Datnioides Microlepis
Ordine: Perciformes
Famiglia: Datnioididae
Genere: Datnioides
Specie: D. microlepis
Nome binomiale: Datnioides microlepis Bleeker, 1854
Specie conosciute
Datnioides campbelli diffuso in Asia e Oceania, in genere arriva ai 32 cm (1939)
Datnioides microlepis detto anche “Finescale tigerfish“, diffuso in Asia, taglia media di 45 cm (1854)
Datnioides polota chiamato anche “silver tigerfish” diffuso in Asia e Oceania, si aggira sui 30 cm SL (1822)
Datnioides pulcher, il famoso e ambito Pesce persico siamese, diffuso in Asia, generalmente si aggira sui 40cm (1998)
Datnioides undecimradiatus il Mekong tigerfish, diffuso in Asia, generalmente si aggira sui 40cm (1994)
Datnioides: dal genere Datnia e Ancient Greek “eîdos”, che significa “forma, somiglianza”.
microlepis: dal greco antico “mikrós”, che significa “piccolo”, e “lepís”, che significa “scaglia”.
I membri del genere sono stati inclusi nel genere Coius negli anni ’90, ma Coius è ora considerato un sinonimo del genere Anabas (Kottelat, 2000). L’ex nome di famiglia Coiidae è quindi un sinonimo di Anabantidae e le specie di Datnioides sono comprese nella famiglia monotipica Datnioididae.
Distribuzione del Datnioides Microlepis
Apparentemente limitato alla penisola malese e all’Indonesia occidentale, dove è consolidata la presenza nei corsi fluviali di Perak e Selangor nella Malesia peninsulare, dagli spartiacque di Batang Hari e Musi a Sumatra e dal bacino di Kapuas nel Kalimantan (Borneo indonesiano). Non è chiaro se il suo raggio d’azione si estenda anche alla Tailandia peninsulare, mentre le segnalazioni nei bacini del fiume Chao Phraya e del Mekong si riferiscono al congener D. pulcher, davvero molto simile al microlepis, che è stato incluso in D. microlepis fino al 1998.
Habitat
Un abitante esclusivo di grandi, profondi fiumi di acqua dolce di pianura, questa specie non viene rinvenuta in ambienti salmastri. Sta in zone di penombra, in mezzo a vegetazione o ramaglie, in attesa di vedere prede adeguate oppure caccia attivamente pesciolini, crostacei e insetti
Dimensioni
Lunghezza standard massima 40-50 cm.
Peso max. pubblicato: 10 kg
Stabulazione e curiosità:
I giovani e i subadulti dovrebbero essere sistemati in un acquario ben decorato con piante (vallisneria e felce di java sono quelle che più gradiscono)radici contorte (MAI con parti appuntite) e legni.
Questo perchè al contrario di quanto si potrebbe pensare, sono pesci timidi da giovani; da adulti fino a quando non prendono coscenza degli spazi e territorio fanno lo stesso dei giovani; si nascondono o peggio, in mancanza di riparo, si sdraiano con colori cadaverici o peggio neri come la notte… con annesso infarto del proprietario.
Gli individui più grandi sono relativamente poco timidi, nel senso che sanno di essere grossi, hanno aquisito una certa esperienza nella caccia e nella difesa e quindi la loro timidezza si riduce solo alle fasi iniziali della nuova vita in vasca. E’ sempre e comunque gradita una certa copertura superficiale sotto forma di vegetazione, rami, sugheri galleggianti o boschetti di piante a foglia lunga, magari ai lati e sulla parete di sfondo della vasca (il loro disegno serve anche a nascondersi parzialmente tra le piante).
L’aggiunta di sale marino, come a volte si legge, non è richiesta in nessuna fase della loro vita.
Datnioides spp. in genere producono molti rifiuti organici, quindi consigliamo come sempre l’uso di filtri esterni di grandi dimensioni. Gli adulti inoltre, come i Pacu ed altre specie, danneggiano l’attrezzatura sommersa prendendola di mira; non tanto i fili ma termometri, riscaldatori ecc. In pratica si possono accanire contro oggetti che “a loro non piacciono” colpendoli in maniera fulminea con la bocca. L’ideale è posizionare l’attrezzatura delicata in maniera che non venga rotta o che loro non si feriscano.
Una cosa importante che teniamo a dire prima, durante e dopo l’acquisto è che NON reggono bene i viaggi e trasporti in generale; sono MOLTO stressabili e possono essere difficili da stabilizzare dopo l’importazione. Spesso rifiutano di nutrirsi ed esibiscono continuamente un colore indicativo di stress (ma anche tipico della notte): in D. microlepis le barre scure del corpo svaniscono, lasciando solo i contorni o una serie di macchie, con la maggior parte del corpo grigiastro, brunastro o nerastro. Come detto prima possono inoltre stare accasciati in un angolo e, di conseguenza, esser presi di mira da compagni di vasca troppo aggressivi. In questi casi aumentate l’ossigenazione, piante, spegnete le luci o smorzatele con piante o cose galleggianti e attendete che si ambienti. Se sono presenti pesci che danno fastidio al Datnioides, toglieteli momentaneamente. MAI cercare di risolvere togliendo il microlepis o un altro Datnioides; peggiorereste la situazione. Ora che vi abbiamo “spaventato”, facendovi capire che bisogna esser preparati a questi tipi particolari, specifichiamo che se il fornitore/negoziante è in gamba e sa quel che fa, il pesce sano e l’imballaggio ottimo… molto probabilmente vi troverete semplicemente un pesce sbiadito e timido per una giornata abbondante… tenetelo d’occhio e non abbiate fretta di cibarlo.
