L’habitat naturale del Discus è estendibile a tutto il bacino amazzonico, dove le torbide acque fluviali, ricche di sedimenti di origine minerale, oltrepassano i propri argini naturali, si insinuano nella foresta per oltre 100 km, riempiendo i bacini presenti nella piana alluvionale amazzonica. Successivamente a questa iniziale fase di crescita, il loro livello comincia a stabilizzarsi, ed il processo di sedimentazioni sul fondo dei detriti le rende lentamente sempre più limpide, permettendo alla luce di penetrare in profondità. Questo, in aggiunta all’alto livello di nutrienti disciolti, provoca una crescita esplosiva del plancton. E’ il momento, per i pesci, di addentrarsi fra gli alberi sommersi, nutrendosi abbondantemente di insetti, frutti caduti in acqua, semi o semplici detriti organici. Le specie che si cibano esclusivamente di semi e foglie sono piuttosto rare, ma molti dei pesci amazzonici hanno in ogni caso una dieta erbivora.
Nonostante le piene causate dai fiumi ad “acque nere” non riescano a innescare un’eguale esplosione di vita planctonica, l’allagamento della foresta permette ai pesci di colonizzare vaste aree, accedendo a risorse di cibo indispensabili per la loro sopravvivenza. I sei mesi di inondazione rappresentano, quindi, un periodo di abbondanza di cibo, che è utilizzato per accumulare risorse necessarie ad affrontare lo sforzo riproduttivo e, comunque, la vita, in acque generalmente povere di nutrimento. Molti dei pesci che le popolano (tra cui i Discus), regolano il loro periodo di riproduzione facendolo coincidere con la crescita delle acque, e il conseguente aumento delle fonti di nutrimento. La vegetazione sommersa è inoltre utilizzata per deporvi le uova, mentre quella abbondantissima presente sulla superficie dell’acqua (il capim, lo strato di macrofite galleggianti che si sviluppano con la piena), è un ottimo rifugio per gli avannotti. I laghi che si formano nella foresta allagata, destinati a trasformarsi in bacini chiusi nella stagione secca, grazie all’altissima produttività e biomassa rappresentano, a loro volta, uno degli ecosistemi più importanti del pianeta in termini di biodiversità. Con questi valori “medi”: La Vasca Se si vogliono allevare Discus si metta in conto di avere una vasca di almeno 150 litri netti I valori dell’acqua Questi fattori fondamentali per un corretto allevamento sono puramente indicativi, infatti, ogni allevatore riproduce ed accresce i propri pesci con range d’acqua diversi che però non si scostano molto da quelli indicati di seguito. Un appunto importante va riservato alla temperatura da tenere rigorosamente a 28/30° C per due motivi: Il filtraggio Fondamentale per l’allevamento di questo ciclide è un ottimo filtraggio biologico. Le piante Non staremo a soffermarci se una vasca per i Discus debba essere necessariamente piantumata; sostanzialmente su questa partita ci sono due grandi scuole di pensiero, ovvero nulle o poche piante da una parte e moltissime piante dall’altra. Nelle foto sotto tre belle vasche dedicate all’allevamento dei discus con diversi allestimenti e livelli di piantumatura. (Foto nell’ordine: Andy – Roberto De Dominicis – Osvaldo Iannacone – Gennaro Mormone) Qualsiasi scelta voi facciate, ricordate sempre che l’alta temperatura dell’acqua nelle vasche dedicate al Discus causa, in genere, carenza d’ossigeno alla quale si può sopperire movimentando la superficie, inserendo un oxydator (da preferire ad un aeratore che è da sconsigliare per diversi motivi), ma soprattutto con una buona vegetazione. Il fondo Anche qui le scelte estetiche possono essere molteplici e variegate, va comunque preferito un fondo di colore scuro o al limite neutro, l’aspetto funzionale non deve comunque essere trascurato, quindi è importante scegliere una granulometria fine meglio sabbiosa. L’alimentazione L’alimentazione riveste un ruolo fondamentale. Opportuno è ricordare che i Discus sono onnivori, non vegetariani, come si riteneva sino a qualche tempo fa, e che la loro dieta in natura è abbastanza varia. La scelta Il consiglio principale che può essere dato, oltre al portare con se un amico esperto, è quello di non acquistare i Discus il giorno in cui arrivano in negozio, sarà opportuno tornare nei giorni successivi, perché più tempo passa, meglio saranno acclimatati e si potrà notare l’eventuale insorgere di patologie. Inoltre, i Discus scelti dovrebbero essere di taglia media (Discus troppo piccoli meglio lasciarli ai più esperti), presentare una bella forma rotonda e non allungata, mostrarsi vivaci, non timidi ed apatici, i colori devono essere brillanti, un colore scuro spesso è indice di malessere, corpo e pinne devono avere un aspetto regolare, le labbra devono essere chiare e ben formate. Una grande importanza rivestono gli occhi: non devono essere spenti e scuri (indirizzano verso