L’acquario, un mondo sommerso in miniatura che riesce a portare nelle nostre case un pezzetto di natura. Come realizzare un acquario, quali tecniche usare, misure, spessori dei vetri, questi sono quesiti che spesso ci poniamo. Esistono diversi tipi di strutture adeguate a contenere l’ambiente acquatico. Possono essere costruite con i materiali più disparati-plastica,vetro,cemento, vetro. Comunque il materiale più usato per costruire acquari con misure sino a due metri è il vetro si usa comunemente cristallo di adeguato spessore, tale spessore viene calcolato con apposite tabelle che prendono in considerazione le misure della vasca da costruire. L’altezza è il parametro che più di tutti incide sullo spessore dei cristalli, più la vasca è alta più lo spessore del vetro aumenta. Oltre allo spessore dei vetri un altro parametro importante è il luogo in cui si vuole piazzare l’acquario perché vasche di certe dimensioni (130x45x60 od oltre)il cui peso supera i tre – quattro quintali certamente non possono venire installate in appartamenti che non siano a pianoterra per il loro peso eccessivo che potrebbe creare notevoli problemi al solaio. Se comunque si vuole istallare una vasca di notevoli dimensioni ai piani superiori, con adeguati accorgimenti ci si riesce perfettamente. Se la casa è in costruzione basta rinforzare con putrelle in acciaio il solaio su cui si installerà la vasca, se invece l’abitazione è già in essere si dovrà sostenere la vasca con mensole murate su di un muro portante. Con tre o quattro mensole si riesce a sostenere una vasca di diversi quintali senza alcun pericolo. Scelto il luogo di installazione e le misure della vasca si potranno ordinare i vetri. Un elemento essenziale sarà la perfetta squadratura dei vetri perché da ciò dipenderà il risultato finale. Non tutte le vetrerie infatti sono in grado di poter offrire dei tagli perfettamente squadrati ed opportunamente levigati , informatevi perciò prima di fare effettuare il lavoro poiché in fase di assemblaggio se i vetri non sono in squadro come dovrebbero il lavoro verrà sicuramente male e i problemi vi sommergeranno. Il problema delle misure della vasca è il primo che vi si presenta: come fare per avere alla fine un buon lavoro? Dopo aver stabilito l’altezza della vasca e il relativo spessore dei vetri andiamo a vedere di preparare le misure da presentare in vetreria. Ci sono due teorie per la preparazione del fondo della vasca; la prima dice di far appoggiare i vetri laterali della vasca sul vetro di fondo, la seconda invece dice di incassare il fondo tra i vetri laterali facendo in modo così che il peso della vasca pesi solo sui vetri laterali. Il primo metodo è sicuramente il più comodo perché si parte da un piano perfettamente liscio e orizzontale su cui si incolleranno i vetri laterali, le misure dei vetri frontali e del fondo saranno uguali come lunghezza. Per i vetri laterali invece si dovrà sottrarre alla misura della profondità la somma dello spessore dei due vetri frontali più due o tre millimetri per lo spessore del silicone. Lo spessore del silicone è in rapporto allo spessore del vetro, più il vetro è spesso e più silicone servirà fra i due vetri da incollare. A mio modesto parere questo metodo, sicuramente più pratico, ha come svantaggio l’obbligo assoluto che l’acquario appoggi perfettamente sul supporto perché anche solo un millimetro di differenza potrebbe causare la rottura del vetro di fondo che deve sostenere su se stesso tutto il peso della vasca. Con il secondo metodo la misura della profondità dei due vetri laterali e del fondo sono uguali, la misura dei due vetri frontali sarà data dalla misura della lunghezza del fondo più la somma dello spessore dei vetri frontali più due tre millimetri di silicone. Con il secondo metodo il peso della vasca verrà ad essere sostenuto da tutti i vetri laterali e frontali che lo scaricheranno direttamente sul supporto senza gravare dunque sul vetro del fondo. Per questo motivo ritengo decisamente migliore la seconda tecnica costruttiva. Quando finalmente si avranno tutti i vetri tagliati e molati perfettamente si potrà iniziare la costruzione vera e propria della vasca. L’occorrente per costruire una vasca consiste in pochi attrezzi, una pistola per silicone, alcune