Nella mia vasca da un metro (Juwel Rio 180), allestita secondo i dettami di Takashi Amano (con qualche concessione ad un popolamento più intensivo rispetto agli standard) ho inserito da circa un anno una classica comunità di pesci amazzonici: 2 giovani discus, 3 coppie di ciclidi nani (Apistogramma agassizi, A. borelli, Nannacara anomala) un branco di Cardinali, alcune Carnegiella strigata, oltre ad un nutrito gruppo di mangia-alghe (Otocinclus niger, O. affinis, Crossocheilus siamensis, Caridina japonica e caridina sp., qualche lumaca del genere Neritina). In uno dei soliti, per noi appassionati, pellegrinaggi nel proprio negozio di fiducia alla ricerca dell’ultimo arrivo, deluso dalla mancanza di qualcosa che facesse al mio caso, mi fermai a rimirare una vasca con alcune giovani melanotenia. Si vedeva lontano in miglio che erano le inconfondibili precox, a dire il vero abbastanza sbiadite. Una decina d’anni fa acquistai le prime che vidi nei negozi della mia città, che a dire il vero non mi entusiasmarono e vissero solo alcuni mesi. Le melanotenia sono pesci di branco che richiedono acqua molto ossigenata, tendenzialmente reofile che vivono in acque con forte corrente in papua Nuova Guinea. Nonostante questi punti oscuri i nuovi arrivati si adattarono in fretta e crescendo si sono rivelati un maschio – più snello e con le pinne di colore rosso acceso – e tre femmine – con il ventre più pieno e le pinne di colore rosso arancio. Il resto del corpo è di un azzurro intenso e luminescente (gli inglesi li chiamano neon rainbow fish) che è paragonabile sono con le tinte dei cardinali e dei discus più belli, ma che è irraggiungibile se (come capita nella mia vasca un paio d’ore al giorno) il sole riflette sulle squame dando vita a tonalità iridescenti davvero spettacolari.
Dopo un po’ di tempo non ho resistito e ho provato ad allestire una vaschetta di 10 l con una spugna filtrante azionata da un aeratore. La letteratura specializzata consultata indicava come improbabile che i genitori, se ben nutriti, si nutrano delle uova. Non posso confermare in quanto dopo una settimana di osservazioni attente e senza esito, per un infortunio non ho seguito più gli sviluppi. Ho inserito nella vaschetta delle potature di piante da gettare e, non avendo tempo per i cambi d’acqua, ho alimentato con pochi granuli a giorni alterni. Ieri finalmente mi sono risolto a rimettere i 4 smagriti pascetti nell’acquario principale. Per scrupolo ho poggiato la vaschetta sull’acquario per dare un’occhiata nei giorni seguenti.
Una lunga esperienza mi ha insegnato che anche così le riproduzioni vanno a buon fine, anche se con risultati numerici scarsi. |
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