Un pesce tropicale d’acqua dolce molto interessante in particolare per le sue abitudini riproduttive, è Copeina Arnoldi, nome datogli da Charles Tate Regan nel 1912, facendo riferimento allo scienziato Edward Drinker Code di Filadelfia, per Copeina, e all’acquariofilo tedesco Johann Paul Arnold, che ne raccolse esemplari e regalò al British Museum, per arnoldi. Nei primi tempi, il pesce era conosciuto come Pyrrulina filamentosa. Questo pesce, che qualcuno chiama Copella arnoldi, è noto nel mondo dell’acquariofilia anglofona come Splash tetra o Spraying characin (tetra o caracide spruzzatore), per la ragione che più avanti sarà ricordata.
Ambiente d’origine della Copeina arnoldi
Il pesce, che appartiene all’0rdine Characiformes e alla famiglia Lebiasinidae, appartiene a una specie endemica dei sistemi fluviali del Sud America, dove vive nei bacini del Rio delle Amazzoni e dell’Orinoco, in corsi d’acqua lenti e poco profondi e nelle foreste inondate durante le abbondanti precipitazioni.
Vive bene sia nelle acque chiare dei torrenti, sia in quelle scure delle paludi e delle aree umide, in mezzo a una fitta vegetazione, galleggiante o ripariale, fondamentale per il suo metodo riproduttivo. A proposito di acque scure, si intende parlare delle acque che talora sono di un indefinibile colore del tè allungato, causato dalla decomposizione della materia organica.
Si nutre di ciò che di vivo trova nelle sue ricerche oppure di ciò che, per errore, capita nelle vicinanze della sua bocca: questo può essere rappresentato da vermi, crostacei, invertebrati vari, oppure da insetti che cadono in acqua o altro ancora.
Aspetto, colori e dimensioni del pesce
Il corpo è snello, affusolato, siluriforme, se si vuole. La colorazione non è vistosa, perché si limita a una soffusa e tenue tonalità rosata, con una striscia nera che interessa il muso, attraversa l’occhio e talora giunge all’opercolo branchiale. La grande bocca, rivolta verso l’alto, è ben fornita di denti aguzzi, mentre le narici sono separate da una cresta cutanea. La pinna dorsale, che si eleva come una piccola vela, presenta una striscia nera bordata di rosa e bianco. La pinna caudale, molto biforcuta, ha il lobo superiore con dimensioni maggiori di quella inferiore, che termina con una punta di colore rosso vivo. La pinna adiposa manca e le pinne ventrali, che sono quelle che maggiormente interessano al momento della riproduzione, sono ben sviluppate e hanno l’orlo rosato; lo stesso la pinna anale di buone dimensioni.
I maschi raggiungono la lunghezza di 7 centimetri, anche se talvolta qualche esemplare li supera, mentre le femmine crescono fino a 5 centimetri.
Carattere della Copeina arnoldi
Il pesce, oltre che essere bello, con una forma accattivante, ha il pregio di essere socievole, per nulla litigioso, e di non avere problemi nel suo mantenimento, tanto che molti acquariofili sono lieti di poterne ospitare un gruppetto nella propria vasca, quando hanno la ventura di trovarli in un negozio specializzato. Ma c’è pure una ragione in più per desiderare questi pesciolini, ragione che è legata alla loro riproduzione, tutta caratteristica e tutta da vedere e da apprezzare.
Alimentazione
Sono pesci che non sono pretenziosi nella scelta del cibo, accontentandosi di un valido mangime secco in scaglie, purché per almeno due o tre volte la settimana ci si ricordi di dargliene di vivo. Così, si può ricorrere a naupli di Artemia salina, a vermi Grindal (vermi filiformi che sono il risultato delle ricerche effettuate alla metà del secolo scorso dall’acquariofila signora Morton Grindal, svedese di Solna), Daphnia pulex, moscerini della frutta, larve di zanzara, ecc.
Dimensioni e arredamento dell’acquario
Le dimensioni dell’acquario vanno bene se la lunghezza è almeno di 80 o 90 centimetri. Per quanto attiene all’arredamento, si può fare a piacere per quanto riguarda la parte centrale e del fondo dell’acquario, perché mentre al centro si può giocare con piante anche di buona dimensione, per il fondo basta pensare agli inquilini che ne fanno uso, come i Corydoras, tanto per intenderci, cioè sabbia e ghiaia minuscola con sassi, legno, radici.
Ma ciò che non si può e deve dimenticare, è la vegetazione galleggiante che è fondamentale affinché la riproduzione possa avvenire nelle migliori condizioni.
È opportuno dotare l’acquario di un buon filtro.
Parametri dell’acqua
Temperatura fra i 25 e i 29°C, acidità con pH da 4 a 7,5 e durezza abbastanza ridotta, vale a dire da dGH da 2 a 8.