cartucce di silicone trasparente o nero, acetone, uno squadro, lamette e taglierino, un rotolo di carta da carrozziere, strofinacci puliti, morsetti per cornici(comunque non indispensabili) e tanta pazienza. Dopo aver provato e suddiviso i pezzi si passa alla pulizia e a sgrassare i vetri che devono essere incollati. Il silicone è un collante molecolare e per essere sicuri che l’incollaggio fra due vetri sia solido e sicuro è di basilare importanza pulire a fondo le due parti da unire. A questo scopo ci dà un grosso aiuto l’acetone che oltre a pulire sgrassa le superfici del vetro, con uno strofinaccio imbevuto di acetone si pulisce diverse volte il vetro da incollare poi dopo alcuni minuti si toglie il leggero strato opaco che si è venuto a creare dove abbiamo passato l’acetone, con un panno o un foglio di carta puliti. Senza toccare assolutamente con i polpastrelli delle mani le superfici pulite si potranno posizionare i vetri e incollarli con il silicone. Se useremo tutta la nostra attenzione a non sporcare i vetri saremo sicuri che la nostra vasca potrà durare per moltissimi anni. Se si hanno a disposizione dei morsetti da corniciaio si possono posizionare i vetri già in squadro facendo attenzione a lasciare tra un vetro e l’altro uno spessore di un millimetro ,quando tutto sarà posizionato giustamente con il silicone si incolleranno i vetri facendo attenzione a non lasciare bolle d’aria tra i due vetri. Questo metodo può sembrare più difficile ma con un poco più di pratica ci permetterà di ottenere risultati veramente sorprendenti. Appena incollati i due vetri, con un dito inumidito in una soluzione saponosa, si liscerà la parte interna facendo in modo di rendere uniforme il silicone, poi con una lametta da barba si toglierà il silicone in eccesso. Questa manovra si deve fare in tempo brevissimo prima cioè che il silicone incominci ad indurirsi per non avere problemi. Appena si sarà finito di lisciare il silicone con la carta da carrozziere si fermeranno gli angoli dell’acquario appena incollati facendo in modo che non abbiano la possibilità di muoversi ed andare fuori squadro vanificando il nostro lavoro. Passate ventiquattro ore si potrà togliere la carta da carrozziere e si effettueranno le ultime opere di pulizia eventualmente necessarie. Ora si deve pensare a come filtrare l’acqua e a ripulirla dai vari composti organici prodotti dai pesci. Ci sono diversi tipi di filtri adatti a far ciò, bisogna solo scegliere il modello che più si adatta alle nostre esigenze. Il più comune ed usato in Italia è il filtro interno che viene a far parte integrale della vasca essendo costruito all’interno di essa, chiudendo di regola un lato stretto di quest’ultima con una parete in cui sono praticati i fori di aspirazione e di uscita dell’acqua da filtrare. In questa specie di scatola che si viene a formare nella vasca con dei vetri di separazione si creano in essa dei vani intercomunicanti tra di loro dove l’acqua sarà costretta ad attraversare dei materiali filtranti prima di essere rispedita da una pompa sommersa in vasca. Ci sono in commercio altri tipi di filtro la cui messa in opera è decisamente più facile, si tratta di filtri motorizzati interni od esterni. I filtri interni sono contenitori di materiale plastico sulla cui sommità è situata una pompa immersa che aspirando acqua dall’interno del filtro, formato quasi sempre da una spugna sintetica, fa’ si che le particelle di sporco vengano trattenute in essa. Chiaramente come filtro meccanico questo tipo di filtro è quanto di meglio ci sia oggigiorno sul mercato, purtroppo la sua azione biologica è quasi inesistente a causa della velocità di scorrimento dell’acqua che non permette ai batteri nitrificanti di insediarsi nella spugna. Anche i frequenti lavaggi di quest’ultima tolgono i pochi batteri insediatisi in essa. I filtri interni a mio modesto parere sono validi per vaschette di venti – trenta litri massimo, per vasche di capacità superiori sono sicuramente da preferire i filtri esterni. Questi filtri sono contenitori ermetici, con una capacità di diversi litri, che posizionati all’esterno della vasca prelevano dalla detta, attraverso un tubo di aspirazione, l’acqua da filtrare che viene purificata e filtrata da diversi materiali contenuti in cestelli