una diagnosi di verminosi intestinale), non devono presentare macchie bianche interne o parti mancanti (possibili difetti genetici) e devono essere proporzionati alla dimensione del corpo (occhi eccessivamente grandi sono di solito indice di carenze alimentari, nanismo e problemi nella crescita non recuperabili). L’occhio rosso è generalmente apprezzato nei concorsi, esistono, però, Discus con occhio ambrato, in particolare varietà di pigeon. Altro elemento importante sono le branchie: gli opercoli branchiali devono essere ben formati, non dilatati o corti e senza parti mancanti. A tal proposito, chiedete che sia distribuito del cibo in vasca, un Discus sano è sicuramente anche molto vorace. Chiaramente il pesce non deve apparire smagrito, la fronte deve curvare gradatamente e presentare un certo spessore, il cosiddetto dorso a “lama di coltello” indica un pesce malnutrito o con patologie in corso. Discus piccoli dai colori troppo intensi potrebbero essere stati allevati con ormoni e sostanze coloranti: le pinne pettorali e caudali non devono mostrarsi rosse, ma trasparenti. In Discus adulti dai colori ben formati lo scolorimento, come una macchia sbiadita, nell’ultima parte del corpo, può essere sintomo di una deformazione alla spina dorsale che è abbastanza frequente in questa specie e che è un problema di natura genetica. Le patologie Le patologie che possono interessare i pesci disco sono tante e con alcune di esse l’acquariofilo si sarà trovato a combattere anche cercando di curare specie diverse. Per un’esauriente spiegazione, inerente le malattie, gli agenti eziologici che ne sono la causa e le modalità di cura, vi rimandiamo allo speciale presente sul portale. Qui ci preme evidenziare quelle patologie che solitamente sono il terrore di ogni Discusofilo: le infestazioni da vermi delle branchie e da flagellati. Vi ricordiamo che questi ospiti indesiderati generalmente convivono con i nostri “pinnuti” e che condizioni sbagliate d’allevamento (vedere la parte relativa allo stress) ne favoriscono la riproduzione, causando infestazioni che possono portare alla morte dei Discus anche in brevissimo tempo. Di contro la cura principale per evitare la proliferazione di questi parassiti si compone di acqua perfetta e di una dieta varia e bilanciata. E’ dunque necessario che le condizioni delle nostre vasche siano ottimali, affinché il pesce possa reagire anche senza l’uso di farmaci (il cui abuso è spesso dannoso) come nel caso di verminosi delle branchie allo stato iniziale in cui un’acqua matura e di qualità, insieme ad un innalzamento della temperatura (cura termica) per qualche giorno solitamente, portano alla regressione dell’infestazione. Stress: Vermi delle branchie:
Cura: Un ottimo rimedio, soprattutto considerando che non danneggia il filtro ed è studiato per vasche arredate è il Camacell (1 compressa per 50l) efficace su tre fronti: intestino, pelle e soprattutto branchie. Inoltre, ha potere ovocida. Nei casi più gravi, quelli in cui il Camacell risulti insufficiente, la formalina è il rimedio più efficace, il protocollo di cura, consigliato da Untergasser, in questo caso prevede: una soluzione di formalina al 37% (da maneggiare con cura per la sua tossicità). Preparare una vasca almeno da 200l con aeratore, immettere 7ml ogni 100litri d’acqua della suddetta formalina, fare stare a bagno il discus per 8-10 ore, trasferirlo in una vasca di quarantena da almeno 50l perfettamente pulita ed esente da parassiti, Il trattamento va ripetuto. I successivi passaggi di vasca vanno effettuati per tre volte con tre giorni di intervallo. Nel frattempo le vasche utilizzate vanno disinfettate e lasciate asciutte per almeno 3 o 4 giorni prima di essere riallestite. Le uova dei vermi muoiono dopo tre giorni in ambiente secco.
Cura: Il farmaco sicuramente più efficace è il Flagyl. Ogni compressa contiene 250 mg di principio attivo (metronidazolo). Ideale sarebbe la somministrazione col cibo (1 grammo di metronidazolo ogni 100 di cibo). Nei casi in cui non fosse possibile è utile procedere come consigliato da Untergasser: si usa 1 compressa ogni 25 litri, il trattamento dura 5/6 gg., in più durante la cura è preferibile diminuire il fotoperiodo (meglio spegnere totalmente le luci) ed alzare la temperatura dell’acqua fino 35°C con aeratore sempre acceso, per permettere al flagyl di giungere anche sottopelle grazie alla dilatazione dei vasi sanguigni. Alla fine si effettua un cambio d’acqua del 50%. Cure preventive e malattie non identificate: Conclusioni Siamo partiti dalla Varzea habitat naturale del Discus selvatico sino ad arrivare alla scelta del soggetto per le nostre vasche. |
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Discus – L’Habitat naturale del Discus in natura: la Varzea
15/04/20040
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