Continuità della specie
Nei pesci, il mantenimento della continuità della specie nel tempo può seguire tre vie diverse, secondo le sue caratteristiche riproduttive, che possono differire di anni di luce fra di loro.
La prima vale per pesci che producono una quantità tale di uova che, pur essendo falcidiata dall’attacco famelico dei mangiatori di uova prima e di avannotti poi, alla fine ciò che si salva è sempre più che sufficiente per garantire la continuità della specie.
La seconda via è quella percorsa da genitori che, per il fatto di essere produttori di un numero limitato di uova, si prendono cura di loro e degli avannotti che ne escono, difendendoli strenuamente contro l’attacco dei nemici naturali, ottenendo il risultato desiderato.
Ci sono poi genitori che non sono né l’una né l’altra cosa e che mettono in pratica metodi intelligenti per proteggere la loro prole e per salvaguardarne la sopravvivenza.
Ebbene, la Copeina arnoldi fa parte di questa terza categoria di cui è un esempio vivente, e che con i suoi modi intelligenti riesce a tenere fuori della portata dei cacciatori prima le uova e gli avannotti poi, in un mondo dove il più grosso tende a mangiare il più piccolo; inoltre, da non sottovalutare il fatto che nel mondo acquatico, più che sulla terraferma il cannibalismo è di casa (ma non presso questi pesci). Il che significa che la Copeina arnoldi ha una marcia in più a proposito della sicurezza della sua prole.
Riproduzione della Copeina arnoldi
Se la riproduzione avviene nella vasca comune, può succedere che l’acquariofilo si accorga che qualche avannotto si nasconde fra le foglie delle piante, ma forse è più interessante fare in modo che tutto avvenga nelle migliori condizioni, ottenendo il massimo nei risultati.
Pertanto, una volta scelta la coppia (un maschio vispo e una femmina con il ventre ingrossato, attraverso il quale con luce trasmessa si possono vedere le uova giallastre), la si immette in una vasca rigorosamente coperta e contenente dai 40 ai 50 litri di acqua neutra o appena acida, con una profondità di almeno 25 centimetri e alla temperatura fra i 23 e i 25°C. Per sollecitarla alla deposizione, la si alimenta abbondantemente con lombrichi tritati, dafnie e larve di zanzara. Lasciati i pesci tranquilli, dopo poco tempo inizia il corteggiamento da parte del maschio che continua con una specie di danza dell’amore.
Poi, il maschio sceglie un punto da lui ritenuto adatto nel quale sia fogliame sporgente e la coppia salta fuori dall’acqua oppure sul vetro della vasca, anche per diversi centimetri di altezza (per cui è bene che fra la superficie dell’acqua e il coperchio ci sia uno spazio vuoto di almeno 10 centimetri di spessore), e si attacca al sostegno per mezzo dell’aspirazione prodotta dalle pinne pelviche; qui, nel periodo di una decina di secondi, la femmina depone una piccola massa di uova (da 5 a 10), che immediatamente il maschio feconda; dopodiché la coppia si lascia ricadere in acqua.
Questa manovra viene ripetuta circa ogni ora e continua finché una massa formata da una o due centinaia di uova si trovi appiccicata alla foglia o al vetro. Ed è interessante notare come le tutte le uova siano stese in modo uniforme a costituire una massa gelatinosa senza sovrapposizioni, per cui nessuna di loro sfugge alla fecondazione. Qualora le femmine siano più di una, il maschio provvede a fecondare le uova di tutte.
A questo punto, la femmina esausta, si ritira e, pertanto la si può rimettere nell’acquario comune, dove può riprendere le forze. Il maschio, invece, rimane come una guardia nei pressi e provvede a spruzzare di acqua le uova, al sicuro a di fuori della stessa, a intervalli di tempo da un minuto a un minuto e mezzo.
Nel giro di due o tre giorni, le uova si schiudono lasciando libera la nuvola di avannotti di cadere in acqua e di andare sul fondo, fra le piante, in attesa che il sacco vitellino sia assorbito. Il maschio, che ha generosamente esaurito il suo compito, può essere tolto e rimesso nella vasca comune.
Dopo qualche giorno, quando il sacco vitellino è esaurito, la truppa di avannotti sale verso la parte superiore dell’acquario e allora è giunto il momento di fornire loro il cibo. Essendo piccoli, gli avannotti devono essere nutriti con cibi di dimensioni minime, per cui sono adatti gli infusori e i parameci, che dopo una decina di giorni possono essere sostituiti da anguillule dell’aceto e da naupli di artemia appena schiusi. I pesciolini possono trovare qualcosa da mangiare anche brucando fra le piante galleggianti.
Cambi parziali dell’acqua consentono il mantenimento di un ambiente pulito e sano.
Conclusione
La Copeina arnoldi è uno splendido piccolo pesce di superficie, che non presenta difficoltà nel suo mantenimento e che dà soddisfazione nella sua riproduzione. Se ben accudito, il pesce farà compagnia all’acquariofilo per diversi anni.