all’interno del filtro. Questi cestelli danno la possibilità di tenere separati e divisi i diversi materiali e in fase di lavaggio risciacquare solo i filtri meccanici(carbone, lana di perlon, ecc.) mentre il filtraggio biologico (cannolicchi, biosfere) non viene toccato lasciando così intatte le colonie batteriche che vi si sono formate. Per rendere più agevole la pulizia di detti filtri la case costruttrici li hanno dotati di rubinetti che intercettano il flusso di acqua, dando così la possibilità di intervenire all’interno di essi senza dover sempre vuotare il tubo di aspirazione che viene dalla vasca, avendo così l’opportunità di fare ripartire il filtro senza difficoltà dopo la pulizia. Inoltre sono dotati di pompe silenziosissime, a basso consumo, con una grossa portata di litri/ora. L’unico difetto, a mio modesto parere, è di essere abbastanza antiestetici e di rendere perciò necessario il loro occultamento in mobiletti con ante. Per vasche da riproduzione si può ancora adoperare il filtro sottosabbia che per diversi decenni è stato l’unico sistema di filtraggio disponibile. Questo filtro sfrutta la capacità della sabbia di fondo di filtrare tutti i residui organici, come può avvenire tutto questo? Sul fondo della vasca si stendono delle grigliette di materiale plastico che creano un’intercapedine tra il fondo della vasca e la sabbia soprastante. Attraverso un tubo, collegato saldamente con le griglie si crea una depressione aspirando l’acqua, con una pompa o un insufflatore ad aria, questo richiama altra acqua che attraversando lo strato di ghiaietto del fondo si pulisce lasciando tutti i detriti e lo sporco intrappolati nella ghiaia stessa. Si può ben capire perché ho affermato che questo tipo di filtraggio sia consigliato in vasche da riproduzione, in dette vasche difficilmente ci saranno piante e se presenti saranno comunque tutte galleggianti o piantate in vasetti per dar modo ogni tanto di poter estrarre completamente la ghiaia dal fondo e risciacquarla abbondantemente fino alla totale pulizia di essa. Se la vasca fosse arredata di tutto punto ogni mese si dovrebbe rifare completamente l’acquario con un grosso dispendio di tempo e di energie. Negli ultimi anni sono apparsi sul mercato acquariofilo i filtri percolatori o semiumidi che hanno totalmente cambiato il sistema di filtraggio di grosse vasche. Questo tipo di filtri permettono di sfruttare ampie superfici di filtraggio, inoltre attraverso la percolazione immettono nell’acqua da filtrare un altissimo tasso d’ossigenazione permettendo così ai batteri aerobi di colonizzare perfettamente il substrato filtrante. Vediamo ora come lavorano questi filtri. L’acqua da filtrare viene prelevata dall’acquario attraverso una scatola che permette di prelevare un settanta per cento dal fondo e il rimanente trenta per cento dalla superficie per ottimizzare il filtraggio. Mediante un tubo l’acqua viene fatta cadere in un contenitore che suddivide il flusso in tanti altri che cadendo sul materiale di supporto per i batteri lo bagnano completamente ricreando una cascata artificiale. Sul materiale, dopo tre quattro mesi, si creano delle colonie batteriche di grosse dimensioni per l’alto tasso d’ossigeno che è presente nel filtro. L’acqua percolata viene raccolta in una vasca sottostante, viene filtrata meccanicamente attraverso un filtro a foglie e a carbone dopodiché viene riportato in vasca da potenti pompe centrifughe. Per riuscire a far funzionare tutto perfettamente si devono ricreare dei livelli ben precisi e niente deve essere affidato al caso se non con il grosso rischio di allagamenti. La cosa più importante se si vuole installare un filtro percolatore è la presenza di uno scarico nei pressi del filtro per poter allacciare tutti i troppo pieno che daranno sicurezza all’impianto. Infatti in mancanza di elettricità e per il blocco delle pompe il troppo pieno consentirà di smaltire senza conseguenze eventuali ondate di piena che dalla vasca si possono riversare nel filtro percolatore. Nel filtro stesso, dopo il filtro a foglie, dovranno trovare posto anche gli interruttori a galleggiante che azionano la pompa per il rabbocco dell’acqua evaporata e che interrompono l’alimentazione alle pompe di ricircolo in caso di un abbassamento troppo