Per un paio o un trio di Datnioides, consigliamo di tenere in considerazione vasche di almeno 600 litri. Ovviamente da piccoli devono stare in litraggi minori, altrimenti possono avere difficoltà a nutrirsi e ambientarsi. Crescono velocemente però, quindi pensate a lungo termine!
Compatibilità:
Datnioides microlepis può convivere con specie asiatiche, non aggressive, che abbiano però la sua taglia o con qualche conspecifico.
Hanno una bocca assurda, che viene proiettata verso la preda mentre, il vuoto d’acqua creato, la risucchia. Sanno essere incredibilmente veloci ed hanno una vista molto acuta essendo cacciatori attivi.
Alimentazione:
Da piccoli (3-5 cm), mangeranno quasi certamente vivo e chironomus surgelato (nelle farm buttano grossi mattoncini e la nuvola di avannotti, per competizione, ci si fionda). Passare al congelato o, addirittura, al mangime è una cosa che richiede un po’ di pazienza. Vanno abituati a mangiare in un unico posto, introducendo (sempre come primo boccone, c’è più foga!) il decongelato piano piano e riducendo il vivo. I nostri ci hanno messo un mesetto, non si tratta di esser schizzinosi; devono solo capire che anche quello che non si muove è cibo.
Si possono alimentare con latterini, insetti vivi vari, lombrichi, gamberetti, cozze, vongole ecc. Mangime noi non ne diamo, ma sicuramente con lo stesso metodo possono arrivare a mangiare i grossi stick per ciclidi (affondanti)
Parametri
Temperatura: 20 – 28 ° C
pH: 5,5 – 7,5
dgh 7/20 dgh
Differenze tra le specie:
D. microlepis si distingue da tutti i congeneri dalla seguente combinazione di caratteri: presenza di 6-7 ampie barre scure sul corpo, la prima delle quali di solito continua ininterrotta attraverso l’opercolo, nella regione toracica e attraverso la superficie ventrale del corpo (contro 4-5 barre larghe in D. pulcher, 4-6 barre larghe con margini diffusi in D. campbelli; fino a 7 barre, a volte con 1-4 barre più piccole tra quelle in D. polota; 4 barre relativamente più sottili, prima barra a volte non continua su opercolo, di solito non si estende sulla regione toracica o sulla superficie ventrale del corpo, a volte una singola barra parziale aggiuntiva in D. undecimradiatus); una marcatura nera distinta immediatamente anteriore alla base della pinna pelvica (rispetto a tale marcatura in D. undecimradiatus); il corpo ha scaglie piccole, con 70-100 nella serie laterale (vs grande, 40-60 nella serie laterale in D. polota e D. campbelli); profilo predorsale quasi rettilineo (vs distintamente concavo in D. polota e D. campbelli).
Esistono ulteriori differenze nel modello di colore e nei caratteri meristici, e in pratica è difficile confondere D. microlepis con qualsiasi altra specie diversa da quella di D. pulcher, essendo questi due considerati conspecifici prima del 1998. In linea di principio possono essere separati dal numero di barre scure del corpo, ma questa osservazione sembra essere basata esclusivamente su esemplari del Borneo con il modello di colori delle popolazioni di Sumatra e della Malesia senza documentazione. Gli individui adulti possono di solito essere distinti affidandosi al colore di base del corpo, che tende verso il marrone-arancio in D. pulcher, grigio-giallastro sporco in D. microlepis.
Nel commercio ornamentale D. microlepis è il più ampiamente disponibile ed è talvolta venduto come pulcher per aumentare i prezzi, dal momento che quest’ultimo è considerato in pericolo critico in natura e potrebbe già essere estinto dalla Thailandia. Entrambe le specie vengono pescate anche per il consumo umano.
Sintetizzando: il più comune e bello in commercio è D. microlepis, che ricorda moltissimo il costoso e raro da trovare D. pulcher. I più economici e comuni sono D. polota e D. undecimradiatus; D. campbelli non si vede a listino spesso, ma non ha nulla da invidiare a tutti gli altri. Il carattere e la stabulazione è grossomodo lo stesso per tutte le specie tranne per quelle salmastre come ad esempio campbelli o polota! Quindi informatevi SEMPRE prima di acquistare, non fatevi prendere dalla fretta da “poi non lo trovo più”, un buon negoziante può ordinarvi qualsiasi specie a listino; nel mentre avrete il tempo di studiare e preparare tutto a modo.
Laura e Angelo
www.river-monsters.it