marcato del livello dell’acqua nel filtro. A mio modesto parere l’unico difetto che posso riscontrare in questo filtro è la rumorosità confrontata a quella di tutti gli altri fino ad ora esaminati, d’altro canto è sicuramente il più efficace come quantità di materia organica trasformata. Da non sottovalutare inoltre il prezzo non proprio basso di tutti gli accessori che servono per il suo funzionamento. Questo tipo di filtro mi sento di raccomandarlo solo per vasche di notevoli dimensioni in cui il filtraggio tradizionale incontrerebbe notevoli difficoltà per il volume dei filtri da impiegare. Il filtro percolatore si può costruire con diversi materiale anche se il più economico resta il vetro. In un prossimo articolo vedremo come costruirne uno. Dopo aver istallato il filtro da noi scelto nel nostro acquario passiamo ora a vedere di illuminare la vasca. Anche per l’illuminazione possiamo scegliere diverse soluzioni: lampade ad incandescenza (ormai superate) lampade al neon proiettori a vapori di mercurio HQL (per acqua dolce) proiettori a ioduri metallici HQI (per vasche marine) proiettori a vapori di sodio NAV (per vasche di invertebrati) l’illuminazione con lampade al neon è la più comune e ci permette di ottenere già degli ottimi risultati senza dover spremere più di tanto il portafoglio. In commercio esistono lampade che coprono quasi tutte le lunghezze d’onda della luce, possiamo così trovare lampade che vivacizzano i colori, lampade che stimolano la crescita delle piante, lampade attiniche che accentuano la fluorescenza degli invertebrati, lampade ai trifosfori e tra non molto ai pentafosfori che mantenendo lo stesso consumo hanno rese luminose altissime. Dopo aver scelto il tipo di lampada che più si adatta alle nostre esigenze andiamo a vedere come istallare le lampade nell’acquario. Quest’ultime possono venire appoggiate su appositi vetri di rinforzo che noi abbiamo opportunamente posizionato ai lati della vasca oppure attaccate direttamente al coperchio. Per riuscire ad isolare elettricamente i poli di alimentazione dei neon si trovano apposite cuffie di materiale plastico o siliconico, decisamente da preferire queste ultime, che ci permettono di collegare le lampade al gruppo d’accensione. Gli altri tipi di illuminazione richiedono tipi di vasche particolari: vasche scoperte o vasche incassate. Continuiamo la costruzione della nostra vasca che adesso e arrivata alla creazione di uno scomparto semistagno dove verranno effettuati i vari collegamenti elettrici e dove troveranno posto i gruppi d’accensione, timer, ecc. Guardando frontalmente la vasca, dopo aver posizionato il filtro, dobbiamo prendere le misure per far tagliare i vetri di rinforzo e i supporti per i neon che dovremo incollare in seguito. Per primi misuriamo i rinforzi laterali che saranno della stessa profondità del vetro di fondo e dei vetri laterali. La larghezza varierà dai cinque ai dieci/dodici centimetri e verranno opportunamente incollati a sette/dieci centimetri dal bordo superiore dell’acquario, il primo esattamente sul lato libero dell’acquario l’altro a filo della fine della parete laterale del filtro. Incollati questi due rinforzi dovremo preparare la scatola portaoggetti che sarà posizionate nella parte posteriore della vasca e sarà sostenuta dai due vetri testé incollati. La larghezza della scatola oscilla dai dieci ai quindici centimetri e il vetro laterale dovrà essere allo stesso livello dei vetri della vasca. Ormai la costruzione della vasca volge al termine dovremo solo pensare al coperchio della vasca che potrà essere realizzato in un pezzo unico o in diversi pezzi, questa soluzione è la più usata. I coperchi verranno sostenuti con strisce di vetro incollate sui bordi interni della vasca. Infine con del PVC adesivo si copriranno il vano portaoggetti, il vano portalampada e il filtro sino ad ottenere una vasca che non avrà nulla da invidiare a quelle in commercio. Dopodiché si sceglierà come allestire la vasca, quali tipi di pesci e di piante immettere. Se comunque non possedete una discreta manualità e non volete rischiare allagamenti indesiderati, il mercato vi offre una ampia scelta di vasche complete a prezzi ormai competitivi con il fai da te. |
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